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Restauro delle Mura Federiciane: proposte per l’adeguata riqualificazione e valorizzazione.
22/03/2024
L’Amministrazione Comunale ha annunciato l’inizio lavori del Restauro delle Mura Storiche da Porta Galliana a Corso Giovanni XXIII.
Un intervento necessario, chiesto e sollecitato dal sottoscritto dal 2018, con la presentazione di 3 interrogazioni e una mozione consigliare, dinnanzi allo stato di abbandono e degrado delle Mura, non contemplate nel progetto di recupero di Porta Galliana.
Ricordo che Porta Galliana faceva parte delle Mura costruite dall’Imperatore Federico II di Svevia tra il 1225 e il 1248, per difendere la città a est, sul lato mare.
Delle Mura Federiciane è rimasto solo il tratto, di un centinaio di metri, lungo via Bastioni Settentrionali, da Porta Galliana all’incrocio con Corso Giovanni XXIII.
Sulla cima delle Mura, costruite in laterizi, alte più di 5 metri, non sono più presenti i “merli”, in gran parte crollati per i terremoti, sostituiti nel Seicento e Settecento da un cordolo con blocchi di pietra calcare di San Marino.
Attualmente le mura si trovano in una situazione di precaria stabilità.
Nonostante la loro importanza storica, le Mura Federiciane sono state vittime dell’abbandono, dell’insipienza, dei crolli, di osceni rattoppi, e addirittura parzialmente demolite dalle Amministrazioni Comunali, per creare posti auto!
Per questo, dopo decenni di incuria e interventi degradanti, ho chiesto e propostoripetutamente al Sindaco, non solo il consolidamento e restauro delle Mura Federiciane, ma anche contestuali interventi di riqualificazione ambientale:
La realizzazione di una fascia di rispetto delle Mura, in pietra, ad uso pedonale, per consentire la visuale della cinta muraria, libera da parcheggi di auto e moto, che possono essere trasferiti sul lato opposto della strada;
Il rifacimento della pavimentazione di via Bastioni Settentrionali con materiali in “armonia” con le Mura Storiche della città, eliminando l’asfalto della strada adiacente;
La sostituzione dell’illuminazione pubblica “stile circonvallazione”, conlampioni e illuminazione adeguati alla valorizzazione delle Mura Storiche, come a Porta Galliana;
La demolizione della dismessa “centrale elettrica” di via Bastioni Settentrionali per migliorare l’immagine e il contesto ambientale della via.
I suddetti interventi di riqualificazione, dopo decenni di abbandono, sono essenziali, insieme al restauro, per l’adeguato recupero e la valorizzazione delle Mura Federiciane.
Parcheggi Scarpetti e Area Fox, dopo anni di attesa ancora nulla di realizzato: nel frattempo i negozi del Centro Storico chiudono!
15/03/2024
Per l’ennesima vota, ho sollecitato, in Consiglio Comunale, la realizzazione dei Parcheggi Scarpetti ed ex Area Fox, necessari per agevolare l’accessibilità al Centro Storico, e funzionali alla sopravvivenza delle attività economiche.
L’ampliamento del Parcheggio Scarpetti, piano terra e primo piano con 433 posti auto (+146 rispetto ai posti auto attualmente esistenti), dopo 13 anni dalla sottoscrizione della convenzione, non è ancora stato realizzato.
La convenzione stipulata il 26/05/2011 tra il Comune di Rimini e la società Parking Gest Srl, prevedeva, la realizzazioneentro due anni, in project financing, su aree di proprietà comunale, del Parcheggio multipiano Scarpetti, e del Parcheggio multipiano Flori (investimento di circa 8 milioni di euro per ciascun parcheggio).
L’Amministrazione Comunale, in seguito, ha messo in discussione quanto previsto dalla Convenzione, cioè la redazione del Piano-Sosta, e più in particolare il divieto della sosta nelle vie circostanti i due parcheggi, previsto per consentire il sostenibile rimborso degli investimenti.
Il mancato rispetto della Convenzione da parte del Comune di Rimini ha indotto Parking Gest, dopo l’inaugurazione nel 2014 del Parcheggio Flori con 245 posti auto, a non realizzare l’ampliamento del Parcheggio Scarpetti.
