Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nell'informativa sui cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta l'informativa estesa sui cookie. Cliccando OK, scorrendo questa pagina o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookies.
La Giunta Comunale di Rimini non può spendere oltre 1 milione di euro dei cittadini per dare 10 casette (vedi foto) ai nomadi!
25/02/17
A seguito della mia interrogazione di ieri sera sulle aree per i nomadi di Via Islanda, la risposta ottenuta dal Vice Sindaco e Assessore Lisi ha confermato quanto da me rilevato.
La spesa in conto capitale prevista nella Delibera di Giunta di 125.354,81 euro per opere di urbanizzazione primaria, allacciamenti e impianti, pavimenti, recinzioni, parcheggi, superamento barriere architettoniche, spese tecniche, riguarda solo tre aree e non tutte le 10-12 aree pubbliche previste dalla delibera integrativa della Giunta con la conseguenza che la spesa (per 10 aree) aumenta a 410 euro.
Restano poi i costi delle casette di legno, sui quali l’Assessore non mi ha risposto, da installare sui terreni di proprietà comunale da cedere ai nomadi, che non risultano contemplati nella spesa in conto capitale, ma che verranno quasi sicuramente sostenuti dal Comune.
Ebbene, secondo i costi medi di costruzione, le 10 casette di legno, di cui 5 per nuclei da 6 componenti, 1 per nucleo da 5 componenti, 3 per nuclei da 2 componenti,1 per nucleo da 1 componente, comportano una spesa media tra grandi e piccole di 60.000 euro circa, per una spesa totale da sostenere che si aggira sui 600.000 euro.
La spesa totale in conto capitale totale per l’insediamento dei nomadi di Via Islanda nelle 10-aree, aumenterà quindi vertiginosamente da 125.000 euro previsti in delibera a 1.000.000 di euro, senza alcun contributo regionale ma a carico solo del Comune e quindi delle tasche dei cittadini.
Il Sindaco assume un Dirigente Settore Tributi inutile e oneroso (80.000 euro l'anno) invece di potenziare l'Ufficio per il recupero dell'evasione Tari.
09/02/2017
L’Amministrazione Comunale ha indetto una pubblica selezione per la copertura di un posto di Dirigente del Settore Tributi a tempo determinato relativo alla durata residua del mandato amministrativo in corso salvo proroga e rinnovo.
L’avviso pubblico per la presentazione delle domande con allegato il curriculum dei candidati scade il prossimo 13 febbraio.
Una apposita Commissione verificherà i requisiti, valuterà i curricula, riserverà i colloqui ai 15 candidati con il punteggio più alto e selezionerà i primi 7 candidati con il giudizio di massima idoneità da ammettere al colloquio con il Sindaco.
Sarà, infatti, il Sindaco a scegliere con proprio atto motivato il candidato su base essenzialmente fiduciaria, senza alcuna graduatoria di merito comparativo.
Attualmente il Servizio dei Tributi comunali è affidato a due “Posizioni Organizzative” che sovraintendono, una alla gestione dell’IMU+Imposta di Soggiorno, l’altra alla TARI + Pubblicità e Affissioni, in staff con il Direttore Risorse Finanziarie che è il Dirigente Responsabile anche del Settore Tributi ;
Le due posizioni organizzative sono ricoperte da due persone titolari di laurea che svolgono da oltre un decennio queste attività con competenza ed esperienza.
Invece, della nomina di un altro Dirigente c’è l’esigenza del potenziamento dell’organico dell’Ufficio Tributi per fare fronte al grave problema degli insoluti della Tassa Rifiuti (TARI) di ben oltre 10.000.000 di euro, relativi agli ultimi 4 anni (2013-2014-2015-2016) che riguardano 9.000-10.000 contribuenti inadempienti, più della metà utenze non domestiche, che ricadono sui contribuenti che pagano.
