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Chiudere urgentemente il distributore automatico nel Borgo Marina: il degrado urbano e i problemi di ordine pubblico, continuano ad aggravarsi!
11/07/2024
Sono a dover portare l’attenzione sull’ulteriore peggioramento, nel Borgo Marina, delle problematiche di ordine pubblico e degrado urbano, registrate in prossimità del distributore automatico di caffè e bevande, aperto giorno e notte, senza la presenza di responsabili (in un negozio sito in Corso Giovanni XXIII, n.126).
Il “distributore automatico” è diventato ritrovo per spacciatori di droga, per immigrati che “bivaccano”, e per sbandati,senza alcun rispetto delle regole della convivenza.
Si registrano: spaccio di droga, esalazioni da fumo di marijuana, sputi sul marciapiede, rifiuti gettati per terra (bicchieri, lattine, bottiglie), bisogni corporali a cielo aperto, ora perfino persone che dormono su cartoni, o materassi adagiati sulle soglie dei negozi (all’angolo tra Corso Giovanni XXIII e via Ravegnani).
Condizioni di degrado estremo, sempre di più incompatibili con la vivibilità dei residenti, il transito dei passanti e con le attività dei negozianti (anche i negozianti bengalesi lamentano disgustati tali episodi).
Con ripetute interrogazioni al Sindaco, dal 2020, ho chiesto la chiusura dell’inopportuno distributore automatico nel Borgo Marina, oltre a sollecitare interventi e la presenza della Polizia Locale e delle Forze dell’Ordine per la vigilanza e il rispetto della legalità.
Nessun risultato!
Deve ancora realizzarsi, l’adeguamento della video sorveglianza (più volte richiesta) per tenere sotto controllo questa situazione di degrado e insicurezza sociale, nonostante i ripetuti annunci (da due anni) dell’Amministrazione Comunale.
L’ invocato impiego delle unità cinofile, funzionale a contrastare gli spacciatori di droga e trovare le sostanze stupefacenti, non ha neppure avuto risposta.
Dinnanzi al degrado crescente, continuiamo a chiedere al Sindaco, per ragioni di ordine pubblico e di vivibilità, la chiusura del distributore automatico nel Borgo Marina.
Provvedimento di chiusura già adottato, dimostrandone la fattibilità, dal Sindaco di Ravennacon l’Ordinanza del 04/02/2019, confermata dal TAR,relativamente alla chiusura di un analogo distributore Automatico nella ziona della Stazione di Ravenna, per contrastare il degrado e favorire la riqualificazione.
Ma per essere ascoltati dal Sindaco Sadegholvaad, lo stesso che raccoglie le firme per la sicurezza urbana, cos’altro deve succedere nel Borgo Marina?
No alla costruzione della Stazione di ricarica autobus elettrici davanti all’Anfiteatro romano.
03/07/2024
Dinnanzi all’ingresso dell’Anfiteatro romano è in corso di realizzazione una “Stazione di ricarica degli autobus elettrici del trasporto pubblico “di Rimini,
Il Committente lavori è Start Romagna di Rimini, in base all’autorizzazione della Conferenza dei Servizi e al parere positivo dell’Ufficio Verde Pubblico el Comune di Rimini.
L’intervento riguarda l’installazione di un manufatto alto circa 3 metri sopra su una platea di cemento armato( una fondazione di ferro e cemento) di circa 20 metri di lunghezza e circa 4 metri di larghezza, una “barriera” di “cabine elettriche”, senza rispetto per l’ingresso dell’Anfiteatro e dell’area archeologica.
Ricordo di avere promosso con interrogazioni e mozioni, nel 2001, la demolizione dell’Autolavaggio e della Stazione carburanti Esso, antistanti l’Anfiteatro sulla Via Roma e sostenuto l’acquisizione al Patrimonio del Comune dei due terreni interessati, di proprietà privata, proprio per liberare l’ingresso e la vista dell’Anfiteatro.
Perciò è irragionevole, dopo le suddette demolizioni e i soldi pubblici spesi ( allora 310 milioni di lire) per l’acquisto dei terreni e le dismissioni delle attività insistenti, che il Comune, possa oggi autorizzare o consentire una invasiva “Stazione di ricarica di autobus elettrici ”, incompatibile nell’area dell’Anfiteatro.
Neppure l’esame del progetto può ridursi al parere positivo condizionato dell’Ufficio Verde Pubblico del Comune, riguardante gli scavi per realizzare la “platea di cemento armato” adiacente agli alberi, a salvaguardia delle radici e della stabilità delle piante.
Non sappiamo se la Soprintendenza è stata interessata e quale sia il suo parere per la realizzazione di questa opera nell’area archeologica a pochi metri dall’ingresso dell’Anfiteatro romano .
