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Le mie proposte concrete per la riqualificazione del Mercato Centrale Coperto.
   

 25.7.2020

 

La risposta dell’Ass. Sadegholvaad alla mia interrogazione di giovedì scorso evidenzia che sulla riqualificazione del Mercato Centrale Coperto, l’Amministrazione Comunale è “ferma al palo”.

Dopo la “sfilata” nel gennaio scorso di Bonaccini, in campagna elettorale, con l’annuncio agli operatori del Mercato Coperto della messa a disposizione di risorse milionarie della Regione per il “progetto” di rifacimento del mercato, e del Sindaco Gnassi, con l’annuncio inizio lavori nel prossimo anno (2021) con un project financing; diciamo come stanno le cose:

1)    Il “Project Financing” presentato da CONAD, 2 anni fa, per la demolizione e ricostruzione del Mercato Coperto con la riorganizzazione dei punti vendita al piano terra, per “fette” longitudinali,  i banchi della pescheria lato duomo, la frutta al centro, i box alimentari lato stazione, e un piano superiore per la degustazione dei prodotti tipici; è stato abbandonato dalla stessa CONAD, per la mancata condivisione degli operatori, in quanto troppo targato e preferenziale: in particolare per l’insediamento del “MARKET CONAD” al posto della “pescheria”;

2)    Il progetto presentato, nell’ultimo anno, dalla Società di costruzioni RENCO, non è neanche decollato, sempre per una soluzione progettuale non condivisa dagli operatori, perché prevede una consistente superficie al piano terra, di circa 1000 mq, su un totale di 3.700 mq, destinati alla ristorazione (fra l’altro in crisi), a scapito dei punti vendita attuali, a cominciare dal “MARKET CCONAD”, che verrebbero trasferiti al piano rialzato.

Dinnanzi a questi due progetti, comprensibilmente e motivatamente non condivisi dagli operatori e che non possono essere realizzati, l’Amministrazione Comunale non può, però, rimanere inerte e nell’immobilismo.

Teniamo presente, inoltre, che per realizzare questi due maxi progetti di demolizione e ricostruzione in sito, un centinaio di attività dell’attuale mercato si dovrebbero trasferire per due-tre anni nell’area sulla via Roma vicino al Cinema Settebello, sostenendo costi per le strutture di vendita temporanee.

Non solo, la realizzazione dei suddetti interventi, comporterebbero per il soggetto privato realizzatore (project financing) una spesa prevedibile di 15-20 milioni di euro, che ricadrebbe conseguentemente sui costi di affitto delle attività: raddoppierebbero o triplicherebbero, mettendo a rischio la loro continuità.

Per questo, dinnanzi a due progetti non condivisi, ho detto in Consiglio Comunale: una via perseguibile sarebbe “un progetto di manutenzione straordinaria dell’esistente”, da parte del Comune, con una ricaduta più sostenibile dei costi sulle attività degli operatori e senza le difficoltà e i costi aggiuntivi “a perdere” del trasferimento temporaneo nell’area del Settebello, sulla via Roma.  

E’ fuori dubbio che il Mercato Centrale Coperto, dopo 50 anni dalla sua costruzione, deve essere riqualificato dal punto di vista strutturale e della riorganizzazione della superficie commerciale ridotta di mq. 200 per la cessata attività di diversi operatori.    

Se poi vogliamo perseguire il maxi progetto della demolizione e ricostruzione radicale, sottopongo al Sindaco e alla Giunta Comunale la seguente proposta di una riqualificazione commerciale e urbanistica di questa vasta area del Centro Storico, che prevede:

La realizzazione del Nuovo Mercato Centrale Coperto nell’area di Piazza Gramsci, circondata da quattro strade che lo rendono ancora più accessibile, con la realizzazione del parcheggio interrato preferibilmente pluripiano, a servizio dei clienti del mercato sovrastante e di chi accede al Centro Storico.
                                                                    
Teniamo presente che la superficie di Piazza Gramsci è di 7.500 mq, molto più vasta della superficie di 4.500 mq, su cui insiste l’attuale mercato.

Questo consentirebbe l’insediamento più ampio, razionale, accessibile al piano terra di tutti i punti di vendita, dei pubblici esercizi, della ristorazione, dei servizi, con spazi circostanti e parcheggi di cicli e moto.

Eliminerebbe finalmente uno “squarcio urbano” dopo la distruzione della Caserma Castelfidardo, nella seconda Guerra Mondiale, riempito con la vista di un banale parcheggio, recuperando e rigenerando il costruito preesistente.

