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Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Il Sindaco Gnassi avalla il declassamento della Chirurgia Senologica di Santarcangelo, eccellenza del territorio riminese.
   

25/11/2016

La riorganizzazione ospedaliera della Ausl Romagna indebolirà l’attuale Chirurgia Senologica dell’Ospedale Franchini di Santarcangelo di Romagna.

Infatti prevede, come scritto testualmente, al di là delle chiacchiere, l’esistenza di una unica Unità operativa ed unica equipe, trasversale, concentrata a Forli, dotata di tre articolazioni  presso gli Ospedali di Santarcangelo di Romagna, Forli, Ravenna.

Nessuna salvaguardia della vocazione del territorio e della Chirurgia Senologica dell’Ospedale di Santarcangelo che risale al 1994 quando a
Forli non esisteva nulla e molte pazienti della Romagna venivano ad operarsi nel reparto diretto dal Dott. Barbanti.

Nessuna considerazione dei risultati raggiunti in questi 22 anni di attività del Franchini nella cura del tumore al seno : il maggior numero di pazienti operate, la minore lista di attesa, la qualità della chirurgia plastica (lipostruttura), la  radioterapia intraoperatoria (unica in Romagna), la   
metodica di localizzare il linfonodo sentinella nei tumori alla mammella mediante  il verde indocianina, che ha fatto della senologia di Santarcangelo, un Teaching Centre per chirurghi di altre parti di Italia, la qualità della Breast Unit (l’attività multidisciplinare pre e post operatoria)  certificata  da Eusoma della Comunità Europea.

Il nuovo piano di riorganizzazione dell’attività chirurgica senologica in Romagna  con la concentrazione dello staff e  dell’attività chirurgica a Forli , declassa  formalmente e depotenzia di fatto, non solo per la riduzione dei posti letto,  l’eccellenza dell’Ospedale di Santarcangelo.

E’ una operazione avallata dal Sindaco Gnassi e dalla sua maggioranza
che ieri sera in Consiglio Comunale si sono allineati nella gestione politica della sanità, invece di ascoltare e rappresentare con un  ODG unitario, da noi auspicato,   le ragioni di migliaia di donne  e di pazienti a difesa di una eccellenza della sanità sul territorio riminese.   


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Il Progetto "Parco del Mare" compromette la realizzazione e riqualificazione necessaria del nostro Lungomare.
   

17/11/2016

Ritorniamo sul progetto del Parco del Mare dopo le dichiarazioni devianti e contraddittorie dell’Ass. Frisoni e le reticenze del Sindaco Gnassi che continuano a sfuggire alle nostre osservazioni.

Dinnanzi alla richiesta di trasparenza sui progetti presentati dai privati è preoccupante che l’Assessore, prima ci inviti pubblicamente a chiedere “l’Accesso agli Atti ” salvo  poi sottolineare  che l’Amministrazione Comunale è obbligata alla riservatezza dell’istruttoria non ancora conclusa, nonostante sia trascorso un anno dalla presentazione delle “manifestazioni di interesse”  nel Dicembre 2015.

E’ paradossale come l’Assessore possa accusare il sottoscritto di essere andato “fuori bersaglio”, mettendo  incredibilmente sullo stesso piano la vendita ai privati di migliaia di mq. di superficie di suolo pubblico del Lungomare  con la semplice occupazione di  pochi mq. di piazza Cavour  da due edicole in cambio di un canone annuo di concessione.

Teniamo presente che da un lato si modifica permanentemente con edificazioni e volumi il Lungomare della città mentre dall’altro le due edicole di Piazza Cavour sono installazioni facilmente amovibili.  

Resta il problema vero che l’Amministrazione Gnassi, al di là delle dichiarazioni propagandistiche, dopo un anno,  non è ancora in grado di valutare, approvare, rendere note, neanche le 25 proposte progettuali dei privati  sul tratto di lungomare dalla rotonda del Grand Hotel a Piazzale Kennedy e dei 13 progetti sul lungomare Spadazzi di Miramare, gli unici due tratti di lungomare previsti da realizzare nei prossimi 5 anni, senza sapere se e quando vedranno la luce i restanti 117 progetti presentati dagli investitori privati sul restante Lungomare dal Porto a Miramare.   