Da allora, sono incredibilmente trascorsi 10 anni senza nulla di fatto, che testimoniano l’inadempienza e inefficienza dell’Amministrazione Comunale; sono nuovamente a sollecitare l’aggiornamento della Convenzione, nella conciliazione tra interesse pubblico e privato, al fine di ottimizzare l’offerta complessiva della sosta di accesso al Centro Storico.
Il Parcheggio nell’area ex FOX Petroli, di 328 posti auto, a raso e interrato (in aumento di +200 posti auto rispetto agli attuali), era stato approvato e annunciato nel 2021, con Variante e Permesso di Costruire a favore della Soc. Coop, comprensiva della possibilità di realizzare un Supermercato di 1600mq.
Tale parcheggio doveva essere realizzato entro il 2022; l’Amministrazione ha risposto alle nostre interrogazioni, comunicando che i lavori sarebbero interrotti per problemi del soggetto attuatore con le ditte esecutrici, e nel frattempo è stato realizzato un parcheggio a raso di un centinaio di posti. I lavori dovrebbero riprendere, secondo quanto riferito, entro il 2024.
E’ un altro parcheggio, tante volte annunciato dall’Amministrazione Comunale e tanto atteso dalle attività economiche del Centro Storico. Preso atto che l’interesse pubblico risulta penalizzato, per i ritardi di realizzazione del parcheggio, non sembrerebbero emergere penali a carico del soggetto attuatore.
All’interno della stessa città pare di riscontrare anche un differente trattamento tra società attive nel medesimo settore della Grande Distribuzione Organizzata.
Il Centro Storico sta morendo: 150 i negozi attualmente chiusi, servono provvedimenti a sostegno del commercio Riminese!
09/03/2024
Come risulta dai dati della Camera di Commercio, nella Provincia di Rimini, nell’ultimo decennio, si è registrata la chiusura del 9,6% dei negozi al dettaglio, superiore alla media nazionale del 7,1%.
Le tipologie più colpite sono le edicole (-34%), i negozi di abbigliamento (-13%), i negozi di calzature (-24%), ed anche il commercio ambulante (-29%).
In particolare, nel Centro Storico di Rimini (dal Ponte di Tiberio all’Arco di Augusto, dalla via Roma ai Bastioni Meridionali e Settentrionali), attualmente, sono 150 i negozi chiusi, il 21%, su un totale di 680 locali esistenti.
Le cause principali della chiusura delle attività sono:
le numerose e pesanti tasse che gravano sui negozi (IRPEF, Addizionali IRPEF regionali e comunali, IMU, IRAP, TARI, IVA);
il caro affitti dei locali, che incide fino al 40% sui costi di gestione di ogni attività;
la carenza dei parcheggi, l’onerosità degli stessi, l’inadeguatezza del trasporto pubblico, le difficoltà di accesso al Centro Storico;
la concorrenza dei centri commerciali, più facilmente accessibili, con parcheggi gratuiti;
lo sviluppo crescente dell’e-commerce, per i mutati stili di consumo.
Le conseguenze sono:
la desertificazione del Centro Storico,luogo identitario della città, con il suo patrimonio storico e architettonico, punto di riferimento sociale, culturale, economico;
l’impoverimento dell’offerta commerciale, confermato dal trasferimento di negozi, tra cui importanti brand, nei centri commerciali;
la chiusura dei negozi, che si ripercuote anche sulla sicurezza dei cittadini, con strade deserte o meno frequentate;
la sostituzione etnica delle attività, con negozi gestiti da extra-comunitari, che snaturano zone sempre più estese della città (Borgo Marina, via Gambalunga, via Dante), che determinano perdita d’identità e di qualità dei prodotti e servizi.
Al fine di sostenere il commercio al dettaglio e contrastare l’impoverimento commerciale del Centro Storico, ho chiesto al Sindaco, in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale:
L’esenzione dell’addizionale IRPEF Comunale e la riduzione della TARI per i commercianti al dettaglio del Centro Storico;
L’esenzione COSAP alle edicole, per l’occupazione del suolo pubblico;
Che il Comune di Rimini, chieda, tramite l’ANCI, il ripristino della Cedolare Secca sulle locazioni commerciali, al fine di incentivare o consentire ai proprietari di immobili di ridurre i canoni di affitto sui negozi;
Di realizzare nuovi parcheggi adiacenti al Centro Storico, ridurre le tariffe esistenti, prevedendo gratuità temporale con disco orario. Al riguardo, ho chiesto (senza aver avuto riscontro) che fine hanno fatto: l’ampliamento del Parcheggio Scarpetti (previsti 146 posti auto in più) e la realizzazione del parcheggio multipiano di 330 posti auto nell’Area Fox.