Il Comune potrebbe indire un Bando pubblico, nazionale, coinvolgendo sin dall’inizio gli operatori del Mercato Coperto per conoscere le esigenze e definire le condizioni di realizzazione del Mercato Coperto e del progetto di finanza.

Il Comune, nel “project financing”, potrebbe contemplare la gestione del parcheggio interrato, e la partecipazione del Comune a fronte di  finanziamenti locali, Regionali, Nazionali, per contenere i costi di realizzazione e di ricaduta sugli operatori, ma anche per continuare a salvaguardare in Convenzione le attività degli operatori e il servizio pubblico del Mercato.

Gli attuali banchi del Mercato Ambulante, di Piazza Gramsci, potrebbero essere trasferiti sull’area dell’attuale Mercato Centrale Coperto demolito, consentendo un compattamento del Mercato Ambulante e una ripresa di quelle attività oggi emarginate e in difficoltà.

Tale intervento consentirebbe anche il recupero dello storico ex Convento di San Francesco, che chiedo invano da anni all’Amministrazione, senza risposta, rimuovendo le rovine e le distruzioni dei bombardamenti, che degradano la Via IV Novembre, di fianco al Tempio Malatestiano, capolavoro del Rinascimento.

Potremmo realizzare un Mercato Centrale Coperto attraente architettonicamente e commercialmente, per tutti cittadini e turisti, che riqualificherebbe e rilancerebbe tutto il Centro Storico.

Queste le mie proposte che responsabilmente sottopongo all’attenzione dell’Amministrazione Comunale, per la valorizzazione del commercio al dettaglio e del nostro Centro Storico.  
                                     

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La riqualificazione di Piazza Malatesta deve avvenire nel rispetto della storia della città.
   

 17.7.2020

Sono in corso i lavori del 2° lotto -IV Stralcio Museo Fellini “Riqualificazione Piazza Malatesta”con la spesa di 3.000.000 di euro , oltre ai 4 stralci realizzati o in corso di ultimazione per 9.000.000 di euro, che ammontano complessivamente a 12.000.000 di euro.

Nel suddetto lotto lavori, Hera sta eseguendo il rifacimento dei sotto servizi, mentre la pavimentazione sovrastante della Piazza è di competenza del Comune.

In base alle norme del PSC (Piano Strutturale Comunale), le nuove superfici, gli arredi, e più in generale il disegno della Piazza devono    tenere in considerazione le risultanze delle indagini archeologiche.

La Piazza Malatesta ha un forte valore storico, architettonico ed archeologico e per questo è soggetta ai seguenti vincoli:

Il vincolo di inedificabilità assoluta del 14 Marzo 2015, è finalizzato ad assicurare la prospettiva del Castello Malatestiano;

Il Vincolo Archeologico del 29 Ottobre 1991 è finalizzato a garantire la tutela del sottosuolo delle aree incidenti sul tracciato delle mura tardo imperiali e sull’area occupata dell’antico “fossato” difensivo del Castello.

Gli interventi da realizzare, anche in superficie, devono essere compatibili con i rinvenimenti archeologici.

I sondaggi conoscitivi, svolti negli ultimi 30 anni, hanno evidenziato presenze archeologiche diffuse mediamente a solo mezzo metro dalla superficie della Piazza.

Nell’area tra il Castello e il Teatro, corrispondente al “fossato”, gli scavi avevano già riscontrato nel 1988 e nel 1992 il muro di “controscarpa” o “antemurale” (la prima linea di mura difensive del Castello) e uno dei “ battiponte” ( del Ponte Levatoio) ad una quota di appena 20 centimetri sotto il piano della Piazza.  

Gli scavi in corso in questa area stanno facendo emergere, in questi giorni, proprio la parte del sistema difensivo “antemurale” del Castello Malatestiano,  a ridosso del “fossato” e della “falsa braga”( la cinta muraria  della Corte a Mare).   

Per questo, ieri sera con l’interrogazione consigliare, ho chiesto, alla luce di queste importanti testimonianze archeologiche, da valorizzare,  di rivedere radicalmente l’attuazione del progetto esecutivo approvato, che prevede:

1)    La realizzazione, ridicola, di una fontana calpestabile  in forma di piazza allagabile lungo il perimetro del “fossato” con una profondità di 5 cm. e con vaporizzatori per creare “suggestioni oniriche” felliniane:

2)    La localizzazione dei vani tecnici della fontana ad una profondità di 4 m., sotto la fontana, addirittura, nell’area tutelata e inedificabile  del “fossato”;

3)    Che venga “spianata la schiena d’asino” che si frappone tra il Castello e il Teatro, dovuta alle presenze archeologiche fino alla superficie, in spregio al vincolo archeologico.

