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La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Riscopriamo e valorizziamo la storia Millenaria di Piazza Malatesta.
   

 8.10.2020

Dopo le due interrogazioni consigliari, ho presentato la Mozione “Riscopriamo e valorizziamo la storia millenaria di Piazza Malatesta”, iscritta al primo punto del Consiglio Comunale tematico di domani, giovedì 8/10/2020.

Premesso che, il Progetto del Museo Fellini in Piazza Malatesta, tra il Castello e il Teatro, prevede :

1)     La realizzazione di un’ampia fontana, di circa 1.000 mq, lungo il perimetro del “fossato” di Castel Sismondo, con una lama d’acqua e vaporizzatori per evocare atmosfere felliniane, come il “passaggio del Rex”;

2)    Il vano tecnico della fontana, collocato ad una profondità di 4 metri nell’area del “fossato”.  

che, nella stessa area tra il Castello e il Teatro, gli scavi in corso hanno fatto emergere l’”antemurale” o “controscarpa” del “fossato”, la prima linea di mura difensive, e i “battiponte” di accesso a a Castel Sismondo, come annunciato con la prima interrogazione consigliare del 16 Luglio scorso, dinnanzi al silenzio della Amministrazione Comunale;

che, la Soprintendenza, in base al sondaggio eseguito, ha confermato, nella nota al Comune del 19.6.2020, la presenza di “strutture archeologiche”, in corrispondenza del vano tecnico della fontana nel  “fossato”, come evidenziato nella seconda interrogazione consigliare del 24 Settembre scorso;   

che, sempre la Soprintendenza, ha ritenuto, oltre tre mesi fa, necessario ampliare e approfondire l’indagine archeologica per individuare una soluzione progettuale che possa tutelare e conservare le strutture archeologiche individuate;

ricordato, il Vincolo Archeologico del 29.10.1991 sull’area della Rocca Malatestiana comprendente il “fossato”, finalizzato a garantire la tutela del sottosuolo;  il Vincolo di inedificabilità assoluta del 14 Marzo 2015 su tutta Piazza Malatesta, per assicurare la visibilità del Castello;  il Piano Strutturale Comunale per cui le nuove superfici, gli arredi e più in generale il disegno della Piazza deve tenere in considerazione le risultanze delle indagini archeologiche;

la Mozione impegna il Sindaco

1)    A rendere pubblico l’esito dell’ampliamento e approfondimento dell’indagine archeologica richiesta dalla Soprintendenza;

2)    A considerare oggettivamente la fontana di 1.000 mq. lungo il perimetro del fossato e il vano tecnico sottostante, interrato a 4 metri di profondità, strutture permanenti, invasive, incompatibili nell’area tutelata del Castello e del “fossato”, non certo opere “leggere e amovibili”;

3)    Ad elaborare la soluzione progettuale per recuperare e valorizzare le strutture archeologiche emerse, quali: “l’antemurale” o  “controscarpa” del “fossato”, i “battiponte” di accesso al Castello e quelle che stanno venendo alla luce in tutta la piazza, (come avvenne nel 1989 con la scoperta della Domus del Chirurgo durante i lavori di ripavimentazione del Giardino Ferrari);  


4)    Ad operare la revisione radicale del progetto esecutivo “Museo Fellini-Piazza Malatesta”, riscoprendo di più e valorizzando la storia millenaria di Piazza Malatesta, quale naturale area archeologica compresa tra il Castello, il Teatro e la ex Cattedrale di Santa Colomba;  

5)    A non ricoprire tutto quanto rinvenuto, per realizzare velocemente la Piazza delle “ambientazioni felliniane”, incompatibili con la valorizzazione del patrimonio storico, in particolare di Castel Sismondo, progettato dal Brunelleschi, e non necessarie dopo la Cineteca di Fellini al Fulgor e la “riduzione” anche di Castel Sismondo a “contenitore“ del Museo Fellini.

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Case popolari: i nomadi in fila come le famiglie riminesi in difficoltà!
   

6.10.2020

Per la chiusura del campo nomadi illegale di Via Islanda, la Giunta Comunale aveva approvato il 29/5/2018 l’individuazione di cinque “ microaree” comunali (in Via Montepulciano, Via Cupa, Via Feleto, Via Della Lontra, Via Orsoleto), per l’insediamento di 6 nuclei famigliari Sinti (un totale di 32 persone).