A sostegno di quanto affermiamo è arrivato proprio in questi giorni l’Appello interno del Direttore del Personale
a tutti i dipendenti comunali alla ricerca di personale qualificato per incarichi di supporto al gruppo di lavoro relativo alla realizzazione del Parco del mare.      

Anche nella  presentazione e discussione  della Delibera sul “ Pacchetto Impresa”
, nella Commissione di Martedi scorso, che mette al primo punto tra gli obiettivi, la realizzazione del  Progetto Parco del Mare, l’Ass . Frisoni non ha dato risposte alle criticità da noi avanzate riguardanti il complesso processo di selezione e approvazione  delle proposte progettuali dei privati, la loro incompatibilità e l’improbabilità di realizzazione, con ricadute conseguenti sulle lunghe tempistiche e difficoltà di attuazione del lungomare.

In conclusione, gli errori concettuali (mancanza della vista del mare)  e procedurali   (la complicazione dei progetti privati) del Progetto Parco del Mare compromettono la riqualificazione necessaria ed urgente del nostro Lungomare e della immagine della città : “Rimini è il Lungomare , il Lungomare è Rimini”.


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Parco del Mare e Manifestazioni di interesse: un lungomare per la città o per i privati? Gnassi non risponde!
   

11/11/2016

Dopo aver aspettato l’arrivo del Sindaco per presentare alla sua presenza l’interrogazione consigliare di ieri sera sul “Parco del Mare e le 155 manifestazioni di interesse”, il Sindaco Gnassi non ha risposto!

Ha delegato l’Ass. Roberta Frisoni che, però, non ha assolutamente risposto a nessuno dei quesiti sottoposti, che per trasparenza verso i cittadini riporto, con cui chiedevo:

1) Di conoscere le 155 manifestazioni di interesse o proposte progettuali presentate dagli investitori privati per la riqualificazione del Lungomare, fondate esclusivamente su interessi privati, per consentire la valutazione a tutta la città, preoccupata per la salvaguardia dell’interesse pubblico e il futuro della sua Marina: “ Rimini è il Lungomare” e il “ Lungomare è Rimini”;

2) Se fra le tante problematicità, in che modo è stata affrontata la realizzazione dei parcheggi per agevolare l’accessibilità e la viabilità;

3) Se sia fattibile ancora discutere con gli operatori se il Lungomare sarà privo di auto o no, dopo l’approvazione dei finanziamenti europei subordinati al progetto presentato di pedonalizzazione del Lungomare, come ha dichiarato l’Ass. Jamil Sadegholvaad alla stampa il 23 ottobre scorso;

4)  Se non sia limitante prevedere le funzioni del Parco del Mare legate soprattutto al sea welness
, e al commercio, alla ristorazione, senza prevedere le funzioni culturali;

5)   Se la passeggiata del Parco del Mare collocata a monte di un complesso sistema di dune artificiali non consenta la vista del mare da un lato e della spiaggia dall’altro per la presenza delle strutture balneari e degli ombrelloni;

6) Se il “nuovo” Lungomare abbassato a “ livello” del piano spiaggia non sia difendibile, come ora, dalle mareggiate;

7)  Se per non compromettere il futuro turistico della nostra città, invece di imporre soluzioni con un sistema decisionale strettamente personalistico, non sia necessario un confronto aperto con i cittadini su soluzioni progettuali alternative, come è stato attuato nel 2004 a Monaco di Baviera addirittura con un referendum cittadino sulla altezza dei grattacieli.


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Contributi economici per le calamità naturali: niente per la bomba d'acqua del 24 Giugno 2013 e per le centinaia di auto alluvionate (Borgo dei Ciliegi di Vergiano) del 6 febbraio 2015.
   