Perciò, con l’interrogazione al Sindaco di questa sera, chiediamo di conoscere il progetto di fattibilità tecnica ed economica, i verbali delle Conferenze dei Servizi svolte e le autorizzazioni rilasciate.
Sosteniamo, che l’Amministrazione Comunale debba intervenire per impedire la realizzazione di questa “Stazione di servizio degli autobus elettrici” incompatibile davanti all’ingresso dell’Anfiteatro romano, ripristinando la banchina esistente per la fermata autobus “Anfiteatro”.
Cogliamo l’occasione per fare presente all’Amministrazione Comunale l’opportunità di acquistare il relitto di terreno adiacente, recintato e non utilizzato, tramite una trattativa bonaria con i soggetti proprietari privati.
Infine, sempre per la valorizzazione dell’Anfiteatro, chiediamo al Sindaco, come ha promesso in Consiglio Comunale il 23 Febbraio 2023, se ha contattato la Soprintendenza per effettuare i “sondaggi” al fine di verificare personalmente l’esistenza dei resti archeologici dell’Anfiteatro romano e quando verranno effettuati, per procedere alla riscoperta dell’intero Anfiteatro romano.
Ritardi e responsabilità dell’Amministrazione Comunale nella predisposizione di un parcheggio per moto, alternativo alla chiusura di piazza Marvelli.
27/06/2024
Sabato 15 e Domenica 16 Giugno, il Parco del Mare a ridosso di Piazza Marvelli, è stato invaso da centinaia di scooter e moto parcheggiati, a seguito della chiusura e occupazione della piazza per il cantiere lavori finalizzato alla realizzazione del parcheggio interrato;
L’assenza dei parcheggi per le auto e per le moto resta un problema nella zona mare, ancor più evidente nei fine settimana;
L’Amministrazione Comunale aveva annunciato pubblicamente, il 4 Aprile 2024: “un’area per la sosta temporanea di 200 motocicli, situata in viale Cirene, disponibile già a partire dall’estate alle porte”, fruibile per tutto il periodo di durata dei lavori del nuovo parcheggio interrato Tripoli.
Si tratta di un’area di proprietà di privati, vicino a piazza Marvelli con i quali l’Amministrazione Comunale avrebbe concluso un accordo, per creare un parcheggio temporaneo con la pavimentazione in materiale stabilizzato, dotato di pubblica illuminazione e video sorveglianza, che avrebbe dovuto essere “fruibileentro la fine del mese di giugno”;
La disponibilità del terreno ubicato in viale Cirene con una superficie totale di 1.910 m, libero e incolto, da trasformare in un parcheggio temporaneo di circa 1.450 mq per un massimo di 220 motocicli, comporta la spesa complessiva di 210.000 euro, di cui 105.000 euro per indennità di occupazione temporanea dell’area, prevista di 24 mesi, in base alla durata del cantiere in piazza Marvelli.
Abbiamo rilevato, fra l’altro, che la durata complessiva dei lavori di realizzazione del parcheggio, viene fissata, secondo il cronoprogramma in sessanta (60) giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data di consegna lavori.
Poichè abbiamo constatato a tutt’oggi, che il terreno di viale Cirene si presenta come sempre “libero e incolto”, senza alcun intervento, riteniamo opportuno chiedere al Sindaco con interrogazione consigliare;
se, e quando è stato sottoscritto l’accordo tra il Comune e i privatiproprietari, per consentire l’occupazione dell’area di Viale Cirene e iniziare i lavori di realizzazione del parcheggio;
se, e in quale data è avvenuta la consegna lavori, da cui decorrono i 60 giorni, per la realizzazione del parcheggio temporaneo;
in quale data è prevista l’ultimazione dei lavori di realizzazione del parcheggio e la sua fruibilità, al di là degli annunci senza fondamento;
se dinnanzi alla programmata realizzazione del Parcheggio interrato “Tripoli” in Piazza Marvelli, l’Amministrazione Comunale non doveva prevedere e provvedere, anticipatamente, in tempo utile, lo spostamento provvisorio dell’esistente parcheggio per motocicli (in un’area limitrofa, come quella di Viale Cirene), per rispondere adeguatamente alle esigenze degli utenti;
Come intende comportarsi l’Amministrazione Comunale, per i motocicli parcheggiati sul Parco del Mare, nell’attesa della realizzazione del parcheggio di Via Cirene;
Se l’Amministrazione Comunale ha ipotizzato di segnalare opportunamente agli utenti e identificare ulteriori aree limitrofe a Piazza Marvelli, alternative da destinare a parcheggio, preso atto che il parcheggio di Via Cirene non è pronto e non sarà sufficiente a coprire le esigenze degli utenti (soprattutto nel fine settimana).
