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La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Parco del Mare: un lungomare ad intermittenza visiva e nelle mani dei finanziamenti privati
   

08/05/2017

Nella seduta della Commissione Consigliare di questa mattina si è discussa, dopo 4 mesi dalla presentazione, la mozione del sottoscritto: “ Il Parco del Mare e le 155 manifestazioni di interesse. Un Lungomare per la città o per i privati ? “

Erano presenti l’Ass. Frisoni e la Dirigente responsabile del procedimento  Ing. Dal Piaz.

Dopo oltre un anno e mezzo dalle presentazioni delle manifestazioni di interesse
( Dicembre 2015), le risposte non sono incoraggianti.

Sappiamo solo che le manifestazioni di interesse sono state classificate in strategiche (50), adattabili (78), non pertinenti (27).

Nel primo stralcio di realizzazione del Parco del Mare, nel tratto Fellini-Kennedy le strategiche sono 9,le adattabili 14, le non pertinenti 6, mentre nel tratto “ Spadazzi” le strategiche sono 5, le adattabili 7,  non pertinente 1
.

E’ stato riferito che si è ufficialmente avviata la fase di confronto e di negoziazione tra l’Amministrazione Comunale e i soggetti privati.

Continua l’esclusivo rapporto a due tra il Comune e gli operatori interessati
, di cui  la maggior parte sono albergatori.

E’ rimasto senza risposta il problema della viabilità con particolare riferimento ai parcheggi pubblici
, nonostante la pedonalizzazione del lungomare e l’aumento delle attività soprastanti con la conseguente paralisi della “marina” , di Viale Vespucci e dei Viali delle Regine.

La novità preoccupante riguarda la fattibilità economica del progetto che necessità per la realizzazione della parte pubblica di 40 milioni di euro, di cui il Comune pretende di incassare dai privati circa 38 milioni di diritti di superficie.

In definitiva, il Parco del Mare dipende quasi esclusivamente dall’investimento economico dei privat
i, che oltre a finanziare l’intervento pubblico, dovranno realizzare le proprie strutture.
Infatti, dopo il contributo dei fondi europei di 2.850.000 euro con il Bando Por Fesr 2016-2019, il Comune non potrà usufruire di ulteriori finanziamenti nel triennio .

Inoltre, gli stessi tempi di realizzazione incalzano, dal momento che l’iter comprendente la negoziazione, l’accordo territoriale, l’accordo di programma, la richiesta di finanziamento dei privati, la progettazione e la realizzazione delle opere, dovrà avvenire entro il 2019, pena la perdita del finanziamento europeo accordato.

Rimangono inascoltate da sempre le criticità di fondo sollevate in merito alla mancanza della vista del mare e della spiaggia e alla difesa del lungomare dalle mareggiate.

In conclusione, se si prosegue con questo progetto, avremo un lungomare ad intermittenza visiva tra una duna e l’altra e dal punto di vista economico totalmente nelle mani dei finanziamenti privati.


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L'Amministrazione Gnassi continua sulla strada dei trattamenti preferenziali ai nomadi e non ascolta le proteste dei cittadini.
   

05/05/2017

Anche nella seduta del Consiglio Comunale di ieri sera da noi chiesta per chiedere “trasparenza della Amministrazione Comunale sul progetto nomadi” non si sono avute dal Sindaco Gnassi e dall’Ass. Lisi le risposte chiare e precise alle nostre domande poste con una mozione e l’ODG.

Il Campo nomadi di Via Islanda, illegale e vergognoso da decenni, va chiuso senza dubbio e senza tacere i responsabili, ma la soluzione non è mettere sottosopra la città scatenando la rivolta dei cittadini preoccupati  per la sicurezza e il degrado delle zone indicate per le micro aree famigliari nomadi, per attuare la sperimentazione promossa dalla  nuova legge regionale 11/2015, dopo il fallimento della precedente legge regionale 47/88 che sosteneva invece la realizzazione dei campi di sosta e di transito per i nomadi.  