11/10/2016

La tempesta d’acqua di domenica notte e lunedi che ha causato allagamenti e danni nelle case e alberghi di Marina Centro e San Giuliano, richiama i danni ancora più estesi e gravi causati dalla bomba d’acqua del 24 giugno 2013 subiti dai privati e dalle attività economiche, rimasti senza alcun contributo economico e che sono stati costretti ad installare le paratie stagne (vedi negozi di Corso d’Augusto) non fidandosi della rete fognaria..

In questi giorni sono in corso di istruttoria dal Comune di Rimini  le domande presentate entro il 29 Settembre scorso per i contributi economici richiesti in origine da 119 soggetti privati per i danni alle abitazioni private e da 29 attività economiche produttive , limitatamente agli  eventi calamitosi del 4-7 febbraio 2015, segnalate e quantificate al Comune  entro il 6.6.2015.

Le procedure di rimborso dei danni approvate dal Governo il 28 luglio scorso  sulla base della intesa  Regione Emilia  Romagna-Protezione Civile, oltre a costringere alla riduzione delle richieste difronte ai costosi adempimenti burocratici, hanno infatti escluso tra gli eventi calamitosi la “ bomba d’acqua” che il 24 Giugno 2013 colpi il territorio riminese, in quanto “ non venne riconosciuto lo stato di emergenza  per  la limitatezza territoriale della portata dell’evento”, come testualmente ha scritto l’Ass. Montini nella risposta alla interrogazione consigliare di settembre del sottoscritto. 

Una motivazione incomprensibile per la bomba d’acqua del 24 giugno 2013 che non ha considerato  i dati del pluviometro, l’estensione territoriale colpita del Comune di Rimini e dei Comuni vicini, gli  allagamenti nel centro storico di Rimini dei negozi di Corso d’Augusto, con mezzo metro d’acqua, di Via Castelfidardo, delle case e garage di Via Santa Chiara, e nella marina degli alberghi e garage in via Fiume, nella zona di Piazzale Kennedy, l’area delle industrie Valentini alla confluenza del Mavone nell’Ausa, la fiumana di acqua e fango in Via Santa Cristina sul Colle di Covignano, davanti al carcere di Rimini che causo’ addirittura la morte di una donna anziana , le strade e infrastrutture pubbliche allagate.

Un inaccettabile mancato riconoscimento dello stato di emergenza
nell’ambito della intesa  Regione- Protezione Civile che il Comune di Rimini doveva e dovrebbe  impugnare per sostenere con prove documentali le proprie ragioni di ammissione dell’evento tra le calamità naturali che si sono verificate tra il 2013 e il 2015 sul terrritorio dell’Emilia-Romagna, per consentire l’istruttoria finalizzata alla concessione di contributi ai soggetti danneggiati.     

Per quanto riguarda gli allagamenti “riconosciuti”  del 6 Febbraio 2015 è una “beffa” parlare di rimborso dei beni mobili distrutti o danneggiati purchè ubicati nei vani alluvionati della abitazione principale, cucina, camera da letto, sala, nella misura massima di 300 euro per ciascun vano e comunque nel limite massimo di 1.500 euro, escludendo inoltre  tassativamente quei beni mobili registrati quali le centinaia di auto e moto sommerse con l’alluvione da due metri d’acqua e fango nei 150 garage della frazione di Vergiano e del Borgo dei Ciliegi che abbiamo visto con i nostri occhi.


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Dopo 20 giorni un altro scontro auto/moto sulla pericolosa rotatoria Via Roma/Via dei Mille-Corso Giovanni XXIII°.
   

04/10/2016

Dopo lo scontro violento di un’auto contro una ragazza in bicicletta all’incrocio tra Corso Giovanni XXIII° e Via dei Mille  verso la mezzanotte del 14 settembre scorso, oggi verso le ore 13 è stata la volta di un’auto contro una   ragazza in motorino.

Richiamo l’attenzione sulla pericolosità di questo incrocio aumentata con l’abolizione del semaforo e la realizzazione di una “sedicente” rotatoria che altro non è che una coppa rotatoria di appena un  metro di raggio.

La causa è la maggiore velocità rispetto a prima con cui auto e moto affrontano l’incrocio, invece di rallentare, considerata anche la limitata visuale di questo incrocio.

