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E' ora di demolire l'ex bar pizzeria del Sottopassaggio del Grattacielo invece di insistere dal Comune con i bandi "al ribasso" e di riqualificare tutta l'area dei Giardini della Stazione.
12/08/2016
Il Comune ha indetto lo scorso 3 Agosto la quarta asta pubblica per la concessione in uso dell’ex bar pizzeria del sottopassaggio del Grattacielo da destinare a Caffè Culturale con la somministrazione di alimenti e bevande al pubblico unitamente ad attività socio culturali.
Dopo le tre precedenti aste andate a vuoto, nonostante la riduzione del canone annuo di concessione dell’immobile dai 23.000 euro del primo bando, ai 17.000 euro del secondo, ai 12.000 euro del terzo, ora come nuovo incentivo, è stata posticipata la data di decorrenza del canone dal 9° al 12° anno della concessione con la durata di anni 18, in cambio dei lavori di ristrutturazione e di riqualificazione. Infatti, risulta inesistente o problematico l’interesse per la gestione a Caffè Culturale di un immobile in cui le precedenti attività ( bar, gelateria, pizzeria) sono sempre risultate fallimentari, anche per la mancanza di parcheggio auto, senza considerare i costi da sostenere per la sua necessaria ristrutturazione straordinaria.
Nel frattempo sono trascorsi tre anni dal 10.8.2013 dalla restituzione con tante difficoltà di quell’immobile dall’ex Concessionario al Comune ma perdura il suo stato di degrado, tra sporcizia, rifiuti, rifugio di “fuorilegge”, davanti agli occhi delle migliaia di cittadini e turisti che transitano dal Centro Storico o dalla Stazione a Marina Centro e viceversa.
Per questo, ieri sera in Consiglio Comunale con una interrogazione al Sindaco, ho chiesto di procedere subito alla demolizione dell’ex bar pizzeria, per eliminare quell’immobile degradato e con abusi edilizi, per ripristinare l’originaria area a verde, invece di insistere con bandi pubblici e le offerte al ribasso per mancanza di interesse. Contestualmente, è ora di riqualificare tutta l’area dei Giardini della Stazione, curare il verde che si trova in uno stato pietoso e di abbandono, gli alberi, il prato, le siepi, le aiuole ridotte a terra battuta e sassi o erbacce, installare giochi per bambini e panchine , per offrire una immagine decorosa e accogliente ai residenti e ai turisti di questa porta d’ingresso della città.
Va eliminata la vasca d’acqua rettangolare, utilizzata come servizio igienico ( bidè, lavandino, pediluvio ) o lavapanni dalla “clientela degli irregolari” , e valorizzata col giardino la storica fontana del 1927 rendendola funzionante non solo per pochi mesi all’anno.
E’ necessario nei Giardini della Stazione l’intervento della Polizia Municipale per il rispetto del Regolamento di Polizia Urbana, per impedire i comportamenti vietati ( l’occupazione del prato come dormitorio pubblico diurno, o con i bivacchi multiculturali, ecc.), operando con le Forze dell’Ordine contro i malavitosi,( spacciatori di droga, ladri, ecc.). Non può essere consentita la sosta prolungata e invasiva degli autobus di Start Romagna su Viale C.Battisti per non penalizzare la visibilità del Viale della Stazione.
Petizione al Prefetto e al Sindaco sottoscritta da 1.328 riminesi chiede il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina.
06/08/2016
Ho presentato giovedi sera una nuova interrogazione consigliare al Sindaco a nome dei 1.328 riminesi sottoscrittori della petizione al Prefetto e al Sindaco per chiedere il trasferimento della Moschea dal Borgo Marina.
Le cause che riducono il Borgo Marina ad un ghetto afro-asiatico sono: la concentrazione dei negozi asiatici, gli appartamenti sempre più occupati e sovraffollati da asiatici, la Moschea insediata dal 2004 in una casetta destinata catastalmente ad uso ufficio ma utilizzata come luogo di culto, inadeguata, anche per ragioni di sicurezza, a contenere le centinaia di mussulmani che vi accedono, senza parcheggi, per cicli, moto, auto, con la conseguente occupazione dei marciapiedi, passi carrai, strade.
