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Una “barriera” di cabine elettriche per la ricarica degli autobus, in area inedificabile, all’ingresso dell’Anfiteatro Romano.
   
 20/08/2024
In Via Roma, dinnanzi all’ingresso dell’Anfiteatro Romano, è stata in queste settimane realizzata una “barriera” di cabine elettriche, alta circa 3 metri, lunga 20 metri, larga 4 metri, quale stazione di ricarica degli autobus elettrici del trasporto pubblico.
 
Tale manufatto ostruisce la visibilità dell’Anfiteatro Romano, del tutto incurante delle tutele che insistono sull’area archeologica. Prendiamo atto che l’Amministrazione non ha considerato quanto avevamo già precedentemente evidenziato in merito all’incompatibilità di tale impianto.

 Fra l’altro, non è stato neanche tenuto presente che un’altra Stazione di ricarica elettrica degli autobus, approvata,  verrà insediata nel vicino Piazzale Cesare Battisti della Stazione. 
 
Dopo 50 giorni dall’interrogazione consigliare del sottoscritto (senza rispetto dei 10 giorni previsti dal Regolamento del Consiglio Comunale), l’Amministrazione Comunale, non ha neppure ancora risposto alla nostra richiesta di conoscere i verbali della Conferenza dei Servizi, con i pareri degli Enti coinvolti, che avrebbero autorizzato i lavori di Start Romagna: in particolare il parere della Soprintendenza.

Evidenziamo che si tratta di un’opera edilizia, con la costruzione di una platea di cemento armato, interrata di almeno 50 cm, nell’area archeologica inedificabile dell’Anfiteatro Romano (inedificabilità prevista da Piano Regolatore).

Colgo occasione di ricordare che nel 2001, nell’area dove oggi sono state realizzate le cabine elettriche, grazie alle interrogazioni e mozioni del sottoscritto, recepite dall’Amministrazione del Sindaco Ravaioli, era avvenuta la demolizione dell’Autolavaggio e della Stazione carburanti Esso, e l’acquisto dal Comune dei due terreni interessati, con la spesa di 280 milioni di lire: proprio funzionale a liberare l’ingresso e la vista dell’Anfiteatro Romano.

Contravvenendo a quanto era stato sbandierato in occasione della candidatura di Rimini a Capitale della cultura, questa Amministrazione Comunale non solo non persegue la valorizzazione del nostro Anfiteatro Romano, ma addirittura ne peggiora la visibilità e le condizioni.

Ricordiamo anche che non sono stati ancora effettuati i “sondaggi”, promessi dal Sindaco Sadegholvaad nel Consiglio Comunale del  23 febbraio 2023, al fine di verificare l’esistenza dei resti archeologici, utili per procedere alla riscoperta dell’intero Anfiteatro Romano.   

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BORGO MARINA: sollecitare la riapertura della Chiesa di San Nicolò, chiusa da 5 anni.
   

 03/08/2024

La Chiesa di San Nicolò è chiusa da 5 anni: dopo la caduta di un pezzo di travertino del cornicione, avvenuta nel 2019, non si conoscono le decisioni dei responsabili della Diocesi, per la riapertura o il recupero dell’importante Chiesa storica situata nel Borgo Marina.

La Chiesa originaria di San Nicolò, risalente intorno all’anno mille, cambiò nome nel 1177 per il fortunoso arrivo della Sacra reliquia di San Nicola; dal 1338 al 1797 si insediarono i Padri Celestini e a seguito venne istituita la Parrocchia di San Nicolò.

La  Chiesa di San Nicolò venne distrutta dai bombardamenti aerei dell’ultima guerra mondiale, da cui si salvarono solo il Campanile e la Cappella Maggiore (dell’antica Chiesa dei Celestini) ed è stata ricostruita nel 1955.

La testimonianza dell’antico culto cristiano, sono i meravigliosi affreschi trecenteschi con i quali i Celestini abbellirono l’abside della Chiesa, raffiguranti: “La Creazione di Adamo ed Eva, “Il Peccato Originale e la Cacciata dall’Eden”, “La Separazione della Luce dalle Tenebre”.

La Chiesa conserva, in una teca argentea, donata dalla Municipalità di Rimini, nel 1632, la Sacra Reliquia dell’Omero di San Nicola, proclamato Compatrono della città, venerato dalla gente di mare e da tanti ortodossi in pellegrinaggio.

