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Approvata all'unanimità dal Consiglio Comunale la Mozione del Consigliere Renzi per il ripristino di un flusso d'acqua dal Marecchia al Ponte di Tiberio.
   
14/09/2012

E’ stato approvata all’unanimità dal  Consiglio Comunale di ieri sera la mozione del sottoscritto che impegna la Giunta:

1)    a procedere all’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo di ripristino dello scorrimento naturale e continuo delle acque dal Marecchia, essendo in possesso dal 2006 del progetto preliminare al riguardo di Alpina Acque;

2)    a prevedere a breve la realizzazione del suddetto progetto con il prossimo Piano degli Investimenti per perseguire la riqualificazione completa del Parco Marecchia, del Bacino del Ponte di Tiberio, del Porto Canale.

Si  tratta di andare avanti con il progetto, che prevede precisamente “un canale di derivazione a deflusso naturale dall’alveo inciso del fiume Marecchia, a monte della briglia “Rimini” , sottostante la passerella pedonale , per convogliare le acque in un canale lungo l’asse longitudinale del vecchio alveo, oggi Parco Marecchia, fino al Bacino del Ponte di Tiberio con una portata idrica dell’ordine di 1,0 m3/s e comunque non inferiore a 0’6 m3/s “.

Dopo lo smantellamento della diga mobile avvenuta nel 2009 con il contestuale restauro delle Mura Medievali del Bacino del Ponte, si può ora realizzare  quell’afflusso di acqua da monte, dal Fiume Marecchia, per provocare quel necessario ricambio idrico ed una migliore qualità delle acque dell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.

Ringrazio il Consiglio Comunale che con il suo  voto unanime dà seguito interamente  al dispositivo della  Mozione,  approvata nel 1999, che prevedeva al 1° punto lo smantellamento della soglia mobile in ferro che, oltre al mancato rispetto storico ed estetico verso il più imponente monumento della Rimini romana, ostacolava la circolazione delle acque con un grave impatto igienico sanitario e col rischio di allagamenti in caso di piena e al 2°punto,  il ripristino dello scorrimento naturale e continuo di acque dolci dal Marecchia per ridare vita al Parco, al Ponte , al Porto  restituendoli all’interesse della Città.

E’ un altro risultato importante di una lunga battaglia iniziata nel 1996 che proseguirò, per chiedere  attuazioni concrete in tempi certi nel prossimo Piano degli Investimenti, con l’obiettivo, di celebrare degnamente in un ambiente “rinaturalizzato “  il bimillenario del Ponte di Tiberio.
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Assegnare ai nostri Agenti della Polizia Municipale gli strumenti di autotutela contro l'illegalità diffusa
   
 08/09/2012
 
Questa estate sono state decine le aggressioni, non solo verbali, ma con calci, pugni, bastoni, da parte dei venditori abusivi sulla spiaggia e sui viali della marina, ai nostri Agenti della Polizia Municipale impegnati nei controlli sull’abusivismo commerciale.

Ricordiamo in particolare i ferimenti degli Agenti, il 3 Agosto  al Tortuga Beach ( bagni 66- 67 )  e il 10 Agosto in viale Regina Elena, all’incrocio con Via Lagomaggio.

Dinnanzi alle  aggressioni fisiche, 5 Agenti della P.M. hanno subito contusioni con ricorso all’Ospedale, perchè non in grado, a mani nude, di difendere la loro incolumità personale.

Per questo ho chiesto, giovedi scorso,  con una interrogazione consigliare che agli Agenti che svolgono servizi esterni a rischio, siano assegnati gli strumenti di autotutela quali la bomboletta spray antiaggressione, il bastone estensibile, la mazzetta di segnalazione.

E’ previsto dal Regolamento del nostro Corpo di Polizia Municipale, a seguito delle modifiche apportate con Delibera di Giunta del 24.4.2007 e di Consiglio Comunale del 7.8.2007, sulla base della Legge Regionale  vigente che prevede un corso di formazione e di addestramento di almeno 8 ore.

Sono trascorsi 5 anni dalla approvazione di queste Delibere, ma sono la stragrande maggioranza gli Agenti di P.M. che non hanno questi strumenti di autotutela, a differenza dei  Vigili dei Comuni di Bellaria e Riccione.

Perché durante i 15 mesi della Giunta Gnassi non si sono tenuti i previsti corsi di formazione e addestramento per la dotazione agli agenti di questi strumenti per tenere a distanza gli aggressori.
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Sicurezza a Rimini: vista la situazione d'illegalità diffusa ed incontrollata, ho deciso di scrivere al Ministro Cancellieri.
   