Sabato 15 e Domenica 16 Giugno, il Parco del Mare a ridosso di Piazza Marvelli, è stato invaso da centinaia di scooter e moto parcheggiati, a seguito della chiusura e occupazione della piazza per il cantiere lavori finalizzato alla realizzazione del parcheggio interrato;
L’assenza dei parcheggi per le auto e per le moto resta un problema nella zona mare, ancor più evidente nei fine settimana;
L’Amministrazione Comunale aveva annunciato pubblicamente, il 4 Aprile 2024: “un’area per la sosta temporanea di 200 motocicli, situata in viale Cirene, disponibile già a partire dall’estate alle porte”, fruibile per tutto il periodo di durata dei lavori del nuovo parcheggio interrato Tripoli.
Si tratta di un’area di proprietà di privati, vicino a piazza Marvelli con i quali l’Amministrazione Comunale avrebbe concluso un accordo, per creare un parcheggio temporaneo con la pavimentazione in materiale stabilizzato, dotato di pubblica illuminazione e video sorveglianza, che avrebbe dovuto essere “fruibileentro la fine del mese di giugno”;
La disponibilità del terreno ubicato in viale Cirene con una superficie totale di 1.910 m, libero e incolto, da trasformare in un parcheggio temporaneo di circa 1.450 mq per un massimo di 220 motocicli, comporta la spesa complessiva di 210.000 euro, di cui 105.000 euro per indennità di occupazione temporanea dell’area, prevista di 24 mesi, in base alla durata del cantiere in piazza Marvelli.
Abbiamo rilevato, fra l’altro, che la durata complessiva dei lavori di realizzazione del parcheggio, viene fissata, secondo il cronoprogramma in sessanta (60) giorni naturali e consecutivi, decorrenti dalla data di consegna lavori.
Poichè abbiamo constatato a tutt’oggi, che il terreno di viale Cirene si presenta come sempre “libero e incolto”, senza alcun intervento, riteniamo opportuno chiedere al Sindaco con interrogazione consigliare;
se, e quando è stato sottoscritto l’accordo tra il Comune e i privatiproprietari, per consentire l’occupazione dell’area di Viale Cirene e iniziare i lavori di realizzazione del parcheggio;
se, e in quale data è avvenuta la consegna lavori, da cui decorrono i 60 giorni, per la realizzazione del parcheggio temporaneo;
in quale data è prevista l’ultimazione dei lavori di realizzazione del parcheggio e la sua fruibilità, al di là degli annunci senza fondamento;
se dinnanzi alla programmata realizzazione del Parcheggio interrato “Tripoli” in Piazza Marvelli, l’Amministrazione Comunale non doveva prevedere e provvedere, anticipatamente, in tempo utile, lo spostamento provvisorio dell’esistente parcheggio per motocicli (in un’area limitrofa, come quella di Viale Cirene), per rispondere adeguatamente alle esigenze degli utenti;
Come intende comportarsi l’Amministrazione Comunale, per i motocicli parcheggiati sul Parco del Mare, nell’attesa della realizzazione del parcheggio di Via Cirene;
Se l’Amministrazione Comunale ha ipotizzato di segnalare opportunamente agli utenti e identificare ulteriori aree limitrofe a Piazza Marvelli, alternative da destinare a parcheggio, preso atto che il parcheggio di Via Cirene non è pronto e non sarà sufficiente a coprire le esigenze degli utenti (soprattutto nel fine settimana).
Bacino Ponte di Tiberio: eliminare le acque stagnanti!
01/06/2024
Bacino Ponte di Tiberio: eliminare le acque stagnanti!
La riqualificazione del Bacino del Ponte di Tiberio non può prescindere dalle opportune valutazioni sulla sua funzione idraulica. Ricordiamo infatti che in occasione delle piene del fiume Marecchia, la possibilità che le acque in eccesso possano defluire, nell’alveo storico del parco e sfociare nel bacino del ponte di Tiberio, consente di evitare che gli allegamenti si estendano nella città (come avvenuto in occasione delle piogge di maggio 2023, che tanti danni hanno compiuto in città limitrofe).
La funzione idraulica del bacino del ponte di Tiberio deve essere quindi preservata, nell’interesse della città.
Non si può fare a meno di constatare che, a seguito della completa eliminazione dello scorrimento del fiume nell’alveo storico del Marecchia, compiuta con la realizzazione della Piazza sull’Acqua nel bacino del ponte, le acque del Bacino del Ponte di Tiberio sono stagnanti, con fioriture algali, e leacque del porto canale melmose e maleodoranti.
Per evitare tale stagnazione, tanto più degradante nella stagione estiva, continuo a sostenere, che è necessario il ripristino della circolazione delle acque nel bacino del Ponte e nel Porto Canale.