Dopo 5 anni di chiusura della Chiesa di San Nicolò, con l’interrogazione consigliare al Sindaco, ho chiesto:

  • quali sono gli interventi decisi per la riapertura, il recupero o la ricostruzione della Chiesa settecentesca di San Nicolò, che sta a cuore ai Riminesi e in particolare, ai residenti e fedeli del Borgo Marina
  • di restaurare gli affreschi trecenteschi (attribuiti alla scuola di Pietro da Rimini),che decorano la Cappella Maggiore dell'antica Chiesa dei Celestini,oggi parte della canonica,a rischio per le infiltraZzioni dell'acqua piovana;
  • nel rispetto di storia e cultura, sia rimosso e collocato altrove, l’enorme cartello pubblicitario della Casa Italia-Cina, appeso al muro dell’abside, ricordato che proprio nell’abside sono presenti gli affreschi trecenteschi;
  • il complesso ecclesiale di San Nicolò, non sia ridotto a mero “spartitraffico” nel Borgo Marina;
  • sia sollecitata alla Diocesi, la riapertura della Chiesa di San Nicolò, testimonianza della presenza millenaria della fede e dell’identità cristiana nel Borgo Marina.

 

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Il Sindaco effettui i “sondaggi” nell’Anfiteatro Romano, come ha promesso!
   

 09/08/24

E’ stato approvato, ieri sera, dal Consiglio Comunale, il Documento Unico di Programmazione (D.U.P.) 2025-2027 che definisce la pianificazione strategica ed operativa dell’Amministrazione Comunale.

Sono stati respinti, senza motivazioni, dall’Amministrazione Comunale e dai consiglieri di maggioranza i 5 emendamenti del sottoscritto, riguardanti:

1) “Effettuare sondaggi per il recupero dell’Anfiteatro Romano”;

2) “Ricostruzione filologica del Palazzo Lettimi”;

3) “Creare il Museo del Turismo riminese nella Palazzina Roma”;

4) “Realizzare un tunnel pedonale sotto il fondale del Porto Canale, per collegare Piazzale Boscovich alla Darsena e a San Giuliano Mare”;

5) “Realizzare parcheggi per autoveicoli nei pressi dei caselli autostradali di Rimini Nord e Sud”.

Sottolineo il silenzio del Sindaco Jamil Sadegholvaad, che non ha motivato minimamente il suo voto contrario, in particolare sul primo emendamento.

Ricordo, infatti, che lo stesso Sindaco, nella seduta del Consiglio Comunale tematico del 23/02/2023, dedicato alla “Salvaguardia e tutela dell’Anfiteatro Romano”, aveva annunciato “sono disponibile assieme alla Soprintendenza a fare i sondaggi per verificare cosa c’è sotto il Ceis”.

Sono trascorsi 18 mesi, ma il Sindaco non ha mantenuto la promessa di effettuare i “sondaggi”, al fine di verificare l’esistenza dei resti archeologici dell’Anfiteatro Romano sottostanti il Ceis.

L’Anfiteatro Romano risalente al II Secolo d.C., capace di ospitare sui propri spalti 10.000-12.000 spettatori, è stato scoperto grazie ai sondaggi del 1843-1844 dello storico riminese Luigi Tonini.

E’ stato portato parzialmente alla luce con la campagna di scavi svolta dal 1926 al 1939 del Soprintendente alle Antichità Salvatore Aurigemma.

Tutti gli strumenti urbanistici PRG, PSC, RUE e il Piano Strategico hanno sempre previsto la valorizzazione e il recupero dell’Anfiteatro romano, con la delocalizzazione del Ceis e la demolizione delle costruzioni sovrastanti, incompatibili con il vincolo monumentale del 1914.

L’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto già individuare un’area adeguata per consentire il trasferimento del Ceis, recependo i solleciti ripetuti per anni dalle Soprintendenze archeologiche di Bologna e Ravenna.

Dopo 80 anni, di preclusione ideologica da parte delle precedenti Amministrazioni Comunali, è necessario riprendere gli scavi, scoprire i resti archeologici dell’Anfiteatro Romano, al fine di consentire la valorizzazione di questo Bene culturale d’importanza storica mondiale della nostra città.    

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Allagamenti di sabato 03/08/24: chiediamo interventi, tutele e rimborsi per i cittadini.
   

 07/08/2024

Sabato 03/08/24 si è abbattuto, sul Comune di Rimini, per poco più di un’ora, un temporale, con 74mm di pioggia, che ha prodotto numerosi allagamenti, concentrati soprattutto nel Centro Storico e a Marina Centro.