Ricordo che per il recupero della suddetta evasione si è ricorso ad una Convenzione con la Società esterna Municipia Spa che emette gli accertamenti, trattenendosi il 19% sull’incassato, ma che resta sempre a carico dell’Ufficio Tari tutta la fase di controllo e di messa a ruolo delle migliaia di posizioni accertate.
Per questo presenterò nella seduta odierna del Consiglio Comunale una interrogazione al Sindaco per sostenere le seguenti ragioni : 1) E’ inutile la nomina di un Dirigente Responsabile del Settore Tributi visto che esistono e si sono dimostrate più che adeguate a gestire il settore tributi da oltre un decennio le due Posizioni Organizzative in staff con il Direttore Risorse Finanziarie che è il Dirigente Responsabile del Settore Tributi; 2) La nomina di un Dirigente Responsabile del Settore Tributi comporta un raddoppio dei costi di circa 80.000 euro l’anno rispetto alle due posizioni organizzative in essere la cui retribuzione è di 40.000 euro cadauna e che comunque verrebbero mantenute in pianta organica ; 3) Invece di spendere 80.000 euro per un Dirigente del Settore Tributi, ruolo già svolto dal Direttore Risorse finanziarie, è meglio utilizzare questi soldi per incrementare di 3/4 dipendenti l’organico dell’Ufficio per il recupero della evasione TARI; 4) Non solo, evitando il costo di questo altro Dirigente ( 80.000 euro annui) ed eliminando il compenso annuo alla Società esterna Municipia ( 150.000 euro circa nel 2016) è possibile addirittura costituire una struttura di 7-8 dipendenti addetti al recupero dell’evasione Tari ;
5) La nomina di un Dirigente Responsabile del Settore Tributi, potrebbe, inoltre, avere come risultato quello di demotivare le attuali Posizioni Organizzative e l’impegno profuso fino ad ora; 6) Infine, per la trasparenza della Pubblica Amministrazione, le assunzioni dei Dirigenti nel Comune di Rimini, anche quelle a tempo determinato, non devono essere fatte dal Sindaco in base a motivazioni essenzialmente fiduciarie, o politiche, ma devono avvenire tramite il Concorso Pubblico con prove scritte ed orali valutate da una Commissione a maggioranza di componenti esterni all’Amministrazione Comunale a garanzia dei candidati e a tutela della autorevolezza e professionalità dei Dirigenti .
Giorno del Ricordo: una corona di alloro della Città di Rimini per il Giardino Vittime delle Foibe dimenticato dall'Amministrazione Comunale
11/02/2016
Si è tenuta venerdi mattina la commemorazione del Giorno del Ricordo in memoria delle Vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, con la deposizione di due corone di alloro al monumento “una biblioteca di pietra”, inaugurata nel 2014, sul molo di Rimini, da parte della Amministrazione Comunale e dai rappresentanti degli esuli, alla presenza di autorità civili e militari e di una rappresentanza di studenti delle scuole di Rimini.
C’è voluta una Legge votata dal Parlamento il 30 Marzo 2004 che ha istituito il 10 Febbraio Giorno del Ricordo, data del vergognoso trattato di pace ( 10.2.1947) che impose all’Italia di cedere alla Yugoslavia le terre d’Istria, Fiume e parte della Dalmazia, dalle quali esodarono 350.000 italiani, per chiedere alle istituzioni di ricordare dopo 60 anni di silenzio, di negazionismo, una pagina tragica della nostra storia strappata dai libri.
Una verità nascosta, da riconoscere senza reticenze e ancora peggio senza giustificazionismi, quella degli eccidi di circa 12.000 italiani tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1947 attuati dai partigiani di Tito per eliminare coloro che si potevano opporre al disegno di annessione di quelle terre italiane alla Yugoslavia.
Migliaia furono gli italiani, colpevoli solo di essere tali, gettati nelle Foibe che da naturali inghiottitoi carsici si trasformarono in profonde fosse comuni.
