Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nell'informativa sui cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta l'informativa estesa sui cookie. Cliccando OK, scorrendo questa pagina o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookies.
Mare Nostrum: silenzio sui costi e i rischi dell'accoglienza indiscriminata dei clandestini a Rimini. A chi giova?
31/10/2014
Non si conosce dal Governo se, oggi, 31 Ottobre 2014, terminerà la missione “Mare Nostrum” iniziata un anno fa, per soccorrere gli immigrati clandestini provenienti dalla costa nordafricana, che costa all’Italia 9 milioni di euro al mese.
Sono stati 150.000 i clandestini, partiti con i barconi e arrivati in Italia con il soccorso della nostra Marina militare, mentre erano stati 34.000 quelli sbarcati nell’anno precedente.
Il 9 Ottobre scorso si è svolto in Regione un Tavolo di Coordinamento Regione-Enti Locali, promosso dall’Assessore regionale alle Politiche Sociali con la presenza dei Sindaci dei Comuni Capoluogo “ sugli arrivi non programmati dei migranti” e “ sul bisogna pensare ad altro , perche non ci sono più posti”.
Il Governo, tramite le Prefetture, ha smistato sul territorio nazionale gli immigrati clandestini e così anche nella nostra Regione.
Visto che sugli arrivi nel nostro territorio c’è troppo silenzio e poca trasparenza, ho presentato una interrogazione, nel Consiglio Comunale di ieri sera, per conoscere :
1) Quanti sono gli immigrati clandestini di “ Mare Nostrum” arrivati e ospitati nel Comune di Rimini e negli altri Comuni della Provincia.
2) Quante e quali sono le strutture utilizzate per questa accoglienza, pubbliche e private, come : Caritas, Cooperative, Associazioni, Alberghi;
3) Quali sono i periodi e i tempi di permanenza previsti in queste strutture degli immigrati clandestini;
4) Chi sono i soggetti vincitori del Bando Pubblico indetto dalla Prefettura con l’offerta di 35 euro ( Iva esclusa) pagati dal Ministero degli Interni per ospitare ogni migrante al giorno con vitto e alloggio, fornitura di biancheria e abbigliamento;
5) Se, in aggiunta alle 35 euro, viene rimborsata dal Ministero anche la “diaria” di 2,5 euro al giorno erogata ad ogni immigrato come denaro per la sua personale e diretta disponibilità;
Ho chiesto alla Amministrazione Comunale interventi urgenti e concreti contro il sistema consolidato dei furti di biciclette.
28/10/2014
Si è discussa questa mattina la mozione del sottoscritto presentata il 5.12.2013 per contrastare i furti di biciclette con l’adozione di provvedimenti urgenti di prevenzione e repressione contro il “sistema organizzato e criminale di ruberie” che crea danni e insicurezza sociale a Rimini.
Sono migliaia le biciclette rubate ogni anno ai riminesi, che utilizzano la bicicletta per recarsi al lavoro, a scuola, per fare la spesa, per raggiungere il centro storico o la marina, per le passeggiate.
E’ da una decina di anni che chiedo provvedimenti per contrastare questo fenomeno di degrado sociale se si vuole agevolare l’uso della bicicletta per migliorare la mobilità e la qualità ambientale.
Infatti, la diffusione dei furti di biciclette procura ai cittadini danni economici e la preoccupazione permanente di essere derubati, e ai rivenditori la flessione di circa il 20% sulle vendite delle biciclette nuove e il crollo del mercato dell’usato.
L’Amministrazione Comunale dovrebbe adottare tutte le misure di contrasto a questo “ sistema organizzato e professionale di ruberie”, opera non solo di singoli, ma di organizzazioni criminali che dispongono di attrezzature ( flessibili a batteria, tronchesi, camion, ecc.) che “ piazzano” le bici rubate in altre città italiane o addirittura all’estero.
Già nel 2003 avevo presentato una precedente Mozione in Consiglio Comunale per il contrasto ai furti di biciclette, ma fu bocciata, senza buon senso, dalla maggioranza di centro sinistra.
Incrocio Corso Giovanni XXIII - Via dei Mille: un aborto di rotatoria, pericolosa per la circolazione stradale.