A fronte di danni evidenti e documentati, ho personalmente interrogato il Sindaco, chiedendo:

•    informazioni e responsabilità sulla tardiva apertura delle “paratie” dei 9 scarichi a mare;
•    dettagli sul funzionamento del PSBO (costato 200mln di euro), tra cui l’impianto di Piazzale Kennedy (costato 50mln di euro) e l’impianto Santa Chiara (costato 620.000 euro): investimenti che avrebbero dovuto impedire gli allagamenti;
•    rimborsi per i cittadini e gli operatori economici, a fronte dei danni subiti e documentati.

Nonostante l’importanza dell’argomento il Sindaco non è intervenuto e l’Amministrazione Comunale, si è rivelata sorprendentemente reticente nelle risposte (nonostante i quesiti fossero stati depositati con anticipo di 24h rispetto al Consiglio Comunale).

A conferma di quanto avevo anticipato, è stato reso noto che l’apertura della paratia di Rimini Ausa e degli scarichi a mare, è avvenuta alle 13.47, con 45 minuti di ritardo rispetto all’inizio del temporale (ore 13.02).

Preso atto dei ritardi e dei rilevanti allagamenti registrati e videodocumentati, lascia interdetti la contraddittoria dichiarazione dell’Amministrazione Comunale: “il funzionamento dell’Impianto Ausa, ossia dell’impianto in Piazzale Kennedy è stato a regola d’arte”.

Anche riguardo al funzionamento dell’impianto realizzato nel 2020 in Via Santa Chiara, l’Amministrazione Comunale non ha fornito dettagli, limitandosi a dire che ha “sicuramente evitato un allagamento maggiore”: non dimostrato.

Dobbiamo inoltre smentire categoricamente l’affermazione dell’Amministrazione che ha dichiarato l’assenza di melma o residui relativi agli allagamenti; come visibile dai filmati, Corso d’Augusto era invaso da un fiume d’acqua nera e ancor oggi è possibile riscontrare i residui maleodoranti degli allagamenti, in negozi, bar, garage, ecc.

Completamente ignorata la mia richiesta di indennizzo per gli esercenti e i residenti che hanno subito, per responsabilità altrui, danni documentati.

Occorre prender atto che l’Amministrazione Comunale si è giustificata, cercando di enfatizzare l’eccezionalità dei millimetri di pioggia caduti.

Siamo a dover evidenziare che invece tali eventi, sono sempre più frequenti, l’Amministrazione ha il dovere di prevenire, investire, tutelare e rimborsare i Riminesi da tali danni!

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Necessario il trasferimento della Moschea per eliminare il suo impatto sul Borgo Marina.
   
30/07/2024

In questi giorni è stato sorprendente l’intervento dell’Amministrazione Comunale sui giornali, nella trattativa privata, riguardante il trasferimento della Moschea nell’immobile adiacente al Grattacielo, per la quale l’Amministrazione non era stata nemmeno interpellata.

Siamo sorpresi, perché, in 20 anni, non si è registrato nessun analogo intervento sulla Moschea del Borgo Marina, nonostante le ripetute petizioni popolari al Sindaco, sottoscritte dai residenti e da migliaia di cittadini, per chiedere il trasferimento di questa Moschea e salvaguardare la vivibilità, l’ordine pubblico, l’identità del quartiere.

Dal 2004 permane infatti irrisolto questo problema, nel Borgo Marina, una casetta di Corso Giovanni XXIII n.100, con una superficie di 100 mq, destinata catastalmente ad uso ufficio, viene utilizzata come luogo di culto: come recita il cartello “Moschea di Rimini”.

Il suddetto edificio comprendente piano terra, interrato, primo piano, è  inadeguato strutturalmente a contenere le centinaia di Mussulmani che vi accedono da ogni parte della città e da fuori, con  l’aumento del carico urbanistico, e la mancanza di parcheggi per auto, moto, cicli, con conseguente occupazione di strade, passi carrai, marciapiedi.

Il cambio di utilizzo dell’edificio da ufficio  a Moschea, come luogo di culto pubblico, consentito assurdamente dal Regolamento Urbanistico (RUE),   permette la partecipazione contemporanea alla “preghiera” (in particolare il venerdì e nel mese del “ramadam”) di una moltitudine di frequentatori, con un pesante impatto sul Borgo Marina.

