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Basta con la paralisi della viabilità! Basta con le sperimentazioni sulla pelle dei cittadini!

La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Approvazione "variante" di Piazza Malatesta: il "praticello" di Gnassi invece del Recupero di Castel Sismondo del Brunelleschi.
   

21/03/2015

L’approvazione della variante al PRG per la riqualificazione di Piazza Malatesta, avvenuta l’altra sera in Consiglio Comunale, assente il Sindaco Gnassi, ha confermato la fretta, la superficialità e l’improvvisazione della nostra Amministrazione Comunale, alle prese con le  ragioni della propaganda permanente e della campagna elettorale.

Era possibile attuare per stralci il Piano di Recupero, secondo il PRG vigente, che prevedeva nella Piazza Malatesta  la rimozione  dell’asfalto, di  riportare alla luce con lo scavo archeologico le quattro torri della cinta muraria di Castel Sismondo, sepolto per un terzo, ( un terzo è stato distrutto da Cesare Borgia, un terzo è quello che vediamo)   per  realizzare quell’opera di importanza storica in grado di cambiare “ il volto e la percezione della città “.

Invece, il Sindaco Gnassi , con la “variante “, considera Piazza Malatesta come la piazza del paesino, mettendoci il “praticello”, il palcoscenico, la pista ciclabile e magari i chioschi  della piada e della birra durante gli spettacoli di vario genere. Al massimo, per volontà della Soprintendenza, vedremo “in superficie” o “ a raso” la cinta muraria della Rocca.  

Continua, insomma, a prevalere la politica dell’ “effimero”, del “ricreativo”
anche sulla specificità culturale, storico –archeologica del luogo che racchiude la stratificazione identitaria della città.

Nonostante, su quest’area insistano due vincoli :  1°) il  vincolo del 1915 del Ministero della Pubblica Istruzione di inedificabilità assoluta finalizzato ad assicurare la prospettiva della Rocca ; 2°) il vincolo archeologico del 1991 del Ministero dei Beni Culturali per garantire la tutela del sottosuolo sulle mura tardo imperiali e sull’area occupata dall’antico fossato difensivo della Rocca.

Chiedevo da tempo di liberare Piazza Malatesta dalle auto e dal mercato ambulante  ( era nel mio programma elettorale, il trasferimento del Mercato Ambulante nella vasta area dei “ferrovieri” di fianco al Settebello, aumentando e non togliendo i parcheggi al Centro Storico )  ma non condivido assolutamente la  banalità di questa “variante” con cui l’ Amministrazione Comunale si è svincolata dal  Piano di  Recupero  di Castel Sismondo, e che allontana la possibilità di valorizzare Piazza Malatesta come  il “luogo di forte attrazione” del Centro Storico.

Al di là degli annunci elettorali di Gnassi per il  2016 , gli stessi interventi su Piazza Malatesta dovranno regolarsi  con i ritardi di ricostruzione della struttura del Teatro causa i lavori “assurdi” di spostare di due metri e mezzo  gli originari muri perimetrali del Poletti e realizzare due piani interrati e con la voglia “estemporanea” del Sindaco di una “variante” al progetto esecutivo appaltato con un palcoscenico  interno-esterno ( costoso e difficilmente funzionante)  su Piazza Malatesta.

Con  lo stesso decisionismo superficiale il Sindaco e l’Assessore alle attività economiche hanno proceduto nel trasferimento dei 430 banchi del Mercato Ambulante da Piazza Malatesta nei parcheggi Gramsci, ex Padane, Santa Rita e sulle strade circostanti, con 40  banchi ancora senza posto , senza considerare le aumentate difficoltà di accesso al Mercato Centrale Coperto e al Centro Storico.

Tutti interventi, purtroppo, non solo improvvisati ma anche costosi
,  visto che per Piazza Malatesta è prevista una spesa di 2.000.000 di euro  mentre per il trasferimento del Mercato Ambulante è di circa  600.000 euro.

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Il trasferimento improvvisato del Mercato ambulante con l'occupazione di tre parcheggi e delle strade circostanti aumenta le difficoltà di accesso al Mercato Centrale Coperto e al Centro Storico.
   