4)    Come possano i suddetti interventi, essere compatibili con le testimonianze storiche e archeologiche di Castel Sismondo, (progettato da Filippo Brunelleschi), rispettare i vincoli di tutela, e avere il parere favorevole della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Emilia Romagna per le province di Ravenna, Forli-Cesena e Rimini.

Sostengo da anni in Consiglio Comunale, che invece dei suddetti fantasiosi interventi, a cominciare dal “giardinetto” realizzato  davanti al Castello  con i muretti di cemento armato  che evocano le mura della “falsa braga”, era più naturale, semplice e molto meno costoso, riscoprire  il “fossato” tutto attorno al Castello, liberarlo dagli interramenti, per fare riemergere il Castello originario di 5-6 metri e ritrovarlo imponente anche nel confronto con il Teatro ricostruito.

Abbiamo perso una occasione storica.               

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Istituire un Presidio della Polizia Municipale e delle Forze dell’Ordine sul nuovo Piazzale della Stazione, per rispettare legalità, sicurezza e decoro.
   

 4.07.2020

E’ stata ultimata da poche settimane la nuova Piazza antistante la Stazione di Rimini, costata oltre un milione e mezzo di euro, a carico di Rete Ferroviaria Italiana (RFI).

Nonostante l’ingente somma investita, per la riqualificazione e la trasformazione urbana dell’intera area, purtroppo, davanti alla Stazione continua lo “spettacolo”: balordi, ubriachi, nullafacenti “sdraiati a terra”, malavitosi e anche spacciatori, che con l’espletamento dei propri bisogni corporali, il vomito, le risse, urla, furti, degradano il nuovo Piazzale d’ingresso della città.

Si ripresenta la “solita” situazione di “indecenza”, di “insicurezza”, senza rispetto per le migliaia di cittadini e turisti che ogni giorno usufruiscono della Stazione di Rimini, del trasporto pubblico, del servizio taxi.  

Non è ammissibile per il decoro e l’immagine della rinnovata Stazione di Rimini!

Ho chiesto, pertanto, con l’interrogazione consigliare di giovedì scorso, di istituire un Presidio della Polizia Municipale, per il rispetto del Regolamento di Polizia Urbana, riguardo i comportamenti vietati su un luogo pubblico e dell’Ordinanza del Sindaco che vieta il consumo di alcolici sul suolo pubblico, proprio davanti alla Stazione.

Per dare continuità ed efficacia al Presidio a sostegno della legalità e sicurezza, ritengo opportuno il supporto delle Forze dell’Ordine e dell’Esercito, coinvolgendo il Prefetto e il Comitato per la Sicurezza e l’Ordine Pubblico sulle “criticità “dell’area Stazione.  

Anche il prossimo utilizzo dell’adiacente parcheggio, ampliato da 183 a 478 posti auto, ad opera della Società delle Ferrovie “Metropark”, deve avvenire, rispetto al passato, in migliori condizioni di vigilanza e sicurezza   per gli utenti.

E’ importante, oltre la sicurezza, sostenere la qualità ambientale: il nuovo e vasto piazzale, non può essere già imbrattato, occorre che sia pulito e curato quotidianamente e con scrupolo da Hera e Anthea.   

L’Amministrazione Comunale, in sinergia con le Ferrovie dello Stato, deve fare gli interventi di sua competenza:

Le “barriere stradali” mobili, da mesi davanti al Piazzale siano rimosse al più presto, con la definizione delle corsie stradali per il trasporto pubblico e privato, per agevolare l’accessibilità e transitabilità davanti la Stazione.  

La spaziosa superficie con asfalto rosso all’angolo del Bike Park può essere attrezzata con le rastrelliere per il parcheggio bici, eliminando le infelici rastrelliere sull’aiuola verde spartitraffico di Via Dante.

Il prefabbricato della Cooperativa Taxisti, dopo tanti traslochi, sia sistemato definitivamente, in un luogo funzionale per l’attività lavorativa e per l’accesso dei clienti.
Dopo la demolizione dell’ex Kebab di Viale C. Battisti, è ora di valorizzare l’area verde dei Giardini della Stazione, trascurata da decenni.

Aspettiamo entro l’anno, che Rete Ferroviaria Italiana (RFI), avvii i lavori di riqualificazione del Sottopassaggio del Grattacielo, con l’abbattimento delle barriere architettoniche, la video sorveglianza, e l’apertura a mare della Stazione, con il prolungamento del sottopasso centrale fino al Giardino “Vittime delle Foibe”.  