Gli autoveicoli all’insegna del “fila dritto” transitano velocemente sull’asse Via Roma-Via Dei Mille erroneamente convinti di avere la precedenza a dispetto di chi in bici, moto, auto, è in rotatoria proveniente da Corso Giovanni XXIII°.

Dopo l’eliminazione del semaforo, invece è necessario “andare piano “, per questo, ritengo urgente, almeno, di risistemare l’incrocio, rialzandolo con un dosso di rallentamento e realizzando i dossi anche sugli attraversamenti pedonali.

Sono, inoltre, da eliminare tutti quei cordoli di gomma assurdi che hanno ristretto ancora di più l’area dell’incrocio aumentando le difficoltà di manovra degli autoveicoli e degli autobus in particolare.

Cosi i 22 pali della segnaletica verticale sono troppi e pericolosi nell’attraversamento dell’incrocio. 

Con l’occasione bisogna rifare e allargare i marciapiedi agli angoli di Via Roma-Corso Giovanni XXIII°, sconnessi da decenni, stretti, tortuosi, per i pedoni e impraticabili per i disabili.

Soprattutto, ripeto, è urgente mettere in sicurezza l’incrocio Corso Giovanni XXIII° con  l’asse Via dei Mille/Via Roma su cui  transitano 20.000 veicoli al giorno, per evitare altri incidenti.

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Il Borgo San Giovanni reso difficilmente accessibile ai ciclisti .
   

26/08/2016

L’ isola rialzata con selci all’inizio di via XX Settembre, realizzata nelle settimane scorse, si sta dimostrando un vero e proprio impedimento ai moltissimi ciclisti  che dal Centro Storico e  dall’Arco di Augusto sono diretti al Borgo San Giovanni.

Infatti i ciclisti si trovano di fronte un ostacolo che cercano di aggirare per immettersi sulla Via XX Settembre, ridotta ad una corsia riservata al traffico veicolare proveniente in senso contrario, talmente ristretta da costituire per loro  rischio e pericolo.

Sarebbe stato meglio realizzare uno scivolo di accesso al marciapiede lato monte del Borgo San Giovanni visto che per i ciclisti  è innaturale utilizzare i due attraversamenti pedonali su Via Bastioni Meridionali e Parco Olga Bondi.

Teniamo presente che il Borgo San Giovanni, nonostante sia attraversato in continuazione dai ciclisti , ha già le piste ciclabili più “infelici” e più insicure della città.

Lungomare a Marina Centro:  attraversamenti pedonali inaccessibili alle carrozzelle dei disabili
.

Richiamo l’attenzione dell’Amministrazione Comunale anche sulla mancanza degli scivoli sui i marciapiedi dinnanzi agli attraversamenti pedonali, a cominciare da quelli lato monte e mare sui marciapiedi del lungomare nella centrale Marina Centro di fronte al Mc Donald e a ridosso della rotonda del Grand Hotel e del Parco Fellini.

Sarebbe ora di rimuovere queste situazioni che costituiscono degli ostacoli innanzitutto alle carrozzelle di disabili ma anche ai ciclisti che utilizzano la ciclabile sul lungomare

Interventi che richiedono più diligenza che costi
.


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Grave incidente la notte scorsa alla rotatoria di Via Roma-Via Dei Mille-Corso Giovanni XXIII°: un incrocio pericoloso da mettere in sicurezza urgentemente!
   

14/09/2016

Non si può tacere dinnanzi al grave e impressionante  incidente accaduto la mezzanotte scorsa all’incrocio tra  Corso Giovanni XXIII° e la Via Roma con un auto che ha investito violentemente una ragazza in bicicletta, la ragazza e il sangue sull’asfalto, la bicicletta scaraventata a 50 metri sulla Via dei Mille , il parabrezza dell’auto frantumato.   

La pericolosità di questo incrocio è aumentata con l’ abolizione del semaforo e la realizzazione di una “sedicente”   rotatoria che non è altro che una coppa rotatoria di appena 1 metro di raggio.  