13/10/2014
E’ un aborto di rotatoria quella realizzata all’incrocio tra Corso Giovanni XXIII° e Via dei Mille che costa 20.634 euro.
L’eliminazione del semaforo per fluidificare il traffico è avvenuta a scapito della sicurezza della circolazione.
Non è stata data notizia alla stampa, ma sabato mattina alle 7,50 è avvenuto il primo incidente tra un auto e un ciclomotore con intervento del 118, rilevato dagli Agenti della Polizia Municipale-
Invece degli striscioni con “ Fila dritto” di Anthea a ridosso dell’incrocio, sarebbe stato meglio l’invito “andare piano” se si vogliono prevenire gli incidenti.
Avevo già detto in Consiglio Comunale che la rotatoria e’ impossibile in quello spazio troppo limitato.
Precisamente, quando il Sindaco Gnassi e la sua maggioranza per due anni, dal 2012 al 2014 in due sedute di Commissione e di Consiglio Comunale, si sono opposti e hanno votato contro la mia mozione che chiedeva la realizzazione di una rotatoria all’incrocio tra Via Dante e Via Roma per eliminare i 19 semafori, rendere fluido il traffico e ridurre l’inquinamento della zona circostante.
Anche per ricordare la coerenza e l’onestà intellettuale del Sindaco che in questi giorni ha approvato la realizzazione di quella rotatoria, prima bocciata.
Ritornando all’area della “sedicente” rotatoria di corso Giovanni XXIII –Via dei Mille questa è stata ancora più ristretta con i cordoli di gomma delle corsie di ingresso e di uscita che riducono e limitano gli spazi di manovra, in particolare agli autobus.
Attorno ai semafori c’è una “ selva” di pali della segnaletica verticale.
Resta la contesa, tra chi deve attraversare l’incrocio, per la conquista del diritto di precedenza all’interno della rotatoria.
Sono a rischio in particolare i pedoni e i ciclisti.
Riqualificazione di Piazza Malatesta: un intervento superficiale e frettoloso, non rispettoso del Piano di Recupero dei Beni Culturali e della Storia della città.
08/10/2014
La variante urbanistica al PRG, discussa e votata questa mattina in Commissione, per la riqualificazione di piazza Malatesta è il frutto della superficialità e dell’improvvisazione della nostra Amministrazione Comunale.
il Piano di Recupero di iniziativa pubblica del PRG vigente, prevedeva la rimozione dell’asfalto, il ripristino del fossato della Rocca e delle Mura cittadine attraverso lo scavo archeologico, e la demolizione di alcuni edifici (asilo niso, ex Saub, Ufficio Turismo della Provincia), da attuarsi anche a stralci. .
La “ variante “ riguarda, invece, e la riorganizzazione dei percorsi, delle pavimentazioni, per garantire la realizzazione di rappresentazioni teatrali e musicali sfruttando l’area tra il Teatro e il Castello, come spazio per il pubblico attrezzabile con sedute mobili e/o tribune.
E’ una modifica sostanziale per svincolarsi dal Piano di Recupero , più che di salvaguardia e valorizzazione di Piazza Malatesta, di Castel Sismondo, attribuito al Brunelleschi e del Teatro Galli, opera del Poletti.
Con la riproposizione in delibera di aperture sul retro del Teatro e la modifica della Torre scenica con il palcoscenico mobile su Piazza Malatesta, c’è anche la difformità con il progetto esecutivo ,in corso di realizzazione, approvato nel precedente mandato dal Consiglio Comunale e dalla Giunta, e aggiudicato con il Bando di gara all’impresa costruttrice.
Inoltre, resta da provvedere, responsabilmente, allo spostamento unitario del mercato settimanale, ma non si conoscono tempi e modalità al riguardo, al di là dell ’incontro, chiesto dai Consiglieri Comunali di minoranza in Commissione di Controllo e Garanzia, con gli ambulanti e commercianti del Centro Storico.
Dopo l’asfaltatura delle vie del Centro Storico , siamo alle prese con un altro intervento frettoloso, che costa 2.200.000 euro, del Sindaco Gnassi più interessato alla propaganda, magari ad una “Rocca street parade”, che al recupero dei Beni Culturali e della Storia della nostra città.