4/09/2012

Sul problema della “sicurezza“ a Rimini bisogna parlare un linguaggio di verità, come ho detto nel dibattito in Consiglio Comunale.

Sono anni che l’indagine del Sole 24 Ore, in base ai dati forniti dal Ministero degli Interni, ci mette in testa nella classifica dei reati, tra le 103 Province in Italia.

Nel 2011 a Rimini i reati ufficiali sono stati 23.054, in aumento del 13,9% rispetto ai 20.235 del 2010, ma tutte le massime Autorità Istituzionali, Prefetto, Sindaco, Presidente della Provincia, ripetono che questi dati, rapportati ai 330.000 residenti, non tengono conto delle presenze turistiche (16 milioni).

Peccato, però, che le presenze turistiche in questi ultimi anni siano rimaste uguali o diminuite e le solite giustificazioni di facciata, in ogni caso, non siano più in grado di nascondere una realtà molto evidente e preoccupante per i Riminesi.

Come appunto: l’aumento locale (+13,9%) dei reati è stato superiore dell’8,5% rispetto all’aumento della percentuale nazionale che è stato del 5,4%.

Rispetto al 2010: gli scippi sono stati 248 in aumento del 108%, i borseggi sono stati 2030 in aumento del 54,5%, le rapine sono state 290 in aumento del 68,6%.

Non è tollerabile quello che è successo questa estate con i Vigili che finiscono in Ospedale aggrediti dai venditori abusivi che continuano tranquillamente la vendita illegale di merce irregolare, il perdurare nel Borgo Marina di una situazione di illegalità, di insicurezza, di disagio dei residenti con l’andirivieni degli spacciatori sui marciapiedi, anche dopo le fucilate al Ponte dei Mille contro alcuni marocchini con relativi precedenti a carico.

Questa è l’immagine negativa di Rimini, peraltro incompatibile con una città turistica.

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Ponte di Tiberio: a quando la realizzazione del progetto di Alpina Acque per riportare l'acqua dal Marecchia. Da sei anni nel cassetto del Comune. Vogliamo tempi certi.
   

31/08/2012

La  Festa de Borg è l’occasione per sollecitare l’Amministrazione Comunale a realizzare gli interventi previsti per la sistemazione del bacino del Ponte di Tiberio e del Porto canale.

Ricordo i lavori iniziati nel 1977 su progetto firmato nel 1976 dall’Arch. Vittoriano Viganò, con l’eliminazione di ogni flusso d’acqua dal Marecchia e la realizzazione della mostruosa “ diga mobile “, mai funzionante, che aveva snaturato l’ambiente del Ponte di Tiberio, con i piloni immersi in una pozza d’acqua stagnante e le acque del Porto melmose e maleodoranti.

Un fallimento progettuale costato 10 miliardi di lire!


Risale al 1996, proprio durante una edizione della Festa, la sottoscrizione popolare da parte di 1700 concittadini, del mio primo appello al Sindaco, allora Giuseppe Chicchi, “Liberiamo il Ponte di Tiberio” per ripristinare l’afflusso dell’acqua dal deviatore del Marecchia ed eliminare la diga artificiale a mare del Ponte.

Poi la mia Mozione “Smantellamento della diga mobile e del Ponte di Tiberio”, approvata l’11.11.99 dal Consiglio Comunale, con la quale chiedevo: 1) lo smantellamento della “ diga mobile “ che ostacolava la circolazione delle acque nel bacino del Ponte di Tiberio con grave impatto igienico sanitario e col rischio di allagamenti in caso di piena del Marecchia; 2 ) il ripristino dello scorrimento naturale e continuo di acque dolci per ottenere il ricambio idrico e ridare vita al Parco Marecchia, al Ponte di Tiberio, e al Porto Canale e rinaturalizzare questa area di pregio della città e della costa.

Finalmente nel 2009, dieci anni dopo, con il Sindaco Alberto Ravaioli, dopo altre interrogazioni e mozioni consigliari, e una sentenza di condanna della Corte dei Conti  nel 2004, avveniva la demolizione della “diga mobile”, con il contestuale restauro delle Mura Medievali del bacino del Ponte.

Resta ancora da realizzare, come prevede la Mozione del ’99, l’afflusso di acqua da monte, dal fiume Marecchia per provocare quel necessario ricambio idrico ed una migliore qualità delle acque dell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.