13/03/2015

La Giunta ha messo in moto il trasferimento del Mercato ambulante da Piazza Malatesta nell’area compresa tra via Castelfidardo ,Piazzale Gramsci, Santa Rita, ex  Padane, senza avere un piano di riorganizzazione e sistemazione dei 430 banchi, ma all’insegna della improvvisazione, tant’è che non risulterebbero “ricollocabili “ per mancanza di spazio almeno 40 banchi.

Con i banchi previsti in Piazzale Gramsci, nell’area ex Padane e Bastioni Orientali, nei due giorni di marcato settimanale vengono eliminati tre parcheggi di accesso al Centro Storico e al Mercato Centrale Coperto.

Con il posizionamento dei banchi anche sulle strade , quali Via IV Novembre , Via Dante, Via Castelfidardo, Largo Gramsci, Via Galeria, Via Aponia, Via Vezia, si aggravano ulteriormente le difficoltà di accesso al Mercato Coperto, ai negozi circostanti e si assediano le case con limitazioni ai residenti.

Il Sindaco e l’ Assessore Sadegholvaad non hanno considerato la realtà del Mercato Centrale Coperto, il più importante del Centro Storico, con 120 attività e 5000 clienti giornalieri che arrivano in bicicletta, col motorino, in macchina, e  necessitano di parcheggi.  

Le centinaia di automezzi che riforniscono con i generi alimentari le attività del Mercato Centrale Coperto e i negozi circostanti saranno costretti agli “slalom” tra i banchi degli ambulanti, soprattutto al mattino prima dell’orario  di apertura al pubblico.

Su questi problemi continua il silenzio della Giunta e così anche ieri sera,  in Consiglio Comunale, nonostante l’interrogazione al Sindaco, assente, l’Ass. Sadegholvaad  non ha risposto alle domande:  

Quanti sono precisamente i banchi degli ambulanti che “ non trovano spazio” in questo trasferimento improvvisato e dove  verranno “ sistemati”.

Come verrà consentito agli automezzi il carico e lo scarico delle merci alle attività del Mercato Centrale Coperto e ai negozi della zona circondati dai banchi degli ambulanti.

Quanti sono i posti auto occupati dai banchi degli ambulanti e che “vengono meno” nei parcheggi Gramsci, ex Padane, Bastioni Orientali, Santa Rita, nelle aree adiacenti e nelle strade.

L’occupazione con i banchi delle tre aree a parcheggio, Gramsci, ex Padane, Bastioni Orientali e delle strade circostanti, paralizzerà la mobilità dell’intera zona, aumenterà le difficoltà di accesso al Mercato Coperto e al Centro Storico e penalizzerà la vivibilità dei residenti.

Questa “sistemazione” del mercato ambulante è  frammentata, dispersiva, invece di essere unitaria.

L’unica risposta dell’Assessore è stata per giustificare la spesa di 50.000 euro,  esagerata di questi tempi
in cui si lamenta la mancanza di risorse, nell’abituale  propaganda della Giunta con torri, gonfaloni, plance, cartoline, questa volta per lo spostamento del mercato ambulante.   

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Mozione di Renzi ripresentata in Consiglio Comunale per collegare P.le Boscovich alla Nuova Darsena con un tunnel o camminamento sottomarino.
   

10/03/2015

In occasione del dibattito di questi giorni, ho  riscritto all’odg del Consiglio Comunale la mozione, presentata il 15.7.2010 ma non discussa nel precedente mandato, per sostenere la mia  proposta di un tunnel o camminamento sottomarino per collegare piazzale Boscovich alla Nuova Darsena, a San Giuliano Mare.

Non si può continuare con le chiacchere o le “ sparate” che non risolvono ma creano problemi.  

Prima  lo ”schizzo” del Ponte alto 40 metri all’ingresso del Porto, poi il Ponte mobile o girevole sul Porto Canale, senza risolvere i problemi di accesso in Porto derivanti dal traffico marittimo delle barche da diporto e dei pescherecci, il condizionamento degli orari di entrata e uscita, oltre agli elevati costi di manutenzione ( vedi ponte di Cattolica per circa 100.000 euro l’anno).

Adesso la “teleferica o funivia “ del Consigliere Astolfi supportata dall’Ass.Lavori Pubblici, Biagini,  “ su piloni a 30/40 metri di altezza, per consentire il passaggio delle barche da diporto, senza considerare i costi di manutenzione di cavi, cabine, il vento forte, il trasbordo dei passeggeri, l’impatto ambientale.  