Ricordo:

1.    le proteste dei cittadini, preoccupati per la sicurezza e il degrado delle aree vicino alle loro case;

2.    la spesa pubblica prevista per l’operazione era di circa 400.000 euro (per  l’acquisto di 12 casette -2 per nucleo- e l’urbanizzazione delle aree con luce, acqua, gas, recinzioni, ecc.);

3.    i miei ripetuti interventi (3 interrogazioni, 1 mozione, 1 Odg) per chiedere il ritiro della Delibera che prevedeva trattamenti preferenziali ai nomadi;    

4.    i 500 milioni di lire spesi nel 2000 per la chiusura del vicino Campo Nomadi di Via Portogallo con il versamento di 22 milioni di lire ad ognuna delle 23 famiglie di “rom” per lasciare il campo;

5.    le spese sostenute nei decenni nei Campi di Via Islanda e Via Portogallo per pagare acqua, luce, rifiuti, volontariato, assistenti sociali, personale del Comune ecc.

Ora, secondo le dichiarazioni pubbliche del capogruppo di  “Patto Civico  con Gnassi”, l’Amministrazione Comunale ha cambiato idea sulle “microaree” e chiesto all’ACER  (Azienda Casa Emilia-Romagna) la sistemazione dei nuclei Sinti negli appartamenti dell’Edilizia Residenziale Pubblica per favorire la loro integrazione.  

Sottolineo, che l’accesso all’edilizia popolare (ERP) è determinato da un Regolamento che definisce la graduatoria in base alle condizioni  famigliari, di reddito, di residenza:

ci sono già 1700 famiglie in lista di attesa con una disponibilità di 40-50 alloggi all’anno, mentre il ricorso agli Alloggi di Emergenza Abitativa reperiti dai privati ad un canone medio di 500 euro mensili, è solo straordinario e momentaneo.

Quindi, i nuclei  Sinti si devono mettere in fila nella graduatoria, come le molte famiglie riminesi in difficoltà, senza corsie preferenziali, e poiché dicono di essere riminesi, dovrebbero conoscere e rispettare le regole della convivenza se vogliono integrarsi: lavorando, pagando le tasse e mandando i figli a scuola.

Chiedo alla Giunta Comunale di voltare pagina: Il campo nomadi abusivo e degradato di Via Islanda rappresenta il fallimento del permissivismo, dell’assistenzialismo, da parte delle Amministrazioni Comunali, e della irresponsabilità dei nomadi.  

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Chieste le modifiche alla nuova rotatoria di Viale Valturio -Via Marecchiese per eliminare le nuove lunghe deviazioni agli abitanti di Via De’ Suriani.
   

 2.10,2020

Con la realizzazione della nuova rotatoria di Viale Valturio-Via Marecchiese si è eliminata, come richiesto, la deviazione su Viale Valturio  per i veicoli provenienti da Via Montefeltro e diretti sulla Via Marecchiese, ma si sono create nuove lunghe deviazioni, eliminando  l’immissione diretta su via De’ Suriani, ai veicoli provenienti da Viale Valturio.

Infatti, i veicoli provenienti da Viale Valturio, diretti in Via De’ Suriani, devono immettersi su Via Marecchiese fino alla rotonda Caduti di Marzabotto, da aggirare e ripercorrere in senso inverso, fino alla svolta su Via De’ Suriani.  

In alternativa, devono aggirare la nuova rotonda, verso Via Montefeltro, svoltare in Via Bilancioni, poi, via Di Mezzo, fino a Via Caduti di Marzabotto, o alle vie laterali per raggiungere Via Marecchiese e infine Via De Suriani.

Risultato: i residenti in Via De’ Suriani, una strada già senza via d’uscita, con la realizzazione della rotatoria, hanno visto peggiorata l’accessibilità alle loro abitazioni con nuove lunghe deviazioni.

Invece, bastava considerare :    

a)    che i veicoli provenienti da Viale Valturio, aggirando la rotatoria verso via Montefeltro-Borgo Mazzini, comportano la “fermata temporanea”  dei veicoli da Via Marecchiese;

b)    che la “ sola uscita “ consentita dei veicoli da Via De Suriani, comporta la stessa “fermata temporanea”  dei veicoli da Via Marecchiese;

e adottare la soluzione analoga:    

c)    consentire ai veicoli che percorrono Viale Valturio verso monte, l’immissione diretta su Via De’ Suriani, comportando la stessa ”fermata temporanea” ai veicoli provenienti da Via Marecchiese.