In merito, ricordo, che il Consiglio Comunale, aveva approvato, all’unanimità, la Mozione del sottoscritto, del 13/09/2012, con cui chiedevo di procedere all’approvazione del progetto esecutivodi ripristino di scorrimento naturalee continuo delle acque dal Marecchia, redatto dalla Società Alpina Acque, per conto del Comune di Rimini.
Il Progetto prevedeva un canale, di derivazione a deflusso naturale dall’alveo inciso del Fiume Marecchia, a monte della briglia “Rimini”, sottostante il Ponte di legno pedonale, per convogliare le acque lungo l’asse del vecchio alveo, oggi Parco Marecchia, fino al bacino del Ponte di Tiberio, con una portata idrica limitata di 1,0m3/s.
Sottolineo che l’Amministrazione Comunale, nonostante la Mozione approvata dal Consiglio Comunale, non ha mai dato seguito alla realizzazione del Progetto di Alpina Acque, che avrebbe permesso la rigenerazione idraulica del bacino del Ponte di Tiberio e del Porto-Canale.
Con l’interrogazione al Sindaco di martedì scorso, nell’interesse della città, ho quindi chiesto di valorizzare e riqualificare il bacino del Ponte di Tiberio, con il ripristino naturale di un flusso d’acqua dal Fiume Marecchia, funzionale alla circolazione e ricambio delle acque.
Sono in programma rilevanti investimenti come il rialzo delle banchine, o il restauro delle mura storiche, nel porto canale, ma per consentire una piacevole e sostenibile fruibilità a cittadini e turisti, è opportuna la bonifica delle acque del bacino del Ponte e del Porto-Canale, che può avvenire solo tramite il ripristino di un flusso d’acqua continuo dal fiume Marecchia.
La riqualificazione del Bacino del Ponte di Tiberio non può prescindere dalle opportune valutazioni sulla sua funzione idraulica. Ricordiamo infatti che in occasione delle piene del fiume Marecchia, la possibilità che le acque in eccesso possano defluire, nell’alveo storico del parco e sfociare nel bacino del ponte di Tiberio, consente di evitare che gli allegamenti si estendano nella città (come avvenuto in occasione delle piogge di maggio 2023, che tanti danni hanno compiuto in città limitrofe).
La funzione idraulica del bacino del ponte di Tiberio deve essere quindi preservata, nell’interesse della città.
Non si può fare a meno di constatare che, a seguito della completa eliminazione dello scorrimento del fiume nell’alveo storico del Marecchia, compiuta con la realizzazione della Piazza sull’Acqua nel bacino del ponte, le acque del Bacino del Ponte di Tiberio sono stagnanti, con fioriture algali, e leacque del porto canale melmose e maleodoranti.
Per evitare tale stagnazione, tanto più degradante nella stagione estiva, continuo a sostenere, che è necessario il ripristino della circolazione delle acque nel bacino del Ponte e nel Porto Canale.
In merito, ricordo, che il Consiglio Comunale, aveva approvato, all’unanimità, la Mozione del sottoscritto, del 13/09/2012, con cui chiedevo di procedere all’approvazione del progetto esecutivodi ripristino di scorrimento naturalee continuo delle acque dal Marecchia, redatto dalla Società Alpina Acque, per conto del Comune di Rimini.
Il Progetto prevedeva un canale, di derivazione a deflusso naturale dall’alveo inciso del Fiume Marecchia, a monte della briglia “Rimini”, sottostante il Ponte di legno pedonale, per convogliare le acque lungo l’asse del vecchio alveo, oggi Parco Marecchia, fino al bacino del Ponte di Tiberio, con una portata idrica limitata di 1,0m3/s.
Sottolineo che l’Amministrazione Comunale, nonostante la Mozione approvata dal Consiglio Comunale, non ha mai dato seguito alla realizzazione del Progetto di Alpina Acque, che avrebbe permesso la rigenerazione idraulica del bacino del Ponte di Tiberio e del Porto-Canale.
Con l’interrogazione al Sindaco di martedì scorso, nell’interesse della città, ho quindi chiesto di valorizzare e riqualificare il bacino del Ponte di Tiberio, con il ripristino naturale di un flusso d’acqua dal Fiume Marecchia, funzionale alla circolazione e ricambio delle acque.
Sono in programma rilevanti investimenti come il rialzo delle banchine, o il restauro delle mura storiche, nel porto canale, ma per consentire una piacevole e sostenibile fruibilità a cittadini e turisti, è opportuna la bonifica delle acque del bacino del Ponte e del Porto-Canale, che può avvenire solo tramite il ripristino di un flusso d’acqua continuo dal fiume Marecchia.