Credo, invece, occorra un progetto fattibile, che consenta il passaggio naturale  delle barche
da diporto e dei pescherecci, ma sia pure rispettoso del paesaggio e dell’ambiente.

Per questo sostengo da 5 anni, ed era nel mio programma elettorale di candidato a Sindaco, la progettazione e realizzazione di un tunnel o camminamento sottomarino in cemento o acciaio, con un diametro che potrebbe essere  di tre metri e che attraversi, sotto il fondale,  il Porto Canale, collegando Piazzale Boscovich alla Darsena.

Ritengo questa soluzione progettuale la più semplice e la più economica, che l’Amministrazione Comunale, se vuole uscire dall’inconcludenza, può ovviamente verificare, per porre termine all’isolamento di San Giuliano Mare, per  consentire ai riminesi e ai turisti di prolungare  la passeggiata da Piazzale Boscovich  alla Nuova Darsena

Dopo 15 anni dalla inaugurazione della Darsena e i 3.000.000 di euro incassati dal Comune come oneri di urbanizzazione con l’ultima  variante “la Prua” per migliorare l’accessibilità di San Giuliano Mare, una cosa è certa,  con le “ idee campate per aria”  non si  realizza alcun collegamento e non si va da nessuna parte.
                                                                                                     

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Non c'è pace per il Piazzale del Molo di Rimini: arriva la "Cabina" dei Matrimoni.
   

02/03/2015

Ho lottato 12 anni per rimuovere il tendone dei libri, per ripristinare la piena agibilità del Piazzale del Molo  e l’intera visuale della spiaggia e del mare.

L’anno scorso, per una cosiddetta “ Fiera di Pasqua”, durata tre giorni, il Piazzale fu occupato da una ventina di bancarelle con i rispettivi furgoni, per la vendita di  articoli di abbigliamento.

Adesso l’Amministrazione Comunale per promuovere turisticamente  i matrimoni in spiaggia ha deciso di collocare sul Piazzale, vicino al bar “Souvenir” la Casa Comunale dei Matrimoni costituita da un   prefabbricato in legno   della superficie di 30 mq. e da una pedana di  220 mq. sulla adiacente duna della spiaggia con un successivo gazebo di 90 mq.

La nuova Casa dei Matrimoni funzionerà anche come presidio di Polizia Municipale e Ufficio Relazioni con il Pubblico.

Il costo previsto  della Casa dei Matrimoni è di 200.000 euro, non certo di favore.

Anche perché il suo design è più simile ad una “cabina elettrica” che all’immagine accogliente di un luogo per celebrare un matrimonio.

Vedremo cosa pensa la Soprintendenza, che dovrebbe rilasciare l’autorizzazione paesaggistica.

In futuro non so cos’altro  dovrà vedere o subire “per ragioni di cassetta”  il nostro Molo, già assediato da bar, chioschi, bancarelle, dalla “ruota”, dai parcheggi, dal traffico .

Pensiamo alle migliaia di riminesi e turisti che amano passeggiare e godere liberamente la vista del Molo, della spiaggia e del mare.
 

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Il Sindaco Gnassi non vuole vedere la realtà del Borgo Marina per nascondere le sue responsabilità. Renzi richiede in Consiglio Comunale il trasferimento della Moschea.
   

27/02/2015

Il Sindaco Gnassi e il suo Vice non hanno raccolto il mio invito di essere presenti questa mattina, dalle 12.30 alle 14.00, dinnanzi alla Moschea di C.so Giovanni XXIII.

Preferiscono le dichiarazioni mistificanti sui giornali invece di aprire gli occhi sulla realtà e ascoltare i cittadini.


Gnassi non vuole riconoscere che il Borgo Marina è diventato un ghetto afro-asiatico per la concentrazione massiccia di attività gestite da extracomunitari (negozi di bigiotteria, phone center, alimentari, ecc…) che hanno snaturato l’identità delle vie del quartiere con i ben noti problemi di sicurezza.

L’esistenza del “ghetto” è dimostrata dagli stessi negozianti stranieri che dopo 10 anni di permanenza non parlano ancora la lingua italiana a dimostrazione del fallimento dell’integrazione di cui si riempiono la bocca Gnassi e la Lisi.

