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Teatro Galli: perchè ci siamo rivolti alla Corte dei Conti.
   
10/04/2012
Sono passati 12 anni dalle mie segnalazioni alla Corte dei Conti, inoltrate in data 26/4/2000, 8/5/2000, 10/12/2000 per verificare gli atti amministrativi riguardanti l’annosa vicenda inerente la ricostruzione del teatro Galli, sui quali in questi giorni la Guardia di Finanza ha ultimato le indagini.

Nel primo esposto evidenziavo l’emissione in data 15.4.99 del   Prestito Obbligazionario (BOC) di 5 MILIARDI di lire ( durata decennale, rate di rimborso semestrali, interessi a tasso variabile Euribor sei mesi + spread  0,064%)  per costituire il capitale sociale di Rimini Teatro Spa ,a cui venivano conferiti solo i tre decimi (1.500.000.000 ), mentre il resto era  depositato in un conto fruttifero.

Ritenevo questa deliberazione in contrasto con la legge sulla finanza locale, in quanto il prestito, invece di essere destinato direttamente al finanziamento di un investimento da realizzare, veniva utilizzato come conferimento di capitale alla  Società, costituita per realizzare il Teatro, ma che non era operativa e non sapeva quale progetto realizzare.

La Rimini Teatro Spa era una società,  in definitiva, che  costava solo, compensi  per circa 45 milioni agli Amministratori (Presidente, Consiglio di Amministrazione, Sindaci Revisori) ,e spese per la tenuta della contabilità per 25 milioni annui, tant’è che utilizzava la rendita finanziaria ( 60/ 70 milioni annui) del capitale avuto dal Comune (1.500.000) per coprire i costi gestione.

Restava, a carico della Amministrazione Comunale l’onere del rimborso di 500 milioni l’anno, oltre agli interessi per un prestito obbligazionario il cui capitale tendeva a svalutarsi anno per anno.

Per questo chiedevo l’azzeramento dei compensi agli Amministratori, recepito dal 2001 e la liquidazione della società avvenuta solo il 15.10.2009.
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Mozione Renzi: controlli, qualità ambientale, sicurezza per le banchine del Porto canale dal Ponte Tiberio al Ponte della Resistenza
   

03/04/2012

Sabato 10.3.2012,  dalle ore 7 alle 14, i Carabinieri delle Stazioni di Rimini e Miramare hanno compiuto l’operazione “Porto pulito “ sulle banchine del porto canale tra il Ponte dei Mille e il Ponte Tiberio effettuando :        
-    lo sgombero di 11 senza tetto che dormivano nelle barche e/o sotto i ponti;
-    il recupero di 17 barche abbandonate e semi- affondate ;
-    la messa in sicurezza dei numerosi tombini privi di copertura;
-  la richiesta di intervento di Hera per la pulizia straordinaria delle banchine ridotte ad una discarica di rifiuti di ogni genere ;
-  la trasmissione di un fascicolo fotografico al Comune sul degrado di questo area portuale, per sottolineare la competenza e responsabilità della Amministrazione Comunale.

Ricordo che questo tratto del Porto-canale è del demanio regionale fluviale, in gestione al Comune che ha realizzato nel 1976 le attuali banchine lungo l’asta fluviale del fiume Marecchia  dal bacino del Ponte Tiberio al Ponte della Resistenza.

Le suddette banchine non hanno mai ottenuto il nulla osta da parte delle Autorità Marittime all’uso del diporto con ormeggio dei natanti, non sono sottoposte ad attività di controllo e vengono comunque utilizzate liberamente dai proprietari di imbarcazioni.

Ritengo, comunque, che la causa principale del degrado di questo tratto del porto canale,  non frequentato dai cittadini e turisti, è il fallimento progettuale della cosiddetta diga mobile, mai funzionante, costato una decina di miliardi di lire e sanzionato dalla Corte dei Conti, con i piloni del Ponte di Tiberio immersi in una pozza d’acqua stagnante, le acque del Porto canale melmose e maleodoranti per l’eliminazione di ogni flusso d’acqua dal Marecchia, le banchine sommerse regolarmente dalle acque con l’alta marea.

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Renzi: ecco perchè Errani, se rinviato a giudizio per Terremerse, deve dimettersi.
   

27/03/2012

In questo momento se fossi ancora in Consiglio Regionale avrei già pronto nel cassetto una Mozione di sfiducia nei confronti del Presidente Vasco Errani per il caso Terremerse.