Per queste ragioni, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, ho chiesto al Sindaco Sadegholvaad:

  • di contattare i responsabili del Centro Islamico di Corso Giovanni XXIII, per rendere possibile, il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina, in una zona idonea della città, prevista a “spazi e servizi religiosie in un immobile compatibile. Come è stato già fatto da altre confessioni religiose, nella nostra città.   
  • di accertare se l’immobile di Corso Giovanni XXIII utilizzato a Moschea non sia incompatibile con le norme del Regolamento d’Igiene che stabiliscono: per la sala e spazi collettivi, l’altezza minima di 4 metri, la superficie minima di 100 mq fino a 50 persone, + 2mq a persona per capienze superiori (fino a 100 persone); il rapporto di aerazione minimo di 1/8, almeno 2 uscite di sicurezza, ecc.
  • il Comune richieda il sopralluogo della AUSL per verificare l’idoneità dei locali nell’edificio di Corso Giovanni XXIII destinato a Moschea;
  • il Comune richieda il sopralluogo dei Vigili del Fuoco nell’edificio, per la sicurezza delle centinaia di persone che la frequentano;
  • di verificare nell’utilizzo dell’immobile a Moschea il rispetto del requisito della “visitabilità” per l’accessibilità al luogo di culto, al fine della eliminazione delle barriere architettoniche, essendo un luogo privato, aperto al pubblico, destinato a Moschea.

In attesa della risposta scritta dell’Amministrazione Comunale ai suddetti “ineludibili” quesiti e in considerazione delle note problematiche sul quartiere, raccoglierò le firme dei Consiglieri di minoranza, per chiedere la convocazione di un Consiglio tematico avente per oggetto “il Trasferimento della Moschea di Borgo Marina”.

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Spesi dal Comune circa 450.000 euro per le telecamere del Centro Storico spente da sei anni!
   
20/07/2024

L’Amministrazione Comunale ha annunciato che entro fine anno 2024, saranno riaccese le telecamere del vigile elettronico nel Centro Storico e nel Borgo San Giuliano, spente da ben 6 anni.

Risale, infatti, all’agosto 2018 il primo comunicato, sull’ampliamento della nuova Zona a Traffico Limitato, e al febbraio 2019 l’annuncio di conclusione dell’installazione dei tredici varchi elettronici, che sarebbe dovuta entrare in funzione nella medesima primavera.

E’ seguita, nel dicembre 2021, l’ennesima promessa, non rispettata dall’Amministrazione Comunale: “la telecamera per la Ztl di Corso d’Augusto-Via Ducale sarà accesa anticipatamente rispetto al resto del Centro Storico, al termine dei lavori sulla rotatoria in via d’Azeglio ( ultimati nel giugno 2022), per ridurre il traffico di notte in via Ducale.”

Anche dopo l’autorizzazione ottenuta, nell’ottobre 2023, dal Ministero delle Infrastrutture (grazie a interessamento del sottoscritto), l’entrata in funzione della video sorveglianza della ZTL nel Centro Storico è stata rinviata al primo semestre 2024.

A interrogazione Consigliare del sottoscritto dell’autunno scorso, relativamente al grave ritardo di 5 anni, rispetto all’annuncio del 2019, nell’attivazione della videosorveglianza, l’Assessore Frisoni si giustificava: “devono essere ancora apportate modifiche ad alcuni varchi, alla cartellonistica e l’accensione dovrà essere contestuale per tutte le telecamere del Centro Storico”.

Ora, dobbiamo registrare, l’ennesimo rinvio di accensione delle telecamere, alla fine del corrente anno 2024.

Sono quindi trascorsi 6 anni dal 2019 al 2024 in cui il Comune ha pagato il canone annuale di 74.000 euro, per complessivi circa 450.000 euro, alla società affidataria del servizio noleggio (installazione, manutenzione, controlli accessi veicoli alla ZTL, permessi di circolazione), senza che le telecamere fossero in funzione. In tale ampio arco temporale, al Comune sono venuti a mancare anche gli introiti rinvenienti dall’attività sanzionatoria relativa agli accessi non autorizzati alla ZTL.  

Ritengo opportuno portare all’attenzione della Corte dei Conti gli eventuali danni economici subiti dal Comune.

Considerato che la nuova gara per il contratto di servizio dal 2025 al 2030 prevede un canone annuale maggiorato di 94.000 euro, auspichiamo, che dopo 6 anni di continui rinvii, si concretizzi finalmente l’attivazione dei varchi elettronici videosorvegliati, utili a regolare il traffico e ridurre l’inquinamento e migliorare la vivibilità nel Centro Storico.

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Chiudere urgentemente il distributore automatico nel Borgo Marina: il degrado urbano e i problemi di ordine pubblico, continuano ad aggravarsi!
   
11/07/2024

Sono a dover portare l’attenzione sull’ulteriore peggioramento, nel Borgo Marina, delle problematiche di ordine pubblico e degrado urbano, registrate in prossimità del distributore automatico di caffè e bevande, aperto giorno e notte, senza la presenza di responsabili (in un negozio sito in Corso Giovanni XXIII, n.126).