Purtroppo, nel Giorno del Ricordo, l’Amministrazione Comunale continua a ignorare, nelle cerimonie ufficiali il Giardino Vittime delle Foibe, l’area verde dell’ ex Piazzale Carso, contigua idealmente e territorialmente a Viale Trieste, Via Monfalcone, Via Pola, Via Fiume, Viale Nazario Sauro, l’Eroe Medaglia d’Oro, Martire di Capodistria, la cui intitolazione fu approvata dal Consiglio Comunale nel 2004, 12 anni orsono.
Chiedo, allora, al Sindaco Gnassi per quali ragioni l’Amministrazione Comunale non ritiene doveroso deporre almeno una corona di alloro a nome della Città di Rimini su quella targa Giardino Vittime delle Foibe che non può essere ridotta a un semplice segnale stradale nella toponomastica.
Spero, dopo 70 anni, siano superate definitivamente quelle riserve ideologiche e di partito che per 9 mesi nel 2004 in Consiglio Comunale impedirono in tutti i modi la discussione di quell’odg, presentato dal sottoscritto, per l’intitolazione del Giardino alle Vittime delle Foibe, e che poi ritardarono per 4 anni successivi l’applicazione della Delibera approvata e l’installazione della Targa.
E’ un dovere della Città di Rimini rispettare e onorare le migliaia di Martiri delle Foibe.
Ponte di Tiberio: in Commissione Consigliare la mozione del Consigliere Renzi per ripristinare un flusso d'acqua dal deviatore del Marecchia contro l'inutile e costoso "canale marino" dell'amministrazione Gnassi.
23/01/2017
1) Il ripristino di un flusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia, che sostengo da 20 anni ,consentirebbe la circolazione, il ricambio, la spinta, l’ ossigenazione delle acque nel bacino del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.
2) Al contrario Il nuovo progetto dell’Amministrazione Comunale “ Un mare lungo un miglio”, con la realizzazione di un canale marino sinuoso dal bacino del Ponte di Tiberio al Deviatore con l’acqua proveniente dal mare a seconda delle maree ( influsso inesistente e a secco durante le basse maree), continuerebbe la stagnazione delle acque.
3) Occorre quindi, dopo tanti studi, realizzare il progetto idraulico dello scorrimento naturale e continuo delle acque dal Marecchia attraverso il Parco, al Ponte, al Porto Canale , fino allo sbocco in mare, elaborato da Alpina Acque e a disposizione della Amministrazione Comunale dal 2006, da dieci anni, supportato da studi e ricerche.
4) Sottolineo che l’Amministrazione Gnassi non ha dato seguito alla realizzazione del Progetto di Alpina Acque chiesto con una mozione del sottoscritto approvata all’unanimità il 13.9.2012 dal Consiglio Comunale.
5) E’ prioritario definire e realizzare la sistemazione idraulica del Parco, Ponte e Porto per ricreare l’equilibrio ambientale e paesaggistico del Ponte di Tiberio che per 2000 anni ha visto scorrere sotto le sue arcate le acque del Marecchia, prima degli interventi di facciata con le passerelle e il ponte galleggiante.
Anche le mareggiate "bocciano" il progetto "Parco del Mare".
18/01/2017
La tempesta di vento di questi giorni ha confermato le criticità da noi denunciate in diverse occasioni del progetto “ Parco del Mare “.
1. L’abbassamento della quota del lungomare prevista a livello del piano spiaggia si dimostra una scelta tecnicamente sbagliata che peggiora senza dubbio la situazione esistente, già in crisi dinnanzi alle tempeste di vento e alle mareggiate di queste ore.
2. La realizzazione delle dune artificiali, oltre ad essere improponibili durante la stagione balneare, per l’azione del vento aumenterà il trasporto della sabbia sul lungomare;
3. Il Parco del Mare non prevede inoltre sistemi di difesa del litorale, costringendo a ricorrere alle solite lamiere arrugginite che degradano la spiaggia da 70 anni;
A differenza del Parco del Mare, il nostro progetto, elaborato dall’Arch. Taron Mussoni, che sosteniamo da un anno, con il rialzo della quota del Lungomare, non solo consente la vista del mare e della spiaggia, ma favorisce anche la difesa del lungomare della città dalle mareggiate e dalle tempeste di sabbia.