Ho chiesto, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, il ”ripensamento” della Amministrazione Comunale sulla realizzazione della rotatoria, per eliminare le nuove deviazioni, i disagi creati ai cittadini di via De’ Suriani, e per migliorare anche la fluidificazione del traffico, in particolare sulla Via Marecchiese.

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L’ordinanza “temporanea e limitata” del Sindaco per contrastare il consumo dell’alcol sul suolo pubblico è un provvedimento insufficiente.
   

 19.9.2020

L’ordinanza del Sindaco per contrastare il consumo di alcol sul suolo pubblico, temporaneamente, dal   10 ottobre al 31 maggio e limitatamente ad un perimetro del Centro Storico, è un provvedimento  insufficiente.

Il contrasto al consumo dell’alcol sul suolo pubblico non può ridursi ad alcuni mesi dell’anno,  né può essere circoscritto all’interno di una parte del Centro Storico, delimitata da alcune vie, trascurando il restante territorio comunale.

Bisogna contrastare “sempre e ovunque” il consumo di bevande alcoliche di qualsiasi gradazione sul suolo pubblico,  di vie, piazze, marciapiedi, aree mercatali, parcheggi, aree verdi, nei pressi di supermercati o minimarket che vendono tali bevande.

Le occupazioni del suolo pubblico da parte di persone con il bicchiere o le   bottiglie in mano che bivaccano, nuociono al decoro e alla vivibilità urbana: creano disagi ai cittadini, causano problemi di ordine pubblico e sicurezza, disturbo della quiete, danneggiamenti, imbrattamenti e l’abbandono a terra dei contenitori di vetro, latta o plastica.

Mentre in diversi luoghi pubblici della città  avviene tutto ciò, il vigente Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Rimini, all’art.3, si limita a vietare solo il consumo dei superalcolici (oltre 21 gradi) sul suolo pubblico, consentendo le altre bevande alcoliche.   

Per questo, oltre 2 anni fa,  ho presentato,  il 24.5.2018, la Mozione consigliare di modifica al Regolamento di Polizia Urbana, discussa in Commissione il 12.9.2018, che attualmente vieta solo il consumo dei superalcolici (oltre i 21 gradi), con i seguenti emendamenti :

1)    E’ vietato consumare bevande di qualsiasi gradazione alcolica sul suolo pubblico, se non nelle pertinenze di bar, locali, luoghi di somministrazione, o aree pubbliche autorizzate da parte della Amministrazione Comunale (Sanzione da euro 100 a euro 600);

2)    Il consumo di bevande alcoliche sul suolo pubblico potrà essere autorizzato, in deroga, solo in occasione di iniziative e manifestazioni particolari di interesse collettivo, individuate dalla Giunta Comunale, sempre nel rispetto della vivibilità degli spazi pubblici e del consumo responsabile.

Invece di ricorrere per la terza volta a “Ordinanze temporanee e limitate”, che non possono essere definite “contingibili e urgenti”, dinnanzi a situazioni persistenti; è necessario, modificare “coerentemente” il Regolamento di Polizia Urbana per vietare nell’intero Comune di Rimini il consumo delle bevande alcoliche di qualsiasi gradazione sul suolo pubblico, che è Regola adottata nei paesi del Nord Europa e sempre più nelle città italiane.

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L’Amministrazione Comunale deve fare la sua parte per rendere accogliente la porta d’ingresso della Stazione
   

 9.9.2020

Ieri il Sindaco ha inaugurato, con la foto e il taglio del nastro,  il nuovo Piazzale della Stazione, realizzato e pagato 1,5 milioni di euro dalle Ferrovie dello Stato.

Le Ferrovie dello Stato, sempre a proprie spese, hanno anche ampliato il parcheggio “Metroprak” da 183 posti auto a 335, con previsione a 478, ed   entro l’autunno dovrebbero avviare i lavori di “sfondamento” del sottopasso centrale della Stazione verso il mare e ristrutturare il sottopassaggio del Grattacielo, con l’abbattimento delle barriere architettoniche.

Da evidenziare che il Sindaco Gnassi nella sua “orazione” inaugurale non si è certo intrattenuto nei riconoscimenti per il soggetto attuatore delle opere, anzi, ha attaccato i vertici delle Ferrovie per i lavori da concludere entro il prossimo maggio, in vista della scadenza elettorale.