Di promuovere l’accessibilità al Centro Storico con mezzi pubblici, leggeri, non inquinanti, per cittadini e turisti;
Di creare un Consorzio Pubblico-Privato per il Centro Storico, che coinvolga gli stakeholders (titolari di attività commerciali, residenti, proprietari di immobili, Amministratori Pubblici) per le campagne promozionali, organizzare eventi, valorizzare i Beni Culturali, migliorare l’arredo urbano, tutelare la sicurezza, pianificare l’accessibilità, ecc.
Dinnanzi all’abbandono di Marina Centro, le nostre proposte di riqualificazione: un Nuovo Kursaal e la Piattaforma sul mare.
02/03/2024
L’area del Grand Hotel, luogo storico e identitario del nostro turismo balneare, appare sempre più abbandonata.
Il progetto del Parco del Mare riguardante Parco Fellini, approvato dalla Giunta Comunale nel 2019, con la spesa di 41.000 euro, ha visto dar seguito solamente a pesanti “potature” degli alberi esistenti, che hanno “diradato” la vegetazione del Parco.
Nel 2022 era stato annunciato e approvato, dalla Giunta Comunale, un progetto di “rigenerazione e valorizzazione di Parco Fellini”, che prevedeva “la piantumazione di nuove alberature e la sostituzione delle superfici in asfalto”; a due anni di distanza, tale progetto non è stato finanziato dal PNRR e la riqualificazione è finita nel “dimenticatoio”.
Ricordo l’importanza storica di Parco Fellini, ex Parco dell’Indipendenza, dove sorse, nel 1843, ad opera dei Conti Baldini, il primo Stabilimento Balneare di Rimini, dotato di una Piattaforma in legno su palafitte con camerini e scalette per scendere in acqua.
Il Comune, nel 1869, rilevò lo stabilimento balneare dei Baldini, costruì tra il 1870-1873 il maestoso Kursaal e rinnovò la Piattaforma, installata da maggio a ottobre, per gli appuntamenti giornalieri e i concertini dei villeggianti, all’ombra delle ampie tende della famosa capanna “cinese”.
Nel 1948 il Kursaal, ritrovo della vita mondana e balneare, venne barbaramente demolito e oggi,nel cuore di Marina Centro si evidenzia un enorme “vuoto”, rappresentato dallo “stradone” centrale in asfalto del Parco e dalla Rotonda desolata e malcurata al cospetto del Grand Hotel.
Per queste ragioni, nell’ultimo Consiglio Comunale, ho chiesto al Sindaco:
Di dar seguito urgentemente alla rigenerazione e valorizzazione di Parco Fellini, con la sostituzione delle superfici in asfalto, la piantumazione e la cura delle alberature, delle siepi, del prato, dando seguito a un restyling complessivo, adeguato al contesto, ricorrendo a mezzi finanziari propri, o alternativi al PNRR (indisponibile);
Di bandire un concorso internazionale di idee, per la progettazione e realizzazione di un Nuovo Kursaal, quale edificio polifunzionale, fruibile per eventi culturali, concerti, esposizioni, incontri, feste, dotato di servizi, e aree ristoro, capace di attrarre visitatori, turisti e ridare nuova vita a Marina Centro, a tutta Rimini, nel rispetto dell’identità storica, ma con una visione futurista;
La realizzazione, nell’ambito di nuovi “varchi” del Piano Spiaggia del Pontile e della storica Piattaforma sul mare, anch’essa dotata di servizi per l’accoglienza dei bagnanti, cittadini e turisti.
Queste le proposte per la riqualificazione di Marina Centro, coerente con l’identità, la storia e la cultura balneare di Rimini.
Valorizziamo la nostra storia balneare: realizziamo il Museo del Turismo Riminese nella Palazzina Roma!