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Le responsabilità dell’Amministrazione Comunale: cantieri sul lungomare di Rimini Nord, incompatibili con la stagione balneare.
   

 27.6.2020

Quest’estate, la stagione balneare a Rimini nord, è compromessa non solo dal “Corona Virus”, ma anche dai quattro “cantieri” per la riqualificazione dei Lungomari di Rivabella, Viserba, Viserbella, Torre Pedrera, avviati in ritardo dall’Amministrazione Comunale il 23 Gennaio scorso.   

La “fine lavori” era prevista a fine giugno 2020, per i tratti di Via Polazzi-Via Roma a Viserba, Via Tolemaide-Via Tolmetta a Torre Pedrera, Via Adige-Via Astico a Rivabella, con la conclusione di tutti gli interventi entro novembre 2020.

Anche l’ampliamento dell’asse viario Mazzini, Caprara, Serpieri e Domeniconi, adiacente la Ferrovia, doveva concludersi entro l’inizio dell’estate Giugno 2020.

Lo stato attuale dei lavori, nonostante 5 mesi di meteo favorevole, smentisce le previsioni della Amministrazione Comunale, evidenziando tempi di esecuzione delle opere che rendono impraticabili i singoli tratti di lungomare nel centro di Viserba, Torre Pedrera, Rivabella.

1)    I marciapiedi, per oltre la metà della lunghezza e superficie non sono ancora stati pavimentati;

2)    I lampioni dell’illuminazione non sono stati installati;

3)    Gli alberi e il verde delle aiuole non sono stati piantumati;

4)     Il cantiere di Viale Roma a Viserba per il rifacimento della sede stradale, atteso da 20 anni, è stato avviato a fine Giugno;

5)    L’ampliamento dell’asse viario adiacente alla Ferrovia è da completare su Via Mazzini, proprio nel tratto a monte di Viserba;

6)    Il cantiere sul Lungomare di Torre Pedrera, la notte è avvolto nel buio, con pericoli per la sicurezza;

7)    I cantieri, in particolare quello nel centro di Viserba, rendono inaccessibili i lungomari, non solo con le transenne, anche con l’impatto di polveri, rumori, causando una situazione caotica, poco rispettosa delle attività circostanti (alberghi, negozi, pubblici esercizi) che protestano, la conseguenza è che i pochi turisti fuggono.

Dubitiamo che tutto sia ultimato fra due settimane, a metà luglio, come ha risposto l’Ass.ai Lavori Pubblici alla nostra interrogazione consigliare di giovedì scorso.

Come sono rimaste senza risposta, le nostre criticità sollevate relativamente alle dimensioni ristrette dei marciapiedi, che misurano appena un metro e mezzo a Viserba e Rivabella, a scapito di una pista ciclabile di 2,5 metri, con i pedoni costretti a procedere in “fila indiana”.

La “pedonalizzazione dei lungomari” di Viserba e Rivabella, era  l’obiettivo principale della riqualificazione, ma alla fine, è stata penalizzata dagli attraversamenti ciclabili.

Gli annunci dell’Amministrazione Comunale sulla “fine lavori”, si confermano azzardati ed incoerenti: i cantieri sul lungomare, “sono attualmente in corso”, incompatibili più che mai con la stagione balneare, con conseguenti danni alle attività economiche.

Sarebbe stata necessaria, una prudente programmazione, con cantieri avviati al termine della scorsa l’estate e la chiusura prima di Pasqua, per promuovere l’immagine e l’accoglienza della nostra riviera.
                                                       

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Contro l’oscena trasformazione della “rotonda del Grand Hotel” in un parcheggio di auto e moto.
   

 20.6.2020

La realizzazione in corso del tratto 1 del Parco del Mare, procede di male in peggio.

Per sopperire all’eliminazione dei posti auto sul lungomare è stata approvata la realizzazione di un’area di sosta “a raso”, “temporanea” sul sedime dell’attuale “rotonda del Grand Hotel”.

Secondo quanto descritto nella Delibera di Giunta, “adeguamento Rotatoria Fellini”, approvata il 18.12.2019, si tratta:

“di rendere carrabile tutta l’area dell’attuale rotatoria, pavimentando l’area a verde al centro con materiali permeabili e mantenendo le pavimentazioni dei marciapiedi, della ciclabile e della carreggiata.

I posti auto saranno organizzati in anelli concentrici, che consentono l’inserimento negli anelli più piccoli, di stalli per motocicli.