Dico questo, perché ormai è noto che le indagini della Magistratura hanno confermato, in base alla relazione della Polizia Municipale di Bologna che ha acquisito la documentazione dal Comune di Imola, che i lavori della cantina vitivinicola sono terminati 14 mesi dopo i termini previsti per ottenere il contributo di 1 milione di euro, in data 02/07//2007, anziché il 31/05/2006 come dichiarato dal Presidente Giovanni Errani, alla guida della Cooperativa Terremerse in quel periodo (oggi, accusato di truffa con altri, progettista, direttore lavori, ecc.).

Indagini che finalmente stanno confermando i ritardi, le omissioni, le compiacenze rilevate nella mia mozione, presentata in Consiglio Regionale il 05/11/2009, con la quale chiedevo di istituire una Commissione d’inchiesta, al fine di verificare l’esistenza dei presupposti per la revoca del finanziamento concesso, così come previsto dalla legge regionale n.15 del 1997.
Mozione che è stata discussa e respinta nel Consiglio Regionale del 24/11/2009 dal Presidente Vasco Errani e dalla maggioranza di centro sinistra.

Una bocciatura con argomentazioni talmente poco credibili che mi hanno portato ad inviare il 07/01/2010 un esposto alla Procura della Repubblica di Bologna e alla Procura Regionale della Corte dei Conti con allegati la Mozione e 10 documenti ufficiali.

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Un milione alla cooperativa del fratello. Esposto di Renzi: la Procura indaga sul Presidente della Regione.
   
19/03/2012
Il 24 Novembre 2009, in Consiglio Regionale,  avevo chiesto, con la presentazione di una mozione, la Commissione di inchiesta per fare trasparenza sulla regolarità del contributo di 1 milione di euro erogato alla Cooperativa Terremerse  di Bagnacavallo, guidata dal fratello del Presidente della Regione Emilia Romagna Errani.

Vasco Errani e la maggioranza consigliare bocciarono la proposta, cosicchè sulla base dei documenti in mano da cui risultavano numerose contraddizioni e discordanze sul rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori  per una cantina vitivinicola di Imola, non mi rimase che inoltrare un esposto alla  Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

Nello specifico, avevo rilevato le seguenti contraddizioni:
1)    La dichiarazione di Giovanni Errani, rappresentante legale di Terremerse, di fine lavori al 31 maggio 2006, (termine previsto da rispettare per ottenere il contributo ) contrasta col Bilancio di Terremerse del 2008 in cui si attesta che nel 2007 i lavori della cantina erano ancora in corso di realizzazione ;
2)    La Cooperativa Terremerse per accedere al contributo in oggetto, avrebbe dovuto presentare alla Regione il Certificato di Conformità Edilizia ed Agibilità entro il 15 Giugno 2006, ma la Regione, nel settembre 2006, delibera di liquidare ugualmente il contributo a Terremerse  senza la presentazione del suddetto certificato;
3)    La Cooperativa Terremerse chiede al Comune di Imola il Certificato di Conformità Edilizia ed Agibilità solo il 7 Agosto 2007 e lo presenta in Regione l’11 Gennaio 2008, con ben 18 mesi di ritardo rispetto al termine previsto;
4)    Il 18 Gennaio 2008 l’AGREA (Agenzia Regionale Erogazioni Agricoltura) attesta che lo stabilimento enologico non è ancora operativo, mentre, al contrario, L’Assessore all’Agricoltura Rabboni, dieci giorni prima dichiara in una lettera ufficiale che la struttura è completamente operativa dal 2007.
 
Se la Giunta Regionale e il Presidente Errani, dinnanzi a questa serie di elementi discordanti, avessero approvato la Commissione di inchiesta, il finanziamento poteva essere revocato, e non mi sarei rivolto alla Magistratura.
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Renzi, proposta di delibera: regolamento Comunale per la disciplina dei phone center
   
13/03/2012
Ho presentato questa mattina alla Presidenza del Consiglio Comunale la proposta di deliberazione: ”Regolamento Comunale per la disciplina dei centri di telefonia o phone center“.

Nel territorio comunale di Rimini sono numerosi i phone center, tra questi, quattro si trovano nel Borgo Marina, a poca distanza l’uno dall’altro,  nello spazio di appena 50 metri, creando problemi di invivibilità, di degrado urbano e di insicurezza per i  residenti.

La Legge Regionale n.6 del 2007 ( Disposizioni in materia di distribuzione commerciale ) ha regolamentato i phone center come esercizi commerciali e ha delegato i Comuni di prevedere i requisiti igienico sanitari, necessari per l’esercizio dell’attività dei centri di telefonia e le misure dirette a tutelare la quiete pubblica e le condizioni di vivibilità delle aree limitrofe ai centri di telefonia.

