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Società "partecipate": il compenso agli Amministratori sia determinato in base ai risultati raggiunti (bocciato l'emendamento).
   

17/05/2013

La discussione del Bilancio di Previsione 2013-2015 di “ Rimini  Holding Spa” nel Consiglio Comunale di ieri sera purtroppo è stato liquidata velocemente, senza soffermarsi sulla situazione difficile, per non dire preoccupante  di diverse nostre società “ partecipate”.

Non basta approvare la conversione del debito bancario di 10.802.798, accumulato da  Rimini Holding Spa per i finanziamenti alle nostre società,  in un mutuo decennale da rimborsare con  20 rate semestrali.

Ben vengano gli adempimenti di legge quali la riduzione dei membri dei  cda di Amir Spa,  Anthea e  CAAR Spa e un ampliamento del controllo sulle  società invocati da anni.

Quello che manca, è la necessità di una  svolta da parte del Sindaco nella scelta degli Amministratori delle nostre “ partecipate”.

Ho richiamato la vicenda di Aeradria ,in cui i principali soci, Provincia di Rimini (36%), Comune di Rimini tramite Rimini Holding Spa ( 17%)  hanno grosse responsabilità sulle coperture politiche della gestione fallimentare di quella società.

Una gestione lottizzata tra partiti di maggioranza e minoranza che contemplava un CDA di nove membri, un collegio sindacale di 7 membri ed una società di revisione, i cui compensi, nel 2011, sono costati complessivamente  la bellezza di 327.000 euro, visti i risultati !
 
Troppi, i silenzi del Sindaco sulle gravissime relazioni del Collegio Sindacale e della Società di Revisione sui bilanci, verso il Consiglio Comunale che veniva chiamato a votare ripetutamente gli aumenti di capitale.

E’ bene, allora, cambiare strada, fin che siamo in tempo, fare trasparenza sulle difficoltà di altre società partecipate a cominciare da  Società Palazzo dei Congressi , Centro Agro-Alimentare,ecc.

Inoltre, finiamola, alla prossima scadenza dei CDA, con le nomine nei Consigli di Amministrazione e nei Collegi Sindacali delle Società pubbliche in base alle tessere di partito a scapito delle competenze e delle professionalità.

E sarebbe bene, come avevo proposto con un emendamento (bocciato dalla maggioranza di sinistra )  che il compenso agli Amministratori ( Presidente, o Amministratore Delegato)  fosse  determinato in base ai risultati raggiunti dalla società.
 

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Via Castelfidardo: una "Via Crucis" che dura da 13 anni e che ci costa 800.000 euro per sistemare "metà" strada.
   

17/05/2013

I lavori di sistemazione della pavimentazione di Via Castelfidardo nel tratto tra Via IV Novembre e Via Michele Rosa avviati l’8.4.2012 e bloccati dopo appena 10 giorni, vanno a rilento tra rattoppi e ritardi per la fornitura delle selci provenienti dall’’India.

Dopo i 700 milioni di lire spesi 10 anni fa, ora spendiamo altri 400.000 euro ( 800 milioni di lire ! ) per il rifacimento dello stesso tratto di pavimentazione.

Nonostante la spesa, assistiamo ad un intervento fatto di rattoppi della strada dissestata con il recupero e montaggio delle selci e delle lastre in pietra preesistenti,  l’utilizzo anche di materiale non conforme, eseguiti peraltro in modo poco scrupoloso visto le congiunzioni ineguali tra i diversi elementi e gli avallamenti nella pavimentazione.

La piazzetta antistante il Mercato Centrale Coperto, dopo la rimozione dell’asfalto,  causa il  “fermo” del cantiere,  è  transennata e inagibile ormai da un mese.

Certo è che la Via Castelfidardo, è una vera e propria “ Via Crucis”:  per sistemare solo “metà“ Via, ai lavori realizzati nel 2003, sono seguiti gli allagamenti dei negozi perché la nuova fognatura non riusciva a smaltire le acque piovane, poi i  continui e costosi interventi di riparazione della nuova pavimentazione sempre dissestata

Senza contare le perdite subite dalle numerose attività commerciali, il disagio degli operatori che qui  lavorano, dei cittadini e turisti che frequentano quotidianamente  questa principale area mercatale della città.