23/02/2024
Nel dibattito, sul turismo, intrattenuto nell’ultimo Consiglio Comunale, tra le sollecitazioni culturali all’Amministrazione, quali “la valorizzazione dell’Anfiteatro Romano con la ripresa della campagna di scavi”, “la ricostruzione filologica di Palazzo Lettimi”, ho riproposto la creazione del Museo del Turismo Riminese, tutt’ora inesistente.
Più in particolare, ho chiesto di realizzare il Museo del Turismo Riminese, utilizzando l’ampia superficie di 678 mq, al terzo piano della Palazzina Roma, in stato di abbandono da 20 anni.
Purtroppo, il Sindaco, continua a non esprimersi in merito, dal 2021 ad oggi, nonostante la presentazione di tre interrogazioni e un emendamento al Bilancio (DUP 2024-2026).
La Palazzina Roma, attuale sede del Palazzo del Turismo, è un edificio di importanza storico-culturale, di proprietà del Comune, costruito nel 1863 ad uso albergo, nell’ex Parco dell’Indipendenza, ora Parco Fellini, dove sorse nel 1872 il Kursaal e il Grand Hotel, inaugurato nel 1908.
La proposta di creare il Museo del Turismo Riminese, proprio nel suo luogo di origine, dove nacque nel 1843 il primo stabilimento balneare di Rimini, è possibile,ristrutturando e rendendo fruibile, l’intero terzo piano, allo stato grezzo, inutilizzato della Palazzina Roma, da cui si gode una stupenda vista panoramica sulla spiaggia e sul mare.
La spesa di trasformazione del terzo piano, potrebbe essere sostenuta tramite un mutuo, rimborsabile con i circa 200.000 euro annui incassati dagli affitti di APT Servizi Regione Emilia Romagna e Visit Romagna, che occupano rispettivamente il secondo piano e metà del primo.
Anche il Presidente del Comitato Promotore di Rimini Capitale Italiana della cultura 2026, Dott. Giorgio Tonelli, durante l’incontro nella Commissione Consigliare Cultura, del 02/08/2023, aveva espresso il compiacimento per questa proposta di realizzare il Museo del turismo Riminese nella Palazzina Roma.
Richiamo l’attenzione dell’Amministrazione Comunale, per questa opportunità di recuperare, valorizzare, le testimonianze di quasi due secoli della nostra storia balneare,riqualificando al contempo, con la necessaria manutenzione, l’immagine del Palazzo del Turismo Riminese: un bene dichiarato dalla Soprintendenza Regionale di “interesse particolarmente importante”.
Il “fallimento”, annunciato, della Casa dei Matrimoni di Piazzale Boscovich, riconvertita in attività pubbliche compatibili.
17/02/2024
Il Consiglio Comunale ha approvato ieri sera, in base al nuovo Regolamento sulla gestione condivisa dei beni di proprietà comunale, la riconversione dell’utilizzo della “Casa dei Matrimoni” sul porto di Rimini.
Oltre all’utilizzo istituzionale, la struttura potrà essere affidata a soggetti terzi per attività pubbliche, organizzate sull’area del porto e della vicina spiaggia libera, in cambio dei compiti di vigilanza, presidio, pulizia e manutenzione ordinaria.
E’ la presa d’atto, del “fallimento”, acclarato, della Casa dei Matrimoni di Piazzale Boscovich, che nonostante la propaganda e la promozione turistica, non è luogo appetibile per celebrare matrimoni, riscontrata l’assenza sostanziale di richieste.
Possiamo affermare che le ragioni espresse fin dall’inizio, nel 2015, in Consiglio Comunale, contro il progetto e la sua realizzazione, a tutela dei risparmi dei contribuenti, avevano fondamento.
Ricordo che l’Amministrazione Comunale ha speso 200.000 euro per il manufatto di circa 30 mq, con servizio igienico al suo interno, e la pedana in legno di circa 220 mq sulla duna adiacente, più altri 18.000 euro per la tensostruttura a vela per la copertura della pedana.
La struttura, con un “design” più simile ad una “biglietteria”, si è dimostrata poco funzionale e accogliente per i matrimoni.