Ricordo che analoga proposta di deliberazione di Consiglio Comunale l’avevo presentata   il 19.11.2007 ed era stata esaminata in Consiglio Comunale e Commissione con la predisposizione di una  Bozza di regolamento, poi accantonata, a seguito di  Sentenza della Corte Costituzionale n.350/2008 che stabiliva come illegittimo l’inquadramento dell’attività dei phone center nell’ambito della legislazione sul “commercio” , come fatto dalle Regioni  Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, invece di quello della “ comunicazione elettronica” riservata alla competenza dello Stato.
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Stazione di Rimini: passeggeri al freddo senza sala d'attesa ma con "le slot machine"
   
15/02/2012
L’inverno con l’arrivo della neve e del gelo, con i ritardi e la soppressione dei treni, si fa sentire nella Stazione di Rimini.

A farne le spese sono i passeggeri che a seguito dei lavori di trasformazione del 2009, non dispongono più di sale d’attesa per ripararsi dal freddo ma solo di 25 posti a sedere sulle panchine lungo il corridoio di accesso alla biglietteria ed esposti ai quattro venti.

In compenso si sta ultimando la ”sala giochi con slot machine”, che ha occupato buona parte del centrale bar pizzeria.

Avevo presentato il 4 Agosto 2011 una interrogazione consigliare al Sindaco per verificare la  veridicità della trasformazione in corso sulla maggior parte della superficie del bar pizzeria in “sala giochi con slot machine” e in caso affermativo di intervenire per chiedere a Cento Stazioni Spa di ripristinare, almeno, una sala  d’attesa  nello spazio lato nord della Stazione.

Il Sindaco mi ha risposto dopo 4 mesi con lettera del 30 Dicembre 2011  limitandosi a comunicare che allo Sportello Unico per le Attività Produttive “non risulta nessuna richiesta per installare e gestire macchine da gioco comportanti la vincita di denaro”, senza però aver dato seguito ad alcuna azione in Regione o nei confronti di Cento Stazioni Spa.

Sembra che il rilascio delle autorizzazioni sia compito della Questura di Rimini.

Resta il fatto che le “slot machine”, come tutti possono vedere dall’esterno sono già state installate, con tanto di avviso affisso sulle vetrate “ vietato l’ingresso ai minori di 18 anni “.

Di tutto questo dobbiamo ringraziare la Cento Stazioni Spa che con i lavori di trasformazione dal 2007 al 2009 ha snaturato non solo la fisionomia architettonica e  storica, ma  anche funzionale della nostra Stazione eliminando l’atrio centrale e le sale di attesa , destinando tutte le superfici ricavate, persino i corridoi,  in spazi da affittare alle attività commerciali.

Devo prendere atto, purtroppo, che la Stazione di Rimini, la seconda per importanza in Regione ,dopo Bologna, con i suoi 5.000.000 di passeggeri l’anno,  avrà la “ sala con slot machine” interdetta ai minori, ma mancheranno la sala di attesa, il  deposito bagagli, e gli ascensori  al 4° -5° binario e 6°-7° binario per i portatori di handicap.

Invito, quindi, nuovamente il Sindaco, e  in questa occasione l’Assessore  Melucci in Regione a fare la propria parte per dotare la nostra Stazione di quei servizi necessari, per i quali mi sto battendo da anni.  

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STABILIRE LE FONDAMENTA PER UN NUOVO CENTRO-DESTRA A RIMINI. Documento programmatico della lista Mascioni-Renzi per il congresso provinciale PDL del 26/02/2012.
   
06/02/2012
Il quadro nazionale

Le elezioni politiche del 2008 avevano dato al PDL un consenso ed una maggioranza parlamentare tali da consentire di avviare e realizzare quelle riforme necessarie per il futuro dell’Italia.

Ricordiamo tra i tanti obiettivi programmatici di legislatura: la liberalizzazione dei servizi privati e pubblici, la riorganizzazione e digitalizzazione della P.A., meno tasse sulle imprese e sulla famiglia con l’eliminazione dell’Ici sulla prima casa e l’introduzione graduale del quoziente famigliare, l’aumento delle risorse per la sicurezza,  la riforma della giustizia, il  Piano casa, l’eliminazione delle liste di attesa nella sanità, la destinazione del 5%° per l’ambiente, il federalismo fiscale, l’eliminazione delle Province.

La scissione di Fini e la nascita del Fli nel Dicembre 2010 hanno scardinato la forza della maggioranza parlamentare e del PDL e la possibilità di realizzare quello che era un buon programma.