E’ stato rinviato “sine die” l’intervento di riqualificazione della Via Castelfidardo nel tratto tra Via Michele Rosa-Via Brighenti, previsto inizialmente in questo 1°lotto, e che continua ad essere disastrato da anni.

Non sappiamo quando verrà redatto e appaltato il progetto esecutivo del 2° lotto tra Via Brighenti e Via Galeria, già previsto dalla Giunta Comunale nel 2011 per la completa riqualificazione di Via Castelfidardo.

Inoltre, sarebbe ora di riqualificare quell’indegno “tunnel”  di accesso al Mercato Centrale Coperto da Via IV Novembre, ripavimentare con selci  l’area “venditori formaggi”e ripulire l’area del Convento di San Francesco, con le rovine ancora della 2a guerra mondiale, infestata da topi e piccioni, visto che per la sua auspicata ricostruzione, dopo 68 anni, con destinazione a Biblioteca Universitaria, dovremo attendere ancora decenni.

Ma il Sindaco Gnassi quando li vuole risolvere definitivamente questi problemi ?

 

 

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Una Tassa di soggiorna che colpisce il turismo, discriminante e �?� pure complicata!
   
10/05/2013
 
L ‘Amministrazione Comunale ha giustificato l’istituzione della “ tassa di soggiorno” ai turisti nelle strutture ricettive con il fatto che il turismo è una risorsa per il nostro territorio che comporta spese aggiuntive a carico del bilancio comunale per l’erogazione di adeguati servizi pubblici locali e per la manutenzione complessiva del territorio.

Ho fatto presente che i turisti,  a Rimini non sono ospitati a gratis,  pagano l’albergo, il ristorante, i servizi in spiaggia, gli acquisti nei negozi, portano denaro, creano posti di lavori e ricchezza , tassata dai percettori di reddito tramite l’IRPEF, le addizionali regionali e comunali IRPEF, l’ IVA, l’IMU  ecc. , ecc.

Certo queste entrate allo Stato e ai Comuni non bastano mai, è più facile prevedere  nuove tasse piuttosto che tagliare la spesa pubblica.

Non sappiamo, però, come possa l’Assessore Brasini sostenere che la tassa di soggiorno sostiene il turismo, visto che colpisce soprattutto le presenze ( 4.500.000) negli alberghi a tre stelle costituite dalle famiglie.

Non parliamo poi della giungla delle esenzioni, vere e proprie discriminazioni tra i turisti:
non si capisce perché sono esentati gli anziani over 65 anni facenti parte di gruppi organizzati da enti pubblici  e non  quelli facenti parte di gruppi organizzati da privati, alla faccia del turismo sociale;
perché si esenta il personale che lavora nella struttura ricettiva e non  altri lavoratori stagionali ;
 perché i giovani minorenni, sopra i 14 anni, sono esentati solo  se soggiornano con i propri genitori e gli altri no.

Come se non bastasse, c è  poi la bardatura burocratica:
l’applicazione dell’esenzione nei vari casi è subordinata alla consegna, da parte degli interessati al gestore della struttura ricettiva, della dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, della documentazione attestante l’organizzazione del soggiorno da parte degli Enti Pubblici locali e della idonea certificazione per i soggetti con invalidità al 100% e loro accompagnatori.    

Insomma per chi viene in vacanza a Rimini per regolarsi con il pagamento della tassa di soggiorno, sarà necessario anche il “vademecum dell’esenzione”.   

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Gestione campi di calcio: con questo Assessore allo Sport a settembre rischia di sparire il calcio dilettantistico a Rimini. Per Brasini va tutto bene, per il sottoscritto siamo da esposto alla Corte dei Conti contro il depauperamento degli impianti
   

02/05/2013

L’Assessore allo Sport Brasini, nella  IV Commissione Consigliare di lunedì scorso,    non ha minimamente recepito i rilievi della mia Mozione sulla “ Gestione campi da calcio”, che non sarebbero curati e/o custoditi come previsto dalle Convenzioni e non ha voluto riconoscere le crescenti difficoltà in cui si trovano le società sportive non più assegnatarie della gestione diretta dei campi di calcio.