A conferma di ciò, basta vedere come l’attuale quota rialzata del Lungomare a sud di Piazzale Kennedy non presenti gli accumuli di sabbia sul marciapiede e sulla strada del lungomare.
Nella nostra proposta sono inoltre previste nuove difese e barriere per tutelare le attività del lungomare.
Invitiamo, pertanto, il Sindaco Gnassi ad essere più “umile” per consentire una necessaria riflessione ed un proficuo confronto sui limiti del suo Parco del Mare, per fare tesoro degli avvertimenti atmosferici ed evitare futuri danni alla città.
Si potrà dire: Sindaco avvisato. Lungomare salvato ?.....
Gnassi ripristini le "barriere anti sabbia" sul lungomare per non "buttare al vento" altri soldi dei cittadini.
07/01/2017
Il forte vento dal mare di questi giorni ha trasportato, regolarmente, la sabbia della spiaggia sulle aiuole, sui marciapiedi, sulla pista ciclabile e sulla strada del lungomare.
I cumuli di sabbia, come sempre, danneggiano le aiuole, non consentono il passaggio ai pedoni, alle carrozzelle dei disabili, ai ciclisti, e per la ripulitura il Comune chiama gli operai di Anthea che vengono pagati con i soldi pubblici.
Continuo a chiedere al Sindaco Gnassi, dopo la mancata risposta all’interrogazione consigliare del 21.12.2015, se non sia ragionevole prevenire e/o impedire che la sabbia trasportata dal vento invada il lungomare, ripristinando le barriere o paratie di legno a ridosso della siepe di pitosforo e degli accessi in spiaggia, come avveniva fino ad anni addietro, risparmiando così nella spesa pubblica. E’ incomprensibile, infatti, ogni volta che soffia il vento dal mare ripetere gli stessi lavori di ripulitura dei cumuli di sabbia che soprattutto danneggiano le aiuole del lungomare e richiedono una non facile manutenzione di ripristino o addirittura la ripiantumazione con i relativi costi.
A meno che il Sindaco Gnassi, dopo la rimozione delle barrere anti sabbia non voglia continuare a “buttare al vento” altri soldi dei cittadini.
Salvaguardare il Presepe natalizio in tutte le scuole elementari comunali di Rimini.
16/12/2016
Abbiamo appreso che per la Festa di Natale in qualche Scuola Elementare del Comune di Rimini vi sarebbero state alcune insegnanti che ritenevano inopportuno allestire il Presepe natalizio per non urtare la sensibilità degli immigrati che professano altre religioni.
Poichè riteniamo che il Presepe faccia parte della nostra tradizione storica e culturale e della identità del popolo italiano che va salvaguardata, abbiamo chiesto ieri sera con una interrogazione consigliare al Sindaco:
1) Se vi siano state Scuole Elementari del Comune di Rimini dove il Presepe non sia stato allestito o vi siano stati “problemi” a realizzarlo da parte degli insegnanti per la presenza di immigrati con altre fedi religiose;
2) Se l’Amministrazione Comunale condivida che il Presepe faccia parte della tradizione storica e culturale del nostro popolo e che vada salvaguardata.
3) Se in tutte le strutture del Comune, Asili Nido, Scuole dell’Infanzia, Scuole Elementari, non sia educativa e da sostenere la presenza del Presepe.
Ha risposto l’Ass. Morolli sottolineando l’autonomia didattica delle Scuole Elementari, ma che si informerà in merito, con rassicurazioni per gli Asili Nido e per le Scuole d’Infanzia del Comune.