In alternativa, al progetto “infelice” di Piazzale Boscovich e per risparmiare 220.000 euro, avevo avanzato, in Consiglio Comunale, la proposta di celebrare i matrimoni nel Giardino del Grand Hotel, location più adatta e qualificante.
L’Amministrazione Comunale, aveva respinto la mia proposta, dicendo che era impossibile, salvo, poi, realizzarla due anni dopo, nell’ottobre 2017.
Speriamo, ora, che la cosiddetta Casa dei Matrimoni, dopo i tanti soldi pubblici spesi, possa essere funzionale per attività pubbliche compatibili; auspichiamo che gli errori non vengano ripetuti, l’Amministrazione presti più attenzione alla gestione della spesa pubblica e ascolto alle proposte dei Consiglieri di opposizione.
Borgo Marina: il distributore automatico H24 di bevande, inopportuno per ragioni di ordine pubblico e degrado
13/02/2024
Quattro anni fa, aprile 2020, nel Borgo Marina, in un piccolo negozio di Corso Giovanni XXIII (angolo viale della Stazione), è stato avviato undistributore automatico H24 di caffè e bevande, senza la presenza di responsabili.
Come avevamo subito evidenziato, con due interrogazioni al Sindaco in Consiglio Comunale, non era opportuno, consentire l’apertura di tale attività, fruibile giorno e notte, nel Borgo Marina, dove sono perduranti i problemi di ordine pubblico, dovuti: allo spaccio della droga, alla prostituzione, agli irregolari di ogni genere.
Il distributore automatico, infatti, è diventato punto di riferimento per spacciatori di droga, e “sbandati” della città, con ulteriore aggravio di degrado e dei problemi di ordine pubblico:
-sono frequenti le risse tra i “clienti” del distributore;
-la puzza del fumo di “marijuana” rende irrespirabile l’aria nelle adiacenze del locale, con impossibilità di poter aprire le finestre per i residenti delle abitazioni limitrofe;
-i rifiuti (bicchieri, cucchiaini, bottiglie, lattine) vengono gettati per terra;
-molti frequentatori (per lo più immigrati africani), “bivaccano”, sputano saliva sul marciapiede e alcuni addirittura urinano dinnanzi agli ingressi delle abitazioni, senza il minimo rispetto per residenti e passanti.
Per questo, con l’interrogazione consigliare di giovedì scorso, ho chiesto al Sindaco di adottare i seguenti provvedimenti:
L’adeguamento ed utilizzo della video sorveglianza, necessaria per controllare e sanare questa situazione di degrado e insicurezza sociale;
L’utilizzo delle unità cinofile per contrastare efficacemente lo spaccio di droga e individuare i responsabili;
Sia richiamata l’attenzione del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, sul Borgo Marina, al fine di attivare tutte le azioni per il rispetto della legalità e della convivenza, con l’impiego della Polizia Locale in coordinamento con le Forze dell’Ordine;
Per ragioni di ordine pubblico e di vivibilità urbana, il Sindaco disponga la chiusura del suddetto Distributore Automatico, nel Borgo Marina; come già effettuato dal Sindaco di Ravenna con l’Ordinanza del 04/02/2019 (la cui legittimità è stata confermata dal Tar dell’Emilia-Romagna) sul divieto di installazione di un analogo distributore automatico nella zona della Stazione di Ravenna, motivata dai medesimi problemi di contrasto al degrado e ripristino dell’ordine pubblico.
La scoperta dell’Anfiteatro Romano di Volterra sia esempio per Rimini candidata a Capitale Italiana della cultura.
05/02/2024
E’ avvincente la storia dell’Anfiteatro Romano di Volterra: soprannominato “l’Anfiteatro che non c’era”, perché nessuna fonte storica ne faceva cenno e nulla faceva ipotizzare che, a Volterra, sotto una collina verde da quasi 2000 anni, ci fosse un Anfiteatro Romano.
E’ stato scoperto casualmente nell’estate del 2015, durante lavori di ripristino idrogeologico, con il rinvenimento di un muro curvo.
Grazie ai primi sondaggi e agli scavi, tutt’ora in corso, è stata programmata la ricostruzione storica del monumento: la scoperta è stata definita straordinaria, con rilevante eco mediatico.