Per l’Assessore la nuova ed unica gestione  di 9 campi su 10  dal 1.9.2012,  va  bene, la “ mancata corretta manutenzione è imputabile ai gestori precedenti “.

Così la chiusura completa al pubblico dell’impianto sportivo comunale di Viserba ( due campi da calcio in erba e sabbia da 11, con tribuna 500 posti e servizi vari) è dovuta al contenzioso con il precedente gestore ( una rete di protezione rotta e la presunta perdita di gasolio dalla vecchia cisterna che alimentava la caldaia dell’acqua calda).

Il suddetto impianto, il 2° più importante della città dopo lo Stadio Romeo Neri,  ha funzionato fino al 1.9.2012, data in cui è stato consegnato al nuove gestore; da allora è chiuso, e non si vede alcuna cura, (il taglio d’erba , le  reti rotte )  come appare ai nostri occhi o dalle fotografie.

Ciò nonostante, l’Amministrazione Comunale ha erogato il corrispettivo di euro 16.132,53 per il periodo dal  1.9.2012 al 31.12.2012 .

Non mi sembra sia regolare spendere quei soldi pubblici per una “ gestione che non c’è “,   e che potrebbe riguardare la Corte dei Conti

Inoltre, l’attività sportiva svolta a Viserba  dal precedente gestore, che interessava 220 ragazzi è stata costretta a trasferirsi nell’impianto a pagamento di Viserbella con riduzione drastica dei tesserati a 35 e la dispersione in  Società Sportive diverse e in altri campi da San Giuliano fino  al Comune di Bellaria Igea Marina  con difficoltà per le famiglie residenti dei giovani calciatori.

L’Assessore, non ha neppure dimostrato sensibilità e consapevolezza verso le  crescenti difficoltà in cui si trovano le Società Sportive che senza la gestione diretta dei campi di calcio e con l’incremento delle spese per le  tariffe orarie da pagare  quali “utilizzatori” dei campi, stanno valutando la stessa chiusura dell’attività sociale e sportiva.

Tanto che non ha accolto la mia proposta di promuovere da parte del Comune un tavolo di concertazione con tutte le Società Sportive, gestore e utilizzatori dei campi,  per trovare un “ modus vivendi” al fine di risolvere questa situazione molto preoccupante per il calcio dilettantistico della nostra città.

In attesa che la Mozione sia discussa in Consiglio Comunale, chiederò una Commissione Consigliare aperta a tutte le Società Sportive e ai gestori degli impianti di calcio perché i Consiglieri Comunali  possano conoscere le loro ragioni e proposte, non solo la voce dell’Amministrazione Comunale.

 

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Ricostruzione Teatro Galli: doveroso risparmiare 10 milioni di euro. No ai 2 piani interrati. Si alla salvaguardia dei ritrovamenti archeologici e della Storia di Rimini.
   

23/04/2013

L’intervento preliminare di natura archeologica per la ricostruzione del Teatro Galli ha evidenziato con le operazioni di scavo, avviate un anno fa, nella sala del teatro, la presenza di notevoli reperti archeologici, precisamente, in corrispondenza della torre scenica, a quota – 1,40 dal piano di campagna,   pavimentazioni e tombe romane, e in corrispondenza della platea, a quota -0,20 pavimenti  in cotto e muri polettiani

A causa di questi ritrovamenti, non è stato possibile proseguire gli scavi previsti, dovendosi attendere la necessaria autorizzazione della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia Romagna, la spesa per questo primo intervento è aumentata da 500.000 a 650.000 euro a causa di due perizie di variante, e i lavori non hanno potuto essere ultimati nel termine stabilito (marzo 2013 ) per consentire l’avvio delle opere di costruzione della struttura del teatro ( 2° intervento) previste nel maggio 2013.