Il “distributore automatico” è diventato ritrovo per spacciatori di droga, per immigrati che “bivaccano”, e per sbandati, senza alcun rispetto delle regole della convivenza.

Si registrano: spaccio di droga, esalazioni da fumo di marijuana, sputi sul marciapiede, rifiuti gettati per terra (bicchieri, lattine, bottiglie), bisogni corporali a cielo aperto, ora perfino persone che dormono su cartoni, o materassi adagiati sulle soglie dei negozi (all’angolo tra Corso Giovanni XXIII e via Ravegnani).

Condizioni di degrado estremo, sempre di più incompatibili con la vivibilità dei residenti, il transito dei passanti e con le attività dei negozianti (anche i negozianti bengalesi lamentano disgustati tali episodi).

Con ripetute interrogazioni al Sindaco, dal 2020, ho chiesto la chiusura dell’inopportuno distributore automatico nel Borgo Marina, oltre a sollecitare interventi e la presenza della Polizia Locale e delle Forze dell’Ordine per la vigilanza e il rispetto della legalità.

Nessun risultato!

Deve ancora realizzarsi, l’adeguamento della video sorveglianza (più volte richiesta) per tenere sotto controllo questa situazione di degrado e insicurezza sociale, nonostante i ripetuti annunci (da due anni) dell’Amministrazione Comunale.

L’ invocato impiego delle unità cinofile, funzionale a contrastare gli spacciatori di droga e trovare le sostanze stupefacenti, non ha neppure avuto risposta.

Dinnanzi al degrado crescente, continuiamo a chiedere al Sindaco, per ragioni di ordine pubblico e di vivibilità, la chiusura del distributore automatico nel Borgo Marina.

Provvedimento di chiusura già adottato, dimostrandone la fattibilità, dal Sindaco di Ravenna con l’Ordinanza del 04/02/2019, confermata dal TAR, relativamente alla chiusura di un analogo distributore Automatico nella ziona della Stazione di Ravenna, per contrastare il degrado e favorire la riqualificazione.  

Ma per essere ascoltati dal Sindaco Sadegholvaad, lo stesso che raccoglie le firme per la sicurezza urbana, cos’altro deve succedere nel Borgo Marina?

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No alla costruzione della Stazione di ricarica autobus elettrici davanti all’Anfiteatro romano.
   
03/07/2024

Dinnanzi all’ingresso dell’Anfiteatro romano è in corso di realizzazione una “Stazione di ricarica degli autobus elettrici del trasporto pubblico “di Rimini,

Il Committente lavori è Start Romagna di Rimini, in base all’autorizzazione della Conferenza dei Servizi e al parere positivo dell’Ufficio Verde Pubblico el Comune di Rimini.

L’intervento riguarda l’installazione di un manufatto alto circa 3 metri sopra su una platea di cemento armato( una fondazione di ferro e cemento) di circa 20 metri di lunghezza e circa 4 metri di larghezza, una “barriera”  di “cabine elettriche”, senza rispetto  per l’ingresso dell’Anfiteatro e dell’area archeologica.

Ricordo di avere promosso con interrogazioni e mozioni, nel 2001, la demolizione dell’Autolavaggio e della Stazione carburanti Esso, antistanti l’Anfiteatro sulla Via Roma e sostenuto l’acquisizione al Patrimonio del Comune dei due terreni interessati, di proprietà privata, proprio per liberare l’ingresso  e la vista dell’Anfiteatro.

Perciò è irragionevole,  dopo le suddette demolizioni e i soldi pubblici spesi ( allora 310 milioni di lire) per l’acquisto dei terreni e le dismissioni delle attività insistenti, che  il Comune, possa oggi autorizzare o consentire  una invasiva “Stazione di ricarica di autobus elettrici ”, incompatibile nell’area dell’Anfiteatro.

Neppure l’esame del progetto può ridursi al parere positivo condizionato dell’Ufficio Verde Pubblico del Comune, riguardante gli scavi per realizzare la “platea di cemento armato” adiacente agli alberi, a salvaguardia delle radici e della stabilità delle piante.

Non sappiamo se la Soprintendenza è stata interessata e quale sia  il suo parere per la realizzazione di questa opera nell’area archeologica a pochi metri dall’ingresso dell’Anfiteatro romano .  

Perciò, con l’interrogazione al Sindaco di questa sera,  chiediamo di conoscere il progetto   di fattibilità tecnica ed economica, i verbali delle Conferenze dei Servizi svolte e le autorizzazioni rilasciate.

Sosteniamo, che l’Amministrazione Comunale debba intervenire per impedire la realizzazione di questa “Stazione di servizio degli autobus elettrici” incompatibile  davanti all’ingresso  dell’Anfiteatro romano, ripristinando la banchina esistente per la fermata  autobus “Anfiteatro”.

