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Riqualificare la stradina di collegamento tra la Via Garibaldi e il Giardino “Vittime della Uno Bianca” che si trovano in uno stato di degrado e abbandono.
   

 13.05.2019

Dopo 60 anni dalla cessazione della ferrovia Rimini-Novafeltria, si trova in uno  stato di degrado la stradina  a ridosso dei Bastioni Occidentali, dalla  Via Garibaldi al Giardino “Vittime della Uno Bianca” anch’esso trascurato come mostrano le diverse “lapidi” a ricordo “spezzate”.


La superficie della stradina è cosparsa da uno strato di polvere bianca che si solleva al minimo transito dei pedoni o dei ciclisti mentre con la pioggia si ricopre di fango e pozzanghere.


L’illuminazione pubblica è inesistente cosicchè nelle ore notturne l’accesso alle case dei residenti avviene nell’oscurità.


Le mura medievali sovrastanti sono degradate da decenni e invase dalle sterpaglie.


La stradina non di proprietà comunale ma del demanio statale in concessione alle ex ferrovie padane, è in una  condizione che crea disagi a residenti,  passanti e presenta una brutta immagine nel nostro Centro Storico.


Per queste ragioni ho chiesto al Sindaco nell’ultima seduta del  Consiglio Comunale i seguenti interventi di riqualificazione.


1)    La pavimentazione della stradina con il materiale cementizio dei percorsi ciclabili per eliminare lo strato polveroso e le buche.

2)    L’installazione di lampioni della illuminazione pubblica per la visibilità e la sicurezza nelle ore notturne.

3)    La ripulitura dalle vegetazione infestante le Mura dei Bastioni Occidentali fino al Torrione medievale riportato a vista dopo la demolizione dell’ex “bar Tricheco”.


4)    Il ripristino delle “lapidi” frantumate nel Giardino intitolato alle “Vittime della Uno Bianca”.



5)    Si tratta di valorizzare un percorso ciclo-pedonale alternativo al pericoloso transito sul ristretto marciapiede della vecchia Circonvallazione Occidentale  e di collegamento dall’Arco di Augusto e Parco Cervi al Campone di Castelsimondo fino al Ponte di Tiberio e Parco Marecchia.


 

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Il Consiglio Comunale esprime la volontà generale per realizzare in tempi brevi la Nuova Questura e la Cittadella della Sicurezza in Via Ugo Bassi.
   

 19.4.2019

E’ stato approvato, ieri sera, quasi all’unanimità dal Consiglio Comunale, con solo 2 voti di astensione della Lega, l’odg presentato dal sottoscritto che chiede al Sindaco di farsi portavoce della volontà generale del Consiglio Comunale  con il Ministero dell’Interno  per realizzare in tempi brevi la Nuova Questura e la Cittadella della Sicurezza in Via Ugo Bassi nell’edificio in acquisto dallo Stato.

La soluzione con la locazione dell’immobile di Piazzale Bornaccini può essere solo emergenziale per le esigenze immediate della Questura e di breve durata, in quanto, nonostante la deroga agli strumenti urbanistici,  permangono gli oggettivi limiti, strutturali dell’edificio, l’insufficienza dei parcheggi, l’impatto sul contesto circostante già congestionato da uffici comunali, residenti palacongressi.

L’ODG ribadisce nell’interesse generale della città le seguenti ragioni: :

1)     L’idoneità della Nuova Questura nel complesso immobiliare di Via Ugo Bassi, costruito appositamente dal 2000 al 2003 sull’asse mediano di attraversamento veloce della città, con la superficie di mq.23.000 e con caratteristiche intrinseche( circa 100 stanze per 200 Agenti di rinforzo nel periodo estivo), le abitazioni per il Questore e Vice Questore, i posti auto all’interno, l’ampio parcheggio all’esterno per l’accessibilità dei cittadini.

2)    La necessità di realizzare la Cittadella della Sicurezza, comprendente oltre la Nuova Questura,  la Sezione della Polizia Stradale e il Comando Provinciale della Guardia di Finanza.   