Sosteniamo l’identità dei negozi riminesi contro il degrado dei “bazar“.
24/05/2024
Le difficoltà del commercio al dettaglio sono evidenti, come testimoniano le continue chiusure dei negozi riminesi. Sui piccoli commercianti grava il peso di tasse, il caro affitti, la carenza di parcheggi per l’accesso al Centro Storico, la concorrenza dei centri commerciali, lo sviluppo dell’e-commerce.
Le conseguenze sono: la progressiva desertificazione nelle vie del Centro Storico, e la sostituzione etnica delle attività, con negozi gestiti da extracomunitari, che spesso non rispettano i regolamenti, con un’offerta commerciale di basso livello.
La concentrazione e l’uniformità delle attività gestite da extracomunitari, il più delle volte asiatici, snaturano zone sempre più estese della città, dal Borgo Marina ai Viali della Marina, con perdita d’identità, di qualità dei prodotti venduti e dei servizi forniti.
Lungo i Viali Vespucci, Regina Elena, Regina Margherita, Principe di Piemonte, da Marina Centro a Miramare per la lunghezza complessiva di 6 Km, l’impoverimento progressivo dell’offerta è rappresentato da circa 100 negozi-bazar che vendono tutti la stessa identica merce prodotta in Cina, alternati da altrettanti minimarket.
Da rilevare, che, quasi sempre, tali esercizi non rispettano il “Regolamento comunale per la valorizzazione dell’offertacommerciale”, approvato nel 2018.
Lungo la “passeggiata” della Marina, infatti l’esposizione della merce contravviene a quanto previsto dal suddetto regolamento, con prodotti appesi alle serrande, agli stipiti esterni dei negozi (vietato dall’art. 6), appoggiati sul suolo, nello spazio di pertinenza o pubblico;
Nel Borgo Marina, i negozi, diventati magazzini-bazar, per la vendita al dettaglio e all’ingrosso di merce cinese, sono riempiti all’inverosimile, con merce sul pavimento e le vetrine ridotte a pareti con le scaffalature delle merci esposte verso l’interno (vietato dall’art.3), anzichè per l’esposizione visibile dall’esterno.
Dinnanzi a questa situazione che impoverisce e snatura i viali riminesi a vocazione turistica e il Borgo Marina, riteniamo di dover salvaguardare l’identità dei negozi riminesi, la specificità commerciale del nostro territorio, la qualità dei prodotti italiani, l’immagine di Rimini e della Riviera romagnola, al fine di preservare l’attrattività e l’economia locale.
Per queste ragioni, con l’interrogazione consigliare di martedì scorso, ho chiesto al Sindaco:
di far rispettare il “Regolamento Comunale per la valorizzazione dell’offerta commerciale”, in particolare gli articoli 3-6, nei negozi lungo i viali della Marina e nel Borgo Marina, tramite i necessari controlli della Polizia Locale e l’applicazione delle previste sanzioni;
di provvedere al necessario aggiornamento del suddetto Regolamento Comunale, approvato nel 2018, in considerazione della Legge 30 dicembre 2023 n.214, art.12, che consente ai Comuni di adottare i seguenti innovativi provvedimenti,:
-comma 3: “limitazioni all’insediamento di determinate attività commerciali in talune aree o l’adozione di misure di tutela e valorizzazione di talune tipologie di esercizi di vicinato e di botteghe artigiane, tipizzati sotto il profilo storico-culturale o commerciale”;
-comma 4: “misure per la salvaguardia del decoro urbano o delle caratteristiche commerciali specifiche o tradizionali dei centri storici o di delimitate aree, d’intesa con le associazioni degli operatori “
Coerentemente ai provvedimenti determinabili con tale legge, l’aggiornamento del regolamento Comunale, è opportuno e doveroso, al fine di contrastare il crescente degrado commerciale e ambientale dei “bazar”, per sostenere i negozi riminesi, migliorando la qualità dei prodotti in vendita, valorizzando la produzione locale e il made in Italy;
di promuovere l’identità della nostra offerta commerciale, con la salvaguardia della qualità, per tutelare l’economia e il turismo locale, riducendo la pressione fiscale sui negozi di prossimità e al tempo stesso promuovendo il rispetto della legalità, con regole uguali per tutti. In merito a quest’ultimo punto è opportuno perseguire concretamente gli evasori di TARI, COSAP, IRPEF e addizionali, con controlli che devono riguardare tutti, compresi i “bazar” e minimarket della città, di cui sarebbe utile conoscere i dati disaggregati sull’evasione (visti quelli annunciati per altre categorie dall’Assessore Magrini).