Il problema del trasferimento della Moschea in un’altra zona più adatta della città e in un edificio più compatibile per eliminare l’impatto sul Borgo Marina dalla moltitudine dei suoi frequentatori, si trascina da oltre dieci anni. Ricordo gli impegni assunti al riguardo dall’ex Sindaco Ravaioli nel 2005, in occasione della sua visita ufficiale alla Moschea, e dal Sindaco Gnassi nel settembre 2011 nell’incontro con il rappresentante del Centro Islamico e ribadito dal Sindaco il 28 Aprile 2012 in occasione della inaugurazione dei lavori di riqualificazione delle Vie Mameli e San Nicolo’.
Purtroppo, nonostante gli oltre 10 anni trascorsi e il continuo sollecito del sottoscritto all’Amministrazione Comunale con sei interrogazioni presentate nel precedente mandato del Sindaco Gnassi e la sottoscrizione in piazza della petizione popolare, non c’è stato alcun esito. Dopo l’incontro del settembre 2011, come ha risposto l’Ass. Sadegholvaad, non vi sono stati altri rapporti tra l’Amministrazione Comunale e i rappresentanti del Centro Islamico per dare seguito alle parole e agli impegni assunti.
Anche l’Assessore concorda che quell’immobile destinato a Moschea non è adeguato per essere un luogo di culto per centinaia di persone. Perciò, ho chiesto al Sindaco di intervenire con determinazione sui responsabili della Moschea per attuare al più presto il suo trasferimento dal Borgo Marina, anche alla luce dei maggiori controlli chiesti nei giorni scorsi dal Ministro degli Interni e del rispetto di tutte le autorizzazioni previste dalle leggi per i luoghi di culto mussulmano.
Chiederò l’incontro con il Prefetto per la presentazione della Petizione popolare e delle ragioni sostenute dai residenti per trasferire la Moschea ed eliminare l’impatto sul Borgo Marina.
Nomine negli Enti partecipati dal Comune: Il Sindaco Gnassi non può fare quello che vuole!
26/07/2016
Gli indirizzi per le nomine da parte del Sindaco dei rappresentanti del Comune presso Enti, Aziende e Istituzioni, discussi e approvati dalla maggioranza questa mattina in Commissione Consigliare replicano sostanzialmente quelli del precedente mandato amministrativo 2011-2016.
Ho sollevato al riguardo le seguenti criticità con relative proposte
1) La procedura di nomina:
E’ inutile che il Comune pubblichi sul proprio sito internet e sull’Albo Pretorio informatico l’elenco delle nomine o designazioni da effettuare presso egli enti, partecipati, invitando i cittadini interessati ad avanzare le proprie candidature, quando poi è previsto per iscritto che “ il Sindaco potrà prescindere dalle proposte di candidature pervenute”.
E’ una mancanza di rispetto verso i cittadini che presentano i loro curriculum , per non dire arroganza e discriminazione, quella che il Sindaco può nominare persone che non hanno inoltrato neppure la domanda di partecipazione per la copertura dei posti che si rendono vacanti presso gli Enti partecipati.
2) Requisiti soggettivi: I rappresentati del Comune presso gli Enti, per ragioni di trasparenza, dovrebbero dichiarare l’ eventuale appartenenza ad un partito politico o ad una associazione ( come fanno già i Consiglieri Comunali) . Inoltre non dovrebbero essere stati candidati alle ultime elezioni comunali.
3) Pubblicità delle nomine e designazioni:
La nomina del Sindaco pubblicata entro 15 giorni sul sito internet del Comune, dovrebbe essere annunciata preliminarmente nella prima seduta utile del Consiglio Comunale indicando i motivi della scelta per ragioni di trasparenza e di valutazione.
Questi alcuni degli emendamenti che presenterò in Consiglio Comunale per salvaguardare la competenza professionale, il rispetto dei diritti dei riminesi, il buon funzionamento degli Enti partecipati dal Comune, che vivono con i soldi pubblici.
Non certo per il Sindaco Gnassi che “ nomina chi vuole ”.