Le auto e le moto affrontano l’incrocio con  più velocità di prima,   invece di rallentare, soprattutto quando il traffico è scarso e nelle ore notturne, nonostante la poca visibilità di questo incrocio e la scarsa illuminazione.

Gli autoveicoli  all’insegna del “fila dritto”  transitano velocemente sull’asse Via Roma –Via dei Mille perché sono  convinti di avere la precedenza a dispetto anche di chi è già in rotatoria proveniente da Corso Giovanni XXIII° e ancora peggio nei confronti dei ciclisti.  

Invece è necessario “andare piano” :  per questo è urgente risistemare l’incrocio, rialzandolo almeno con un dosso di rallentamento e realizzando i dossi anche  sugli attraversamenti pedonali.

Sono da eliminare tutti quei cordoli di gomma assurdi che hanno ristretto  ancora di più l’area dell’incrocio aumentando le difficoltà di manovra degli autoveicoli e degli autobus in particolare.

Sono  pericolosi e troppi  i 22 pali della segnaletica verticale per l’attraversamento veicolare e pedonale.

Bisogna rifare e allargare i marciapiedi agli angoli di Via Roma-Corso Giovanni XXIII°, sconnessi da decenni, stretti ,tortuosi, un percorso da campestre  per i pedoni e impraticabile per i disabili.   

Soprattutto, ripeto,  è urgente mettere in sicurezza l’incrocio Corso Giovanni XXIII°con l’ asse Via dei Mille-Via Roma su cui transitano 20.000 veicoli al giorno, la problematica Nuova Circonvallazione di attraversamento del centro della città, per  evitare altri gravi incidenti.

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Zingari: come ha girato Gnassi la frittata delle aree per "nomadi" per imbonire i cittadini
   
09/09/2016
 
Dopo 4 ore di critiche della minoranza e di proteste dei cittadini in Consiglio Comunale contro il progetto di realizzazione delle 3 micro aree per gli zingari ( non sono più nomadi) alla Grotta Rossa, alla Gaiofana e in Via Islanda, approvato dalla Giunta Comunale  il Sindaco Gnassi ha solo girato la frittata per renderla più digeribile ai cittadini interessati.

Ha solo sostituito  le parole  “micro aree” con  “piazzole” per roulotte da realizzare per ogni gruppo famigliare (15 persone) da insediare in ogni quartiere della città, (quante sono?) senza mettere in discussione o revocare le scelte già fatte di Via della Lontra, Via Maceri, via Islanda, e senza precisare la destinazione della settantina di zingari tutt’ora  in via Islanda.

Al Sindaco evidentemente  non basta l’esperienza in corso a Rimini delle roulotte in mezzo alle abitazioni per rendersi conto dei problemi igienico sanitari e di sicurezza (furti) che ricadono sui cittadini e sulle Forze dell’Ordine (Carabinieri) ed evitare il proliferare di tali situazioni nella città. Promuove la sperimentazione!


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Ponte di Tiberio: invece dello scorrimento delle acque dal Marecchia un canale marino stagnante.
   

02/09/2016

Siamo arrivati alla ventesima Festa de Borg, sono passati 40 anni, eppure il bacino del Ponte di Tiberio al centro  della festa continua a presentare la  solita  vista di acqua stagnante, melmosa, di colore marrone cupo.  

L’Amministrazione Gnassi non ha realizzato quel ripristino di un  flusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia fino al   Ponte di Tiberio
per ridare vita al Parco, al Ponte, al Porto, approvato dal Consiglio Comunale all’unanimità il 13.9.2012 con la mozione del sottoscritto.

Si trattava di  realizzare  un canale a deflusso naturale lungo il vecchio alveo, oggi Parco Marecchia,  che convogliasse  le acque dal Deviatore Marecchia fino al Bacino del Ponte di Tiberio, con una portata d’acqua necessaria per il ricambio idrico delle acque nell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.   

La Mozione chiedeva di procedere all’approvazione e attuazione del progetto definitivo ed esecutivo di ripristino dello scorrimento naturale e continuo delle acque dal Marecchia, elaborato da Alpina Acque, a disposizione della Amministrazione Comunale dal 2006, da dieci anni.