Cogliamo l’occasione per fare presente all’Amministrazione Comunale l’opportunità di acquistare il relitto di terreno adiacente, recintato e non utilizzato, tramite una trattativa bonaria con i soggetti proprietari privati.

Infine, sempre per la valorizzazione dell’Anfiteatro, chiediamo al Sindaco, come ha promesso in Consiglio Comunale il 23 Febbraio 2023, se ha contattato la Soprintendenza per effettuare i “sondaggi” al fine di verificare personalmente l’esistenza dei resti archeologici dell’Anfiteatro romano e quando verranno effettuati, per procedere alla riscoperta dell’intero Anfiteatro romano.

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Ritardi e responsabilità dell’Amministrazione Comunale nella predisposizione di un parcheggio per moto, alternativo alla chiusura di piazza Marvelli.
   
27/06/2024

Sabato 15 e Domenica 16 Giugno,  il Parco del Mare a ridosso di Piazza Marvelli, è stato invaso da centinaia di scooter e moto parcheggiati, a seguito della chiusura e occupazione della piazza per il cantiere lavori finalizzato alla realizzazione del parcheggio interrato; 

L’assenza dei parcheggi per le auto e per le moto resta un problema nella zona mare, ancor più evidente nei fine settimana;

L’Amministrazione Comunale aveva annunciato pubblicamente, il 4 Aprile 2024:un’area per la sosta temporanea di 200 motocicli, situata in viale Cirene, disponibile già a partire dall’estate alle porte”, fruibile per tutto il periodo di durata dei lavori del nuovo parcheggio interrato Tripoli. 

Si tratta di un’area di proprietà di privati, vicino a piazza Marvelli  con i quali l’Amministrazione Comunale avrebbe concluso un accordo, per creare un parcheggio temporaneo con la  pavimentazione in materiale stabilizzato, dotato di pubblica illuminazione e video sorveglianza, che avrebbe dovuto essere “fruibile entro la fine del mese di giugno”;   

La disponibilità del terreno ubicato in viale Cirene con una superficie totale di 1.910 m, libero e incolto, da trasformare in un parcheggio temporaneo di circa 1.450 mq per un massimo di 220 motocicli, comporta la spesa complessiva di 210.000 euro, di cui 105.000 euro per indennità di occupazione temporanea dell’area, prevista di 24 mesi, in base alla durata del cantiere in piazza Marvelli.

Abbiamo rilevato, fra l’altro,  che la durata complessiva dei lavori di realizzazione del parcheggio, viene fissata, secondo il cronoprogramma  in sessanta (60) giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data di consegna lavori.

Poichè abbiamo constatato a tutt’oggi, che il terreno  di viale Cirene si presenta come sempre “libero e incolto”, senza alcun intervento, riteniamo opportuno chiedere al Sindaco con interrogazione consigliare;    

  • se, e quando è stato sottoscritto l’accordo tra il Comune e i privati proprietari, per consentire l’occupazione dell’area di Viale Cirene e iniziare i lavori di realizzazione del parcheggio;
  • se, e in quale data è avvenuta la consegna lavori, da cui decorrono i 60 giorni, per la realizzazione del parcheggio temporaneo;
  • in quale data è prevista l’ultimazione dei lavori di realizzazione del parcheggio e la sua fruibilità, al di là degli annunci senza fondamento;
  • se dinnanzi alla programmata realizzazione del Parcheggio interrato “Tripoli” in Piazza Marvelli, l’Amministrazione Comunale non doveva prevedere e provvedere, anticipatamente, in tempo utile, lo spostamento provvisorio dell’esistente parcheggio per motocicli (in un’area limitrofa, come quella di Viale Cirene), per rispondere adeguatamente alle esigenze degli utenti;
  • Come intende comportarsi l’Amministrazione Comunale, per i motocicli parcheggiati sul Parco del Mare, nell’attesa della realizzazione del parcheggio di Via Cirene;
  • Se l’Amministrazione Comunale ha ipotizzato di segnalare opportunamente agli utenti e identificare ulteriori aree limitrofe a Piazza Marvelli, alternative da destinare a parcheggio, preso atto che il parcheggio di Via Cirene non è pronto e non sarà sufficiente a coprire le esigenze degli utenti (soprattutto nel fine settimana).