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Occorre un cambio di marcia per liberare il Borgo Marina dallo spaccio della droga e da tutte le illegalità
   

28/08/2012

Ad un anno dalla affollata Assemblea di noi residenti riminesi del Borgo Marina, tenutasi il 9 Settembre 2001 all’Hotel Napoleon, con l’appello al Prefetto e al Sindaco per chiedere controlli e sicurezza, sottoscritto da oltre 1000 persone, purtroppo, perdura la grave situazione di illegalità, di insicurezza, di disagio con cui noi residenti siamo costretti a convivere.

La sparatoria agli  spacciatori tunisini sotto il Ponte dei Mille è un più che probabile regolamento di conti o uno “sgarro” in quel “mondo” interessato allo spaccio della droga in Corso Giovanni XXIII°, Via Dei Mille,  Via Mameli, Via San Nicolò.

L’andirivieni degli spacciatori continua  sotto gli occhi di tutti, quotidiano e regolare, dal pomeriggio alla sera tardi, sui marciapiedi, nei bivacchi  di fronte ai phone center, ai kebab, a piedi, in bicicletta, seduti per terra sugli scalini dei negozi e sugli ingressi dei portoni delle abitazioni.

Non basta solo la presenza dei Carabinieri per liberare il Borgo Marina dalla illegalità.

Certe attività, a parte il recidivo  mancato rispetto delle regole igienico sanitarie,  non possono svolgersi arrecando danno alla sicurezza sociale, andrebbero chiuse, non per una settimana, ma per sempre.

Al riguardo, ho presentato, nel Marzo scorso, in Consiglio Comunale una proposta di  “ Regolamento Comunale per la disciplina dei phone center”  per  prevedere i requisiti igienico sanitari, necessari per l’esercizio dei centri di telefonia e le misure dirette a tutelare la quiete pubblica e le condizioni di vivibilità delle aree limitrofe ai centri di telefonia.
Nonostante i ripetuti solleciti, però, sono passati già 6 mesi.
Spero che il Sindaco Gnassi si decida a portare presto in Consiglio  questo tribolato Regolamento per discuterlo ed approvarlo, senza condizionamenti ideologici, visti i problemi che nel Borgo Marina creano i  3 phone center a pochi metri l’uno dall’altro.

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2000 venditori abusivi e milioni di euro evasi al fisco. Questo l'abusivismo commerciale a Rimini, dove la prevenzione ha fallito.
   

21/08/2012

Dopo il pestaggio  del 10 Agosto dei tre vigili urbani, per il sequestro di merce irregolare ad un senegalese, venditore abusivo, ad opera dei suoi compagni, la strategia adottata il 13 agosto scorso dal Comitato per L’Ordine e la Sicurezza pubblica contro l’abusivismo commerciale, doveva essere quella di prevenire l’attività dei venditori abusivi, non consentire loro di stendere la mercanzia in spiaggia e sui marciapiedi della nostra marina.

Peccato che questo sia avvenuto solo la mattina di domenica 12 agosto e del ferragosto con la presenza delle Forze dell’Ordine da Bellariva a Miramare a presidio della spiaggia; negli altri giorni, mattina pomeriggio, sera, nella spiaggia e sui marciapiedi, l’abusivismo commerciale è continuato tranquillamente  come prima, anzi peggio di prima.

L’ho constatato di persona.

Circa 400, i venditori abusivi, di giorno  in spiaggia, e la sera  sul camminamento di Rivazzurra, dal bagno 99 al 130,  schierati su ambo i lati di quella che dovrebbe essere la passeggiata serale dei turisti  ridotta ad un mercato fuori legge dove si vende di tutto, e la merce contraffatta in quantità.

Così i 150 venditori abusivi in viale Vespucci, da piazzale Kennedy a Piazza Tripoli,  dinnanzi alle vetrine di Unicredit, Pollini, Conad, concentrati di fronte al ristorante “Jennj”( Hotel Corallo), sui due lati del marciapiede, lasciato libero per 1 metro,  per il passaggio  faticoso dei pedoni .Numerose le vendite di borse contraffatte ai turisti che disertano i negozi antistanti.

Poi  i 50 venditori abusivi sul Lungomare di Rivabella.

Non  ho contato i venditori abusivi  sul Viale Regina Elena,  da Piazzale Tripoli a Bellariva, intermezzati  dai soliti  gruppi di “pallinari “  fino a Viale Pascoli.
 