In sintesi, su una superficie di 8.945 mq. si prevede possano essere realizzati 230 posti auto e 350 posti per motocicli.

Trattandosi di intervento a carattere temporaneo si ritiene che l’art.36 del Regolamento del Verde Pubblico possa essere derogato.

Il costo per la realizzazione dei lavori ammonta ad euro 200.000.“

Sin da subito ho ribadito con fermezza, nel Consiglio Comunale del 16 aprile scorso, in occasione della variazione al bilancio 2020, per il completamento dei tratti 1,2,3 del lungomare, che la suddetta soluzione era oscena per l’impatto ambientale, in un luogo con vincoli paesaggistici.  

A seguito della mia contestazione consigliare, la Giunta Comunale, 5 giorni dopo, il 21 Aprile 2020, ha approvato una nuova Delibera, in sostituzione della precedente del 18.12.2019, che recita testualmente:

“Verrà mantenuta carrabile tutta l’area dell’attuale rotatoria mantenendo gli stalli esistenti ed aumentadone il numero da 70 a 135 (65 posti auto aggiuntivi).

I posti auto saranno organizzati in parte in linea ed in parte inclinati a 60° lungo l’anello interno della rotatoria.

La realizzazione del parcheggio avverrà unicamente attraverso la cancellazione e il ridisegno di nuova segnaletica orizzontale e l’apposizione di nuova segnaletica verticale, solo ove necessaria.

Il costo totale dell’opera, si riduce da 200.000 a 100.000 euro.”

Ritengo che tale spesa, sia comunque eccessiva, tra vernice e pali, per indicare 65 posti auto aggiuntivi.   

Rimane inaccettabile, la trasformazione della rotonda del Gran Hotel in un parcheggio che snatura l’immagine della cartolina di Rimini, senza rispetto per la storia del luogo, della Rimini balneare, del Kursaal con i giardini, con un destino che non va oltre il parcheggio a raso o interrato.

L’intervento sul Parco Fellini si è risolto semplicemente con la minimale potatura degli alberi, senza dar seguito all’opportuna rimozione dell’area asfaltata ed  a una riqualificazione complessiva.

Il programma dell’Amministrazione Comunale del Sindaco Gnassi prevede nel Piazzale Fellini un parcheggio interrato di 300 posti auto con una spesa di 8.000.000 di euro.

Una spesa esorbitante, che poteva essere contenuta con la realizzazione contestuale dei parcheggi sottostanti il tratto 1 del lungomare, invece di sostenere i costi di decine di migliaia di metri cubi di terra per rialzare la quota del lungomare.

Inoltre, la Determina Dirigenziale del 12/12/2019 pubblicizzata sul cantiere (comprendente la “segnaletica Lungomare Tintori e strade di accesso“), è completamente reticente sulla realizzazione del parcheggio sull’area verde (ex Sangiovesa)  adiacente via Paolo e Francesca e sulla eliminazione di due fasce di verde a destra e sinistra di via a Vitelloni: serve trasparenza!

Anche su questo attendo risposta alla ultima interrogazione Consigliare di giovedi scorso..

L’Amministrazione Comunale improvvisa e continua con la realizzazione di parcheggi temporanei, addirittura sopra le aree verdi, in fregio al lungomare; il tutto in netta contraddizione con il tanto sbandierato principio del Parco del Mare: liberare il waterfront dalla presenza della viabilità carrabile!

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Finalmente demolito l’ex Kebab, “sanificati” i Giardini della Stazione.
   

 13.6.2020

Ci sono voluti 10 anni di richieste, di ripetute interrogazioni consigliari al Sindaco, ma ieri finalmente è arrivata la demolizione dell’ex “KEBAB”, un’operazione che, da subito, migliora la “visuale” dell’area e contribuisce alla riqualificazione e alla “sanificazione” dei Giardini della Stazione.  

Il “Kebab”, per oltre un decennio, è stato, soprattutto di notte, “rifugio” di extra-comunitari, spacciatori di droga, malavitosi, ha rappresentato un problema di ordine pubblico, di insicurezza, di igiene pubblica, di degrado, per cittadini e turisti, una brutta immagine per la città a 50 metri dall’ingresso della Stazione.

Ricordo che il suddetto locale era stato costruito abusivamente negli anni ’60, su un’area delle Ferrovie dello Stato e del Comune; l’unica concessione edilizia era stata rilasciata nel 1948 per l’installazione di un chiosco “frutta”, in posizione totalmente diversa, antistante l’entrata della Stazione Ferroviaria.