Di conseguenza, quale Consigliere Comunale sollecito per “coerenza”  il Sindaco   ad effettuare gli interventi di competenza del Comune, specifici per l’area della Stazione, chiesti ripetutamente in Consiglio Comunale ma rimasti senza risposta.  

A cominciare dall’ultima richiesta caduta nel vuoto:  l’istituzione di un Presidio mobile della Polizia Locale davanti la Stazione, sul nuovo Piazzale, lungo i marciapiedi a destra e sinistra di Viale Cesare Battisti, al parcheggio Metropark, per garantire il rispetto della legalità e sicurezza.

Infatti, permane nell’area della Stazione, la presenza di balordi, ubriachi, malavitosi, spacciatori, con comportamenti “fuori dalle regole”, che  creano una situazione di indecenza e insicurezza, per le migliaia di cittadini e turisti che ogni giorno usufruiscono della Stazione, del trasporto pubblico, del servizio taxi, dei parcheggi.

Scomparsa ogni vigilanza, Il Presidio della Polizia Locale può fare rispettare il Regolamento di Polizia Urbana riguardo i comportamenti vietati su un luogo pubblico e l’Ordinanza del Sindaco sul divieto di consumo di alcolici, previsto proprio davanti la Stazione.

Al riguardo, anche le Associazioni di volontariato che intervengono sul Piazzale della Stazione per l’assistenza alle cosiddette “marginalità sociali” devono educare alla responsabilità.

Oltre la sicurezza, l’Amministrazione Comunale deve sostenere la qualità ambientale: la pavimentazione del piazzale, appena ultimata, non può essere imbrattata dalle bevande o altro a ridosso delle banchine, occorre che sia pulita e curata quotidianamente da Hera e Anthea.   

Le “barriere stradali” mobili, collocate da mesi davanti al Piazzale, siano finalmente rimosse, con l’esecuzione dei lavori, ripetutamente annunciati, di definizione delle corsie stradali per il trasporto pubblico e privato, per agevolare l’accessibilità e transitabilità davanti la Stazione.   

Le rastrelliere per le bici collocate senza rispetto sull’aiuola verde spartitraffico di Via Dante, di fianco ai taxi, siano trasferite nell’area a ridosso del Bike Park.

Il prefabbricato della Cooperativa Taxisti, dopo tanti traslochi, sia sistemato definitivamente in un luogo funzionale per l’attività lavorativa e per l’accesso dei clienti.

Dopo la demolizione dell’ex Kebab di Viale C. Battisti, invocata per 10 anni,  è rimasto l’abbandono e il degrado, un brutta immagine a 50 metri dall’ingresso della Stazione, invece di cogliere l’opportunità di  riqualificare e valorizzare l’area verde dei Giardini della Stazione,  con i seguenti interventi:       

*La cura degli alberi, necessaria per i 90 platani del Viale della Stazione, del prato e delle aiuole;     

 •    Il rifacimento della pavimentazione dei marciapiedi di Viale C. Battisti, con asfalto datato e rattoppato;  

•    La valorizzazione della Fontana storica, risalente al 1927, quasi sempre senz’acqua, ridotta a contenitore di fogliame e rifiuti;
•    L’eliminazione della vasca d’acqua rettangolare, utilizzata come servizio igienico dagli “irregolari”;
•     L’installazione di giochi per i bambini.

All’Amministrazione Comunale, oltre che alle Ferrovie dello Stato, spetta  di fare la parte di competenza per rigenerare l’area strategica della Stazione, rendendola una Porta d’Ingresso accogliente nella nostra città.    

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Chiediamo la riqualificazione identitaria di Piazza Malatesta !
   

 2.9.2020

I ritrovamenti nel cantiere di Piazza Malatesta per la realizzazione del Museo Fellini, nell’area tra Castel Sismondo e Teatro, riguardanti l’”antemurale” o “controscarpa” del “fossato” (la prima linea difensiva del Castello), da noi annunciati dinnanzi al silenzio dell’Amministrazione Comunale, sono stati seguiti dall’emersione di altre testimonianze archeologiche.

Abbiamo chiesto, con l’interrogazione consigliare del 15 luglio scorso al Sindaco, la revisione radicale del progetto esecutivo “Museo Fellini” di riqualificazione di Piazza Malatesta, per il rispetto della Storia della Piazza e della Città.