La maggioranza Gnassi vota contro la mozione Renzi che chiedeva interventi per ridurre le colonie di piccioni e di bonifica igienico sanitaria nel centro storico.
06/10/2014
Nella seduta del Consiglio Comunale del 11 settembre scorso, dopo 8 mesi dalla presentazione del 23.1.2014, è stata respinta, senza motivazioni, la suddetta mozione del sottoscritto con i voti contrari dei consiglieri del PD e di Galvani (astenuto Pazzaglia, favorevoli Renzi,Brunori, Camporesi,Tamburini).
Sotto gli occhi di tutti, sono numerosi i luoghi del nostro centro città infestati dalla presenza di colonie di piccioni che degradano gli edifici pubblici e privati, il patrimonio storico e artistico, le piazze, e costituiscono un rischio sanitario per le persone a causa dei germi patogeni che possono veicolare.
Il Comune dice di aver affidato ad Anthea il contenimento della popolazione dei colombi con alimenti inibitori ma i risultati, a parte i tempi medio lunghi, sono inconsistenti.
Perciò, ho chiesto all’Amministrazione Comunale :
1) Interventi di cattura, come consente la legge 157/92, per motivazioni sanitarie, anche con il supporto di specifica Ordinanza dell’Autorità Sanitaria Locale (AUSL) e per la tutela del patrimonio artistico, visto l’aumento esponenziale di piccioni nel centro storico;
2) L’urgente bonifica igienico sanitaria dell’ex Convento di San Francesco, le cui rovine risalenti ancora alla seconda guerra mondiale, sono infestate dai piccioni, e la riqualificazione seria, non con una “mano di bianco”, dell’indegno “tunnel” di accesso al Mercato Centrale Coperto da via IV Novembre , che sollecito al Sindaco da due anni;
3) La riduzione del numero delle centinaia di colombi sulla Chiesa dei Paolotti e sull’edificio Case Popolari e area circostante del Ponte dei Mille.
4) Il rispetto dell’art.10 del Regolamento di Polizia Urbana comminando le previste sanzioni a chi alimenta i colombi o ai proprietari di immobili che non provvedono alla chiusura dei luoghi di sosta o nidificazione dei piccioni.
Ma l’Ass. Sadegholvaad, nel parere a nome della Giunta, ha taciuto sugli interventi richiesti e i consiglieri del PD si sono “allineati” con il voto contro.
Gestione campi di calcio: un grande " business" sulla pelle del volontariato, grazie al Bando di Gnassi e Brasini.
03/10/2014
L’Assessore allo Sport Brasini, nella seduta di ieri sera del Consiglio Comunale tematico non ha mostrato alcuna consapevolezza sul fallimento del Bando di concessione dei campi di calcio che, in due anni, dal 1.9.2012, ha causato la diminuzione di 1000 bambini sui campi di calcio e la crisi della Associazioni Sportive dilettantistiche di calcio.
Non ha voluto riconoscere l’errore politico e concettuale del Bando che favorisce il guadagno dell’unico gestore che dal 1.9.2012 al 3.8.2013 ha incassato 150.000 euro di corrispettivi dal Comune + 77.000 euro di affitti dei campi per un totale di 227.000 con un ricavo al netto dei costi di 120.000 euro.
Teniamo presente che la suddetta entrata per il gestore ha una durata, a seconda delle convenzioni riguardo i diversi campi, che arriva al 2031 e addirittura al 2037, mediamente di quasi 20 anni, con l’aggiornamento annuo del 2,5% del corrispettivo pagato dal Comune, indipendentemente dal tasso di inflazione( attualmente ormai a zero) e con l’aumento delle tariffe annue di affitto dei campi.
Insomma per il gestore una entrata complessiva per i prossimi venti anni di oltre 3 milioni di euro con cui benevolmente può fare fronte alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei campi .
Modeste, peraltro, sono le sanzioni per le inadempienze, economiche( da 3.000 euro a 50.000 euro ) e di riduzione della durata della convenzione ( da uno a due anni) per la mancata realizzazione degli investimenti sui campi.
Grazie a questo Bando la Amministrazione Gnassi consente concretamente un gigantesco “business” all’unico gestore sulla pelle del volontariato.