Sottolineo che il progetto prevede uno scavo di profondità di m. 4,50 sotto il pavimento della platea e uno scavo di 10/15 metri sotto il palcoscenico con due piani interrati  ( x camerini e magazzeno).

Lo sbancamento di 10/15 metri sotto il palcoscenico, spazza via i reperti archeologici e le preesistenze del teatro ottocentesco tutelati dal vincolo archeologico (D.M. 1915) che si estende su tutta Piazza Malatesta e dai vincoli archeologico e architettonico ( D.M. 1991 e 1992 ) sul Teatro.

La realizzazione dei due piani interrati comporta inoltre una maggiorazione della spesa di 10 milioni di euro  ( da 20 a 30 milioni di euro ) nella ricostruzione del teatro, non indispensabile, visto che quegli spazi si possono ricavare lateralmente nella sala.    

Per questo ritengo che nella ricostruzione del Teatro Galli, l’Amministrazione Comunale debba  evitare la realizzazione dei due piani interrati  con lo sbancamento di 10/15 metri sotto il palcoscenico per salvaguardare le testimonianze della Storia della nostra Città, visto che ci sono Teatri in regione (Parma) che hanno conservato la parte sotterranea, l’hanno  resa visitabile e funzionano ottimamente su palcoscenici ottocenteschi.

E’ doveroso, inoltre, risparmiare una decina di milioni, che potrebbero essere destinati ad altre opere pubbliche e non unicamente sul Teatro, come  da due anni sta avvenendo, viste le scarse risorse del Bilancio Comunale.

Dinnanzi, poi, agli intendimenti dell’Amministrazione Comunale di variare  il progetto esecutivo per il retro del teatro con un palcoscenico interno-esterno  su Piazza Malatesta,  ritengo che questo progetto oltre ad essere difficilmente funzionante ( spazio vasto, acustica, ecc.) aumenterà ulteriormente le spese di ricostruzione del teatro.
 


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Urbanistica a Rimini: le regole devono valere per tutti! - Risposta di Renzi a Biagini
   

12/04/2013  

 

Eggregio Assessore Biagini,  

  

In replica alla sua risposta alla mia interrogazione del 04/04/2013, preliminarmente devo chiarire e puntualizzare che le valutazioni da me espresse toccano tutti gli art. 1.7, 1.8, 1.13 dell’elaborato PSC.N nella loro interezza, e, come diretta conseguenza toccano nella loro interezza anche gli art. 1.1.4, 1.1.5, 1.1.6, 1.1.7, 1.1.8, 1.1.10, 1.1.11 dell’elaborato RUE.N . 

Entrando nel merito, evidenzio che la ratiodell’istituto della salvaguardia è quella di evitare che nelle more dell’approvazione di un nuovo strumento urbanistico o di una variante urbanistica possa essere compromesso l’assetto territoriale programmato. 

Le misure di salvaguardia, quali strumento di preservazione dell’assetto urbanistico esistente alla data di adozione di nuove previsioni urbanistiche, hanno valenza generale e sono riferibili a qualsivoglia atto dell’amministrazione (autoritativo o convenzionale), che possa comportare una modificazione dello stato di fatto o di diritto dei suoli, difformemente dalle previsioni del piano in corso di approvazione. 

I riferimenti normativi sulle misure di salvaguardia sono i seguenti: 

L. 17-08-1942 n. 1150 - Legge urbanistica. L. 03-11-1952 n. 1902 - Misure di salvaguardia in pendenza dell'approvazione dei piani regolatori. L. 19-11-1968 n. 1187 - Modifiche ed integrazioni alla legge urbanistica 17 agosto 1942, n.1150. L. 01-06-1971 n. 291 - Provvedimenti per l'accelerazione in materia di opere pubbliche e in materia urbanistica e per la incentivazione dell'attività edilizia. 