L’Amministrazione Comunale, ha aspettato fino a pochi giorni orsono, per limitarsi ad annunciare pubblicamente che i reperti emersi saranno sottoposti ai necessari approfondimenti, insieme alla Soprintendenza, questa settimana.  

Nel frattempo, l’Assessore alla Cultura, con la risposta scritta, ci conferma:

1.    la realizzazione, nello spazio tra il Castello e il Teatro, di un’ampia fontana, di circa 1000 mq. con una lama d’acqua e vaporizzatori per creare artificiali atmosfere felliniane, come il passaggio del Rex.

2.    Il vano tecnico della fontana verrà collocato ad una profondità di 4 metri nell’area del “fossato” di Castel Sismondo, perché, secondo l’Assessore, “è la zona in cui sarà più improbabile trovare strutture archeologiche, trattandosi di riempimento piuttosto recente e di un’area già indagata”.

L’Assessore, ci informa che il progetto ha ottenuto in data 18/02/2020 il parere favorevole della Soprintendenza Archeologica, ma non riferisce che la stessa Soprintendenza ha chiesto una serie di verifiche  archeologiche, così definite:

•    “in corrispondenza del vano tecnico della fontana nel fossato della Rocca sarà necessario verificare la presenza di strutture archeologiche, in quanto si ritiene possibile che le attività in progetto intercettino i “battiponte” di accesso alla Rocca”.

Infatti, diversamente da quanto ipotizzato dall’Assessore, la Soprintendenza Archeologica, il 19.6.2020 rileva:

•    ”Il sondaggio eseguito, ha evidenziato la presenza di strutture archeologiche, in corrispondenza della predisposizione del vano tecnico della fontana nel fossato.

•    Di conseguenza, sarà necessario ampliare e approfondire l’indagine archeologica in modo da individuare congiuntamente una soluzione progettuale che possa tutelare e conservare le strutture archeologiche individuate, sia relativamente alla predisposizione del vano, sia per le relative condutture”.

Dinnanzi all’incertezza della Soprintendenza, ribadiamo con chiarezza, quanto sostenuto in Consiglio Comunale:

Vista l’esistenza del Vincolo Archeologico del 29/10/1991, apposto sull’area della Rocca Malatestiana che comprende anche il “fossato”, è del tutto incompatibile la costruzione della fontana e del vano tecnico interrato nell’area tutelata e inedificabile del “fossato”.    

Il Sindaco Gnassi e la Giunta Comunale, quando il 12.3.2020 hanno approvato il progetto definitivo-esecutivo “Museo Fellini - IV Stralcio - II Lotto - Riqualificazione di Piazza Malatesta”, non sapevano che i lavori interessavano l’area a più alta potenzialità archeologica della città?

Non hanno tenuto in considerazione, che Piazza Malatesta è sottoposta:

- al Vincolo Archeologico del 29/10/1991 sull’area della Rocca Malatestiana;

- al Vincolo di inedificabilità assoluta del 14 Marzo 2015, per assicurare la visibilità del Castello;

- alle Norme del Piano Strutturale Comunale per cui le nuove superfici, gli arredi, e più in generale il disegno della Piazza devono tenere in considerazione le risultanze delle indagini archeologiche.

E’ grazie all’insieme di questi vincoli e tutele, che le presenze archeologiche, storiche, diffuse su tutta la Piazza, a neanche mezzo metro dalla superficie, emerse dopo molti secoli, devono essere rispettate nell’esecuzione degli interventi, conservate e valorizzate.

Sarebbe opportuno informare con trasparenza i cittadini, rendendo i reperti visibili, apportando le conseguenti modifiche ai progetti, e mettere in risalto Piazza Malatesta quale area archeologica.

Quello che chiediamo responsabilmente è di riscoprire di più e valorizzare la storia millenaria di Piazza Malatesta, non di ricoprire tutto quanto rinvenuto, per realizzare velocemente la piazza delle “ambientazioni felliniane”.

Non sono necessarie tali realizzazioni, dopo la Cineteca di Fellini al Fulgor e la “riduzione” di Castel Sismondo a “contenitore” del Museo Fellini.    

Perduta l’occasione storica del recupero del “fossato”, che avrebbe fatto riemergere dagli interramenti di 5-6 metri, l’imponente Castel Sismondo progettato dal Brunelleschi, attraendo l’attenzione internazionale, non perdiamo, questa volta, l’opportunità della riqualificazione profonda e identitaria di Piazza Malatesta.   