    Sabato 15 e Domenica 16 Giugno,  il Parco del Mare a ridosso di Piazza Marvelli, è stato invaso da centinaia di scooter e moto parcheggiati, a seguito della chiusura e occupazione della piazza per il cantiere lavori finalizzato alla realizzazione del parcheggio interrato; 

    L’assenza dei parcheggi per le auto e per le moto resta un problema nella zona mare, ancor più evidente nei fine settimana;

    L’Amministrazione Comunale aveva annunciato pubblicamente, il 4 Aprile 2024:un’area per la sosta temporanea di 200 motocicli, situata in viale Cirene, disponibile già a partire dall’estate alle porte”, fruibile per tutto il periodo di durata dei lavori del nuovo parcheggio interrato Tripoli. 

    Si tratta di un’area di proprietà di privati, vicino a piazza Marvelli  con i quali l’Amministrazione Comunale avrebbe concluso un accordo, per creare un parcheggio temporaneo con la  pavimentazione in materiale stabilizzato, dotato di pubblica illuminazione e video sorveglianza, che avrebbe dovuto essere “fruibile entro la fine del mese di giugno”;   

    La disponibilità del terreno ubicato in viale Cirene con una superficie totale di 1.910 m, libero e incolto, da trasformare in un parcheggio temporaneo di circa 1.450 mq per un massimo di 220 motocicli, comporta la spesa complessiva di 210.000 euro, di cui 105.000 euro per indennità di occupazione temporanea dell’area, prevista di 24 mesi, in base alla durata del cantiere in piazza Marvelli.

    Abbiamo rilevato, fra l’altro,  che la durata complessiva dei lavori di realizzazione del parcheggio, viene fissata, secondo il cronoprogramma  in sessanta (60) giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data di consegna lavori.

    Poichè abbiamo constatato a tutt’oggi, che il terreno  di viale Cirene si presenta come sempre “libero e incolto”, senza alcun intervento, riteniamo opportuno chiedere al Sindaco con interrogazione consigliare;    

    • se, e quando è stato sottoscritto l’accordo tra il Comune e i privati proprietari, per consentire l’occupazione dell’area di Viale Cirene e iniziare i lavori di realizzazione del parcheggio;
    • se, e in quale data è avvenuta la consegna lavori, da cui decorrono i 60 giorni, per la realizzazione del parcheggio temporaneo;
    • in quale data è prevista l’ultimazione dei lavori di realizzazione del parcheggio e la sua fruibilità, al di là degli annunci senza fondamento;
    • se dinnanzi alla programmata realizzazione del Parcheggio interrato “Tripoli” in Piazza Marvelli, l’Amministrazione Comunale non doveva prevedere e provvedere, anticipatamente, in tempo utile, lo spostamento provvisorio dell’esistente parcheggio per motocicli (in un’area limitrofa, come quella di Viale Cirene), per rispondere adeguatamente alle esigenze degli utenti;
    • Come intende comportarsi l’Amministrazione Comunale, per i motocicli parcheggiati sul Parco del Mare, nell’attesa della realizzazione del parcheggio di Via Cirene;
    • Se l’Amministrazione Comunale ha ipotizzato di segnalare opportunamente agli utenti e identificare ulteriori aree limitrofe a Piazza Marvelli, alternative da destinare a parcheggio, preso atto che il parcheggio di Via Cirene non è pronto e non sarà sufficiente a coprire le esigenze degli utenti (soprattutto nel fine settimana).
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Bacino Ponte di Tiberio: eliminare le acque stagnanti!
   
01/06/2024
 
Bacino Ponte di Tiberio: eliminare le acque stagnanti!

La riqualificazione del Bacino del Ponte di Tiberio non può prescindere dalle opportune valutazioni sulla sua funzione idraulica. Ricordiamo infatti che in occasione delle piene del fiume Marecchia, la possibilità che le acque in eccesso possano defluire, nell’alveo storico del parco e sfociare nel bacino del ponte di Tiberio, consente di evitare che gli allegamenti si estendano nella città (come avvenuto in occasione delle piogge di maggio 2023, che tanti danni hanno compiuto in città limitrofe).

La funzione idraulica del bacino del ponte di Tiberio deve essere quindi preservata, nell’interesse della città.

Non si può fare a meno di constatare che, a seguito della completa eliminazione dello scorrimento del fiume nell’alveo storico del Marecchia, compiuta con la realizzazione della Piazza sull’Acqua nel bacino del ponte, le acque del Bacino del Ponte di Tiberio sono stagnanti, con fioriture algali, e le acque del porto canale melmose e maleodoranti.

Per evitare tale stagnazione, tanto più degradante nella stagione estiva, continuo a sostenere, che è necessario il ripristino della circolazione delle acque nel bacino del Ponte e nel Porto Canale.  