Il Consiglio Comunale, dopo l’inspiegabile ritiro da parte dell’INAIL  dell’offerta al Curatore fallimentare,  confida che la proposta comunicata al Comune del Ministero dell’Interno  di acquisto e ristrutturazione dell’immobile di Via Ugo Bassi si concretizzi in tempi brevi .

Dopo ormai 20 anni di impegni disattesi  e  annunci da parte di Ministri degli Interni di tutti i colori, non si possono aspettare altri 20 anni, per realizzare a Rimini la Nuova Questura e la Cittadella della Sicurezza.    

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E’ urgente regolamentare l’apertura delle Moschee e tutelare la sicurezza.
   

 5.4.2019

E’ trascorso oltre un anno e mezzo dall’Ordinanza Comunale del 29.9.2017 di demolizione delle opere abusive realizzate e di ripristino nell’immobile di Via San Nicolo 11 riguardanti il trasferimento e l’ampliamento della Moschea nel Borgo Marina.

Infatti, il cambio di destinazione d’uso da ex officina a luogo di culto con l’aumento del carico urbanistico, secondo il vigente Regolamento Urbanistico Edilizio (Rue), comportava il reperimento degli standard urbanistici ( i parcheggi) e  se impossibile, come in questo caso, la loro monetizzazione che deve essere approvata dalla Amministrazione Comunale.

Comunque sia,  va  considerato , l’impatto di  una Moschea per almeno e 400 persone, sottostante al piano terra un condominio di 3 piani, all’incrocio di due strade strette con parcheggi minimi, senza la possibilità di parcheggi per auto, moto, cicli.

Resta il problema del trasferimento della Moschea sita dal 2004 in una casetta di Corso Giovanni XXIII° al n.100 con una superficie di circa 100 mq. e la destinazione catastale ad uso uffici, in un’altra zona più idonea della città e in un immobile compatibile per eliminare l’impatto delle centinaia di Mussulmani che vi accedono sul Borgo Marina.  

Proprio alla luce dell’esperienza nel Borgo Marina, chiedo da allora, la variante al RUE per regolamentare l’apertura delle Moschee stabilendo adeguati standard urbanistici, quali : la superficie, l’altezza, la collocazione, l’indice di affollamento, l’impatto acustico, la visitabilità, le norme igienico sanitarie, la sicurezza, i parcheggi, le possibili localizzazioni sul territorio per evitare l’impatto sulla vita dei residenti.-

Ho sollecitato, pertanto,  l’Amministrazione Comunale con l’interrogazione consigliare di ieri sera a presentare in Consiglio Comunale l’auspicata Variante al Rue.

Per evitare che l’insediamento delle Moschee  avvenga, come adesso, a nome dei centri culturali islamici più facilmente compatibili con le destinazioni d’uso degli immobili alle norme urbanistiche.

Inoltre, ritengo necessario, per ragioni di sicurezza che l’Amministrazione Comunale e il Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza conoscano quanti e quali sono i luoghi di culto islamici o Moschee nel Comune di Rimini, chi sono i loro responsabili, a quale organizzazione islamica fanno riferimento, per assicurare il rispetto delle nostre leggi, delle regole su cui si fonda la civile convivenza e dei valori che contraddistinguono la nostra civiltà.

Tenuto presente anche quanto riportato dal quotidiano La Stampa del 3 aprile:  da alcuni Paesi del Golfo Arabo arriverebbe “un fiume di soldi” per le Moschee e Centri Islamici in Italia , a sostegno di organizzazioni e comunità islamiche radicali.  
                                                   
                                                            

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Aumento dell’Addizionale Comunale Irpef ed iniquità della Tari. L’Amministrazione Comunale respinge le mie proposte alternative.
   

 28.03.2019

La maggioranza consigliare, martedi sera, ha approvato definitivamente con le variazioni del Bilancio di Previsione 2019-2021 l’aumento della Addizionale Comunale Irpef dallo 0,3% allo 0,8% ( +4.800.000 euro) e le  tariffe della Tari (l'-0,30%).