1. Prima considerazione:  Solo la presenza continua e perseverante  degli Agenti della Polizia Municipale e delle Forze dell’Ordine (chiamati  per ragioni di ordine pubblico) può impedire la vendita in spiaggia e sui marciapiedi e rompere  l’anello finale della catena di quel sistema o organizzazione economica illegale che è l’abusivismo commerciale.

L’abusivismo commerciale si elimina se si impedisce la vendita, in spiaggia e sui marciapiedi,  come hanno fatto e continuano a fare Riccione e Bellaria.

Né può bastare limitarsi agli interventi “ a monte” , controllando le centrali di rifornimento, le residenze dei venditori abusivi,  perché sono molteplici e articolate  le modalità di rifornimento dell’abusivismo commerciale..

Ripeto, la battaglia contro l’abusivismo commerciale si vince impedendo il momento della vendita.

Certamente per prevenire e reprimere la vendita illegale,  ci vogliono la volontà politica dell’Amministrazione Comunale e l’organico adeguato di Agenti della Polizia Municipale, presupposti che a Rimini continuano a mancare per condizionamenti ideologici, anche se ricordo al Sindaco Gnassi, che il compito di contrastare l’abusivismo commerciale, spetta al Comune, competente per legge in materia di commercio.

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Lotta all'abusivismo commerciale: 12 vigili per 15 km di spiaggia, è una vergogna!
   

11/08/2012

Continuano incredibilmente le  aggressioni dei venditori abusivi ai Vigili Urbani per il sequestro della merce irregolare e  venduta illegalmente.

 I nostri vigili finiscono all’Ospedale mentre i venditori abusivi sono sempre sulla nostra spiaggia e sui viali della nostra marina.

Ai vigili la nostra solidarietà.

Al  Sindaco Gnassi e al  suo  ubbidiente Assessore la responsabilità di mandare i nostri Vigili allo  “sbaraglio”  contro l’abusivismo commerciale, senza neanche un minimo di autodifesa personale con la disponibilità della bomboletta di spry  urticante, come avevo chiesto.

Perciò Gnassi e Sadegholvaad ci risparmino almeno l’ipocrisia sugli Agenti feriti , gli alibi e le balle sui risultati della azione di contrasto.

 Non si affrontano con pattuglie da 2 o al massimo di 4 vigili decine o centinaia di fuori legge, di cui la metà clandestini. Altro che “ profilo prevalente della prevenzione “  e   “visibilità in spiaggia “.

Quando  in Consiglio Comunale ho proposto una serie di azioni come a Riccione e Bellaria,  per eliminare l’abusivismo commerciale, fra cui l’aumento degli uomini, mi si è risposto che erano 30/35 quelli impegnati nella lotta ai venditori abusivi e , nei tre turni tra le 8 e le 24 e nei tre distaccamenti di Miramare, Centrale, Viserba. 

Purtroppo, come pensavo,  non era  vero. 

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Furti di biciclette: le proposte di Renzi per la prevenzione e la repressione.
   

07/08/2012

Il fenomeno dei furti di biciclette nel Comune di Rimini è ormai, da anni, fuori controllo, direi è diventato la normalità.

Sono migliaia le biciclette rubate all’anno, decine al giorno denunciate alla Polizia di Stato e ai Carabinieri e quelle non denunciate che sono la maggior parte.

E’ interesse della Amministrazione Comunale contrastare con provvedimenti concreti questo fenomeno di degrado sociale, agevolare  l’uso della bicicletta  per migliorare la mobilità e la qualità ambientale.

I cittadini dovrebbero essere incentivati ed educati ad usare la bicicletta come mezzo di trasporto nei percorsi casa-lavoro, casa scuola, per gli acquisti, oltre che per le passeggiate, senza il patema d’animo di essere derubati.

Avevo presentato al riguardo nel 2003 una Mozione in Consiglio Comunale per la  prevenzione contro i furti di biciclette, quantificati, allora, in base alle denunce quotidiane riscontrate, in 2000 all’anno;  purtroppo, la mozione fu bocciata senza alcun buon senso, a priori,  dalla maggioranza di centro sinistra.

Chiedevo all’Amministrazione Comunale di adottare un piano di azioni di vigilanza, di controllo, come già avvenuto in altre città italiane, in collaborazione con le Forze dell’Ordine per prevenire e reprimere questa pratica fuori legge  e rendere i cittadini più sicuri nel muoversi nel Comune.