L’Anfiteatro risale al I Secolo d.C, le sue dimensioni sono di 82 metri l’asse maggiore e 65 metri l’asse minore, la cavea con tre ordini di gradinate capace di accogliere 10.000 spettatori.
Fino ad oggi, sono state condotte 7 campagne di scavi, con l’ultima avviata nel mese scorso, che entro due anni, porteranno alla luce, il monumento nel suo complesso.
E’ stata aperta anche una pagina Facebook, “l’anfiteatro che non c’era”,per consentire a tutti di seguire, passo dopo passo, i ritrovamenti e la valorizzazione.
Lo scavo, il restauro e la valorizzazione dell’Anfiteatro Romano di Volterra, sono stati sostenuti dai finanziamenti degli Enti locali per circa 1 milione e mezzo di euro e del Ministero della Cultura per 7,5 milioni di euro.
L’entusiasmante scoperta e valorizzazione, in dieci anni, dell’Anfiteatro Romano di Volterra, rende ancor più ingiustificabile lo stato dell’Anfiteatro di Rimini, la cui riscoperta è “negata” da 80 anni.
L’Anfiteatro Romano di Rimini, risale al II secolo d.C. con l’asse maggiore di m.117 e il minore di m.88, capace di accogliere 10.000-12.000 persone, è statoscoperto nei sondaggi del 1843-44 dello storico riminese Luigi Tonini, e riportato parzialmente alla luce, con la campagna di scavi svoltasi dal 1926 al 1939 sotto la Direzione del Soprintendente alle Antichità, Salvatore Aurigemma.
Dopo i bombardamenti del novembre 1943, distruttori delle arcate restaurate, nel 1946, sopra l’Anfiteatro romano, si è insediato l’Asilo Svizzero (Ceis) con 13 capanne il cui collocamento doveva essere “temporaneo”; nei decenni successivi, sono stati costruiti edifici addirittura in muratura, inammissibili e incompatibili con i vincoli del 1913 e del 1914 di tutela dell’area archeologica.
Le Amministrazioni Comunali, non hanno mai rispettato gli impegni assunti nel 1946 di liberare l’area archeologica dell’Anfiteatro, né hanno adempiuto allereiterate richieste delle Soprintendenze di trasferire il Ceis in un’area idonea, per consentire il recupero e la valorizzazione dell’Anfiteatro Romano.
Non sono state attuate neppure le previsioni degli strumenti urbanistici PSC-RUE e del Piano Strategico che stabiliscono per l’Anfiteatro ”il completamento degli scavi e la valorizzazione dei resti archeologici di epoca Romana, attraverso la demolizione degli edifici sovrastanti”.
Dopo 80 anni di preclusione ideologica da parte delle amministrazioni di centrosinistra, in cui hanno fatto eco solo dichiarazioni negazioniste: “sotto il Ceis non c’è nulla”, “il Ceis non si tocca”; aspettiamo che siano effettuati i sondaggi,annunciati, un anno fa, dal Sindaco, d’intesa con la Soprintendenza, per verificare che sotto il Ceis, l’Anfiteatro Romano c’è!
Per coerenza con la candidatura di Rimini a Capitale Italiana della cultura 2026, è ora di ripartire dagli scavi di Aurigemma, scoprire finalmente i resti archeologici sovrastati dal Ceis e la dimensione della struttura originaria dell’Anfiteatro Romano, per consentire a Riminesi e turisti la conoscenza e fruibilità pubblica del Monumento d’importanza storica, con potenziale richiamo internazionale.
Palazzo Lettimi: dopo 80 anni è necessaria la ricostruzione filologica e una destinazione compatibile!
22/01/2024
Il Palazzo Lettimi, uno dei palazzi più belli d’epoca rinascimentale, risalente al 1508, donato da Giovanni Lettimi, nel 1902, al Comune di Rimini, continua ad essere trattato come un rudere, in uno stato di crescente degrado, nel cuore della città.
Non sono bastate le distruzioni dei bombardamenti del 28 Dicembre 1943, a cui sono seguite le demolizionidei muri del Palazzo, disposte fino agli anni 70 dalle Amministrazioni Comunali, invece di consolidarli,recuperarli,salvarli, e 50 anni di abbandono e incuria.