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La caduta degli alberi non è solo colpa del vento!
   

 31.8.2020

La caduta degli alberi o dei loro rami sulle strade, marciapiedi, auto, come avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsa  è causata non solo dalle raffiche di vento ma anche dallo stato di precarietà e di trascuratezza delle piante.

La conferma, fra tanti crolli annunciati, è il grosso ramo del platano schiantatosi sul marciapiede di viale Cesare Battisti.

Non c’è bisogno di essere un arboricoltore, basta guardare il platano e constatare le sue cattive condizioni di salute con i lunghi e pesanti rami sorretti precariamente dal tronco tra buchi,  marciume, malattie e precedenti lesioni.

Sono almeno  30 i platani sul centinaio del   Viale della Stazione che  “vegetano” in queste condizioni senza cure e controlli.  

Sono anni che in Consiglio Comunale interrogo ripetutamente l’ Amministrazione Comunale e in particolare l’Assessore all’Ambiente per chiedere  la cura degli alberi in quello che era il Giardino della Stazione, all’ingresso di Rimini, abbandonato al degrado.

Nessuno interesse,  o intervento della Amministrazione Comunale.  

ll braccio destro di Anthea, come sempre avviene, si  limita  a portare via l’ingombrante ramo caduto a terra, senza pensare alle  possibili cure degli alberi danneggiati.  

Per l’Amministrazione Comunale è sempre colpa del vento !

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La rotatoria Viale Valturio-Via Marecchiese non deve penalizzare i residenti di via De’ Suriani.
   

 18.08.2020

Sono in corso di ultimazione le rifiniture estetiche alla nuova rotatoria sulle vie Marecchiese- Valturio-Montefeltro.

Per la cronaca ricordo di aver proposto con l’interrogazione consigliare del 26.7.2018 la realizzazione della “rotatoria” per evitare la deviazione “innaturale” su Viale Valturio del traffico veicolare proveniente dalla Via Montefeltro e diretto sulla Via Marecchiese.

Mi ero fatto portavoce dei residenti e titolari di attività della Via Montefeltro, condividendo l’eliminazione di uno spartitraffico realizzato “senza buonsenso”, che veniva spesso “sorpassato” irregolarmente e pericolosamente da cicli, moto, auto, per immettersi direttamente sulla Via Marecchiese, evitando  l’allungamento del percorso e l’intasamento del traffico su Viale Valturio.  

La risposta dell’Ass. Frisoni conveniva sulla proposta della rotonda per consentire la fluidificazione del traffico nella zona, sulla necessità di migliorare la sicurezza della circolazione, e in particolare sull’esigenza di garantire l’accessibilità a Via De’ Suriani, strada senza uscita , che si trova a ridosso della rotatoria.

Le modalità di realizzazione della rotatoria, però, non hanno visto   soddisfatte tutte le esigenze espresse e rispettate le promesse da parte della Amministrazione Comunale.  

Infatti, i veicoli provenienti da Viale Valturio verso monte, non possono più immettersi direttamente in Via De’ Suriani ma sono costretti a lunghe “deviazioni”:

1)     Da Viale Valturio, devono  immettersi su Via Marecchiese fino alla rotonda Caduti di Marzabotto, da aggirare e ripercorrere  in senso inverso fino alla svolta su Via De’ Suriani;

2)    In alternativa, devono aggirare la nuova rotonda, verso Via Montefeltro, svoltare  in via Bilancioni, poi via Di Mezzo, fino a Via Caduti di Marzabotto, o alle vie laterali per raggiungere via Marecchiese e Via De’ Suriani.

Da considerare che i veicoli provenienti da Viale Valturio, aggirando la nuova rotatoria verso via Montefeltro-Borgo Mazzini, comportano la  “fermata temporanea” dei veicoli da Via Marecchiese.

Come la “sola uscita” consentita dei veicoli da  via De’ Suriani, comporta la stessa “fermata temporanea” dei veicoli da Via Marecchiese.

Pertanto, si può consentire ai veicoli che percorrono Viale Valturio verso monte, l’immissione diretta su Via De’ Suriani, sempre, con la “fermata temporanea” dei veicoli da Via Marecchiese.