Il Sindaco e la Giunta non solo non hanno adempiuto al mandato del Consiglio Comunale ma hanno approvato il 22.12.2015 un altro progetto concettualmente  all’opposto, “ Un mare lungo un miglio”, che prevede “ lo scavo di un canale dal Ponte al Deviatore con una profondità tale da essere sempre coperto dall’acqua proveniente dal mare e di  ritrovarsi emerso solo durante le basse maree” con un costo di fattibilità di 800.000 euro.

Il Sindaco Gnassi non vuole riconoscere ancora una volta che l’eliminazione dello scorrimento dell’acqua dal Fiume Marecchia  ha snaturato l’ambiente del Ponte di Tiberio i cui piloni sono immersi in una pozza d’acqua stagnante ( a cui poco possono le maree) e ridotto le acque del Porto Canale melmose e maleodoranti.

Dopo il fallimento progettuale della cosiddetta diga mobile, costato una decina di miliardi di lire, e delle banchine sommerse regolarmente dall’alta marea, si continua approvando costosi interventi di facciata per  3 milioni di euro( Progetto Tiberio  Piazza sull’acqua-Canale) mentre sarebbe prioritario  “rinaturalizzare”, ricreare l’equilibrio ambientale  e paesaggistico del Ponte di Tiberio che per 2000 anni ha visto scorrere sotto le sue arcate le acque del Marecchia.

Come, 1.200.000 euro spesi dal Comune per lavori a fronte della prevista chiusura del Ponte di Tiberio (500.000 euro per la rotatoria di Largo Vannoni , 700.000 euro per la circolazione su viale Tiberio e parcheggi, più 24.000 euro di affitto annuo al privato per l’area Conad), a parte le conseguenze sulle attività economiche del Borgo, non serviranno sicuramente ad impedire l’intasamento della viabilità con la deviazione di 20.000 veicoli sulla via Matteotti, via dei Mille, via Roma, la nuova circonvallazione di attraversamento  all’interno della città.


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Nominato dal Sindaco Gnassi l'Amministratore Unico di AMIR Spa: continua l'occupazione e spartizione partitocratica delle poltrone.
   

23/08/2016

La designazione del Sindaco Gnassi ad Amministratore Unico di AMIR Spa di Alessandro Rapone, portavoce della lista Patto Civico che lo ha sostenuto nelle elezioni di due mesi fa, continua la vecchia logica partitocratica di occupazione spartizione delle poltrone.

E’ cambiata solo la forma, rispetto ai decenni passati quando per la nomina dei Consigli di Amministrazione delle società partecipate   i nominativi  da votare in Consiglio Comunale venivano proposti addirittura sulle carte intestate dei partiti dell’arco costituzionale.

La sostanza resta immutata
, anche se le nomine non le fa più il Consiglio  Comunale ma il Sindaco-.

In questo caso è ancora più evidente: è stato indicato come  Amministratore di AMIR,  subito dopo le elezioni, un  unico   candidato, tra i promotori elettorali della coalizione di sinistra,  senza neanche una rosa minima di altri candidati con competenze amministrative, titoli di studio, esperienze professionali.

Le linee guida per le nomine nelle Aziende, Enti, Istituzioni, votate il 4 Agosto scorso in Consiglio Comunale, che replicano sostanzialmente quelle dei precedenti mandati,  hanno dimostrato che non servono a nulla: il Sindaco nomina, prima, durante, dopo, chi vuole  alla faccia degli annunci sull’Albo Pretorio  e dei candidati che inviano i loro “curricula”.

Invece di mettere uno stop alla arroganza politico partitica nelle nomine a scapito della competenza professionale, del rispetto dei diritti di tutti i riminesi interessati, del buon funzionamento delle società partecipate,  la maggioranza consigliare  di sinistra ha bocciato i miei emendamenti che chiedevano agli Amministratori nominati dal Comune la dichiarazione di eventuale appartenenza ad un partito politico e di non essere stati candidati alle ultime elezioni.


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