I centri di accoglienza straordinaria immigrati incompatibili nella zona turistica e nel Borgo Marina
17/05/2024
I quattro centri di accoglienza straordinaria immigrati, presenti nella fascia alberghiera, tra la ferrovia e il mare, da Viserba a Miramare, dovrebbero essere trasferiti in zone compatibili, nelle quali non possano comportare degrado, provblemi di ordine pubblico e conseguenze sull’economia turistica locale.
Invece, l’anno scorso, a questi si è aggiunto un albergo di 30 camere, in via Praga, trasformato in un centro di accoglienza straordinaria immigrati.
Ora, apprendiamo che, nella zona turistica di Marebello, in Via Siracusa, un altro albergo di 40 camere, è in trattativa di acquisto da una cooperativa sociale, per essere destinato a Centro Accoglienza Immigrati.
Gli operatori turistici delle strutture ricettive vicine, sono legittimamente preoccupati da questi cambi di destinazione, a danno della riqualificazione degli alberghi, dell’immagine del nostro turismo, con impoverimento dell’offerta e conseguente degrado.
La competenza sui centri accoglienza straordinariaimmigrati èaffidata direttamente, dal Ministero degli Interni, alla Prefettura a cui sono assegnate le quote di immigrati da collocare nelle strutture presenti all’interno della Provincia.
Ricordiamo che la gestione dei centri assistenza straordinaria immigrati, produce un “business” concooperative che partecipano ai Bandi prefettizi, acquistano strutture ricettive, “fuori mercato” o “dismesse”, al fine di destinarle a centri di accoglienza,in cambio di un prezzo giornaliero di 35 euro, pagato dal Ministero dell’Interno, per ospitare ogni immigrato (in media vengono ospitati dai 30 ai 50 immigrati in una struttura).
E’ possibile prevenire ed evitare problematiche di degrado e dequalificazione, escludendo dai Bandi Pubblici della Prefettura, l’insediamento dei centri di accoglienza straordinaria immigrati nelle zone turistiche, come ho più volte sostenuto con interrogazioni consigliari.
Siamo a sottolineare l’importanza di compier un’attenta valutazione d’impatto e compatibilità sociale, nell’insediamento dei centri di accoglienza straordinaria immigrati all’interno della città.
Sono infatti a dover evidenziare che è da considerarsi quanto meno inopportuna l’apertura di un centro accoglienza straordinaria Immigrati concretizzata lo scorso anno nel Borgo Marina, in un immobile di due piani, con due appartamenti, accatastati ad uso abitativo, acquistato da una cooperativa sociale.
L’insediamento di un centro accoglienza straordinaria per 25-30 immigrati, incrementa ulteriormente la concentrazione immigrati, anche di diverse etnie, nel Borgo Marina, rendendo ancor più difficile la loro integrazione, nel rispetto delle nostre leggi; aggravando la situazione di degrado e snaturando l’identità di uno dei quartieri storici della città, divenuto un vero e proprio “ghetto”.
Per queste ragioni, riteniamo auspicabile e utile la condivisione d’informazioni tra Prefettura e Sindaco, sull’apertura dei centri di accoglienza straordinaria immigrati, funzionale a verificare preventivamente la compatibilità ambientale e sociale in determinate zone della città, svolgere gli opportuni controlli, in merito al regolare adempimento delle condizioni previste nel Bando Pubblico, il rispetto delle condizioni igienico sanitarie e di sicurezza.
Necessari e urgenti i parcheggi per auto ai Caselli autostradali di Rimini Nord e Sud.
27/04/2024
Nei pressi dei Caselli autostradali di Rimini Nord e Sud non esistono aree di sosta per gli autoveicoli, a disposizione dei viaggiatori.
Al Casello di Rimini Sud, l’unica possibilità di parcheggio per le auto, rimane l’area adiacente la sede di Hera, quasi sempre completamente occupata dalle auto dei dipendenti; mentre a Rimini Nord le auto sono parcheggiate in modo precario e pericoloso lungo i margini sterrati della stretta via Orsoleto.
La precedente interrogazione di due anni orsono, con cui chiedevo all’Amministrazione Comunale, di promuovere un accordo con i proprietari dei vasti terreni circostanti, per reperire l’area e realizzare i parcheggi, non ha avuto alcun seguito.
l’Amministrazione Comunale ha inoltre respinto il mio emendamento al Piano Triennale dei Lavori Pubblici 2023-2025 per la realizzazione dei parcheggi ai caselli autostradali.
Pertanto, nel Consiglio Comunale di martedì scorso, ho chiesto la necessaria e urgente realizzazione di un parcheggio per autoveicoli ai Caselli autostradali, al fine di dare risposte alle esigenze dei viaggiatori.