Per rispetto dei residenti in Via De’ Suriani, una strada già senza via d’uscita, che con la realizzazione   della rotatoria hanno visto peggiorata l’accessibilità alle loro abitazioni.   

Chiedo pertanto all’Amministrazione Comunale le necessarie modifiche alla nuova rotatoria, voluta nell’interesse di tutti, a cominciare dalla riduzione dell’invadente spartitraffico, per eliminare le  nuove “deviazioni”  ed i disagi creati ai cittadini di via De’ Suriani.
                                             

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L’Amministrazione Comunale non sostiene il ruolo pubblico delle edicole, l’informazione ai cittadini e ai turisti.
   

 6.8.2020

Nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, giovedi scorso, è stata approvata la riduzione del 50%  del canone COSAP  per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche dalle attività commerciali e artigianali.

Sottolineo che è  un provvedimento transitorio solo per l’anno 2020 per ridurre i danni economici subiti dalle attività che hanno subito la chiusura durante l’emergenza sanitaria; dopo l’esenzione con il “Decreto Rilancio” dei pubblici esercizi di somministrazione  alimenti e bevande dal canone COSAP, per le occupazioni con dehors e tavolini dal 1 Maggio al 31 Ottobre 2020.

Nell’occasione, ho ribadito che la Giunta Comunale, continua ad ignorare la mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 14.3.2019, proposta dal sottoscritto l’8.3.2018, che chiedeva  il dimezzamento  del canone COSAP di occupazione del suolo pubblico per le edicole.

E’ inconcepibile che la Giunta Comunale, non abbia adempiuto alla Deliberazione del Consiglio Comunale con un provvedimento specifico per le edicole, non “transitorio”, ma permanente, come la modifica al Regolamento Comunale COSAP .

Tutti hanno riconosciuto l’importanza delle edicole, punti di informazione e di socialità per i cittadini,  soprattutto nei mesi di chiusura delle attività, durante  la pandemia e l’isolamento personale.

Ma l’Amministrazione del Comune di Rimini continua a non fare nulla di concreto,  per sostenerle.

Nonostante nel Comune di Rimini, l’occupazione del suolo pubblico dalle edicole comporti un esoso canone di 200 euro al mq, con un costo per un chiosco di 10 mq di 2.000 euro l’anno, fino ai 6.000 euro annui per un chiosco di 30 mq, oltre l’IMU e la TARI.

Un costo che incide sul reddito netto derivante dalla gestione di una edicola di circa 1.000 euro mensili,  che impegna almeno due persone.

L’Amministrazione Comunale non considera che a Rimini, nell’ultimo anno, hanno cessato l’attività una quindicina di edicole storiche (Piazza Tre Martiri, Piazza Cavour, Ponte dei Mille, Grattacielo, Viale Vespucci, Via Tripoli, Via Dela Fiera, ecc.).

Non ha neppure recepito la proposta attuata nei Comuni di Forlì e Cesena di esentare dal canone di occupazione suolo pubblico le edicole che si impegnano a svolgere attività di informazione turistica culturale, ricettiva, previo apposito corso di formazione personale e la consegna del materiale fornito dal Comune.

L’Amministrazione Comunale di Rimini dimostra che non è interessata a sostenere il ruolo pubblico delle edicole, l’informazione ai cittadini e ai turisti.

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L’Amministrazione Comunale contraria alla proposta di riqualificazione complessiva del Mercato Centrale Coperto in Piazza Gramsci.
   

 1.8.2020

E’ necessario riqualificare il Mercato Centrale Coperto, realizzato 50 anni orsono, per rivitalizzare contestualmente il centro commerciale della città.

Ma il percorso della Amministrazione Comunale, di procedere con il progetto di demolizione e ricostruzione del Mercato Centrale Coperto nel sito attuale, è irrazionale per i seguenti motivi:

A)    Un centinaio di attività dovrebbero trasferirsi dall’attuale Mercato Coperto per almeno 2-3 anni nell’area vicino al Cinema Settebello, sulla Via Roma, sostenendo notevoli costi logistici a “perdere” per strutture di vendita “temporanee”, con disagi e perdite dei clienti;

B)    Il trasferimento “temporaneo” del Mercato Coperto, nell’area del “Cinema Settebello”, occuperebbe “stabilmente”, una superficie di circa 5.000 mq, considerato la superficie di vendita attuale al piano terra (4.500 mq.) e la superficie al piano interrato di circa 500 mq. dove sono le celle frigorifere;