Come si può pensare seriamente che l’Amministrazione Comunale possa permanentemente vigilare e controllare le sette aree micro famigliari
e il rispetto delle convenzioni dai nomadi ?.

Dopo i 500 milioni spesi nel  2000 per la chiusura del campo di Via Portogallo, senza aggiungere tutte le spese sostenute fino ad oggi, l’Amministrazione Gnassi continua sulla strada dell’assistenzialismo e del trattamento preferenziale ai nomadi .

I terreni di proprietà comunale sono ceduti con il diritto di superficie a titolo gratuito ( val. 100.000 euro), le spese per le opere di urbanizzazione delle aree sono a carico del Comune ( 280.000 euro), le casette come anticipato da un esponente della maggioranza sono pagate non dall’Acer ma dal Comune (420.000 euro )  in cambio di un misero e incerto affitto, a cui vanno aggiunte le cosiddette spese di parte corrente(150.000 euro) per l’accompagnamento, il sostegno alla scolarizzazione, la formazione professionale, l’inserimento lavorativo, per un totale di spese del Comune che si avvicinano ad 1  milione di euro.  

Non solo, per la realizzazione delle previste sette micro aree famigliari vengono concesse in via straordinaria le deroghe urbanistiche alle aree destinate a verde e vengono regolarizzate tutte le micro aree abusive realizzate prima della entrata in vigore della nuova legge regionale ( 1 Agosto 2015) e acquisite al patrimonio del Comune .

Dinnanzi all’integrazione fallimentare dei “nomadi” residenti da decenni a Rimini, se questi vogliono vivere come “singolo nucleo famigliare” o “nuclei divisi”, invece di pretendere i suddetti privilegi, è ora che l’Amministrazione Comunale  chieda loro, di lavorare per prendersi una casa in affitto, o di acquistare un terreno con una casetta, o di fare richiesta di alloggio popolare come fanno tutte le famiglie riminesi.


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Continua la poca trasparenza sul "business immigrati" a Rimini, un fiume di denaro pubblico di 13 milioni di euro!
   

03/05/2017

A seguito della risposta scritta dell’Ass. e Vice Sindaco Lisi alla mia interrogazione di giovedi scorso sui “profughi negli alberghi del Comune di Rimini e sui controlli taglia business immigrati” , devo constatare la poca trasparenza per non dire la reticenza nel replicare alle domande del sottoscritto Consigliere Comunale.

Si informa che al 27 Aprile  sono presenti nel Comune di Rimini 536 profughi a cui vanno aggiunti i 58 con il l progetto Sprar per un totale di 594 profughi o richiedenti asilo, mentre sono 399 i profughi negli altri 12 Comuni della Provincia ( 22 a Riccione, 72 a Santarcangelo,19 a Coriano,22 a Verucchio,24 a Novafeltria,151 a Cattolica,12 A Montescudo-Montecolombo,4 a Maiolo,8 a Bellaria I.Marina, 36 a Poggio Torriana,4 a Morciano di Romagna,25 a Misano Adriatico)..

Si rende noto, grazie ad una comunicazione della Prefettura all’Assessore, di cinque alberghi utilizzati per accogliere 100 migranti affidati direttamente  dalla Prefettura, di due alberghi utilizzati per accogliere 25 migranti, presi in carico attualmente dagli Enti Gestori quali  la Croce Rossa locale, la Coop. Sociale Eucrante, e di un albergo  in carico alla Cooperativa CAD  ( 68 migranti), per un totale di 193 profughi o richiedenti asilo .  

Continua a rimanere un “ tabu”  dove sono sistemati i restanti 343 profughi, sembra che l’Amministrazione Comunale non sappia quanti sono, quali sono, gli alberghi o strutture ricettive nel Comune di Rimini per accogliere i profughi o richiedenti asilo..

Non c’è stata nessuna risposta alla domanda, se i profughi sono stati o  saranno trasferiti dagli alberghi della fascia turistica
, con l’avvio della stagione balneare, dove verranno trasferiti e se l’Amministrazione Comunale si è attivata con la Prefettura al riguardo.