Da decenni, i viaggiatori sono costretti a cercare, nei pressi dei Caselli, un posto auto, di fortuna, precario, e abbandonato, pertanto, è ora di mettere a loro disposizione un parcheggio, organizzato e sicuro con la video-sorveglianza.
La disponibilità di un funzionale parcheggio per autoveicoli, ai Caselli autostradali, è un comodo punto di incontro con altre persone, per condividere il viaggio, riducendo i veicoli in circolazione, le emissioni di Co2, con risparmio economico, energetico e beneficio ambientale.
Un parcheggio per gli autoveicoli ai Caselli autostradali di Rimini Nord e Sud, rappresenta una dotazione qualificante di Rimini per le necessità della mobilità.
Istituire il Servizio Pubblico di Salvataggio per garantire la Sicurezza della balneazione.
25/04/2024
La riorganizzazione del servizio di salvataggio, secondo la nuova Ordinanza Regionale, elimina la pausa pranzo dalle ore 13.00 alle 14.00 e prevede, dalle 12.30 alle 14.30, l’alternarsi di un salvataggio, al posto di due, per sorvegliare 300 metri di spiaggia, anzichè 150 metri, non risolve ma crea problemi.
La gestione della sicurezza dellabalneazione, che rientra nel tema della sicurezza pubblica, è un’importante responsabilità a carico dei salvataggio e tanto meno può essere ridotta ad un rapporto economico con i bagnini che pagano il servizio.
Ritengo opportuno e necessario prevedere che la gestione e la regolamentazione del servizio di salvataggio, lungo le nostre spiagge, venga assunto in capo all’Ente Locale.
Così, come nel Sindaco sono accentrate le competenze sulla sicurezza pubblica/protezione civile, che una volta erano in capo alla Prefettura e Questura.
Secondo il Codice della Navigazione, del 1942, la concessione di un bene demaniale, come la spiaggia, doveva garantire determinati servizi a favore del pubblico, forniti dal concessionario. La Capitaneria di Porto, rilasciando l’Atto Concessorio di uno stabilimento balneare, imponeva al beneficiario la gestione del servizio di salvamento. Gravando tale onere sui concessionari, costoro hanno cercato di soddisfare l’obbligo normativo, sostenendo il minore costo possibile, in merito al periodo di servizio, al numero degli addetti, orari, ecc.
Per questo, trasponendo la responsabilità e la gestione dei salvataggio, all’ambito pubblico, potremmo ottenere un miglioramento del servizio, con operatori preparati, mezzi idonei e adeguata tutela delle aree di balneazione.
La copertura dei costi del servizio, può avvenire per mezzo dei canoni demaniali, e sarebbe coerente a garantire la sicurezza delle nostre spiagge.
Ho preannunciato, nella seduta consigliare di ieri sera, la presentazione di una Mozione in Consiglio Comunale e la volontà di coinvolgere i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia, nella redazione di una proposta di Legge Regionale per l’istituzione e la responsabile regolamentazione del servizio pubblico di salvataggio, funzionale prioritariamente a garantire la sicurezza della balneazione.
Il fallimento dell’integrazione nelle scuole Ferrari, conseguenza dello snaturamento del Borgo Marina.
06/04/2024
Il pubblico dibattito sul “tetto agli studenti stranieri per la loro integrazione nelle classi scolastiche” mi ha indotto ad interrogare l’Amministrazione Comunale sulla situazione riminese, con particolare attenzione alle Scuole Ferrari.
La Circolare del Ministero dell’Istruzione, 8 Gennaio 2010 n.2, stabilisce, nella composizione delle classi scolastiche, il limite del 30% di alunni con “cittadinanza non italiana”, consentendo eventuali deroghe motivate.
Secondo i dati dell’Ufficio Scolastico Regionale, a Rimini, Anno Scolastico 2020-2021, nella Scuola Statale, gli alunni con cittadinanza non italiana, sono 5.237 (il 12,8% sul totale degli alunni).
Gli alunni frequentanti in totale sono 41.897, divisi in 1.939 classi, tra cui, le classi in deroga, che superano il limite del 30% di alunni con cittadinanza non italiana, sono 102 (5,3%).
Nelle scuole elementari Ferrari, in via Gambalunga, la deroga al rapporto massimo del 30%, è ampiamente stravolta, con classi composte addirittura dal 100% di alunni non italiani.
Le famiglie italiane, giustamente preoccupate per l’apprendimento, lo svolgimento della didattica e dei programmi, iscrivono i propri figli in altre scuole primarie, in cui la concentrazione di stranieri è inferiore; preso atto che è necessario maggior tempo per insegnare la lingua italiana ad alunni stranieri, i cui genitori provengono da altri paesi che parlano lingue diverse.