E’ seguito un anno di denigrazione, di delegittimazione, che - insieme agli effetti della crisi economica nazionale ed internazionale - hanno paralizzato l’azione di governo e costretto Berlusconi a rassegnare le dimissioni, date per senso di responsabilità ma anche per le pressioni del Presidente della Repubblica, promotore  e sostenitore dell’attuale Governo tecnico presieduto da Monti.

Comunque, queste giustificazioni non  bastano.

A  livello nazionale, il PDL deve profondamente ripensarsi, perché così com’è ha mostrato troppi limiti; il nostro elettorato è confuso e, spesso, deluso.

Dobbiamo capire cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato nell’esperienza di governo, dobbiamo mettere in campo una chiara idea di Paese, perché negli ultimi mesi non è più comprensibile come dovrebbe essere l’Italia che vogliamo.

Sarebbe auspicabile l’autocritica su tutto il tempo e le energie spese, senza aver prodotto quelle riforme annunciate.

Dobbiamo capire perché, pur governando per tanti anni, non abbiamo cambiato il Paese, abbiamo scelto troppi personaggi francamente imbarazzanti, in certi casi di dubbie capacità e in certi altri di dubbia onestà e rettitudine.

Il partito dovrebbe tornare ad essere un partito della gente e non degli apparati, della “casta”, dei  “sistemati”.  In Parlamento abbiamo mandato troppi “camerieri”, scelti solo in base alla loro supposta fedeltà, privi di ogni capacità, di ogni radicamento territoriale, per non dire peggio; pronti a difendere la loro busta paga o la “lobbyna” che li ha espressi e completamente supini e assenti dall’elaborazione politica su tutto il resto.

Noi dobbiamo selezionare la classe dirigente – nazionale e locale – in un altro modo. Il Congresso può essere un primo passo. Anche delle primarie ben gestite dovrebbero essere considerate.

Le elezioni non sono, ora, la soluzione, dinnanzi alla gravità della  crisi, anche se si tratta di votare, come con i governi passati, manovre squilibrate sull’entrata con altre tasse e non con la riduzione della spesa pubblica di 850 miliardi di euro (52% del PIL). A parte quei provvedimenti già in “itinere” col Governo Berlusconi,  dobbiamo riconoscere a Monti la concretezza legislativa nell’emergenza fallimentare del nostro paese e  la capacità di trasmettere una immagine credibile, seria, di sicurezza,  al nostro popolo che non ne può più di una rissosa e inconcludente  classe politica che ha malgovernato e derubato la Nazione.

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Continua, da 16 anni, la battaglia di Renzi per riqualificare il bacino del ponte di Tiberio.
   
28/01/2012
 
Ricordo i lavori iniziati nel 1977 con l’eliminazione di ogni flusso d’acqua dal Marecchia e la realizzazione della mostruosa “diga mobile”, mai funzionante, che avevano snaturato l’ambiente del Ponte di Tiberio, con i piloni immersi in una pozza d’acqua stagnante e le acque del Porto melmose e maleodoranti.
Un fallimento progettuale costato 10 miliardi di lire!
Risale al 7/9/1996 il mio primo Appello al Sindaco, allora  Giuseppe Chicchi, " Liberiamo il Ponte di Tiberio" per ripristinare l’afflusso dell’acqua dal  "deviatore" del Marecchia ed eliminare la diga artificiale a mare del Ponte, sottoscritto da 1700 concittadini.
Poi la mia Mozione dell’ 11.11.99 "Smantellamento della diga mobile del Ponte di Tiberio" , approvata dal Consiglio Comunale.
E’ seguito un decennio di sollecitazioni con altre interrogazioni e mozioni in Consiglio Comunale, e anche un mio ricorso alla Corte dei Conti che con sentenza del 24.11.2004  condannava il Direttore dei Lavori e i Capi dell’Ufficio Tecnico  del Comune di Rimini dall’87 al ‘96 al pagamento della somma complessiva di euro 385.063 per responsabilità amministrative relative a quella che i Proff. Bragadin e Rossi dell’Università di Bologna definivano una “ mostruosa macchina in sfacelo”, di cui ne raccomandavano la demolizione.
Finalmente nel 2009 avveniva la demolizione della “diga mobile” , con il contestuale restauro delle Mura Medievali del bacino del Ponte.
E’ ancora da realizzare, come prevede la Mozione del ’99, l’afflusso di acqua da monte, dal fiume Marecchia per provocare un necessario ricambio idrico ed una migliore qualità delle acque dell’invaso del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.