Le storiche società e scuole di calcio, invece, sono costrette a “lottare ” per trovare i soldi e per pagare le tariffe di utilizzo dei campi dalle loro squadre, dai 18.000/20.000 euro fino ai 35.000 euro e coprire queste spese con le quote degli associati.
Gnassi e compagni in Consiglio Comunale votano contro la Mozione Renzi che chiedeva il piano di ripulitura di tutte le scritte che deturpano le facciate delle case del centro storico.
29/09/2014
Giovedi scorso, in Consiglio Comunale, Gnassi e compagni, in preda permanente al pregiudizio politico e al settarismo ideologico hanno votato contro la mozione del sottoscritto, con cui da 6 mesi chiedo al Comune di provvedere ad un piano di ripulitura di tutte le scritte sulle facciate delle case del centro storico, facendosi carico dei danni subiti dai cittadini.
Da molti mesi, queste scritte con bombolette di vernice spray, molte inneggianti all’odio politico, alla istigazione a delinquere, persino contro le forze dell’0rdine, deturpano gli immobili e l’immagine della città e non sono state ancora rimosse.
Le dichiarazioni in Consiglio Comunale e addirittura con un incredibile comunicato stampa dell’Assessore alla Polizia Municipale Jamil Sadeghollvaad, che è “ terminato l’intervento di ripulitura”, in verità sono una “montatura” alla ricerca di un alibi per votare contro una risoluzione di normale buon senso, solo perchè proposta dal sottoscritto consigliere di opposizione. Infatti le scritte cancellate dalla Amministrazione Comunale, purtroppo, sono appena 3 o 4, una inezia rispetto alle centinaia di scritte tutt’ora presenti tra Corso Giovanni XXIII°, Via Sigismondo, Via Bertola, Corso d’Augusto, Via Serpieri, Via Dante , Via Tonti, che tutti i cittadini e i turisti possono vedere, senza naturalmente i paraocchi ideologici del Sindaco e dei suoi compagni di maggioranza e che da tempo dovevano essere rimosse.
Non solo, quelle poche cancellazioni avvenute, tramite Anthea, sono state effettuate “sbrigativamente” e “grossolanamente” e non certo con il ripristino diligente delle tinteggiature, come chiedo deve essere fatto per il decoro degli immobili danneggiati e l’immagine della città.
Gli immobili privati non possono essere considerati dal Sindaco solo per applicare la TASI e l’IMU, ma vanno rispettati e tutelata la proprietà.
Il Regolamento di Polizia Urbana che all’art.6 vieta l’imbrattamento degli immobili pubblici e privati deve essere applicato e adeguato con l’aumento delle sanzioni.
La Amministrazione Comunale deve predisporre la vigilanza notturna con la Polizia Municipale, per prevenire, reprimere il deturpamento e l’imbrattamento dei muri, usufruendo anche della video sorveglianza.
Il Sindaco deve denunciare alle Forze dell’Ordine gli imbrattamenti subiti dagli edifici comunali e privati per consentire le indagini, l’identificazione dei responsabili, e il risarcimento dei danni , in particolare con le violazioni del Codice Penale.
Oppure, al di la delle sceneggiate, la preoccupazione politica del Sindaco Gnassi è quella di non dare mai ragione al consigliere Renzi ?
Gestione Campi di calcio: aspettiamo le dimissioni dell'Assessore allo Sport Brasini!
24/09/2014
Ci sono voluti 2 anni all’Assessore allo Sport Brasini per riconoscere i disastri combinato dalla Amministrazione Gnassi con il Bando di Gara del giugno 2012 per la gestione dei campi di calcio di proprietà del Comune di Rimini dal 1.9.2012 e che ha visto l’assegnazione di nove campi ( Ina casa, Lagomaggio, Miramare, Rivazzurra, San Giuliano, San Vito, Vergiano,Torre Pedrera, Viserba) alla società Delfini Srl e il campo di Viserbella alla UISP.