Lo snaturamento dell’adiacente quartiere del Borgo Marina, divenuto un ghetto afro-asiatico, ha avuto conseguenze negative rilevanti sulle scuole Ferrari, in quanto non ha consentito l’organizzazione di classi con equa e sostenibile distribuzione degli alunni stranieri, per favorire la loro integrazione.
E’ un dato di fatto: oggi le scuole Ferrari rappresentano il fallimento dell’integrazione e del multiculturalismo, impropriamente esaltato dall’Amministrazione Comunale compiacente.
Ricordiamo che le Scuole Ferrari sono state ricostruite con la spesa di 5 milioni di euro, di fondi pubblici e inaugurate a settembre 2022.
Al fine di recuperare e valorizzare le scuole Ferrari ho quindi evidenziato la necessità di provvedimenti urgenti, affinchè possano essere rispettate le indicazioni della Circolare del Ministero dell’Istruzione, evitando la costituzione di classi ghetto, nelle quali non c’è alcuna integrazione.
E’ necessario riportare al centro la cultura, l’identità e la lingua italiana, per consentire il ritorno degli alunni riminesi, italiani nelle scuole Ferrari.
Il primo passo per la soluzione della problematica, passa attraverso la necessità di dar seguito urgentemente alla rigenerazione riminese del Borgo Marina, con lo spostamento della moschea, la regolamentazione delle attività commerciali, i controlli, il concreto contrasto all’illegalità.
Rimini attende da decenni il restauro del Sipario storico del Teatro, ma l’Amministrazione Comunale lo elimina addirittura dal Bilancio 2024-2026.
28/03/2024
Sono trascorsi 6 anni dall’inaugurazione, il 28 ottobre 2018, del ricostruito Teatro, ma non è ancora stato avviato il restauro dell’originario e storico Sipario (risalente all’inaugurazione del Teatro del 1857), raffigurante la scena evocativa di “Cesare al passaggio del Rubicone”, opera del pittore Francesco Coghetti, all’epoca chiamato dall’architetto-progettista Poletti.
Il Sipario considerato “opera eccellente”, è tra i più belli sipari dipinti, paragonabile a un “prezioso quadro da Galleria”, di alto valore artistico e spettacolare.
Il Consiglio Comunale di Rimini, il 2 Dicembre 1937, deliberò il primo restauro, affidato al professore Riminese Enrico Panzini, già autore del restauro dei dipinti della Pinacoteca civica.
Durante la II Guerra Mondiale, il Teatro fu gravemente danneggiato dai bombardamenti ed il palcoscenico distrutto, ma il Sipario fu salvato dalle distruzioni della guerra, per merito del custode del Teatro, Aldo Martinini, che lo trasportò precauzionalmente a San Marino.
Nel dopoguerra è rimasto abbandonato per decenni, arrotolato e cosparso di borotalco, sul pavimento nel salone del Palazzo dell’Arengo, poi in una cassa nei depositi comunali di Via della Gazzella.
Ad una mia prima interrogazione, del 12/11/2019, sul recupero del Sipario, l’Amministrazione Comunale rispondeva di aver commissionato alla ditta Leonardo, di Bologna, il progetto di restauro.
In conseguenza del perdurante silenzio, nel Consiglio Comunale di martedì scorso, ho chiesto al Sindaco, “a che punto si trova il progetto di restauro dello storico Sipario del Teatro”.
Purtroppo, nonostante siano trascorsi 5 anni, dobbiamo prendere atto, che gli interventi annunciati, non sono stati minimamente realizzati.
Nel Bilancio del Comune 2024-2026 è stata addirittura eliminata la spesa di 320.000 euro per il restauro del Sipario, che era prevista nel Bilancio 2019-2021.
Ricordiamo che l’Amministrazione Comunale ha speso 12 milioni di euro di finanziamenti statali per realizzare il Museo Fellini, ma non è in grado finanziare, o reperire finanziamenti statali, per il recupero del Sipario e la sua ricollocazione naturale nel Teatro.
Al di là degli annunci, più che una mancanza di risorse, pare emergere una mancanza di volontà, unita all’incapacità, dell’Amministrazione di valorizzare concretamente un bene storico della città.
Lo spettacolare Sipariostorico del Teatroresta invisibile, rinchiuso nella cassa, trasferita ora nei depositi del Museo, non sappiamo se e quando verrà restaurato, valorizzato, nonostante le ripetute sollecitazioni e l’annunciato Piano Strategico della Cultura.
Sono personalmente rammaricato per la mancata aggiudicazione di Rimini a Capitale della cultura 2026, ma, il Sindaco e l’Amministrazione Comunale, farebbero bene a compiere un approfondito esame di coscienza sul proprio operato in merito alla valorizzazione del patrimonio culturale della città.