Realizzare a Rimini i servizi igienici pubblici indispensabili per i cittadini e i turisti.
21/07/2016
A seguito della lettera di un residente del Borgo San Giuliano alla redazione riminese del Resto del Carlino che evidenziava la mancanza dei bagni pubblici durante le feste, ritengo opportuno ricordare che il Sindaco Gnassi e la sua maggioranza in Consiglio Comunale hanno votato contro il 30.10.2014 alla mozione del sottoscritto che chiedeva di realizzare i servizi igienici pubblici a Rimini.
Chiedevo precisamente di installare servizi igienici pubblici, moderni e decorosi, automatizzati, autopulenti e disinfettanti nelle zone di grande afflusso di persone, centro storico, aree mercatali, parcheggi, marina centro, sul lungomare, di eventi e manifestazioni, ecc.
Proponevo di affidare, dopo l’investimento-acquisto iniziale dei servizi igienici automatizzati, la loro gestione e manutenzione ordinaria alla ditta produttrice in cambio degli incassi a costo nullo per l’Amministrazione Comunale. Nella nostra città non c’è più un servizio igienico pubblico, dopo l’eliminazione dei vespasiani in Piazza Malatesta, nel Giardino Ferrari, nei Giardini della Stazione, nel Parco Fellini e la chiusura dell’unico servizio igienico automatizzato, malamente gestito, sottostante la Torre Civica.
I residenti e i turisti, in caso di bisogno, si rifugiano negli esercizi pubblici o utilizzano strade, marciapiedi, giardini e altri spazi come latrine.
Il Comune, dovrebbe provvedere direttamente anche grazie all’introito annuo di 7 milioni di euro con l’Imposta di Soggiorno, invece di continuare a scaricare la propria inadempienza sui titolari degli esercizi pubblici che “sono obbligati a garantire la massima fruibilità dei loro servizi igienici, pena le sanzioni da 50 a 300 euro, tenuto conto della vocazione turistica della città “ come prevede testualmente l’art. 52 del Regolamento di Polizia Urbana.
Purtroppo, ai nostri Amministratori non basta neanche vedere l’area retrostante il Palazzo dell’Arengo e il Palazzo Garampi , dove ha sede il Municipio e il Sindaco, davanti l’ingresso del Consiglio Comunale, ridotta ad un vergognoso orinatoio pubblico , tutto il giorno, particolarmente la sera e di notte, dove i passanti sono costretti agli “slalom” tra le pozze di urina.
Neppure considerano i costi pubblici di migliaia di euro l’anno per l’intervento quasi tutte le mattine di 2-3 ore al giorno degli uomini di Anthea con le autobotti per il lavaggio dell’area.
Invece di votare pregiudizialmente contro, servirebbe un pò di buon senso per capire che i servizi igienici pubblici sono indispensabili per i cittadini e turisti, per il rispetto e l’igiene pubblica della città.
"Multe" a Rimini per 16 milioni: il 10% delle entrate correnti del Bilancio Comunale.
19/07/2016
L’assestamento del Bilancio 2016 del Comune di Rimini presentato questa mattina in Commissione ha evidenziato l’aumento del 60 % delle sanzioni per violazioni del Codice della Strada dalla previsione di 9.500.000 a 15.599.000 euro.
Indubbiamente si è fatto sentire l’effetto della installazione degli autovelox in Via Settembrini e in Via Euterpe, ma aspettiamo di conoscere, come ho chiesto, i dati disaggregati dell’importo totale per conoscere le diverse cause di questo rilevante carico di sanzioni per i riminesi.
E’ più semplice per il Comune prevedere il continuo aumento delle “multe” ( 7 milioni nel 2015) per quadrare il proprio bilancio, che oggi hanno raggiunto il 10% delle entrate correnti, piuttosto che confidare sulla responsabilità dei cittadini per la loro diminuzione con adeguate campagne di informazione, educazione stradale, e di vigilanza sulla strada con un adeguato organico della nostra Polizia Municipale.
Provvedimenti contro i "recidivi" degli appartamenti sovraffollati: il sequestro degli immobili per impedire la continuazione dei reati!