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Bilancio 2011 di Aeradria: le gravissime relazioni del Collegio Sindacale e della Società di Revisione. Occorre una svolta: Bando Pubblico al capitale privato.
   
03/08/2012
 
Il Bilancio 2011 di Aeradria  evidenzia la grave situazione finanziaria della Società.

Ma è ancora più grave quello che scrive nella sua relazione il Collegio Sindacale, secondo cui :  

 “ la Società  non è più in grado di onorare gli impegni con il maggior vettore, né quelli più in generale, con i fornitori, l’Erario, gli Istituti Previdenziali ecc .”

“ le operazioni di controllo delle poste di bilancio, sia quelle di competenza della Società di Revisione legale, sia quelle di pertinenza del Collegio Sindacale, sono state rese notevolmente difficoltose dalla mancata e/o incompleta  consegna, in alcuni casi, dei documenti di supporto, peraltro, reiteratamente richiesti”;

“ è del tutto evidente l’assoluta necessità di porre in essere nelle vie brevi, e comunque non oltre il 10.9.2012, tutte le necessarie e concrete misure per scongiurare il verificarsi di una acclarata ed irreversibile insolvenza e ricondurre la situazione in essere in termini di normalità”

“il Collegio Sindacale, stanti le numerose incertezze emerse dagli approfondimenti effettuati dai soggetti preposti al controllo, ritiene, non sussistano le condizioni per esprimere ai Soci un giudizio sul Bilancio di esercizio chiuso al 31.12.2011”.

I medesimi rilievi emergono dalla relazione della Società di Revisione:

la mancanza di elementi probativi a supporto delle valutazioni effettuate dagli Amministratori, anche in ragione della natura contradditoria di alcune informazioni a noi rese disponibili, non ci ha consentito di concludere se e in quale misura i suddetti crediti siano recuperabili” ;

non siamo in grado di esprimere un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione – da parte degli Amministratori – con il bilancio d’esercizio dell’Aeradria SpA al 31/12/2011"
 
Osservazioni:

In 20 anni di attività consigliare, non mi era mai capitato di leggere relazioni così gravi degli Organi di Controllo sulla gestione di una Società pubblica.

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Trasferimento della Moschea di Borgo Marina: dopo un anno, ancora nulla di concreto da parte del Sindaco Gnassi.
   
02/08/2012
 
La settimana scorsa è iniziato il mese del Ramadam, e centinaia di Mussulmani provenienti da tutte le parti della città e della Provincia , soprattutto il Venerdì dalle 12 alle 14, accedono alla Moschea di Corso Giovanni XXIII° , una casetta di 7 vani tra piano terra e 1° piano, destinata catastalmente ad uso ufficio, ma utilizzata come luogo di culto, nonostante l’inadeguatezza dell’immobile a contenere un così elevato numero di persone al suo interno e la mancanza di spazi all’esterno per il parcheggio di molte biciclette, moto, auto, con la conseguente occupazione dei marciapiedi (anche per il culto), dei passi carrai, di un pesante impatto, tra  confusione e caos che trasformano questo quartiere di Rimini  in un verosomigliante sobborgo afro asiatico.

Ricordo le interrogazioni al Sindaco Gnassi del 28.7.2011 e del 15.9.2011, dopo quelle all’ex Sindaco Ravaioli,  con le quali chiedevo il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina in un’altra zona della città, in un edificio più compatibile e in un luogo più accessibile per eliminare l’impatto causato dalla moltitudine dei suoi frequentatori.


Il problema del trasferimento della Moschea, insediata in Corso Giovanni XXIII° nel 2004, infatti  si trascina da ben 7 anni, dall’impegno dell’ex Sindaco Ravaioli annunciato nel 2005 in occasione della sua visita ufficiale alla Moschea, fino all’impegno del Sindaco Gnassi assunto nel settembre 2011 in occasione del suo incontro con il rappresentante del Centro Islamico sig. ALessandro Cavuoti, impegno ribadito dal Sindaco Gnassi in occasione dell’inaugurazione del fine lavori di riqualificazione delle vie Mameli e San Nicolò.

Essendo trascorso ormai un anno da quegli impegni pubblici assunti dal Sindaco Gnassi assieme al rappresentante del Centro Islamico sig. Cavuoti, chiedo se non è ora di procedere urgentemente al trasferimento della Moschea in un’altra zona della città, per eliminare i  disagi che subiscono da parecchio  tempo i residenti del Borgo Marina.

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