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Riqualifichiamo e valorizziamo lo storico Giardino Ferrari.
28.11.2025
In occasione della approvata manutenzione straordinaria della copertura della Domus del Chirurgo, inaugurata nel 2007, per eliminare le infiltrazioni di acqua piovana dalle vasche del giardino pensile, ho chiesto, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, di riqualificare e valorizzare lo storico Giardino Ferrari.
I“Giardini Ferrari”, precisamente, sono l’unico giardino pubblico del Centro Storico di Rimini, frequentato dai cittadini e turisti e in particolare dai bambini che dispongono di un’area giochi. I Giardini furono intitolati nel 1895 al deputato della Provincia Luigi Ferrari vittima di un attentato politico, e disegnati nel 1909 da Paolito Somazzi, progettista dell’antistante Cassa di Risparmio.
Dal 1990 ad oggi, i Giardini Ferrari, hanno subito continui “rimaneggiamenti” e “perdite di identità “, a cominciare dalla loro denominazione trasformata in “Piazza Ferrari”.
In particolare, il verde del giardino è stato notevolmente ridotto con:
1) l’eliminazione, lato piazza Cavour, di aiuole grandi ( una di 90 mq, cementata con lastre di trachite, l’altra di 200 mq ricoperta da doghe di legno ) e piccole ;
2) la diminuzione degli alberi, da un centinaio censiti nel 1984, ad una trentina;
3) la realizzazione, nel 1990, della pavimentazione in pietra con una superficie di 3.200 mq, più del triplo della superficie rimasta verde di neppure 1.000 mq.
L’aumento del verde pubblico nel giardino, è importante per la salute, il benessere delle persone e la qualità ambientale del Centro Storico
Pertanto, occorre la piantumazione di alberi di alto fusto nel giardino, lato Piazza Cavour, dov’era un gigantesco ippocastano, per ombreggiare le panchine che restano inutilizzate durante la mattina dei mesi estivi, dalle persone che cercano il riparo dal sole e dal caldo.
Inoltre, visto le rotture diffuse della pavimentazione in pietra della piazza e i rattoppi degradanti di fianco alla Domus sul Corso Giovanni XXIII, è necessaria la sua sostituzione con materiali per rendere le superfici permeabili e compatibili con un giardino.
Auspico che l’ Amministrazione Comunale attui questi interventi, in coerenza con il Regolamento comunale del Verde Pubblico, e il Piano del Verde approvati dal Consiglio Comunale.
Per rispetto della storia patria del giardino, è opportuna altresì una sistemazione più dignitosa della colonna con il busto di Luigi Ferrari in un’aiuola centrale, il restauro del Monumento ai Caduti della Grande Guerra 1915-18 e del Monumento del S.Ten. Francisco Busignani, Medaglia d’Oro al Valor militare, opera dello scultore riminese Elio Morri.
Le responsabilità delle Amministrazioni Comunali per la mancata riscoperta e valorizzazione dell’Anfiteatro Romano.
07/11/2025
I sondaggi archeologici nell’area dell’Anfiteatro romano, occupata dal Ceis, secondo il documento degli esperti incaricati dalla Soprintendenza, sono estremamente difficili, condizionati dalla presenza in superficie delle costruzioni, dai sottoservizi e dallo svolgimento dell’attività didattica.
Per il momento, quello che vediamo e sappiamo sull’Anfiteatro Romano, lo dobbiamo alla scoperta, con i sondaggi compiuti nel 1843-44, ad opera dello storico riminese Luigi Tonini e alla campagna di scavi svolta dal 1926 al 1939, sotto la direzione del Soprintendente alle Antichità Salvatore Aurigemma.
Le Amministrazioni Comunali, in questi 80 anni del dopoguerra hanno le loro responsabilità.
Nel 1946 hanno consentito, sull’area archeologica tutelata dell’Anfiteatro romano, la costruzione delle 13 capanne “temporanee” del Ceis e nei decenni anni successivi gli edifici in muratura di tre piani.
Successivamente, non sono stati rispettati gli impegni scritti dei Sindaci (Clari e Ceccaroni), né adempiute le continue richieste delle Soprintendenze di trasferire il Ceis in un’area idonea.
Sono rimaste sulla “carta” le previsioni degli strumenti urbanistici, PRG, PSC-Rue, Piano Strategico, approvati dalle stesse Amministrazioni, che stabiliscono per l’Anfiteatro Romano “il completamento degli scavi e la valorizzazione dei resti archeologici di epoca romana, attraverso la demolizione degli edifici sovrastanti e la delocalizzazione delle relative funzioni di interesse pubblico”.
E’ dal 2000, che presento Mozioni consigliari per l’individuazione di un’area adeguata per consentire il trasferimento del Ceis, salvaguardando la sua attività e poter procedere con la demolizione delle costruzioni, incompatibili con il vincolo monumentale del 1914 sull’area dell’Anfiteatro Romano.