11/07/2016
Grazie ai Carabinieri che con i due ispettori della USL sono ritornati nella casa di Corso Giovanni XXIII° e nell’appartamento di via Gambalunga per i controlli contro il sovraffollamento abitativo, e hanno riaccertato le ripetute violazioni del numero consentito dei “dimoranti”, delle vergognose condizioni igienico sanitarie, della inagibilità e inabitabilità di un “sottotetto”. I fatti dimostrano, che i proprietari degli immobili o gli affittuari finchè continuano a lucrare migliaia di euro al mese, e decine di migliaia di euro all’anno, non si preoccupano certo dell’Ordinanza Comunale, delle sanzioni irrisorie per il sovraffollamento ( 50 euro a persona), del ripristino momentaneo di “apparenti” condizioni igienico sanitarie, del numero “legale” degli “ospiti” notturni o stagionali .
Perciò non mi sembra sufficiente la misura accessoria che il Comune intende proporre al Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza : la segnalazione certificata alla Agenzia delle Entrate dei recidivi per ulteriori controlli fiscali.
Da anni, sono sotto gli occhi di tutti, le violazioni di Leggi dello Stato, del Regolamento di Igiene Comunale, del Regolamento Edilizio, dell’ Ordinanza Comunale, che mettono a rischio la situazione igienico sanitaria pubblica con infestazioni di parassiti e microbi che si diffondono ovunque, non solo all’interno ma anche all’esterno degli immobili ispezionati, uno dei quali, un “sottotetto”, continua ad essere utilizzato come “abitazione” nonostante manchi dei requisiti dell’abitabilità e dell’agibilità.
Il Sindaco, quale Autorità locale tenuta a garantire la salute pubblica, per rendere efficaci i ripetuti controlli e per impedire la continuazione dei reati deve chiedere all’Autorità Giudiziaria il sequestro preventivo degli immobili, già sanzionati per le ripetute violazioni delle Leggi e dei Regolamenti Comunali.
Ricordo il sequestro del “Kebab” di Via dei Mille a dimostrazione dell’efficacia di quel provvedimento che sanzionò “la chiusura” di quell’ abituale “ ritrovo” degli spacciatori di droga. Sarebbe la svolta per il ripristino vero della legalità e della normalità, il segnale per certi proprietari di immobili e affittuari senza scrupoli per i quali con il sequestro degli appartamenti non ci sarebbe più il loro tornaconto economico con il mancato rispetto delle regole.
Anche la prostituzione nel Borgo Marina! Interventi chiesti alla Amministrazione Comunale e alla Prefettura contro questo "schifo" che aggiunge degrado e insicurezza per i riminesi residenti.
30/06/2016
Sono quindici anni che denuncio, quale residente e Consigliere Comunale i problemi del Borgo Marina, ridotto a ghetto afro asiatico, con la concentrazione dei negozi afroasiatici, l’impatto della Moschea, gli appartamenti sovraffollati di stranieri nelle ore notturne, l’andirivieni dei venditori abusivi stagionali, gli africani che si ubriacano, i mini market con le bevande alcooliche aperti oltre la mezzanotte, i rifiuti fuori dai cassonetti, senza dimenticare gli spacciatori.
Ci mancava la prostituzione nel Borgo Marina !
Durante tutta la notte, una decina di prostitute africane e asiatiche sempre più numerose “esercitano” regolarmente in Via Graziani, Via Ravegnani, Via Savonarola, Via Mameli, Via San Nicolò, di fianco alla Croce Rossa, attorno alla Chiesa di San Nicolò praticamente circondata.
Le “signorine” si sentono a “casa”, salutano e invitano i residentie coloro che attraversano la zona. I clienti acquisiti, al bisogno, sono accompagnati a poco distanza nelle “alcove naturali” dietro le siepi dei giardinetti presso il Ponte dei Mille, di fianco all’edicola e a Porta Galliana, dove vengono lasciati i “residui” delle consumazioni.