Tra distruzioni e degrado, l’unica presenza degna di nota, fu l’insediamento nel cortile del Palazzo, del laboratorio dello scultore Elio Morri, fino alla sua scomparsa nel 1992.
Le condizioni dei resti del Palazzo oggi sono disastrose: i muriinvasi dalla vegetazione spontanea, a rischio crolli; le tre finestre superstiti con cornici marmoree e sculture di delfini, segnate dalle rotture; il portale che era costituito da 24 formelle, in pietra d’Istria a punta di diamante, con scolpita la rosa malatestiana, risulta mancante di 6 formelle;il portone ligneo è malridotto.
La Soprintendenza ha sollecitato, per decenni, il Comune di Rimini ad elaborare un progetto di consolidamento, restauro e salvaguardia di quanto rimaneva di Palazzo Lettimi, senza mai ricevere risposte.
Per questo, nel dicembre scorso, in continuità con interrogazioni e mozioni presentate dal 2015, con un emendamento al Bilancio 2024-2026, ho chiesto:
la ricostruzione filologica di Palazzo Lettimi, come avvenuto con il Teatro Galli, essendo disponibili, tavole, planimetrie, foto d’epoca, reperti originari conservati nel Museo Civico;
la destinazione a biblioteca universitaria, con sale per conferenze, esposizioni, eventi culturali, compatibile con la storia di Palazzo Lettimi.
L’Amministrazione Comunale ha respinto la mia proposta di emendamento, ipotizzando la “sistemazione” dell’area esterna di Palazzo Lettimi, per riaprirla al pubblico nell’estate 2024, come già sperimentato, negativamente, una decina d’anni fa, con il “giardino degli aromi” (che ricordiamo: fu chiuso perché divenuto una sorta di “latrina” a cielo aperto).
Dopo 80 anni di distruzioni e degrado, invece di un intervento precario,è necessaria la ricostruzione filologica di Palazzo Lettimi, per ridare vita a un luogo identitario della cultura, con la sua storia bimillenaria: dall’epoca romana, al Rinascimento e al Novecento.
Al di là di annunci e comunicati stampa, compiuti dall’Amministrazione Comunale, la candidatura di Rimini a capitale della cultura Italiana 2026, deve trovare coerenza con investimenti e interventi funzionali alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale della città.
No agli aumenti sproporzionati delle retribuzioni degli Amministratori Comunali.
11/01/2024
Con l’anno 2024 entra a regime l’aumento sproporzionato delle indennità di funzione a sindaci, vicesindaci, assessori, e presidenti dei consigli comunali, approvato con la Legge di Bilancio del 30.12.21 dal Governo Draghi.
A Rimini l’importo annuo della indennità del Sindaco aumenta da 68.717,52 euro a 132.480,00 euro, mensilmente da 5.726,46 euro a 11.040,00 euro.
Così aumentano le altre indennità, in proporzione a quella del Sindaco:
1) per la Vice Sindaco, nella misura del 75%, dall’importo annuo di 51.538,20 euro a 99.360,00 euro; mensile da 4.294,85 euro a 8.280,00 euro;
2) per gli Assessori (8) e la Presidente del Consiglio Comunale, nella misura del 60%, dall’importo annuo di 41.230,68 a 79.488,00 euro; mensile da 3.435,89 euro a 6.624,00 euro.
L’ammontare complessivo (79.488 x 9) è di 685.392,00 euro annui (ex 371.076,12 euro).
La somma totale degli aumenti di Sindaco, Vice-Sindaco, Assessori e Presidente del Consiglio, registra un significativo incremento da euro 491.331,00 a euro 917.232,00.
Lo Stato, ha stanziato per la copertura finanziaria di questi aumenti delle indennità, 100 milioni di euro nel 2022, 150 milioni di euro nel 2023, e 220 milioni di euro a decorrere dal 2024.
Una spesa pubblica incomprensibile e incompatibile con il Bilancio dello Stato che poi taglia 200 milioni annui ai Comuni, nel quinquennio 2024-2028, lamentati dai nostri Amministratori Comunali.
Una legge incomprensibile, fuori dalla realtà, da modificare, che crea privilegi per gli Amministratori comunali con aumenti sproporzianati delle loro indennità, nonostante il Debito Pubblico di 2.900 miliardi e una pressione fiscale del 43% che grava sui cittadini.