D.P.R. 06-06-2001 n. 380 - Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia 

L.R. ER 24-03-2000 n. 20 - Disciplina Generale sulla Tutela e l’Uso del Territorio 

L’adozione delle misure di salvaguardia, disciplinata dal Testo Unico dell’Edilizia da norme di rango legislativo, va ritenuta espressione di un principio fondamentale della materia urbanistico-edilizia, da ravvisare come sopradetto nella prevalenza delle scelte effettuate dall’ente pubblico sull’uso da imprimere al territorio rispetto alle facoltà dei privati. 


La misura di salvaguardia è un atto obbligatorio e vincolato (quindi non una semplice ‘possibilità’), sia quanto all’emanazione che al contenuto (quindi senza ‘geometrie variabili’), e si sostanzia in un provvedimento espresso congruamente motivato da notificare al richiedente una modificazione dello stato di fatto o di diritto dei suoli, difformemente dalle previsioni del piano in corso di approvazione. 

Tale provvedimento deve contenere in particolare una chiara manifestazione di volontà di sospendere ogni pronuncia sulla domanda, nonché l’indicazione del contrasto della domanda stessa con le nuove previsioni e/o prescrizioni, evidenziando il conseguente pregiudizio della futura attuazione dello strumento urbanistico. 

Il Piano (PSC-RUE, contemporaneamente adottati in quanto l’insieme dei due strumenti assicura la regolazione generale dell’intero territorio comunale e fornisce l’inquadramento normativo complessivo, delle tutele, degli usi e delle trasformazioni del territorio) stabilisce come difendersi in via principale tramite le indicazioni grafiche delle Tavole che li costituiscono; quindi qualsivoglia delle suddette indicazioni è da intendersi come ‘norma’, prevalente sulle norme di testo. 

 

 

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A quando la demolizione del "tendone dei libri" sul Piazzale del Molo, prevista dall�??Ordinanza del Comune scaduta il 18.7.2012 ?
   
12/04/2013

Il “tendone libri “ sul Piazzale del Molo è un illecito edilizio che dura da 12 anni anni, occupa in modo permanente mq. 343 di area demaniale pubblica, con il pagamento di un cosiddetto “ canone turistico ricreativo “ di circa 700 euro l’anno ( 2 euro al mq. l’anno !) ;

E’ stato realizzato con una autorizzazione temporanea come “stand per mostra libraria di carattere nautico e ambientalistico” dal 1.11.97 al 31.10.2001, non rinnovata, essendo opera sul demanio marittimo e in contrasto col PRG vigente.

Ricordo di aver presentato 6 interrogazioni in Consiglio Comunale per riqualificare il piazzale del porto e del molo, relative al tendone.

La lunga e lenta telenovela per la sua rimozione è ancora in corso, caratterizzata dalla “sospensiva” di quattro anni dal 2004 al 2008 per la definizione della “domanda di condono”, dal non procedere per tre  anni, dal 2008 al 2011, per il ricorso al Presidente della Repubblica contro il diniego del condono, da due diffide accompagnate da due ordinanze di ingiunzione alla demolizione di opere abusive  del Comune senza alcun effetto dal 2011 ad oggi.

Nel Consiglio Comunale del 11.4.2013 ho presentato, quindi,   un’ulteriore  interrogazione al Sindaco con richiesta di risposta scritta, per chiedere:

1)    Per quali ragioni l’Amministrazione Comunale, dopo l’inottemperanza anche alla ultima Ordinanza di ingiunzione alla demolizione scaduta il 18.7.2012 , nonostante siano già trascorsi altri 9 mesi, non ha ancora adottato i provvedimenti conseguenti per la rimozione del tendone dei libri ;

2)    Se l’Amministrazione Comunale non debba procedere subito e regolarmente ai propri adempimenti con la quantificazione della spesa di demolizione da parte dell’Ufficio Lavori Pubblici, l’approvazione della Delibera di spesa della Giunta Comunale, la scelta dai Lavori Pubblici del soggetto che provvederà alla demolizione, l’Ufficio Urbanistica e Controlli edilizi che ordina la demolizione;