Si trasferiscono persino i terremotati dagli alberghi della costa marchigiana, ma sulla Riviera di Rimini perdura il silenzio sul problema, nonostante l’appello condiviso della Presidente degli Albergatori di Rimini del 30 Marzo scorso  “ gli alberghi della zona turistica non debbano più essere utilizzati per l’accoglienza dei profughi”  e   che non è questa la funzione delle strutture turistiche..  .  

Riguardo al  cosiddetto “business immigrati”
, con l’accoglienza dei profughi negli alberghi, in particolare in quelli fuori mercato,  grazie ai  35 euro dal Ministero dell’Interno per ogni profugo al giorno, non risulta che l’Amministrazione Comunale abbia svolto controlli sulle condizioni igienico sanitarie e  sulla sicurezza delle strutture ricettive .


 

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"Taglia business immigrati" con i controlli della Prefettura e la rendicontazione delle spese.
   

28/04/2017

Sappiamo che nel Comune di Rimini come confermato dall’Ass e Vice Sindaco gloria Lisi, ci sono 536 profughi o richiedenti  asilo affidati dalla Prefettura di Rimini ai Centri di accoglienza straordinaria (Cas) gestiti da Cooperative, associazioni, albergatori, e alloggiati principalmente negli alberghi della  zona turistica da Miramare a Torre Pedrera.

Vanno aggiunti i 58 profughi ( 40 adulti e 18 minori) che fanno capo direttamente al Comune di Rimini per l’accoglienza  con il Progetto SPRAR ( Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).

Il Prefetto di Bologna
, a fine marzo, dinnanzi al previsto incremento nel 2017 dei profughi dal nord africa in Italia da 180.000 a 250.000, ha preannunciato la necessità di inviare altri profughi sulla nostra riviera, aumentando addirittura l’indice profughi/popolazione residente al 6 per mille per le città più grandi.

Ricordo che il Comune di Rimini in basse agli attuali parametri (2,5 profughi per ogni mille abitanti) ha un limite di accoglienza previsto di 396 profughi,   oltrepassato di molto con i 594 profughi attuali.

Condivido  la richiesta della Presidente degli Albergatori di Rimini il 30 Marzo scorso al Prefetto che “gli alberghi della zona turistica non debbano più essere utilizzati per l’accoglienza dei profughi e che gli alberghi occupati siano liberati prima delle festività pasquali” .

Non è questa la funzione delle strutture turistiche alberghiere, che soprattutto in questi casi,  non vedono neanche rispettate le norme della corretta gestione, con danno ai vicini alberghi ristrutturati e riqualificati e all’immagine del  turismo in generale.        

E’ chiaro che l’accoglienza dei profughi negli alberghi, in particolare in quelli fuori mercato,  diventa un “business” per albergatori che “ lucrano” sui 35 euro ricevuti dal Ministero dell’Interno per ogni profugo al giorno
, in cambio di vitto, alloggio, fornitura di biancheria, abbigliamento, più la corresponsione di una diaria di 2,5 euro al giorno per la personale disponibilità.

Per questo ho presentato ieri sera una interrogazione consigliare di estrema urgenza con richiesta di risposta scritta entro 5 giorni per chiedere:


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Celebrazioni di Sigismondo Malatesta: valorizzare l'opera poetica e letteraria di Ezra Pound per richiamare l'attenzione della cultura mondiale su Sigismondo e su Rimini.
   

11/04/2017

Nella Commissione Consigliare di ieri pomeriggio dedicata alle celebrazioni del seicentenario della nascita di Sigismondo Malatesta, dopo la presentazione del programma dell’Ass. alla Cultura Massimo Pulini, ho chiesto di valorizzare per tale occasione l’opera fondamentale di Ezra Pound, il grande poeta del Novecento, ammiratore e studioso di Sigismondo Malatesta.  