L'aumento delle aliquote dell’addizionale Irpef, anche se l’A.C. ha cercato di giustificarlo  politicamente a fronte del 1°stralcio   lavori del Progetto di Rimini Nord, non è temporaneo ma strutturale  a fronte della spesa corrente del Bilancio comunale .

Se fosse stato un provvedimento temporaneo,  il Comune poteva  ricorrere (come avevo proposto con i miei emendamenti),  ad un fido temporaneo o ad un mutuo chirografario, in attesa del rimborso dei finanziamenti previsti a saldo lavori dal Bando delle Periferie, oppure  “smobilizzando” le azioni “libere” o “ vendibili”  di Hera di cui il Comune può oggi disporre pari ad un numero di 1.878.628 azioni ( su un totale di 20.385.208) per un controvalore di circa 4.600.00 euro.

In verità, il bilancio comunale è in affanno per la crescita della  spesa corrente, nonostante l’aumento delle entrate tributarie e della imposta di soggiorno, l’introduzione del  canone dei passi carrai, il recupero dell’evasione tributaria .

L’Amministrazione Comunale preferisce alle alternative proposte continuare con l’aumento della pressione fiscale, che colpisce i redditi medio-bassi di lavoratori dipendenti, pensionati, artigiani, commercianti, già alle prese con una perdurante crisi economica e sociale.

Riguardo la TARI per il 2019 , la spesa totale è di 41.102.638 a carico dei 75.000 contribuenti riminesi.

Un costo  per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, gestito da Hera in regime di monopolio e di “prorogatio” da 8 anni, essendo la Convenzione scaduta il 14.3.2011, senza ancora effettuare la prevista gara europea per salvaguardare nell’affidamento le condizioni di trasparenza, efficienza, economicità, a vantaggio dei cittadini riminesi.  

Dopo la maggiorazione del 2,90% nel 2018, quest’anno c’è una riduzione tariffaria minima dello 0,30%,  con il recupero dell’evasione di 500.000 euro e nonostante il forte incremento della raccolta differenziata che  ha raggiunto il 70% del rifiuto urbano (negli ultimi due anni  dalle 65.000 tonn. del 2017 alle 78.000 tonn. previste nel 2019) .

Permane il problema del pesante insoluto TARI, previsto anche quest’anno di 7 milioni di euro ( oltre il 15%) , costituito da coloro che non pagano la tassa, principalmente gestori di attività stagionali che la scaricano sui contribuenti onesti.

Infatti, come risulta ufficialmente,  nell’ambito delle insolvenze 2018 per un totale di 7.363.000 euro, figurano :
348 alberghi per 2.109.000 euro, 255 bar per 400.000 euro, 149 ristoranti per 600.000 euro , in totale 752 utenti per una evasione complessiva di 3.109.000 euro (oltre il 40%), a cui vanno aggiunte 11.400 utenze domestiche per 2 .400.000 euro  

Per questo, avevo proposto un emendamento ( non accolto)   per  interrompere nel pieno della stagione estiva, le attività che evadono deliberatamente .

Anche, perché, non sappiamo se e quando il Governo e il Parlamento approveranno un provvedimento, l’auspicato DURT, che consentirebbe ai  Comuni di impedire quelle attività economiche  che  non pagano la tassa,  e praticano la concorrenza sleale.

Intanto, però,  il Comune deve fare di tutto per ristabilire la legalità e il principio di equità verso i contribuenti.

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Il Sindaco non autorizzi la tecnologia 5G sulla nostra spiaggia finchè non sia verificata la sua innocuità per la salute delle persone e la salvaguardia dell’ambiente.
   

 22.3.2019

Entro il mese verrà presentato dal Consorzio Spiaggia Rimini network alla Amministrazione Comunale il progetto che prevede sui 7 Km. di spiaggia, da Piazzale Boscovich a Miramare, l’installazione di 160 pali, di cui 80 in riva al mare e altrettanti in zona cabine dotati delle nuove video camere e delle illuminazioni come deterrenti alla criminalità.