Le Ferrovie dello Stato hanno revocato il 13.2.2017 la concessione al gestore con scadenza al 30.6.2018 per inadempienze contrattuali e il Comune di Rimini ha revocato il 17.7.2017 l’autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, per abusi edilizi.

Il ricorso della proprietaria del locale per l’annullamento dei provvedimenti emessi dal Comune è stato respinto dal TAR dell’Emilia Romagna il 31.5.2018.

Alla luce delle irregolarità edilizie e soprattutto per eliminare la situazione di illegalità, avevo sollecitato il Sindaco, con tre interrogazioni consigliari tra il 2018 e il 2019,  all’esecuzione coattiva dell’ingiunzione comunale di demolizione dell’ex kebab di viale C.Battisti.

L’avvenuta demolizione contribuisce ad una “liberazione” per i Giardini della Stazione da quella situazione illegalità, insicurezza, degrado che si estende nelle aree urbane vicine (es. Borgo Marina o antistanti la Stazione).

Dopo il nuovo Piazzale della Stazione e la ristrutturazione prossima del Sottopasso del Grattacielo ad opera di RFI, ora spetta all’Amministrazione Comunale la riqualificazione dei Giardini della Stazione con i seguenti necessari interventi:

-l’eliminazione della vasca d’acqua rettangolare utilizzata come servizio igienico e luogo d’incontro degli “irregolari”;

-la riattivazione e valorizzazione della Fontana storica, risalente al 1927, attualmente senz’acqua, ridotta a contenitore di rifiuti e fogliame;

-il rifacimento della pavimentazione del marciapiede lato mare, in condizioni penose con asfalto rattoppato e datato;

-la cura del “verde” dei Giardini, alberi, aiuole, prato ;

E’ l’occasione per l’Amministrazione Comunale di rigenerare un’area strategica, rendendola un accogliente biglietto di benvenuto nella nostra città.
                             
                                       

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Sollecitata la risposta dell’Amministrazione Comunale sullo spostamento dell’Antenna di Via Baroni.
   

 11.6.2020

Ricordo la manifestazione di protesta dei cittadini di Viserba svoltasi il 22 Maggio scorso in Piazza Cavour con la richiesta di spostare l’antenna della telefonia mobile, prevista in Via Baroni, a ridosso di una palazzina, nel mezzo di un centro residenziale con 500 abitanti, vicina ad un asilo ed ad un Centro Anziani.   

L’Amministrazione Comunale aveva assunto l’impegno nell’occasione di “procedere ad una verifica di tutti i passaggi dell’autorizzazione, alla luce dei rilievi sollevati dai cittadini”.  

Visto il tempo trascorso, ho chiesto ieri sera, con una interrogazione consigliare, di conoscere l’esito del “riesame del procedimento”, delle “incongruenze” rilevate rispetto al Regolamento Comunale, il recepimento o meno delle istanze dei residenti.

Ho sottolineato che nelle Osservazioni conclusive della Unità Operativa e Sanità Pubblica della AUSL di Rimini “si fa presente che  non è stata effettuata in quanto non di competenza, la verifica delle planimetrie degli edifici, nel raggio di 200m. dall’impianto, fornite nella documentazione di progetto dal gestore”.

Anche nella Relazione Tecnica di ARPAE “ si specifica che la situazione planimetrica e le altezze degli edifici-elementi asseverasti dai tecnici incaricati dal gestore- non sono oggetto di verifica da parte di questa Agenzia”.  

Ho chiesto, pertanto, che gli Uffici Territorio-Ambiente e SUAP   del Comune di Rimini verifichino le planimetrie allegate al progetto con la l’urbanizzazione esistente.

In quanto, le planimetrie acquisite da  ARPAE per il progetto in esame risulterebbero anteriori al 2010, non comparendo l’Asilo costruito in Via Sacco e Vanzetti nel 2010, gli edifici costruiti negli ultimi 11 anni e la via W. Ceccaroni.

E’ da considerare, quindi, la presenza dell’asilo nido,  equidistante  a meno di  250 metri  tra la prevista SRB in via Baroni e l’altra SRB esistente  in Via Pasi, esposto alla sovrapposizione dei livelli di campo elettromagnetico.  

Al riguardo, Arpae ha già rilevato il superamento del Valore di Attenzione di 6V/m in due edifici abitativi di via Beltramini, distanti più di 200 m. dalla nuova SRB, a causa della sovrapposizione degli effetti dovuti alle due antenne.