3)     Se non sia ora di porre fine a questa incredibile telenovela, di rimuovere il tendone dei libri e ripristinare dopo ormai vent’anni le condizioni naturali e ambientali per consentire ai riminesi e ai turisti di godere liberamente della vista del molo, della spiaggia e del mare.
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Una variante al PRG che perpetua la "tradizionale" discriminazione tra i cittadini
   
12/04/2013
 
Con l’adozione della Variante al vecchio PRG, nonostante tante chiacchere, alla verifica dei fatti, l’Amministrazione Comunale non si è incamminata nella  giusta direzione per dare rapidamente alla cittadinanza una tanto sospirata nuova strumentazione urbanistica (PSC-RUE-POC) effettiva ed efficace, come prevede da più di un decennio la L.R. ER 20/2000.

Si stanno ancora sprecando tempo (ci vorranno ancora mesi e mesi per l’approvazione definitiva, senza considerare probabili impugnazioni) e risorse ( stipendi pagati a dirigenti e impiegati comunali) per una Variante “monca” (riguarda solo i Piani Particolareggiati in attesa di approvazione, rimasti esclusi dal “tour de force” di approvazioni selettive e privilegiate  prima della adozione del PSC-RUE ) ed agli effetti pratici inutile, ad un vecchio PRG, e per fantasiosi esercizi grafico-pittorici come il Masterplan, che nella situazione attuale non può, di fatto, sortire nessuna nuova previsione in assenza di PSC-RUE approvati.

Se l’A.C. aspetta ancora un po’ ad agire nella giusta direzione, andrà a finire che “il tacchino cadrà dal tetto ed il passerotto volerà via dalla mano”.

Sotto un diverso profilo, purtroppo, è da considerare il riproporsi dei deleteri effetti sociali dovuti alla  evidente illegittima sperequazione e disparità di trattamento nei confronti dei cittadini riminesi.

L’urbanistica riminese, nonostante il tanto blasonato ‘nuovo corso’, allo stato attuale, a causa delle “norme transitorie” del PSC-RUE, di fortemente dubbia legittimità, consente ad “alcuni” di continuare a cementificare selvaggiamente by-passando le “norme di salvaguardia” nazionali e regionali per vie traverse, nella totale invisibilità per la maggioranza dei cittadini riminesi (sulle tavole di PSC-RUE non vi è traccia delle possibilità edificatorie provenienti dal vecchio PRG, molte delle quali, a due anni dalla adozione dei nuovi strumenti urbanistici saranno già in via di realizzazione o di ottenimento di Permesso di Costruire), e condanna altri ad essere sacrificati sull’altare della propaganda.

Volendo dare per scontata la buona fede della A.C., si evince comunque ed inequivocabilmente che essa, nel dichiarare di voler dare uno ‘stop al mattone’, si comporta come colui che vuole “fermare l’acqua con le mani” quando bisognerebbe fare una diga.

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La tardiva variante al "vecchio" PRG del Comune di Rimini: costosa e perditempo
   
03/04/2013
 
Le ragioni dell’Amministrazione Comunale per l’adozione della Variante Normativa e Cartografica al vigente PRG sarebbero quelle di anticipare le previsioni degli adottati  PSC-RUE.

Tutti ormai sanno, come da dettato normativo della L.R. ER  20/2000, che il PRG è un superato strumento di pianificazione urbanistica in via di estinzione, da sostituirsi con i nuovi PSC-RUE e POC come strumento attuativo.

Non si comprende, pertanto, perché siano state impiegate risorse pubbliche e tanto tempo per variare, per di più in modo assolutamente parziale (solo per Piani Particolareggiati in sospeso), un modello di pianificazione ampiamente superata e approvata ben 14 anni orsono.

Senza tenere conto poi,  che la stessa L.R. ER  20/2000, nel periodo di transizione tra PRG e PSC-RUE,  prevede la possibilità di una “unica” variante specifica al vecchio PRG che abbia “carattere di urgenza” e “per comprovate ragioni di interesse pubblico”; condizioni che obiettivamente nel caso di specie non si ravvisano, proprio in virtù del “regime di salvaguardia” in cui si trovano i nuovi strumenti urbanistici adottati.