Da rilevare che gli 80 pali in zona cabine saranno dotati anche delle microcelle a cui si potranno appoggiare gli operatori telefonici che avranno la tecnologia 5G.

Sono d’accordo con l’installazione della illuminazione e della video-sorveglianza,  come già sostenuto con una Mozione ed Odg per la sicurezza e la legalità sulla nostra spiaggia, “bocciati” allora dalla Giunta e dalla maggioranza  nel Consiglio Comunale tematico del 18.6.2015 contro l’abusivismo commerciale.

Invece, ritengo necessario conoscere gli effetti per la salute umana sull’esposizione alle radiazioni di alta frequenza wireless di quinta generazione 5G, la nuova tecnologia introdotta in Italia dal 1° Gennaio scorso.  

Parlamentari, Amministrazioni Comunali, migliaia di cittadini con petizioni chiedono al Governo di non consentire autorizzazioni di  infrastrutture tecnologiche e dispositivi 5G fino a quando non verrà scongiurato con studi scientifici il pericolo per la salute pubblica.

E’ in corso dal 2018 una campagna nazionale di opinione pubblica promossa dall’alleanza italiana “Stop 5G” sulla base di autorevoli studi scientifici in Italia (Istituto Ramazzini di Bologna) e all’estero che chiede al Governo di applicare il Principio di Precauzione, di fermare la fase sperimentale del 5G nelle 9 città pilota (Roma, Milano, Torino, Genova, Cagliari, l’Aquila, Bari, Prato, Matera ), di non alzare i valori limite nella soglia di legge d’irradiazione elettromagnetica e di minimizzare il rischio sanitario, promuovendo uno studio epidemiologico sui campi elettromagnetici.

Pertanto, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, ho chiesto al Sindaco, quale garante della incolumità pubblica, di astenersi dall’autorizzare l’installazione della tecnologia 5G che potrebbe comportare l’aumento delle emissioni dei campi elettromagnetici e delle radiofrequenze rischiose in particolare per i bambini, le donne incinte, i neonati, gli anziani, i malati, i portatori di protesi e pacemaker.

Al fine di prevenire i pericoli per la salute dei cittadini e turisti, per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio, in base al principio di precauzione.

In attesa della produzione di garanzie scientifiche che ne attestino la compatibilità con l’incolumità fisica delle persone e la sicurezza di tutto l’ambiente urbano.   

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Per la valorizzazione delle Mura “federiciane” insieme a Porta Galliana .
   

 19.03.2019

Lunedi scorso in Commissione  Consigliare si è discussa la mia Mozione per il restauro e la valorizzazione delle Mura “federiciane” di Via Bastioni Settentrionali del Borgo Marina.

L’Amministrazione Comunale, nel progetto di recupero di Porta Galliana, non ha minimamente contemplato le Mura “federiciane”, come risulta dal Piano Investimenti del 2018 e 2019 e nonostante la mia richiesta con  l’ interrogazione consigliare di un anno fa.

Ricordo, infatti,  che Porta Gallliana faceva parte della Mura costruite dall’imperatore Federico II di Svevia  tra il 1225 e il 1248 per difendere la città sul lato mare.

Delle Mura “federiciane” è rimasto solo il tratto di un centinaio di metri lungo la Via Bastioni Settentrionali dalla Porta Galliana all’incrocio con Corso Giovanni XXIII°.

E’ sotto gli occhi di tutti il loro stato di degrado e abbandono, rovinate dai crolli, da osceni rattoppi, dall’incuria, demolite addirittura dalle nostre Amministrazioni Comunali della parte chiamata la “ battagliera”,  lo spazio occupato dai difensori, per creare posti auto !

Sulla cima della Mura, costruite in laterizi, alte più di 5 metri, non vi sono più i “merli”, molti caduti per i terremoti, sostituiti nel Seicento e Settecento da un cordolo con blocchi di pietra calcare di San Marino, che oggi si trovano in una condizione di precaria stabilità come i mattoni e i sassi della parte inferiore delle mura.