Sono quindi fondate le considerazioni e le ragioni, in conformità al Regolamento Comunale, e al Principio di Precauzione dell’U.E. per  consentire all’Amministrazione Comunale di spostare la nuova SRB in un luogo più distante dalle abitazioni e da un luogo sensibile (asilo) per ridurre l’impatto visivo-ambientale e il rischio per la salute pubblica.   

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Il Distributore Automatico di alimenti e bevande, nel Borgo Marina, è inopportuno per ragioni di ordine pubblico.
   

 27.5.2020

Nell’Aprile scorso, durante la chiusura forzata di quasi tutte le attività produttive e commerciali con DCPM e Ordinanze Regionali causa l’emergenza sanitaria COVID 19, è stato realizzato e aperto nel  Borgo Marina, in un negozio all’inizio di Corso Giovanni XXIII°, un Distributore Automatico H24, per la vendita e la somministrazione di alimenti (snack),  caffè, acqua, birre fresche in lattina e altre bevande.

Considerato che nel Borgo Marina e nell’adiacente zona della Stazione  sono perduranti i problemi di ordine pubblico, dovuti allo spaccio della droga, alla prostituzione, agli “irregolari” di ogni genere, non era certo opportuna l’apertura di tale attività, aperta giorno e notte, priva della presenza di responsabili.

Tale Distributore Automatico, sta diventando un punto di riferimento di  “spacciatori di droga”, luogo di assembramento di extracomunitari e ritrovo di sbandati“ dell’area stazione, che non rispettano il  “distanziamento” e privi di “mascherine” bivaccano sui marciapiedi antistanti.

L’insediamento di questa attività causa l’aggravio del degrado e dei problemi di ordine pubblico.  

La stessa vendita pubblicizzata nel suddetto Distributore Automatico di birre fresche in lattina non può ignorare le leggi dello Stato in materia di bevande alcoliche,  riguardo il divieto di vendita ai minori  di 16 anni (Cod. Penale art.689 comma 1bis), ai soggetti trai 16-18 anni,( Legge 125/2001 art.14 ter) e il divieto di vendita nell’orario notturno dalle ore 24 alle ore 7 ( Legge 2125/2001 art.14 bis).    

Con l’interrogazione consigliare di ieri sera, ho chiesto di verificare la regolare comunicazione SCIA per l’avvio di tale attività, di controllare i requisiti soggettivi (morali) e oggettivi come la conformità urbanistico edilizia del locale alla destinazione d’uso e quelli igienico sanitari con l’autorizzazione della ASL.

Non solo, per prevenire l’insorgenza di problemi di degrado e di ordine pubblico, già riscontrati nel Centro Storico, l’Amministrazione Comunale dovrebbe prevedere un Regolamento per l’insediamento dei Distributori Automatici per la vendita al pubblico di alimenti e bevande, in locali privi della presenza di responsabili.

Al riguardo, l’Amministrazione Comunale prenda l’esempio dall’Ordinanza emessa dal Sindaco di Ravenna del 4.2.2019, (la cui legittimità è stata confermata dal Tar dell’Emilia Romagna), sul divieto di installazione di un Distributore Automatico di alimenti e bevande nella zona della Stazione di Ravenna con presenti problemi di degrado e di ordine pubblico, per favorire la sua riqualificazione.

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L’Amministrazione Gnassi non ha eliminato nè ridotto la COSAP sulle edicole ignorando la mia proposta approvata dal Consiglio Comunale.
   

 20.5.2020

In occasione del provvedimento governativo che ha esentato fino al 31 Ottobre il pagamento della Cosap,  rendo noto  che l’Amministrazione Comunale Gnassi non ha ridotto il canone di occupazione del suolo pubblico per le edicole, ignorando la mozione del sottoscritto approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 14.3.2019 .

Nei tre mesi di chiusura forzata di quasi tutte le attività, in tempi di pandemia e di isolamento personale, tutti hanno riconosciuto l’importanza delle edicole, centro  di informazione e di socialità per i cittadini.

Ma gli Amministratori del Comune di Rimini non hanno fatto nulla di concreto per sostenerle.

Infatti, non hanno adempiuto alla richiesta principale  di dimezzamento del canone di occupazione del suolo pubblico, l’ampliamento dei servizi erogati dalle edicole, come l’informazione turistica.  

Nel Comune di Rimini, l’occupazione del suolo pubblico dalle edicole comporta un canone di 200 euro al mq., con un costo per un chiosco di 10 mq. di  2.000 euro l’anno, fino ai 6.000 euro annui per un chiosco di 30 mq., oltre l’IMU e la TARI.