Pound, nasce nel 1885 negli Stati Uniti, si trasferisce in Europa a Parigi nel 1921, l’anno dopo, viene a Rimini, la prima volta il 15 Maggio 1922, per approfondire la conoscenza storica di Sigismondo Malatesta, signore, condottiero e mecenate che chiama a Rimini i migliori artisti dell’epoca.

Rimane folgorato dal Tempio Malatestiano, in cui ammira la compenetrazione tra l’estetica cristiana e pagana, dedicato a San Francesco, ma considerato anche il “Tempio pagano dell’amore”.  

Ritorna a Rimini il 23 Marzo 1923 per ulteriori ricerche bibliografiche sulla figura di Sigismondo Malatesta, le imprese militari, la vita di corte , gli amori, i complotti, i trionfi, le sconfitte con il Papa Pio II ( “ loro hanno la grande armata ma noj semo più hominj) che diventeranno i riferimenti per i quattro Canti Malatesiani, l’VIII°, il IX°, il X°, l’XI°, dedicati al condottiero riminese.     

E’ sconvolto il 29 Gennaio 1944, quando le bombe americane distruggono il Tempio di Sigismondo, “ letto arcano della divina Ixotta”, tanto da scagliarsi con una invettiva biblica contro i conterranei “ barbari”, e compone l’ode a Guido Cavalcanti ” sul sacrificio dell’eroina di Rimini” che muore trascinando gli inglesi in un campo minato( Canti Pisani LXXII- LXXIV).    

Le ricerche storiche nelle biblioteche di Rimini, di Cesena e le visite nell’entroterra di Ezra Pound hanno “generato” 700 pagine di note
e centinaia di riferimenti storici a personaggi ed eventi dell’epoca malatestiana che hanno reso possibile la conoscenza internazionale di Sigismondo Malatesta, del Tempio Malatestiano, delle terre malatestiane.  
E’ questa diffusa informazione, nella Rimini distrutta al 90% dai bombardamenti, che consentirà di ricostruire, subito, pietra su pietra, il Tempio Malatestiano con i 65.000 dollari della Fondazione americana Samuel Kress e il fattivo interessamento dello storico e critico d’arte Bernard Berenson.


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Palazzo Lettimi: l'Amministrazione Comunale vuole assestare il colpo di grazia!
   

05/04/2017

Sono nettamente contrario alla Delibera dell’Amministrazione Comunale,  all’ODG del Consiglio Comunale di martedì prossimo,  che prevede la cessione del Palazzo Lettimi in diritto d’uso gratuito  all’Università di Bologna per realizzare alloggi agli studenti.

E’ il “colpo di grazia” ai resti di Palazzo Lettimi, uno dei palazzi più belli di epoca rinascimentale, risalente al 1508, di proprietà delle famiglie patrizie succedute nei secoli, Maschi-Marcheselli e Lettimi, distrutto dai bombardamenti anglo-americani del 28-29-30 Dicembre 1943.

Certo, dopo le bombe, le Amministrazioni comunali hanno demolito altri muri del Palazzo, invece di consolidarli, recuperarli, salvarli, tant’è che dalla facciata e dalle  finestre incorniciate con pietra e  preziose sculture si staccano pezzi che cadono sulla via tempo Malatestiano come risulta dalle antistanti transenne esistenti.

Poi, negli ultimi anni hanno creato un cosiddetto Giardino degli Aromi, che di fatto è un  “servizio igienico” per cani e umani.

Comunque, non penso sia regolare e rispettoso travisare il testamento di Giovanni Lettimi, l’ultimo discendente della famiglia, pianista insigne, che nel 1902 donò l’antico Palazzo al Comune di Rimini con il vincolo di destinazione a  Scuole Musicali, con la fastosa sala nobile per i concerti sotto il grandioso soffitto di otto metri per quindici affrescato nel 1570 da Marco Marchetti con scene delle imprese di Scipione l’Africano in Spagna, restaurato dal Podestà Palloni nel 1932.

Neanche credo sia possibile per il Ministero dei Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna approvare una operazione edilizia simile, senza alcun riguardo verso un Bene Culturale e l’esistenza di un sito archeologico con il Teatro Romano.