Per  questo, nel contesto del recupero di Porta Galliana ho chiesto la valorizzazione delle sue Mura adiacenti, con i seguenti interventi :

1) il consolidamento e restauro delle Mura federiciane di Via Bastioni Settentrionali;

2)  la realizzazione di una fascia di rispetto a verde per le suddette Mura, assediate dai parcheggi di auto e moto;

3)  la sostituzione dei banali  “pali” della illuminazione pubblica “ modello circonvallazione” con lampioni in sintonia con la storicità del luogo;

4) il rifacimento della pavimentazione di Via Bastioni Settentrionali in armonia con le antiche Mura della città in sostituzione dell’asfalto ricoperto di buche e rattoppi ;

5) l’eliminazione della dismessa centrale elettrica di Via Bastioni Settentrionali per migliorare l’immagine della strada e dell’ambiente circostante.

Purtroppo, la risposta dell’Ass. Sadegholvaad in Commissione è stata modesta,  limitandosi al divieto di parcheggio delle auto adiacenti le mura,  senza pensare che è necessario il loro restauro e la riqualificazione complessiva del tratto pertinente di Via Bastioni Settentrionali.

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Il Consiglio Comunale ha approvato la mia mozione per contrastare la chiusura delle edicole.
   

 15.03.2019

Infatti,  le edicole addette alla vendita di giornali e riviste sono sempre più in difficoltà economiche per il crollo nelle vendite a cui fa seguito la continua chiusura di queste attività in tutta Italia.

Anche a Rimini, questo problema si è manifestato negli ultimi mesi con la cessazione di 4 edicole collocate in Piazza Tre Martiri,  Via della Fiera,  Ponte dei Mille,  Viale Vespucci ed altre chiusure sono annunciate .

Le cause sono diverse: la crisi dell’editoria, il calo delle vendite per la ridotta capacità d’acquisto e la concorrenza del web,  la liberalizzazione dei punti di distribuzione dei giornali che hanno visto aumentare i costi ma non le vendite.

Poi ci sono le tasse troppo alte sui “chioschi” costretti a pagare un canone elevato per l’occupazione del suolo pubblico (COSAP ), l’IMU e la TARI .

Nel Comune di Rimini l’occupazione del suolo pubblico dalle edicole comporta un canone di 200 euro al mq., con un costo per un chiosco di 10 mq. di 2.000 euro l’anno fino ai 6.000 euro l’anno per un chiosco di 30 mq.  

Il reddito netto medio derivante della gestione di una edicola che impegna almeno due persone è di circa 1.000 euro mensili, con un costo di avvio attività che si aggira sui 40-50.000 euro.  

Con la chiusura delle edicole viene meno il lavoro e il reddito di una famiglia, solitamente impegnata in questa attività.

La Mozione impegna il Sindaco e la Giunta:

1)     a dimezzare il canone di occupazione del suolo pubblico per le edicole e  comunque a diminuire il canone in misura progressiva  all’aumento dei mq. di suolo pubblico occupato;

2)    Ad ampliare, oltre ai giornali e riviste, la tabella merceologica degli articoli in vendita, dei servizi erogati dalle edicole (come l’ informazione turistica), favorendo l’ampliamento dei chioschi con la riduzione del canone di occupazione del suolo pubblico;

3)    Ad incontrare i rappresentanti di categoria delle edicole per studiare e adottare le misure per fare fronte alle difficoltà e consentire la presenza delle edicole sul territorio.

Con la chiusura delle edicole viene meno il servizio di informazione sul territorio, un punto di incontro e di relazione sociale.  


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La mia proposta per il recupero dell’ex Convento di San Francesco. L’Amministrazione Comunale “non ha un pensiero” per rimuovere le rovine e il degrado !
   

 

12.3.20109

Si è discussa ieri mattina in Commissione Consigliare la mia Mozione per il “recupero dell’ex Convento di San Francesco e l’ampliamento della Biblioteca Gambalunga” .

Dopo 75 anni dalla fine della Seconda Guerra Mondiale permangono ancora le rovine dell’ex Convento di San Francesco in Via Novembre, distrutto dai bombardamenti, di fianco al Tempio Malatestiano.