Poiché tutto è agevolato dalla oscurità, è necessario potenziare l’illuminazione di Via Ravegnani, Viale Graziani, Via Savonarola, visto l’impianto datato e inadeguato, non rifatto, purtroppo, in concomitanza e in sintonia con la illuminazione della nuova rotatoria di San Nicolò e di Piazzale C.Battisti.
Così, bisogna sfoltire le siepi di fianco all’edicola e a Porta Galliana, per eliminare i vari nascondigli o i “giacigli” naturali e consentire la maggiore illuminazione dei giardinetti. Soprattutto, ci vogliono, i controlli delle Forze dell’Ordine e della Polizia Municipale, in applicazione dell’ordinanza sindacale e delle sanzioni amministrative a prostitute e clienti, per verificare, come sembra, se si tratta di prostitute residenti del Borgo Marina che praticherebbero il comodo “casa e bottega”.
Una cosa è certa, tutti gli interventi possibili vanno attuati dalla Amministrazione Comunale e dalla Prefettura per eliminare questo “schifo”, sotto gli occhi di tutti, che aggiunge degrado e insicurezza nel Borgo Marina, con i riminesi residenti costretti, dopo cena, a murarsi in casa.
I nuovi sottopassi (Viale Pascoli, Via Poerio, Via del Tulipano) con le nuove barriere architettoniche!
23/06/2016
Nell’agosto 2013 è stato inaugurato dal Sindaco Gnassi l’ultimo dei cinque sottopassi, Viale Pascoli, costruiti dalle Ferrovie con i soldi nostri versati ad Agenzia Mobilità, 14 milioni, nell’ambito dei costi sostenuti per il TRC, per mettere in sicurezza i sottopassi ciclo pedonali, abbattere le barriere, riqualificare le strade adiacenti.
Purtroppo le opere sono state realizzate non sempre nel rispetto delle disposizioni vigenti in materia di eliminazione delle barriere architettoniche e non sappiamo come hanno superato il collaudo e ottenuto il certificato di agibilità.
Ho visto con i miei occhi le “peripezie” o le “manovre avanti e indietro” che deve superare un disabile con la carrozzella omologata e ottenuta dall’INPS, per superare le barriere in ferro installate per impedire ai “motorini” l’accesso al sottopasso.
Neppure l’alternativa dell’ascensore installato è praticabile per le sue misure ridotte con uno spazio ristretto che non consente di accogliere adeguatamente la carrozzella elettrica e all’ascensore di partire.
Nel più vicino sottopasso di Via Poerio, l’accesso alla carrozzella elettrica è consentito solo lato mare, sulla carreggiata riservata agli autoveicoli, ma non lato monte per il divieto di accesso alle auto, cosicchè al disabile non resta che lottare, come in viale Pascoli, con le solite e problematiche barriere.
Spostandoci nel successivo sottopasso di Via del Tulipano, qui, non ci sono le barriere in ferro ma gli scivoli ristretti e con pendenza elevata, senza alcun cordolo di protezione a lato dei gradini, evitati dai disabili perchè pericolosi per non dire impossibili.
Per la carrozzella elettrica di un disabile, proveniente da monte e diretto al mare , in questa zona turistica, l’alternativa possibile, resta il sottopasso di Via Lagomaggio, finalmente senza barriere.
Penso, allora, che sarebbe meglio eliminare tutti questi sbarramenti che rendono i percorsi difficili solo alle carrozzelle dei disabili, adottare ascensori con misure adeguate, e semmai installare le telecamere per contrastare e sanzionare i motorini fuorilegge.
Infine, una considerazione naturale: ma l’Amministrazione Comunale prima di fare o approvare “certi lavori” non sarebbe bene ascoltasse almeno i cittadini interessati ( posso fornire il numero di telefono) e operasse, comunque, a ragion veduta ?
Al di la della propaganda "gnassiana", continuano gli scarichi fognari dell'Ausa in mare. No alle condotte sottomarine!
16/06/2016
La pioggia di un’ora, domenica pomeriggio, ha fatto defluire sotto il nuovo tombinamento del canale terminale dell’Ausa migliaia di metri cubi di “merda in mare”.
Con l’apertura delle paratoie installate sotto il “belvedere” della nuova passeggiata di Piazzale Kennedy, la battigia e la sabbia sono scomparse in un baleno, travolte e sommerse dallo scarico in mare delle acque nere.