In base agli accordi con l’Università di Bologna era preferibile la ricostruzione del Palazzo come sede di Rappresentanza e Presidenza della Università di Rimini.

Per la sede della Biblioteca Universitaria era previsto l’Ex Convento di San Francesco, da ricostruire.

Per un altro Studentato Universitario
, dopo gli alti costi di ristrutturazione di quasi 7 milioni di euro dell’ex Palace Hotel di 90 posti letto, è meglio pensare  ad un albergo dismesso.

Dopo la folle demolizione del Kursaal nel 1948, fino  alla trasformazione in camere da letto nel 2000 del  Campanile dell’ex Cattedrale di Santa Colomba in Piazza Malatesta, di scempi culturali e urbani Rimini ne ha subiti abbastanza.

Dopo 70 anni di incuria e degrado, in mancanza di ricostruzione,  chiedo da due anni di  valorizzare i resti di Palazzo  Lettimi, con interventi fattibili: :

1) Il restauro della facciata con muro a scarpa, delle cornici marmoree alle finestre con sculture di delfini, del portale del Palazzo con formelle in pietra d’Istria e la rosa quadripetala malatestiana;

2) La realizzazione di un luogo museale
con pannelli illustrativi e fotografici di come era il Palazzo, con la storia delle famiglie patrizie proprietarie, dei personaggi illustri ospitati come la Regina Cristina di Svezia, Giacomo Stuart Re della Gran Bretagna  con la moglie e figli;

3) Uno scavo archeologico per evidenziare i resti in zona della preesistenza dell’Antico Teatro romano.

Caro Sindaco e Assessore alla Cultura non c’è identità senza rispetto per la storia della città.   


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Dopo la sabbia, arriva l'escavatore sulle aiuole del lungomare!
   

21/03/2017

In questi giorni gli operai di Anthea stanno cercando di ripulire le aiuole del lungomare,  in zona “Turquoise”,  dai cumuli di sabbia trasportata dal vento.

Una operazione non facile, con l’impiego di un escavatore  che dalle aiuole porta via tutto sabbia e piantine ornamentali,  scardina il  cordolo di travertino, mentre  la   sabbia sotto la siepe di pittosporo, si potrà togliere solo con le mani. 

Come previsto, per il ripristino delle aiuole, non c’è solo la rimozione della sabbia ma sarà necessaria anche la ripiantumazione, con i relativi costi.

Ripeto, non ha senso, ogni volta che soffia il vento dal mare, che il Comune chiami gli operai di Anthea e continui a spendere i soldi dei cittadini per i lavori di ripulitura dei cumuli di sabbia che danneggiano soprattutto  le aiuole del lungomare, non consentono il passaggio ai pedoni, alle carrozzelle dei disabili, ai ciclisti.

Continuo, pertanto, a chiedere al Sindaco, dopo la mancata risposta alla mia interrogazione consigliare del 21.12.2015, di ripristinare le barriere o paratie di legno a ridosso della siepe di pittosporo
, come avveniva pochi anni addietro, proprio per prevenire o impedire che la sabbia della spiaggia invada le aiuole, i marciapiedi, la pista ciclabile, il lungomare.

E’ la soluzione semplice per salvaguardare le nostre aiuole, certamente meno costosa e più congeniale dell’utilizzo di un escavatore



 

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Ponte di Tiberio: La maggioranza Gnassi respinge in Consiglio Comunale la mozione di Renzi di sistemazione idraulica del bacino del Ponte e persege il progetto assurdo "un mare lungo un miglio".
   

16/03/2017

Nell’ultimo consiglio Comunale del 23 febbraio scorso la Giunta e la maggioranza Gnassi hanno votato contro la mozione del sottoscritto avente ad oggetto “ Ponte di Tiberio: realizzazione del progetto di ripristino di un afflusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia al Ponte e annullamento del progetto  della Giunta  un mare lungo un miglio”.