Ho ricordato l’importanza storica del Convento di San Francesco risalente al 1257, dove   si insediò nel 1400 la prima Biblioteca pubblica d’Italia per volontà della famiglia Malatesta, da Carlo a Sigismondo, che la arricchirino di moltisssimi volumi come testimonia Roberto Valturio.

La Biblioteca dei Francescani e Malatesti (1400) era la più antica Biblioteca pubblica d’Italia, a cui seguirono dopo due secoli l’Ambrosiana di Milano (1609), l’Angelica di Roma (1614) e la Gambalunga di Rimini (1619).

Nel 2006 era stato approvato il recupero filologico dell’ex Convento con destinazione a Biblioteca dell’Università, progetto poi abbandonato e  perseguito nell’ambito della ricostruzione dell’ex Palazzo Lettimi insieme agli alloggi per studenti.

Dinnanzi alla reiterata necessità di nuovi spazi della Biblioteca Gambalunga, ho chiesto di riprendere il progetto di recupero dell’ex Convento di San Francesco con una superficie di mq.2.260 vicino alla Biblioteca Gambalunga.   

Dell’originario Convento di San Francesco rimane il lato verso il mare con una parte del piano terra e del  1° piano.

Mentre la parte del Convento di proprietà della Curia Vescovile è stata ricostruita negli anni ‘70, la restante parte di proprietà del Comune, per insipienza delle nostre Amministrazioni Comunali, è rimasta un rudere con i resti archeologici nascosti tra le erbacce e i topi dietro il muro di Via IV Novembre .

Al riguardo, ho chiesto un sopralluogo dei Consiglieri Comunali affinchè si rendano conto della situazione.

Purtroppo, per il recupero dell’ex Convento di San Francesco,    gli Assessori ai Lavori Pubblici ( Sadegholvaad ) e alla Cultura ( Piscaglia)  hanno dichiarato in Commissione che l’Amministrazione Comunale “non ha un pensiero sul che fare “, al di là del taglio delle erbacce!

A maggior ragione, nella continuità, sostengo la mia proposta di ridare vita alla prima Biblioteca pubblica d’Italia, una particolarità per Rimini , o di ricreare quegli stupendi spazi espositivi, che avevano ospitato negli anni 30, la Pinacoteca e il Museo Archeologico.

Altrimenti, con l’Amministrazione Comunale “ che non ha un pensiero “   non si rimuoveranno per altri decenni le rovine  e il degrado di fianco al Tempio Malatestiano.

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Sgomberare dagli occupanti l’ex albergo Aurum di Viserba per ristabilire la legalità ed eliminare il degrado.
   

 1.3.2019

Nel pieno centro di Viserba, sul lungomare di Via dati 134/A, permane da anni il degrado dell’ex albergo Aurum, un immobile fatiscente di 4 piani che continua ad essere occupato da decine di africani, dai 10/15 attuali agli 70/80 nei mesi estivi.

L’Abergo Aurum, secondo lo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Rimini, ha cessato l’attività ricettiva il 30.12.2003.

L’Ausl-Dipartimento Sanità pubblica di Rimini, a seguito di un sopralluogo nell’ex albergo il 15.12.2016  insieme ai Carabinieri, aveva evidenziato  :

una situazione di grave degrado igienico sanitario in tutta la struttura ( sporco diffuso, insetti striscianti, rifiuti ingombranti, intonaci cadenti ecc. ) che inibisce le condizioni di abitabilità degli ambienti, tale da costituire un pericolo di danno grave e imminente per gli occupanti e per la salute pubblica”;

e proposto, alla luce delle condizioni riscontrate, l’emissione di un provvedimento finalizzato allo sgombero dell’immobile”.

Il Sindaco con Ordinanza contingibile ed urgente notificata alla proprietà, il 13.1.2017, chiedeva di procedere allo sgombero entro 20 giorni di tutti gli occupanti dell’ex struttura ricettiva.