Consideriamo che il reddito netto derivante dalla gestione di una edicola che impegna almeno due persone è di circa 1.000 euro mensili e con la chiusura di un’edicola viene meno il lavoro e il reddito di una famiglia, di solito impegnata in questa attività..

Non a  caso a Rimini, nell’ultimo anno, hanno cessato l’attività una quindicina di edicole storiche  ( Piazza Tre Martiri, Piazza Cavour, Ponte Dei Mille, Grattacielo, Viale Vespucci, Via Tripoli, Via della Fiera, ecc.).

In sintonia con la mia proposta, vicino a noi, i Comuni di Forli e Cesena hanno concordato con i giornalai un protocollo che prevede di esentare dal canone di occupazione suolo pubblico  le edicole che si impegnano a svolgere attività di informazione turistico, culturale e ricettivo, con la formazione personale e la consegna del materiale fornito dal Comune.    

A Rimini, basterebbe copiare, senza smanie di protagonismo, solo col desiderio di sostenere il ruolo pubblico delle edicole con l’informazione ai cittadini e ai turisti.   

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Antenna di Via Baroni: l’Amministrazione Comunale, dopo tanta superficialità, ascolti le ragioni fondate dei cittadini.
   

 13.5.2020

Ho partecipato questa mattina, come Consigliere Comunale, assieme alle centinaia di residenti, alla protesta contro l’installazione dell’antenna di telefonia mobile in via Baroni-Via Sacco Vanzetti, a Viserba.

Ricordo l’interrogazione del sottoscritto al Sindaco, nell’ultimo Consiglio Comunale del 30 Aprile scorso, appena erano partiti i lavori delle fondazioni e della base di cemento armato, su cui doveva essere installato l’antenna alta 30 metri: per conoscere la ragione dei pareri favorevoli espressi da ARPA e dal SUAP, chiedendo di valutare le osservazioni dei cittadini e sospendere l’installazione in corso.

Sono trascorsi ormai 15 giorni e non ho avuto ancora risposta dall’Amministrazione Comunale, nonostante la mia interrogazione fosse di estrema urgenza con risposta scritta entro 5 giorni, come previsto dal Regolamento del Consiglio Comunale.

Comunque, senza dubbio, la collocazione della nuova antenna doveva avvenire in una posizione lontana dalle abitazioni esistenti, come prevedono gli art. 16 (minimizzazione dell’impatto visivo) e l’art. 17 (minimizzazione dell’esposizione) del ”Regolamento Comunale per il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telefonia mobile e la minimizzazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici”.

Invece, l’installazione della nuova antenna, alta 30 metri, è stata autorizzata, dall’Ufficio SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) del Comune di Rimini, su un terreno privato, ubicata:
- a circa 10 metri dalle finestre e dai balconi di una palazzina con 16 app.ti e 40 residenti;
- nel mezzo di un centro residenziale, in un raggio di 70 metri le onde elettromagneti interessano 60 palazzine e circa 300 persone;
-  in un raggio di 500 metri, sono comprese 100 palazzine e 500 residenti;
- con attorno all’antenna i parchi giochi per i bambini.

Inoltre, la nuova antenna si troverebbe a 200 metri da un asilo nido, da una scuola materna e a 100 metri da un Centro Anziani.

E’ incredibile: la cartografia presentata per il rilascio dell’autorizzazione sembra antecedente all’anno 2000, in quanto non risulta l’Asilo Nido e la Scuola per l’Infanzia costruiti nel 2009 e nemmeno la Via Ceccaroni risalente a 5-6 anni orsono.

Si suppone che l’Ufficio Tecnico del Comune di Rimini, non abbia fatto le necessarie verifiche della planimetria con l’esistente territorio abitato e urbanizzato, né sia stato compiuto un sopralluogo.  

Ancora, va considerata l’attuale esistenza di un’altra antenna per la telefonia mobile, alta 25 metri, nell’ambito di circa 200 metri, in via Pasi, le cui onde elettromagnetiche sommate a quella autorizzata in via Baroni supererebbero il limite di 6v/m in due edifici di via Beltramini.  

L’Amministrazione Comunale ha assecondato più le logiche burocratiche, che la salvaguardia della salute dei cittadini e dell’impatto ambientale.

Per ora, quest’oggi, “l’antennone” è arrivato a Viserba, ma dinnanzi alla protesta dei residenti, ha fatto marcia indietro!

Speriamo che l’Amministrazione Comunale, dopo tanta superficialità, recepisca le ragioni fondate dei cittadini.


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