Piano degli investimenti del Comune di Rimini: si continuano ad approvare progetti costosi e sbagliati.
13/12/2016
Durante l’esame del Piano Triennale 2017-2019 degli Investimenti nella Commissione Consigliare di questa mattina abbiamo sottolineato la scarsa concretezza e la problematicità del Parco del Mare anche sotto l’aspetto economico finanziario.
Dinnanzi alla spesa complessiva a carico del Comune di 40 milioni di euro, che rappresenta la minima parte del costo dell’intero Parco del Mare ( la restante parte, più dei 2/3, rimane a carico dei soggetti privati interessati) l’Amministrazione Comunale prevede di reperire 17.743.000 euro sia nel 2018 che nel 2019, per un totale di 35 milioni di euro, confidando per almeno il 50% sui Fondi Europei che non sono assolutamente certi e senza neppure avere ancora presentato alla Regione, la formale richiesta con il relativo progetto.
Oltre alle criticità già denunciate ( mancanza della vista della spiaggia e del mare, insufficienza dei parcheggi, nessuna difesa dalle mareggiate ) non vi sono quindi neppure le disponibilità di risorse finanziarie certe sia pubbliche che dei soggetti privati, di cui non si conoscono le proposte.
Un altro intervento previsto nel 2018 del Piano degli Investimenti al quale siamo nettamente contrari è il progetto “ Un mare lungo un miglio” opera di un Dottore in Scienze Ambientali e Artista che comporta una spesa di 800.000 euro.
Consiste nella realizzazione di un canale sinuoso dal Ponte di Tiberio al Deviatore Marecchia con l’acqua proveniente dal mare che non consentirà una adeguata movimentazione delle acque ma piuttosto peggiorerà l’attuale situazione di acque melmose e maleodoranti nel bacino del Ponte e del Porto Canale.
Un progetto totalmente opposto a quello approvato dal Consiglio Comunale il 13.9.2012 con la Mozione del Sottoscritto che prevedeva il ripristino di un afflusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia fino al Ponte di Tiberio che avrebbe garantito un effettivo ricambio idrico delle acque nell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.
Non è bastato lo smantellamento della “diga mobile” nel 2009, per quale ci siamo battuti per 10 anni, un fallimento progettuale costato circa 10 miliardi di lire, eppure si continuano ad approvare e a spendere i soldi pubblici in progetti insostenibili.
Con le tre costose (17 milioni di euro) condotte sottomarine di Piazzale Kennedy continuano gli scarichi fognari in mare!
07/12/2016
In Piazzale Kenndy sono in corso i lavori del progetto “Vasche di laminazione” nell’ambito del Piano di salvaguardia della Balneazione che comporta una spesa di 30 milioni di euro, finanziata dallo Stato per 8.800.000 euro e dal Comune per 18.200.000 euro, riguardanti la realizzazione di una vasca di prima pioggia di 13.000 mc per inviare al depuratore le acque di prima pioggia e di una vasca di laminazione di 22.000 mc. alimentata dalla vasca di prima pioggia per portare le acque meteoriche al depuratore e/o allo scarico in mare.
E’ prevista, inoltre, la realizzazione di un “torrino di carico” alto 8,30 m. alimentato dalla vasca di laminazione che scarica in mare le acque tramite tre condotte sottomarine della lunghezza di 1 km. che comportano una spesa di 17 milioni di euro, senza vericare se le acque reflue e meteoriche scaricate in mare, sono trasportate dalle correnti verso la spiaggia con pericolo per la balneazione.
Per porre fine a questa reticenza, con una mozione presentata ieri sera in Consiglio Comunale, ho chiesto che l’Amministrazione Comunale fornisca i necessari chiarimenti e le dovute giustificazioni tecniche sulla realizzazione del “ torrino di carico” e delle “ tre condotte sottomarine” che oltre alla spesa ingente non risolvono il problema degli scarichi a mare.