Le struttutre del Ceis, sovrastano per due terzi l’Anfiteatro Romano, impediscono la valorizzazione e la fruizione pubblica, a Riminesi e turisti, di questo Bene Culturale patrimonio della storia della nostra città.
L’Anfiteatro Romano sepolto e l’Asilo svizzero, sono inconciliabili: il Ceis può trasferirsi in un’area più adeguata dell’attuale, con la ricostruzione eco-compatibile del villaggio, per continuare l’attività educativa; solo così potrà essere avviata la campagna di scavi per riportare alla luce la dimensione e la struttura originaria del nostro Anfiteatro Romano, con i suoi 2000 anni di storia.
Dopo 80 di preclusioni ideologiche e di negazionismo, è ora di riportare alla luce e valorizzare l’Anfiteatro Romano.
Il “patto trasversale” per il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina.
02/11/2025
Il problema del trasferimento della Moschea, insediata dal 2004 nel Borgo Marina, in una casetta di Corso Giovanni XXIII, con una superficie di circa 100 mq, destinata catastalmente ad uso ufficio, ma utilizzata come luogo di culto pubblico, è ancora irrisolto.
L’edificio è inadeguato, per le limitate superfici, a contenere le centinaia di Mussulmani (400-500 persone, nei momenti di preghiera, in base a quanto dichiarato pubblicamente dai medesimi responsabili della Moschea) che vi accedono da ogni parte della città e da fuori, in particolare per la preghiera del venerdì e nel mese del Ramadam.
L'impatto sul quartiere è evidente, in conseguenza dell’assenza di parcheggi per auto, moto, cicli, i passi carrai sono inaccessibili ai proprietari, i marciapiedi interamente occupati, vista l’insufficiente capienza dell’immobile, la viabilità di accesso al Centro Storico è compromessa, così come la vivibilità.
Da 20 anni, presento in Consiglio Comunale, interrogazioni, mozioni e petizioni al Sindaco sottoscritte dai residenti e migliaia di cittadini, per chiedere il trasferimento di tale Moschea, in un luogo e edificio compatibile, al fine di recuperare la vivibilità del Borgo Marina e riqualificare l’immagine di una delle principali aree di accesso al Centro Storico.
Ritengo importante ricordare che l’attuale utilizzo dell’immobile è da considerarsi incompatibile con il rispetto delle “Norme Igienico sanitarie di interesse edilizio” che stabiliscono: per gli Edifici per il Culto-Sedi di Attività Collettive - Cat. A4.6: l’altezza minima di 4 metri (rispetto agli attuali 2,70 metri degli uffici); la superficie minima di 100mq fino a 50 persone, +2 mq/persona per capienze superiori fino a 100 persone (200mq), il rapporto minimo di aerazione e illuminazione minimo di 1/8 e altri parametri.
Chiedo da anni, di verificare l’idoneità dei locali e la sicurezza dell’edificio, utilizzato quale luogo di culto, tramite sopralluoghi dell’AUSL e dei Vigili del Fuoco.
Sottolineo in tal caso l’importanza di rispettare regole, normative e requisiti previsti: è una responsabilità politica e sociale.
Proprio nel Consiglio tematico del 29 ottobre 2024 “Trasferire la Moschea per eliminare l’impatto sul Borgo Marina”, il Sindaco Sadegholvaad, aveva avanzato la proposta di “promuovere un patto trasversale, un gruppo di lavoro, tra maggioranza e minoranza, per la ricerca di una nuova sede della Moschea” interloquendo con gli attuali responsabili.
Una proposta che avevo accolto favorevolmente, rimasta senza seguito per un anno, che il Sindaco, con risposta alla mia interrogazione consigliare di questa settimana, ha confermato, chiedendo di convocare la Conferenza dei Capigruppo consigliari, per affrontare e risolvere il problema.
Auspico che questo “patto trasversale” sia funzionale ad una concreta soluzione per il trasferimento della Moschea, chiesto dal 2004, per avviare nel Borgo Marina, oggi ridotto a ghetto afro-asiatico, il processo di riqualificazione necessario.
Ricordiamo che a seguito della richiesta di cittadini e associazioni, l’Amministrazione Comunale del Sindaco Giuseppe Chicchi, deliberò, il 27/02/1996, di collocare in Piazza Tre Martiri, di fronte all’UniCredit, una copia della statua di Giulio Cesare,realizzata grazie al Rotary Club di Rimini e alla Banca di Rimini, chhe sostennero le spese della fonderia. Tale è la copia della statua, donata da Mussolini alla Città di Rimini nel 1933 (attualmente in corso di restauro a Parma).
Siamo a dover evidenziare che attualmente la statua di Giulio Cesare, in Piazza Tre Martiri, è avvolta dal buio nelle ore serali e notturne, difficilmente visibile ai cittadini e turisti per la mancanza di illuminazione.