In merito, ricordo, che il Consiglio Comunale, aveva approvato, all’unanimità, la Mozione del sottoscritto, del 13/09/2012, con cui chiedevo di procedere all’approvazione del progetto esecutivo di ripristino di scorrimento naturale e continuo delle acque dal Marecchia, redatto dalla Società Alpina Acque, per conto del Comune di Rimini.

Il Progetto prevedeva un canale, di derivazione a deflusso naturale dall’alveo inciso del Fiume Marecchia, a monte della briglia “Rimini”, sottostante il Ponte di legno pedonale, per convogliare le acque lungo l’asse del vecchio alveo, oggi Parco Marecchia, fino al bacino del Ponte di Tiberio, con una portata idrica limitata di 1,0m3/s.

Sottolineo che l’Amministrazione Comunale, nonostante la Mozione approvata dal Consiglio Comunale, non ha mai dato seguito alla realizzazione del Progetto di Alpina Acque, che avrebbe permesso la rigenerazione idraulica del bacino del Ponte di Tiberio e del Porto-Canale.

Con l’interrogazione al Sindaco di martedì scorso, nell’interesse della città, ho quindi chiesto di valorizzare e riqualificare il bacino del Ponte di Tiberio, con il ripristino naturale di un flusso d’acqua dal Fiume Marecchia, funzionale alla circolazione e ricambio delle acque.

Sono in programma rilevanti investimenti come il rialzo delle banchine, o il restauro delle mura storiche, nel porto canale, ma per consentire una piacevole e sostenibile fruibilità a cittadini e turisti, è opportuna la bonifica delle acque del bacino del Ponte e del Porto-Canale, che può avvenire solo tramite il ripristino di un flusso d’acqua continuo dal fiume Marecchia.

La riqualificazione del Bacino del Ponte di Tiberio non può prescindere dalle opportune valutazioni sulla sua funzione idraulica. Ricordiamo infatti che in occasione delle piene del fiume Marecchia, la possibilità che le acque in eccesso possano defluire, nell’alveo storico del parco e sfociare nel bacino del ponte di Tiberio, consente di evitare che gli allegamenti si estendano nella città (come avvenuto in occasione delle piogge di maggio 2023, che tanti danni hanno compiuto in città limitrofe).

La funzione idraulica del bacino del ponte di Tiberio deve essere quindi preservata, nell’interesse della città.

Non si può fare a meno di constatare che, a seguito della completa eliminazione dello scorrimento del fiume nell’alveo storico del Marecchia, compiuta con la realizzazione della Piazza sull’Acqua nel bacino del ponte, le acque del Bacino del Ponte di Tiberio sono stagnanti, con fioriture algali, e le acque del porto canale melmose e maleodoranti.

Per evitare tale stagnazione, tanto più degradante nella stagione estiva, continuo a sostenere, che è necessario il ripristino della circolazione delle acque nel bacino del Ponte e nel Porto Canale.  

In merito, ricordo, che il Consiglio Comunale, aveva approvato, all’unanimità, la Mozione del sottoscritto, del 13/09/2012, con cui chiedevo di procedere all’approvazione del progetto esecutivo di ripristino di scorrimento naturale e continuo delle acque dal Marecchia, redatto dalla Società Alpina Acque, per conto del Comune di Rimini.

Il Progetto prevedeva un canale, di derivazione a deflusso naturale dall’alveo inciso del Fiume Marecchia, a monte della briglia “Rimini”, sottostante il Ponte di legno pedonale, per convogliare le acque lungo l’asse del vecchio alveo, oggi Parco Marecchia, fino al bacino del Ponte di Tiberio, con una portata idrica limitata di 1,0m3/s.

Sottolineo che l’Amministrazione Comunale, nonostante la Mozione approvata dal Consiglio Comunale, non ha mai dato seguito alla realizzazione del Progetto di Alpina Acque, che avrebbe permesso la rigenerazione idraulica del bacino del Ponte di Tiberio e del Porto-Canale.

Con l’interrogazione al Sindaco di martedì scorso, nell’interesse della città, ho quindi chiesto di valorizzare e riqualificare il bacino del Ponte di Tiberio, con il ripristino naturale di un flusso d’acqua dal Fiume Marecchia, funzionale alla circolazione e ricambio delle acque.

Sono in programma rilevanti investimenti come il rialzo delle banchine, o il restauro delle mura storiche, nel porto canale, ma per consentire una piacevole e sostenibile fruibilità a cittadini e turisti, è opportuna la bonifica delle acque del bacino del Ponte e del Porto-Canale, che può avvenire solo tramite il ripristino di un flusso d’acqua continuo dal fiume Marecchia.

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