Sostengo che è doverosa e necessaria la valutazione di impatto ambientale per gli scarichi delle tre condotte sottomarine ad 1 km dalla costa sulla balneazione. La stessa spesa di 17 milioni di euro per la realizzazione delle tre condotte sottomarine risulterebbe ancora senza copertura finanziaria.
Aggiungo, se non era opportuno posticipare il “tombinamento” dell’Ausa tratto spiaggia, visto che le attività di scavo e la demolizione del Ponte Ausa sul lungomare hanno distrutto anche parte della passeggiata pedonale realizzata appena sei mesi orsono, in occasione delle elezioni comunali, con la spesa di 1.720.000 euro, al fine di evitare lo spreco di denaro pubblico.
Infine, considerato che con l’insediamento del cantiere di Piazzale Kennedy è stata modificata la viabilità veicolare da Piazza Tripoli verso Marina Centro , con difficoltà per i pedoni sul lungomare, se non sia opportuno predisporre subito un camminamento pedonale agevole e sicuro a mare del cantiere, rimuovendo gli ostacoli della attuale baraccopoli, per consentire ai riminesi e ai turisti, di camminare senza problemi sul lungomare.
Proposto il Regolamento per la Tutela e la Promozione dell'Identità di Rimini contro l'apertura dei negozi etnici. Recuperiamo l'identità riminese del Borgo Marina.
30/11/2016
La continua chiusura dei negozi e botteghe storiche ( 199 dal 1 Gennaio al 30.11.2016 e un migliaio negli ultimi tre anni ) sotto il peso delle numerose e pesanti tasse (Irpef, Imu, Tari ) e degli alti costi di gestione ( affitti, personale) è seguita frequentemente dall’apertura di negozi etnici di basso livello che squalificano l’offerta commerciale e spesso non rispettano le regole.
A Rimini, il “subentro” e la “concentrazione” di queste attività ha causato lo snaturamento del Borgo Marina e sta degradando sempre più Marina Centro, il centro di Viserba e di Miramare.
Non si può continuare a concepire la regolamentazione del commercio solo in base alla libertà della concorrenza e del mercato in base alla Legge Bersani ma è necessario considerare oltre al degrado, la perdita della identità culturale delle vie e quartieri della nostra città.
Dinnanzi alla deregulation di Bersani che ha spalancato le porte ad un commercio dozzinale e squalificato, alcuni Comuni italiani come Firenze, Verona, Pistoia hanno reagito con l’approvazione di Regolamenti e Ordinanze per impedire l’apertura di Kerbab, mini market, bazar, phoner center, money transfer, per tutelare le attività tradizionali e l’identità delle città italiane.
Ora c’è anche il “Decreto Madia” che concede ai Comuni maggiori poteri per tutelare e valorizzare le aree urbane aventi valore storico, archeologico, artistico, paesaggistico.
Per questo, con una interrogazione trasformata in mozione presentata ieri sera in Consiglio Comunale, ho proposto che il Comune di Rimini approvi urgentemente il Regolamento per la Tutela e Promozione della Identità di Rimini vietando l’apertura di negozi etnici, quali Kebab, mini market, bazar, money transfer, phone center, nel Centro Storico, nei quattro Borghi storici di Rimini, Borgo Marina, Borgo San Giuliano, Borgo San Giovanni, Borgo Sant’Andrea, a Marina Centro, nel centro di Viserba e di Miramare.
Bisogna, inoltre, recuperare l’identità riminese del Borgo Marina, il più antico Borgo di Rimini, distribuendo la concentrazione delle attività economiche degli extra comunitari (attualmente 54 su un totale di 61!) sul territorio cittadino con agevolazioni mirate per ridurre l’effetto “ ghetto afro asiatico”.
Naturalmente, devono essere intensificati i controlli e le sanzioni a quelle numerose attività gestite soprattutto da extra comunitari molte delle quali non rispettano le regole come ad esempio il pagamento della Tari, la Cosap, la Addizionale Irpef.