Dopo due mesi, il proprietario per l’inottemperanza della Ordinanza Sindacale, ai sensi dell’art.650 del c.p. veniva denunciato,   anche se  ragionevolmente,  era impossibile ad  un privato  sgomberare il suo  immobile  da decine di occupanti.

Sono, però, trascorsi altri due anni, senza applicare il dispositivo dell’Ordinanza Sindacale che demandava :

al Comando di Polizia Municipale, in caso di inottemperanza, di concordare con l’Ufficio Igiene e Sanità le procedure necessarie per promuovere l’esecuzione coattiva ed in particolare la richiesta di intervento della Forza Pubblica per consentire l’accesso all’immobile”.

Le giustificazioni , secondo la risposta dell’Ass. Jamil Sadegholvaad alla mia interrogazioni consigliare di ieri sera, sarebbero gli eventuali problemi di ordine pubblico sollevati  nel Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza.

Il Comune dovrebbe trovare una sistemazione logistica alternativa agli occupanti prima di effettuare lo sgombero.

E’ incomprensibile questa condizione o richiesta posta al Comune , o diritto degli occupanti , quasi tutti venditori abusivi.

Pertanto, ho chiesto all’Amministrazione Comunale di riportare sul tavolo della Prefettura lurgenza dello sgombero degli occupanti dell’ex Hotel Aurum, ( ora solo una decina)  per ristabilire dopo anni la legalità ed eliminare il degrado d’immagine e igienico sanitario nel centro turistico di Viserba.

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Giorno del Ricordo : una corona di alloro per il Giardino Vittime delle Foibe. Il Vice Sindaco Lisi condivide.
   

 8.02.2019

Domenica prossima, 10 Febbraio, si commemora il “ Giorno del Ricordo in memoria delle Vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata”, nell’anniversario del vergognoso Trattato di Pace (10.2.1947) che impose all’Italia di cedere alla Yugoslavia le terre d’Istria, Fiume, e parte della Dalmazia, dalle quali esodarono 350.000 italiani.

La Legge votata dal Parlamento il 30.3.2004 che istituisce il Giorno del Ricordo prevede iniziative da parte delle Istituzioni e nelle scuole per fare conoscere dopo 60 anni di silenzio, di negazionismo, di giustificazionismo, questa pagina tragica della nostra storia nazionale.

La verità nascosta sugli eccidi di circa 12.000 italiani tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1947 attuati dai partigiani comunisti del maresciallo  Tito per eliminare  tutti coloro che si potevano opporre al disegno di annessione di quelle terre italiane alla Yugoslavia.

Le migliaia di italiani, colpevoli solo di essere tali, gettati nelle Foibe che da naturali inghiottitoi carsici si trasformarono in profonde fosse comuni.

L’Amministrazione Comunale tiene la commemorazione ufficiale del Giorno del Ricordo alla “ Biblioteca di Pietra” sul Molo di Rimini ma non ha mai deposto una corona d’alloro sulla targa del Giardino intitolato alle Vittime delle Foibe.

E’ stato sempre ignorato il Giardino Vittime delle Foibe, l’area verde dell’ex Piazzale Carso, contigua idealmente e territorialmente a Viale Trieste, Via Monfalcone, Via Pola, Via Fiume, Via Nazario Sauro, l’Eroe Medaglia d’Oro, Martire di Capodistria, la cui intitolazione fu approvata dal Consiglio Comunale il 25.11.2004, con l’ODG presentato dal sottoscritto.  

Per rispetto verso le Vittime delle Foibe, ho chiesto ieri sera con una interrogazione consigliare all’Amministrazione Comunale di deporre una corona di alloro sulla targa del Giardino Vittime delle Foibe che non può essere considerato un semplice segnale della toponomastica.

E’ un dovere morale della Amministrazione Comunale, a nome della Città di Rimini, onorare, senza riserve, le migliaia di italiani Martiri delle Foibe, per troppo tempo dimenticati

Apprezzo la risposta del Vice Sindaco Lisi che si è dichiarata completamente d’accordo.  

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