La  Mozione chiedeva al Sindaco e alla Giunta:

1) di dare seguito alla Mozione, approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 13.9.2012, con la realizzazione di un canale a deflusso naturale lungo il vecchio alveo, oggi Parco Marecchia,  che convogliasse le acque dal Deviatore Marecchia fino al Bacino del Ponte di Tiberio, con una portata d’acqua necessaria per il ricambio idrico delle acque nell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale, attuando il progetto della Società Alpina Acque a disposizione della A.C. dal 2006;

2) di riconoscere che il progetto, denominato “ un mare lungo un miglio” ( approvato dalla  Giunta il 22.12.2015, in contrasto con la volontà espressa dal Consiglio Comunale tre anni prima) che prevede lo scavo di un canale sinuoso dal bacino del Ponte di Tiberio al Deviatore con l’acqua proveniente dal mare, a secco durante le basse maree, con il vincolo di rispetto dei pozzi acquedottistici e il rischio di contaminazione delle acque di falda dalle acque saline,  al contrario, non consentirà la movimentazione e circolazione delle acque nel Bacino del Ponte di Tiberio e lungo il Porto ;

3) di non continuare a spendere inutilmente altri soldi pubblici nel progetto “ Un mare lungo un miglio”, con un costo di fattibilità stimato di 800.000 euro
, dopo il fallimento progettuale e lo smantellamento della diga mobile  costato una decina di miliardi di lire;

4)   di riconoscere che l’eliminazione dello scorrimento dell’acqua dal fiume Marecchia ha snaturato l’ambiente del Ponte di Tiberio, i cui piloni sono immersi in un bacino di acqua stagnante, a cui poco possono le maree, e ridotto le acque del Porto Canale melmose e maleodoranti.

La Giunta Gnassi, respingendo la mozione, ha dimostrato di non volere ascoltare le ragioni e il buon senso  di un  progetto, che sosteniamo da 20 anni,  (afflusso di acqua dal Marecchia per un ricambio idrico nell’invaso del Ponte e del Porto), per consentire la sistemazione idraulica e la rinaturalizzazione del Parco e del Ponte che per 2000 anni hanno visto scorrere le acque del Marecchia ma persegue l’ipotesi progettuale di un inutile, costoso, incompatibile, canale di mare, tipico della laguna.

In verità al Sindaco Gnassi non interessa la sistemazione idraulica del Parco, del Ponte e del Porto Canale, ma realizzare la piazza sull’acqua di fronte al bacino del Ponte,  pavimentata, con palco per spettacoli, anche se poco compatibile con la funzione idraulica nel luogo di confluenza o di immissione delle acque di piena o no del fiume Marecchia.  

E cosi, getta la discutibile (dal punto di vista storico, ambientale, idraulico)  “passerella sull’acqua”, sopra la famigerata ex diga mobile,  invece di rialzare e riqualificare le banchine, dal Ponte  di Tiberio al Ponte della Resistenza, regolarmente sommerse dall’alta marea,  che perpetuano da decenni  il degrado ambientale.

Meglio gli interventi di facciata che risolvere i ventennali problemi.


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L'Amministrazione Comunale ancora reticente e ambigua sulla spesa dei soldi pubblici per i trattamenti preferenziali (aree, case, appartamenti e altri benefici) ai nomadi.
   

13/03/2017

Dopo la partecipata sottoscrizione di sabato scorso, che ha raggiunto le 450 firme, alla Petizione “ No alla spesa del Comune di oltre 1 milione di euro per dare 10 case ai nomadi”, è doveroso rispondere con chiarezza  ad alcuni consiglieri della maggioranza che tra ambiguità e contraddizioni cercano di giustificare la spesa dei soldi dei contribuenti riminesi per i nomadi.

E’ stata la Giunta Comunale con la delibera del 29.11.2016  che ha approvato di “dover individuare tra le 10-12 aree pubbliche, comprensive delle tre individuate” con la precedente Delibera del 28.7.2016 ( Via Maceri, Via Della Lontra, Via Islanda) per l’insediamento di una decina di nuclei famigliari di nomadi.