L’Assessore alle mie interrogazioni del 31.3.2013 e del 13.3.2014 e alle due mozioni discusse il 10.6.2013 e 2.7.2014 nella Commissione di Controllo e Garanzia partecipate da una ventina di Presidenti delle Società Sportive dilettanti di calcio e dal Presidente Provinciale della Federazione Italiana Gioco Calcio ( FIGC) ha sempre risposto che il “ Bando era inattaccabile e che non era possibile ritirare la convenzione con i Delfini”.
Non per caso il Sindaco Gnassi ha imposto alla sua maggioranza nel Consiglio Comunale del 13.6.2013 di votare contro alla mia prima mozione che impegnava il Sindaco e la Giunta :
di farsi consapevoli dei “ limiti” politici di un bando che assegna i campi ad un unico gestore, vieta addirittura l’associazione in partecipazione, di fatto “ espropria “ le diverse società sportive dei “ loro campi”, creati e curati con il lavoro del volontariato, ridotto oggi a pagare le tariffe( circa 150.000 euro l’anno), a lottare per quadrare i magri bilanci delle società dilettantistiche e per proseguire l’attività sportiva.
Così è stato detto no anche alla mia proposta di promuovere un tavolo di concertazione tra gestore ( Delfini) e utilizzatori dei campi ( Associazioni calcistiche) per trovare il “ modus vivendi” al fine di consentire alle società sportive di superare le difficoltà gestionali.
Nonostante dall’insediamento della nuova gestione in data 1.9.2012 ad oggi ci sia un continuo conflitto tra gestore ed utilizzatori dei campi ( le squadre), riguardo la manutenzione dei campi, la chiusura al pubblico dell’impianto sportivo comunale di Viserba dal 1.9.2012 al 30.6.2013, le tariffe d’uso insostenibili , l’aumento dei diritti di custodia, gli esposti alla Procura della Repubblica, le “forme di subaffitto” , il mancato rinnovo per il contenzioso tariffario della concessione d’uso stagionale del campo alla squadra del Viserba Calcio, condannata a sparire .
La reticenza dell'Assessore sul Bilancio del Comune di Rimini: lamenta 18 milioni in meno dallo Stato ma tace sui 60 milioni di euro in più con le tasse sugli immobili dei riminesi.
16/09/2014
L’Assessore al Bilancio Brasini ha dichiarato che il Comune di Rimini nonostante il taglio di 18 milioni di trasferimenti dello Stato ha mantenuto la rotta grazie alla revisione della spesa.
Come ho ribattuto questa mattina in Commissione, invece di continuare con la reticenza, per onestà intellettuale avrebbe dovuto ammettere che l’Amministrazione Gnassi in tre anni dal suo insediamento, ha incassato 60 milioni di euro in più con le tasse sugli immobili rispetto ai minori trasferimenti dello Stato di 18 milioni.
L’Amministrazione Gnassi, alla faccia della ridistribuzione del carico fiscale, ha infatti scelto di colpire la proprietà degli immobili, con l’aumento della tassazione di quasi 50 milioni di euro, oltre il 150%, passando dai 34 milioni di euro dell’ICI del 2011 agli 83 milioni di euro di IMU+ TASI del 2014.
Il Comune di Rimini così ha applicato sulle 42.000 abitazioni principali l’aliquota massima TASI del 3,30 per mille, ha aumentato fortemente le aliquote base IMU stabilite dal Governo sulle seconde case al 11,04 per mille , sulle abitazioni sfitte al 10,60 per mille, sulle abitazioni locate alle condizioni dei patti territoriali al 7 per mille, sugli immobili ad uso produttivo al 8,90 per mille ,sui terreni agricoli al 8,90 per mille.
I Riminesi, tra TASI e IMU, verseranno quest’anno 83 milioni di euro, 13 milioni di euro di euro in più dell’anno scorso, di cui la maggior parte 54 milioni di euro, non a caso, al Comune e 29 milioni di euro allo Stato.
Non solo ha riproposto l’addizionale IRPEF del 3 per mille in modo univoco e iniquo, respingendo il mio emendamento che chiedeva, almeno ,l’applicazione progressiva per scaglioni di reddito, corrispondenti a quelli dell’IRPEF statale, a salvaguardia delle diverse fasce di reddito e della diversa capacità contributiva.