Ad una settimana dalla inaugurazione elettorale del Sindaco Gnassi, con tanti complimenti del Presidente della Regione Bonaccini e del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, la passeggiata tra la sabbia, costata 1.720.000 euro, nasconde per un tratto di spiaggia gli scarichi fognari dell’Ausa ma quando arriva la pioggia o il temporale, gli scarichi riemergono e finiscono , come sempre, in mare.
E’ la realtà dell’Ausa, uno dei due fiumi riminesi, deviato nel Marecchia, tombinato nel tratto urbano, snaturato dalle Amministrazioni Comunali a fogna pubblica, dove si immetteranno con il Piano delle Fogne, da Rimini Sud, anche i fossi consorziali “ Colonnella 1 “ e Colonnella 2” che attualmente scaricano nel mare tra il Piazzale Pascoli e la Via Lagomaggio.
Al di la della propaganda, gli scarichi fognari nel mare non verranno eliminati con i progetti approvati dalla Giunta Comunale e cantierati.
Infatti con la realizzazione della vasca di prima pioggia di 13.000 mc e la vasta di laminazione di 22.000 mc., le acque reflue e meteoriche saranno convogliate al depuratore ma dopo il riempimento dei suddetti volumi di accumulo verranno scaricate in mare con tre condotte sottomarine della lunghezza di 1 km.
Il rischio è che i materiali inquinanti siano trasportati dalle correnti verso la spiaggia e di impedire la balneazione.
Non è stata ritenuta necessaria, né opportuna, come avevo richiesto in Consiglio Comunale, il 26.3.2015, neppure la valutazione di impatto ambientale per gli scarichi delle condotte sottomarine ad 1 km dalla costa, sulla balneazione nel Comune di Rimini e nei Comuni confinanti, attraverso la simulazione del getto e della diluizione.
La Giunta Comunale, ha approvato in questo modo la spesa ingente di oltre 47 milioni di euro, di cui 30 milioni per le vasche Ausa e 17 milioni per le condotte sottomarine, senza la risoluzione definitiva del problema degli scarichi fognari in mare.
Al termine di questi 5 anni di amministrazione comunale, ci è stata propinata l’ennesima decisione autarchica frutto del mandato Gnassi che, ancora una volta, impone soluzioni non confrontate e non condivise con i propri concittadini: questa volta si chiama Parco del Mare.
Noi di arch.io, come fucina di cervelli e gruppo di architetti associati, sostenuti dal movimento politico Fratelli d’Italia-AN e in particolare dal capolista Gioenzo Renzi, vogliamo schierarci non con la politica stessa ma piuttosto con il buon senso progettuale.
Infatti è stato proprio l’attuale Consigliere Comunale Renzi a mostrarci come il suo dissenso ed insoddisfazione collimasse perfettamente con la nostra soluzione progettuale, concettuale e soprattutto con un’idea più evoluta e realizzabile del nostro lungomare.
Di conseguenza, fondendo i nostri comuni obiettivi, abbiamo deciso di rendere consapevole la cittadinanza di quello che il progetto Gnassi non dice, e soprattutto della totale mancanza di alternative che fino ad oggi il Comune non ha mai preso in considerazione, nonostante i nostri ripetuti tentativi di avere un confronto costruttivo volto a migliorare l’attuale progetto.
Pertanto non esclusivamente la critica fine a se stessa, ma presentiamo la proposta, un’alternativa accantonata e mai considerata. Di fatto il progetto che andremo ad esporre in data odierna sabato 21 Maggio 2016 sarà la prima occasione per prendere visione di questa alternativa architettonica che si concretizza nei seguenti punti:
• Una prospettiva sul mare e sulla spiaggia, a differenza della tanto sostenuta tesi all’interno del Parco del Mare, nel quale la passeggiata è collocata a monte di un complesso sistema di dune artificiali, celando totalmente la visuale del mare da un lato e impedendo di osservarne l’orizzonte dall’altro, a causa della moltitudine di strutture balneari e ombrelloni sulla spiaggia.