Le superfici delle aree non sono tutte di 200 mq., come affermato, ma variano da un minimo di 200 mq. per un nucleo di 2 persone, con 50 mq. in più a persona per i nuclei più grandi, fino  a 450 mq. per nuclei di 6 persone.

Dalla Delibera di Giunta risultano 10 nuclei  famigliari di nomadi interessati alle “microaree” : 5 da 6 componenti, 1 da 5 componenti, 3 da due componenti, 1 da 1 componente, con la conseguente prevista occupazione della  superficie fondiaria  totale di 3.500 mq. che viene ceduta in diritto di superficie ai nomadi (come è scritto nella Delibera), che quindi non resta di proprietà del Comune, come è stato detto.

Va considerato, innanzitutto, che le “microaree”, su terreni, secondo la classificazione urbanistica, agricoli, o a verde, in mezzo o adiacenti ai centri abitati, anche in diritto di superficie, hanno un valore maggiore di quello agricolo, stimabile almeno  sui 30 euro al mq. che moltiplicato per il totale di 3.500 mq. ceduti gratuitamente dal Comune ai nomadi, comporta  un mancato introito o danno al patrimonio del Comune di circa 105.000 euro.


 

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Case ai Nomadi: Chi paga? Aspettiamo la risposta ufficiale del Sindaco.
   

04/03/2017

L’Amministrazione Comunali sull’operazione “casette ai nomadi” continua all’insegna della  reticenza e della mancata trasparenza.

Aspetto ancora la  risposta ufficiale del Sindaco Gnassi o dell’Assessore ai Servizi Sociali  e Vice Sindaco Lisi alla mia domanda
posta nell’ultimo consiglio del 23 Febbraio scorso: ” se i costi delle case da installare sui terreni di proprietà comunale sono a carico del Comune o dei nomadi”.

Libero qualche Consigliere Comunale della maggioranza di affermare che “ le casette prefabbricate non le pagherà il Comune e di aumentare le ambiguità o la confusione  “ le strutture saranno date in concessione alle famiglie nomadi, che dovranno pagare di tasca propria”. .

Per capire : il Comune può dare in concessione ( con possibilità di revoca)  ai nomadi le casette prefabbricate solo se queste sono di sua proprietà, cioè realizzate e pagate dal Comune.

Non si può parlare di concessione delle casette se queste sono di proprietà dei nomadi
.

Dinnanzi al perdurare dei silenzi dell’Amministrazione Comunale, chi parla con chiarezza sono i nomadi Sinti, che dicono pubblicamente “ si alle microaree ma i prefabbricati li paghi il Comune” e il capo dei nomadi Rom che replica  “ restiamo nel campo di Via Islanda se non danno le casette anche a noi”.

Alla luce delle incredibili rivendicazioni dei nomadi e al mutismo della Amministrazione Comunale,  supportata dalla demagogia degli amici del coro, ribadiamo che il costo dell’operazione “ case per i nomadi “ è stato   valutato  concretamente dal sottoscritto per difetto  di oltre 1 milione, in base alla delibera approvata dalla Giunta Comunale, e  riferentesi  alla urbanizzazione di soli 10 terreni di proprietà comunale con soprastanti casette, del costo medio di mercato di 60.000 euro,progettate e approvate dalla Giunta Comunale.

Il resto sono cortine fumogene sollevate da alcuni consiglieri di maggioranza che, purtroppo dimostrano di non conoscere neanche la  delibera  approvata dalla Giunta Comunale e i relativi allegati.

Aspettiamo che il Sindaco
, sempre loquace,  dopo l’assenza in Consiglio Comunale risponda  nel merito e faccia chiarezza.

Se poi ritiene di ascoltare l’appello dei cittadini
che da questa mattina, in fila,  hanno incominciato a sottoscrivere la Petizione  “ No alla spesa del Comune di oltre 1 milione di euro per dare 10 case ai nomadi” sarebbe anche per il Sindaco  un responsabile ripensamento  e il segnale che a Rimini  “leggi e regole sono uguali per tutti”.

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