Neanche la maggiore entrata di 6.750.000 euro derivante dalla imposta di soggiorno, destinata per 4.515.000 euro a finanziare le feste e gli eventi, e per il resto ad interventi di riqualificazione , in sostituzione delle precedenti risorse di Bilancio è stata considerata per diminuire il carico fiscale.
La riduzione della spesa corrente prevista per il 2014 di 127 milioni si limita ad un modesto 1% senza incidere sulla maggior parte dei costi della macchina comunale, quali consulenze professionali ( 1.636.000) , affitti ( 1 milione solo per l’immobile di Via Rosaspina), spese per prestazioni di servizi ( 85 milioni).
Non dimentichiamo, poi, i capitali del Comune di Rimini perduti nella gestione fallimentare e fuori controllo di Aeradria.
Dopo l’auspicata e strombazzata riduzione del debito, per il Patto di Stabilità, la Giunta, ora, in odore di campagna elettorale, ricorre, al contrario, all’aumento del debito nel triennio da 111 a 124 milioni con ricaduta sulla spesa corrente per il pagamento delle rate dei mutui di circa 12 milioni annui.
La verità è che l’Amministrazione Gnassi si è caratterizzata, non con i controlli e i tagli alle spese, ma con gli aumenti delle tasse che impediscono a famiglie e imprese di uscire dalla crisi economica.
In un anno tre allagamenti nei negozi e nelle case del centro storico: eliminare le cause e rimborsare i danni.
12/09/2014
A causa dell’intensa pioggia all’alba di ieri mattina si sono allagati ancora una volta i negozi del Centro Storico in Corso d’Augusto nel tratto tra i Magazzini Coin e Via Bufalini , all’inizio di Via Serpieri in prossimità dell’incrocio con Corso d’Augusto, di Via Castelfidardo, i garage di Via Angherà e le case in via Santa Chiara.
I commercianti sono esasperati perché sono stati tre gli allagamenti subiti dai loro negozi in un anno ( 24.6.2013- 26.6.2014- 11.9.2014) con danni economici.
Ci sono voluti 10 anni e diverse interrogazioni consigliari al sottoscritto dal 2005 fino a quella di ieri sera per sapere quali sono le condizioni della Fossa Patara che smaltisce le acque di questa area allagata del Centro Storico.
L’Ass. Sadegholvad ieri in Consiglio ha risposto che Hera ha fatto quella videoispezione della Fossa Patara annunciataci in una risposta del 12.10.2005 (sottolineo 2005 !), che è “risultata una capacità residua di deflusso “ con la necessità di un impianto idrovoro di sollevamento tra Via Santa Chiara e vicolo Cima. per immettere le acque provenienti da monte nella tombinatura dell’Ausa.
Speriamo sia stata accertata la causa, e la soluzione sia attuata al più presto per evitare altri allagamenti da Via Santa Chiara a Via Castelfidardo.
Certo gli allagamenti dei negozi di Via Serpieri, in prossimità di Corso d’Augusto, sono “facilitati” anche dal livello del nuovo asfalto della strada al limite della soglia di ingresso dei negozi.
Continua il silenzio sugli allagamenti di Via Angherà.
Rimane l’interrogativo se la causa dei suddetti allagamenti non sia dovuta al ritardo dell’apertura delle paratie dello scolmatore Ausa, avvenuta alle ore 6,30 avendo appreso che i tombini della fognatura fino a quell’ora “rigettavano” la massa d’acqua e poi improvvisamente “ricevevano” . Non poteva essere anticipata per evitare i danni ?
In attesa della realizzazione del Piano di Interventi di Hera 2014-2019 il Comune ed Hera per prevenire gli allagamenti nei punti critici della città con le prossime piogge, a richiesta degli interessati, dovrebbero fornire gratuitamente le paratie ad hoc, il cui costo delle ditte specializzate non supera le mille euro.
Sempre il Comune ed Hera dovrebbero rifondere i danni documentati ai negozianti ed abitanti per gli allagamenti subiti a causa del cattivo funzionamento della fognatura, visto che questi commercianti e cittadini pagano la tariffa della fognatura.
Come per la richiesta rimborso danni ai 300 cittadini per l’evento piovoso del 24 Giugno 2013, a queste domande nessuna risposta dell’Assessore.