C)    I progetti presentati, negli ultimi 3 anni, prima dalla Società CONAD e poi dalla Società RENCO, sono condizionati dal sedime attuale e dalle superfici esistenti:
gli operatori del Mercato Coperto non condividono le destinazioni preferenziali delle superfici al piano terra, proposte rispettivamente nei due progetti:
-il MARKET CONAD al posto della “PESCHERIA”;
-la “RISTORAZIONE” di 1.000 mq al piano terra con il MARKET CONAD al piano superiore (da realizzare);

D)    La spesa di realizzazione dei suddetti interventi, di circa 15-20 milioni di euro, sostenuta all’inizio dal soggetto privato con il “project financing”, ricadrebbe sui costi di affitto delle attività, raddoppiandoli o triplicandoli, mettendo a rischio la loro continuità;

E)    Il trasferimento del Mercato Coperto nell’area Cinema Settebello, anche se temporaneo, penalizzerebbe commercialmente le attività di Via Castelfidardo, Via Michele Rosa e il Mercato Ambulante, congestionando ancor di più il traffico veicolare sulla Via Roma.

Dinnanzi ai progetti presentati, non condivisi dagli operatori del Mercato Coperto, accantonati (CONAD) o non decollati (RENCO), comunque non realizzabili, l’Amministrazione Comunale non può ignorare le ragioni evidenziate e perseverare su una strada impraticabile.

Per questo, nel Consiglio Comunale di giovedì scorso, ho presentato una proposta alternativa e fattibile, di riqualificazione complessiva commerciale e urbanistica dell’area del Mercato Coperto, che prevede:  

1.    La realizzazione del Nuovo Mercato Centrale Coperto nell’area di Piazza Gramsci, circondata da quattro strade, che lo rendono meglio accessibile, con parcheggi interrati o sopraelevati, a servizio dei clienti e di chi accede al Centro Storico;

2.    La superficie di Piazza Gramsci di 7.500 mq, molto più vasta della superficie di 4.500 mq su cui insiste l’esistente Mercato Coperto, consente l’insediamento più ampio, razionale, accessibile, al piano terra, di tutti i punti vendita, dei pubblici esercizi, della ristorazione, dei servizi, con spazi circostanti per piazzette, parcheggi cicli-moto, verde;

3.    Si elimina, finalmente, lo “squarcio urbano” di Piazzale Gramsci, dopo la distruzione della Caserma Castelfidardo, a causa dei bombardamenti aerei della Seconda Guerra Mondiale, occupato da decenni da un “superficiale” parcheggio; per recuperare e rigenerare il disegno urbanistico;

4.    Gli attuali banchi del Mercato Ambulante in Piazzale Gramsci, possono essere trasferiti sull’area dell’attuale Mercato Centrale Coperto, dopo la demolizione, consentendo un “ricompattamento” del Mercato Ambulante e una ripresa commerciale di quelle attività oggi emarginate e in difficoltà;

5.    L’intervento rispetta lo storico ex Convento di San Francesco e favorisce la sua possibilità di recupero e valorizzazione chiesti da anni, rimuovendo le rovine e le distruzioni ancora esistenti della Seconda Guerra Mondiale, che degradano la Via IV Novembre, di fianco al Tempio Malatestiano, capolavoro del Rinascimento;

6.    Il Comune dovrebbe indire un Bando Pubblico indicando le esigenze e le condizioni del “progetto di finanza” per scegliere il soggetto privato, realizzatore del Mercato Centrale Coperto;

7.    Il Comune nel “progetto di finanza” può contemplare la gestione dei parcheggi e la partecipazione con finanziamenti pubblici, propri, regionali, nazionali, per ridurre i costi “privati” di realizzazione. E’ necessario che i costi di affitto  siano sostenibili per gli operatori, salvaguardare in Convenzione le attività economiche e il servizio pubblico del Mercato Coperto;  

8.    E’ possibile realizzare, con questa proposta, il Mercato Centrale Coperto attraente architettonicamente e commercialmente, per cittadini e turisti, valorizzando la nostra offerta “alimentare”, il commercio al dettaglio, il nostro Centro Storico.

L’Amministrazione Comunale invece di una superficiale e frettolosa contrarietà di maniera, espressa nella risposta alla mia interrogazione, rifletta consapevolmente, nell’interesse prioritario della Città.
    


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