Il Sindaco cerca di scaricare sullo Stato e sui cittadini le sue responsabilità per nascondere i mancati controlli sulle attività economiche, sulle residenze sovraffollate, sul rispetto del Regolamento di Polizia Urbana nel Borgo Marina.

Se i riminesi sono costretti a vendere o affittare case e negozi agli stranieri è perché vogliono andare via dal Borgo Marina, che ha perso sempre più ogni sembianza di riminesità diventando simile ad un sobborgo afro-asiatico.

La stessa richiesta di trasferimento della Moschea in un’altra zona più accessibile della città e in un edificio più adeguato come luogo di culto, avanzata da 10 anni attraverso petizioni dei residenti a Sindaci  e Prefetti e con ben cinque interrogazioni consigliari al Sindaco Gnassi, è inoltrata e giustificata per ridurre l’effetto ghetto.

La verità è che Gnassi, in quattro anni dal suo insediamento, non si è attivato minimamente al riguardo, al di là delle dichiarazioni pubbliche.

Sono i Sindaci degli ultimi 10 anni i principali responsabili ad aver ridotto il Borgo Marina a un ghetto afro-asiatico, causa della svalutazione degli immobili pagata dalle famiglie residenti e dai proprietari.

Per questo ho presentato con ragione l’emendamento
al Bilancio del Comune di Rimini per chiedere la riduzione al 50% della tassazione IMU e TASI sugli immobili.

La risposta è stata la solita demagogia della sinistra che privilegia gli stranieri agli italiani (case popolari, assistenza sanitaria, scuola, ecc.), quindi non meraviglia il voto contrario del Sindaco e della sua maggioranza.

I riminesi, e non solo quelli del Borgo Marina, lo sappiano.


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Il Vice Sindaco Lisi invece delle accuse di "razzismo", sarebbe meglio si rendesse conto della realtà del Borgo Marina ridotto a ghetto afro-asiatico.
   
25/02/2015
 
A parte il preventivo controllo politico del Vice Sindaco Lisi sui miei emendamenti al Bilancio da discutere nel Consiglio Comunale di domani, il silenzio sul Borgo Marina “non è preferibile”.

Ovviamente la Lisi difende l’imposizione fiscale della Giunta con la TASI e l’IMU sugli immobili del Borgo Marina, indipendentemente dai reali valori di mercato, ma la realtà è un’altra.

Il valore degli immobili del Borgo Marina sono crollati letteralmente, il mercato immobiliare è inesistente e i riminesi cercano residenza altrove. Basta chiedere alle agenzie immobiliari.

Per questo ho chiesto con un emendamento al Bilancio del Comune di ridurre del 50% TASI e IMU sugli immobili siti nel Borgo Marina, delimitato dalle Vie C.Battisti, Via Gambalunga, Via Padre Tosi, Via Clodia, Via Bastioni Settentrionali, Via Savonarola, Via Ravegnani per la svalutazione degli immobili determinata dal sovraffollamento afro-asiatico.

Le ragioni sono che il Borgo Marina è l’unico della Città ad essersi trasformato in un vero e proprio ghetto afro-asiatico per la concentrazione esclusiva di attività gestite da extracomunitari.

Oltre ai negozi, anche gli appartamenti sono sempre più occupati da stranieri e sovraffollati particolarmente nelle ore notturne.

Permangono i bivacchi sui marciapiedi, tutto il giorno, di fronte ai phone center, ai kebab, con stranieri spesso seduti per terra, sui gradini dei negozi ed ingressi delle abitazioni.

Abbiamo anche la Moschea, in una casetta di C.so Giovanni XXIII, in cui affluiscono centinai di mussulmani che fa fatica a contenere fisicamente, con un pesante impatto circostante sui marciapiedi e le strade del quartiere.

Moschea di cui da 10 anni chiedo il trasferimento.

Invito con l’occasione, la Vice Sindaco Lisi, venerdì prossimo alle ore 12.30 in Via Giovanni XXIII di fronte alla Moschea, per rendersi conto della situazione.

Tutto ciò ha stravolto l’identità e la vivibilità di quello che era un borgo di Rimini,  snaturato oggi dalla presenza egemone degli stranieri.

Le responsabilità sono chiaramente di tutte le amministrazioni comunali, che hanno favorito la creazione di questo ghetto, causa i mancati controlli sulle attività, sulle residenze e sulla sicurezza pubblica, per cui abbiamo continuamente chiesto interventi da 15 anni.