Non sarebbe stato meglio investire tempo e risorse per revisionare e modificare, tramite strumenti di legge e con il contributo delle riserve della Provincia, i PSC-RUE adottati ormai da due anni, che, se non approvati, rimarranno in salvaguardia per altri tre “lunghi” anni (5 anni dalla data di adozione); e, dopo approvazione avvenuta, anche eventualmente variarli?

Se poi, contro il buon senso, si vuole proprio intervenire sul PRG, allora questa variante dovrebbe quantomeno riguardare contestualmente anche tutte le carenze normative, gli errori cartografici, le imprecisioni, le potenziali illegittimità,…… ecc. del vecchio PRG, adattandolo complessivamente ai nuovi PSC-RUE, e assecondando così realmente il pubblico interesse, senza rischi di discriminazioni tra i cittadini e conseguenti altamente probabili contenziosi.
Altrimenti avremmo, oltre al danno… la beffa.  

                                                   
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Gestione campi di calcio a Rimini: o si cambia o da settembre 2013 scomparirà il gioco del calcio nella nostra città.
   

31/03/2013

Il contestato esito del bando di gara per la gestione dei campi di calcio di proprietà del Comune di Rimini, a partire dal 1.9.2012, aveva visto l’assegnazione di nove campi  (Ina casa, Lagomaggio, Miramare, Rivazzurra, San Giuliano, San Vito, Vergiano, Torre Pedrera, Viserba) alla società Delfini Srl e il campo di Viserbella alla UISP.

Dopo 6  mesi dall’avvio delle nuove gestioni, la qualità dell’offerta di diversi impianti sportivi comunali, già bisognosi di interventi, sembra addirittura peggiorata e riguarderebbe precisamente:

1)    La completa chiusura al pubblico dell’impianto sportivo comunale per il calcio di Viserba, comprendente 1 campo da calcio ad 11 giocatori in erba naturale, 1 campo da calcio ad 11 giocatori  in sabbia calcarea, 1 fabbricato ad uso spogliatoi,  servizi igienici, docce e ufficio, 1 tribuna in muratura da 500 posti.

La suddetta struttura è  completamente abbandonata a causa di un contenzioso tra l’Amministrazione Comunale e la precedente gestione,(a cui si addebita la   presunta perdita di gasolio dalla vecchia cisterna che alimentava la caldaia dell’acqua calda, che non comportava necessariamente la chiusura dell’impianto ).

Non si conosce se il nuovo gestore, la Delfini SRL, abbia preso in consegna l’impianto, visto che non si vedono  né  la custodia o interventi di manutenzione di qualsiasi genere.

L’attività sportiva svolta dal precedente gestore, che interessava 220 ragazzi è stata costretta a trasferirsi nell’impianto a pagamento di Viserbella, gestito dalla UISP, con conseguente dispersione e drastica riduzione dei giocatori tesserati, attualmente 35.  

2)    Gli altri campi da calcio di Spadarolo, San Vito, Torre Pedrera, Lagomaggio, Miramare  non sarebbero  curati e/o custoditi  come previsto dalla Convenzione.


Le conseguenze di questo andamento gestionale sono le strutture sportive sempre più decrepite ma  soprattutto la perdita della continuità sportiva per tanti giovani calciatori, il dimezzamento dei tesserati in diverse società, che senza la gestione diretta dei campi e i relativi contributi comunali sono costrette a praticare l’aumento delle quote associative o addirittura a valutare la chiusura totale dell’attività.

Per fare luce su questa situazione ho presentato il 26.3.2013 una Interrogazione al Sindaco a cui ha risposto l’Assessore allo Sport Brasini  in modo evasivo, per cui ho trasformato l’interrogazione in una Mozione affinchè i problemi riguardanti gli impianti di calcio possano essere esaminati in Commissione Dipartimentale  alla  presenza delle Società sportive e poi in Consiglio Comunale.

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