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Incarico del Capo di Gabinetto del Sindaco di Rimini: trasmessa documentazione alla Procura Regionale della Corte dei Conti
   

23/01/2012

A seguito della nomina del Capo di Gabinetto del Sindaco di Rimini inquadrato nella “ categoria D “, avvenuta con Delibera di Giunta e Determina Dirigenziale del Luglio scorso, avevo presentato al Sindaco in data 22.12.2011, una interrogazione consigliare di estrema urgenza ( 5 giorni per la risposta scritta) sulla irregolarità di tale inquadramento che richiede il possesso della laurea.
La risposta del Sindaco in data 13.1.2012, pervenutami la settimana scorsa, conferma che effettivamente il Capo di Gabinetto, così assunto e inquadrato, è privo del requisito della laurea per la copertura di detto posto, anche se si cerca di giustificare la regolarità dell’inquadramento, con il richiamo a numerosi articoli vigenti nel CCNL delle Autonomie Locali.
Non sono rimasto convinto della legittimità dell’intera operazione , visto che il Regolamento Comunale per l’Organizzazione degli Uffici e dei Servizi, approvato proprio dalla Giunta Comunale il 12.7.2011, prevede, all’art.55 comma 1, punto e, tra i requisiti generali per l’accesso ai posti di categoria D , il possesso della laurea come titolo di studio.
Per questo, ho ritenuto giusto trasmettere, in data odierna, la relativa documentazione al Procuratore Regionale della Corte dei Conti, affinchè con la Sua autorevolezza possa valutare la regolarità o meno dell’inquadramento attribuito al Capo di Gabinetto del Sindaco di Rimini.

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Finalmente, dopo 10 anni, l'Amministrazione Comunale ha recepito le richieste del Consigliere Renzi per il Borgo Marina
   
12/01/2012
Ringrazio “il buon cuore “ del Sindaco Gnassi per i lavori di  Via Mameli e San Nicolò.
E’ dal 2001 che mi batto per il rifacimento di queste strade del Borgo Marina, dei sottoservizi, della pavimentazione, per la realizzazione dei marciapiedi inesistenti in selci, e un decoroso impianto di illuminazione. Nelle assemblee pubbliche dei residenti, con le interrogazioni e mozioni nel Consiglio Comunale, con gli appelli e le petizioni ai Sindaci, con suggerimenti ai tecnici dell’Assessorato ai Lavori Pubblici  .
Ricordo,fra le ultime, l’interrogazione  del 28.7.2011 al Sindaco  con cui chiedevo di procedere, dopo anni di promesse, per mantenere l’impegno già assunto dalla Giunta Comunale con Delibera n.23 del 22.1.2002 e rinviato di anno in anno fino ad oggi.
Poi l’Appello al Prefetto e al Sindaco, approvato dall’Assemblea dei Residenti del 9 Settembre 2001  “ Controlli e sicurezza nel Borgo Martina . No al Degrado” , sottoscritto da oltre 1000 persone , che ho consegnato al Sindaco nell’incontro in Prefettura del 30 Settembre 2011, chiedendo di riqualificare le vie Mameli e San Nicolò non con una semplice gettata di asfalto.
Solo dopo tutto questo, la Giunta Comunale  approvava il 4.10.2011 il Progetto Preliminare  affidandone  l’intervento ad Anthea.
Ci sono voluti 10 anni per ottenere questi interventi di riqualificazione urbana contro il degrado.   
Ma non basta, caro Sindaco Gnassi. !”
Per recuperare l’identità del Borgo Marina sempre meno riminese e sempre più ghetto afro asiatico occorrono:
1)    controlli continuativi della Polizia Municipale Amministrativa  sulla regolarità della merce dei  negozi che costituiscono la centrale di rifornimento dell’abusivismo commerciale, sul possesso dei requisiti igienico sanitari di kebab e phone center e per impedire il sovraffollamento delle case affittate agli stranieri;
2)     la collaborazione e l’intervento della Guardia di Finanza sulla evasione fiscale, causa di concorrenza sleale,  e sui trasferimenti di denaro all’estero (transfer money);
3)    il prosieguo della presenza dei Carabinieri per garantire la legalità  e la sicurezza contro lo spaccio della droga  e i comportamenti anti sociali quali risse, bivacchi sui marciapiedi.
Chiedo, infine, al Sindaco di rispettare l’impegno assunto, non più rinviabile, di trasferire la Moschea in un’altra zona della città, più compatibile ed accessibile, per eliminare l’impatto attuale causato dalla moltitudine dei suo frequentatori .  
 I residenti del Borgo Marina, non possono aspettare altri 10 anni.
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28 Dicembre 1943: ricordiamo le stragi dei Civili di San Bernardino e Via Montefeltro !
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