L’Assessore Lisi invece di recitare il “politicamente corretto” e di lanciare la scontata accusa di “razzismo”
, sarebbe meglio si rendesse conto della realtà e del disagio che vivono i riminesi superstiti nel Borgo Marina, cittadini di cui non ci si può ricordare solo per il pagamento  delle tasse.

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Chiesti Interventi sui nuovi lampioni della illuminazione pubblica che aumentano l'oscurità sui marciapiedi e sulle strade con i rischi per la sicurezza pubblica.
   

23/02/2015

Questa mattina in Commissione Consigliare si è discussa la Mozione del sottoscritto relativa ai nuovi lampioni della illuminazione pubblica con “luce schiacciata a terra” che aumentano l’oscurità sui marciapiedi e sulle strade e i rischi per la sicurezza pubblica.

Ricordo che il Comune di Rimini ha stipulato con ENEL SOLE un contratto a partire dal 1 Giugno 2012 per il servizio di pubblica illuminazione, la manutenzione ordinaria e a richiesta quella straordinaria dei 28.000 punti luce e impianti semaforici del Comune di Rimini.

Il contratto iniziale ad un canone annuo di 3.255.099 euro (2.690.165+ Iva 21 %) ha la durata di 9 anni ( 30 milioni circa)  + l’adeguamento ISTAT  e  prevede l’obbligo per il fornitore di eseguire a proprio  carico, interventi impiantistici per un importo di almeno il 10% del canone annuo, quindi un importo minimo di lavori di 260.000 euro per 9 anni per un totale di 2,4 milioni di euro di investimenti.

Enel Sole per aggiudicarsi l’appalto, ha raddoppiato nei nove anni   gli interventi   di riqualificazione (pali,cavi, ecc.) a canone pari a  4.943.711 euro, da concordare con il Comune, stabilendo  interventi extra canone pari a 4.842.297.


Da alcuni mesi sono in corso di installazione in diversi parti della città  i nuovi lampioni con luce “schiacciata a terra “ in sostituzione di quelli preesistenti a “luce diffusa”  con lo scopo del risparmio energetico e della riduzione dell’inquinamento luminoso.

Il risultato, però, è l’oscurità su molti marciapiedi e strade della città
come Piazzale C.Battristi, Viale Dante, Via Anfiteatro, Via Aponia, Via Gambalunga, Via Bastioni Occidentali ( sotto le mura dal Palazzo Pelliccioni alla Via Garibaldi è “buio totale “)  con il rischio per la sicurezza dei pedoni e la circolazione dei veicoli.

Per questo, con la mozione,  ho chiesto :

1)    L’installazione di nuovi lampioni che irradino una illuminazione non verso il cielo,  ma diffusa orizzontalmente, oltre che a terra per consentire la visibilità sui marciapiedi e sulle strade e garantire la sicurezza pubblica.;

2)    L’eliminazione delle zone oscurate o letteralmente al buio  con l’installazione di un maggior numero di lampioni, riducendo le distanze l’uno dall’altro
, nelle vie interessate, Viale della Stazione C.Battisti, Via le Dante, Via Anfiteatro, Via Aponia, Via Gambalunga, Via Circonvallazione Occidentale, ecc.

3)    lampioni “ex novo”, in particolare nelle zone a rischio, come nei Giardini della Stazione, di Viale C.Battisti, dove l’illuminazione pubblica è mancante da 4/5 anni, nonostante sia una porta d’ingresso della città;

Il Dirigente ha risposto che sono state fatte delle verifiche da parte dell’ENEL e che i livelli di illuminamento “ rientrano nei parametri” della normativa salvo poi dire che si è approntato con Enel Sole un progetto per integrare i punti luce e/o aggiustare quelli esistenti.

Ho ribadito che la sostituzione dei lampioni, pure nell’ambito del risparmio energetico,   deve essere compatibile con una adeguata illuminazione della città,  e  che i controlli sul rispetto delle normative, a parte il  gestore interessato Enel Sole, spettano doverosamente all’Amministrazione Comunale.


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Con la realizzazione della rotatoria Via Dante-Via Roma è congeniale rifare i marciapiedi Via Dante-Corso Giovanni XXIII°.
   