La cura dell’Amministrazione Comunale è inesistente per questa statua, abbandonata e priva di interventi di manutenzione, chiesti ripetutamente dal sottoscritto negli ultimi dieci anni.
Per questo, nel Consiglio Comunale di martedì scorso, ho chiesto al Sindaco:
1) l’installazione di un adeguato impianto d’illuminazione che possa degnamente valorizzare la statua, rendendola visibile nelle ore serali a cittadini e turisti;
2) Il restauro del basamento marmoreo per rendere leggibili le incisioni, con il nome di Giulio Cesare;
3) La saldatura delle lamiere del piedistallo di bronzo, distaccate da anni e rattoppate dai cittadini con lo scotch;
4) Di mitigare e armonizzare lo sfondo della statua di Giulio Cesare con il bancomat, d’intesa con l’istituto di credito presente alle spalle della statua;
5) Di collocare una targa, per ricordare l’eccezionale fatto storico, avvenuto nel 49 a.C. a Rimini, proprio in questa piazza, all’epoca “Foro Romano”, quando Giulio Cesare tenne il discorso ai legionari, dopo aver varcato il fiume Rubicone, e pronunciò la celebre frase “alea iacta est - il dado è tratto”, per poi marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero Romano.
Riteniamo importante valorizzare adeguatamente tale statua, ricordando un’importante pagina di storia, della nostra città e delle nostre radici.
La Stazione di ricarica elettrica autobus irrispettosa dell’Anfiteatro Romano.
7/10/2025
L’Amministrazione Comunale, rispondendo alla mia ultima interrogazione consigliare, ha precisato: che sono in fase di ultimazione i lavori, iniziati a maggio 2024, per la realizzazione delle tre stazioni di ricarica elettrica autobus su strada alle fermate: “Anfiteatro” in Via Roma (davanti all’Anfiteatro Romano), in Via Giorgieri (di fianco al Tribunale), e in viale Cesare Battisti (davanti alla Stazione), appalto del valore complessivo di 1.298.000 euro.
Sottolineiamo, che fin dall’approvazione del progetto, abbiamo definito inopportuna l’ubicazione della Stazione “Anfiteatro”, in quanto: non si tratta di una semplice colonnina di ricarica stradale, ma una vera e propria barriera di cabine elettriche; lunga 20 metri, alta 3 metri, con un braccio di ricarica elettrica degli autobus, alto 4,5 metri, con un “pantografo” sopra la pensilina della “sosta”. Tale installazione è indecorosa davanti all’Anfiteatro Romano, bene storico Culturale, per la cui valorizzazione ci siamo più volte battuti e continueremo a farlo!
La sosta prolungata di autobus lunghi 8-12 metri, alti 4 metri, per la ricarica elettrica nella Stazione “Anfiteatro”, avrà un impatto ambientale rilevante, ostruendo la visibilità dell’Anfiteatro Romano.
Ricordiamo che proprio per la valorizzazione dell’Anfiteatro Romano e liberare l’area antistante da manufatti o costruzioni, l’Amministrazione Comunale del Sindaco Ravaioli, nel 2001, su iniziativa del sottoscritto, aveva acquistato la suddetta area con la spesa di 280 milioni di lire, procedendo alla demolizione di un autolavaggio e di un distributore carburanti.
Al contrario, l’Amministrazione Comunale attualmente in carica, ha approvato la realizzazione di un’impattante stazione di ricarica elettrica proprio nell’area archeologica dell’Anfiteatro Romano, e ne ha peggiorato sensibilmente la visibilità e le condizioni di accessibilità a tale monumento! Una decisione incomprensibile, per una città che ambiva ad esser capitale della cultura! In merito a START Romagna, società del trasporto pubblico locale, che ha deciso di porre in essere l’investimento, utilizzando fondi pubblici, per realizzare colonnine/stazioni di ricarica e acquistare autobus elettrici; siamo a dover evidenziare che a fronte di un maggior costo iniziale (300.000-400.000 euro per autobus), tali mezzi, hanno un’autonomia inferiore, inoltre le batterie al litio hanno vita più breve rispetto a quella del veicolo e la sostituzione di tali componenti è estremamente onerosa (dai 60.000 ai 100.000 euro), così come non banale è il loro smaltimento.
Senza dover sostenere costi aggiuntivi, ed evitando i suddetti problemi degli autobus elettrici, quale soluzione sostenibile e di buon senso, abbiamo proposto che 72 autobus del trasporto pubblico, attualmente in dotazione, a motore diesel, utilizzino il gasolio di origine vegetale, che riduce fino al 90% le emissioni sui mezzi circolanti ed è conveniente economicamente.
Tuttavia queste nostre proposte di buon senso sono state respinte dall’Amministrazione Comunale e dobbiamo denunciare pubblicamente la gravità di aver approvato l’installazione di una stazione di ricarica per autobus, dinnanzi all’Anfiteatro Romano, a spregio della valorizzazione culturale tanto spesso decantata!