20/02/2015

Il carico di traffico sulla Via Roma, di attraversamento della città nord-sud e viceversa è aumentato notevolmente, in aggiunta ai “ normali” intasamenti in occasione delle manifestazioni fieristiche.

L’Amministrazione Comunale con la prevista chiusura del Ponte di Tiberio
, senza una valida alternativa che non può essere lo sfondamento di Via Tonale sulla Statale 16 ma un nuovo Ponte di attraversamento del Marecchia, trasformerà la Via Matteotti, la Via dei Mille, la Via Roma in una nuova Circonvallazione con ulteriore incremento del traffico e dell’inquinamento atmosferico, un pesante impatto ambientale su questa vasta fascia residenziale del Centro Storico .    

Avevo proposto due anni fa, il 6.11.2012, con una mozione in Consiglio Comunale  la realizzazione della rotatoria all’incrocio tra Via Dante e Via Roma, per rendere fluido il traffico, non per aumentarlo.

La Mozione, dopo “ due passaggi” in  Commissione Consigliare, alla fine, il 3.7.2014 è stata bocciata in Consiglio Comunale con i 14 voti contrari del Sindaco Gnassi e dei consiglieri di maggioranza( Allegrini, Aloisio, Angelini, Bertozzi, Fraternali, Gallo, Galvani, Giorgetti, Mazzocchi, Morolli, Pironi, Zerbini e Zoffoli) e i 5 favorevoli ( Renzi, Camporesi, Franchini, Tamburini, Mauro.).

Però, solo due mesi dopo, il 30.9.2014, alla faccia della coerenza, il Sindaco Gnassi e  la Giunta hanno approvato la rotatoria Via Dante-Via Roma per la fluidificazione del traffico del cosiddetto “asse mediano”.
 
Essendo iniziati i lavori per la sua realizzazione, ho chiesto  ieri sera  in Consiglio Comunale con una interrogazione al Sindaco se non sia congeniale provvedere al rifacimento dei marciapiedi sui due lati della via Roma tra Via Dante e Corso Giovanni XXIII°.

Infatti, nel primo tratto tra Via Dante e Via Gambalunga i marciapiedi in asfalto si presentano con buche, rattoppi, avvallamenti, e nel secondo tratto Via Gambalunga-Corso Giovanni XXIII° con selci sconnesse.

Sottolineo fra l’altro che  in questo tratto di Via Roma il collegamento fra i marciapiedi lato mare e i marciapiedi lato centro centro storico è limitato agli  attraversamenti pedonali di via Dante e via Gambalunga.

Ricordo che risulta inesistente da decenni l’opera di manutenzione ordinaria e straordinaria di questi marciapiedi da parte delle Amministrazioni Comunali, nonostante progetti e previsioni in Bilancio da almeno 15 anni.  
 
Potrebbero essere ripiantati tutti gli alberelli divelti, una quindicina, negli spazzi preesistenti.

Sarebbe opportuna, visti i carichi di traffico, l’installazione di una centralina, nel suddetto tratto, per il controllo delle micro-polveri (PM 10)  che non devono superare il valore limite di 50 microgrammi /mc per la protezione della salute dei residenti.

Ho ribadito, nell’occasione, i miei interrogativi, sull’eliminazione dell’impianto semaforico all’incrocio via Gambalunga-Via Roma, sullo sbarramento  “ innaturale”  della Via Gambalunga con un’aiuola spartitraffico e l’obbligo della svolta a destra sulla “intasata” via Roma  per i veicoli provenienti dalla Via Gambalunga, e sulla riduzione dei due attraversamenti pedonali ad uno, lato nord della Via Gambalunga, che mette a rischio l’attraversamento della via Roma di pedoni e bambini delle vicine Scuole Elementari Ferrari.



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Silenzio sull'argine "arato" e "ribassato" del Mavone che ha causato l'alluvione a Vergiano. Renzi inoltra l'esposto al Procuratore della Repubblica per l'accertamento delle responsabilità e dei danni da rimborsare ai cittadini.
   

17/02/2015

Continuano le reticenze delle Autorità, Comune, Provincia, Consorzio di Bonifica, sulla causa principale degli allagamenti, la tracimazione del torrente Mavone in 5/6 punti dell’argine sinistro nel tratto di 300 metri a valle di Casale di S. Ermete con le acque che hanno allagato i terreni agricoli, la Strada Marecchiese, fino a Vergiano e il Borgo dei Ciliegi.

Il Dirigente Provinciale della Protezione Civile, l’ Assessore del Comune di Rimini, il Consorzio di Bonifica scaricano la colpa sui fossi e canali di scolo insufficienti ed inefficienti, tombinati con sezioni ridotte, interrati, ostruiti dalla vegetazione per la mancata manutenzione da anni, quando erano loro stessi che dovevano vigilare sul rispetto delle regole ed effettuare interventi di prevenzione e messa in sicurezza su un territorio,di cui era ben noto il rischio idraulico.

Non vogliono riconoscere che la causa principale degli allagamenti, come ho già detto la settimana scorsa nell’assemblea pubblica di Spadarolo e in Consiglio Comunale, è stata la tracimazione del Mavone, dove il profilo dell’argine è stato addirittura “arato” fino al ciglio della sponda del torrente, con la mancata osservanza della fascia di rispetto dei 5 metri, “rasato” e “ribassato”  rispetto all’altezza di sicurezza.

Le nostre Autorità non vedono, non sentono, non parlano: su questo perdura il loro silenzio.

Non si riesce a sapere di chi sono le responsabilità, chi aveva competenza  sulla  sicurezza di quell’argine.

Anche perché Il Mavone era tracimato appena due mesi prima, il 3 dicembre 2014,  sempre in quel tratto di argine, come mi hanno detto testimoni oculari,  ma nessuno si è preoccupato di alzarlo, di  metterlo in sicurezza.

Potevano essere evitati gli allagamenti e  i due milioni di danni agli abitanti di Vergiano e del Borgo dei Ciliegi
.
Ma c’è voluta una alluvione alle nostre Autorità per “scoprire” che in campagna ci dovrebbero essere i “fossi” e i canali di scolo per le acque  e per i sopraluoghi  sugli argini di un torrente che si comporta secondo natura, quando non viene rispettato. 

Sulla richiesta dei “rimborsi danni” dovuti a fronte delle negligenze, non si può pensare di “farla franca” come con la mancata risposta
  dell’Assessore Visentin in Consiglio Comunale o dietro le battutine del neo Presidente della Regione Bonaccini che “ha invitato i privati a non farsi troppe illusioni “, “ ma chiedere non costa nulla”.

Poiché a due settimane dalla alluvione, non vengono fuori le responsabilità, non mi resta che rivolgermi alla Procura della Repubblica, per  l’accertamento dei responsabili, e perché è ora che “chi sbaglia , paghi”.

 

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Basta con il silenzio delle Autorità: la causa principale degli allagamenti a Vergiano è la tracimazione del Mavone. Accertare le responsabilità e rimborsare i danni.
   

13/02/2015

E’ passata una settimana dall’alluvione di  venerdì  scorso che ha allagato le case della frazione di Vergiano, i  150 garage del Borgo dei Ciliegi, le fabbriche artigiane della zona  costrette a interrompere l’attività produttiva.

Tutta la popolazione della zona si è messa subito a spalare acqua e fango, lavare, ripulire per ritornare alla normalità, gettare l’irreccuperabile, anche se restano gli ingenti danni subiti.

Chi non si è mosso concretamente, con  i lavori di pronto intervento, al di la delle chiacchere istituzionali, sono invece i soggetti pubblici responsabili della sicurezza idraulica , Comune, Provincia, Consorzio di Bonifica per evitare il ripetersi degli allagamenti, accaduti due volte in due mesi (venerdi  6 febbraio e il 3 Dicembre scorso).

E’ questa la nuova preoccupazione, la “spada di Damocle” sui cittadini della  zona e dell’abitato di Vergiano che, sappiamo tutti, sono a rischio idraulico per l’attraversamento del Torrente Mavone.

Continua, invece,  il silenzio e la reticenza delle Autorità sulla causa principale degli allagamenti, la tracimazione del Torrente Mavone all’altezza della Via Marecchia-Via Vicinale nei pressi dell’Azienda Microsistemi, con le acque che poi hanno invaso i terreni agricoli a mare di sant’Ermete e dilagato lungo la Strada Marecchiese fino a Vergiano e al Borgo dei Ciliegi, certamente senza incontrare alcun contenimento o canalizzazione in quei pochi fossi di scolo inefficienti, interrati, ostruiti dalla vegetazione, per colpa della mancata manutenzione da anni.


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