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La costruzione della Nuova Piscina Comunale stravolge il Parco Don Tonino Bello di Viserba
22.01.2021
La Giunta Comunale ha approvato il 17/12/2020 il progetto della Nuova Piscina Comunale, da realizzarsi nell’area del Parco Don Tonino Bello a Viserba Monte, con una spesa di 7,5 milioni di euro.
La suddetta area di 25.590 mq confina con Via Sacramora, Via Bruno Baroni, Via Angelo Cenci, con adiacenti la Scuola per l’Infanzia Acquamarina, ed il Centro Sociale Viserba 2000.
La realizzazione dell’impianto natatorio occuperà la metà del Parco Don Tonino Bello, usufruito dai residenti per il gioco dei bambini e dalla Scuola d’Infanzia per l’attività all’aperto.
Nel parcheggio antistante, lato Via Baroni, si svolge settimanalmente il mercato ambulante.
Sull’altra metà del Parco, lato via Sacramora, insiste una vasca di laminazione interrata, di 10.000 metri cubi, su una superficie di 3.500 mq, la cui copertura in cemento armato non consente la piantumazione degli alberi.
Il progetto della piscina, che avrà una superficie lorda di 3.730 mq, altezza massima fino a 12 m e 4.100 mq di parcheggi, snatura il Parco Don Tonino Bello, senza alcun rispetto del verde pubblico.
Per l’accesso all’impianto natatorio, oltre al parcheggio esistente, utilizzato per il mercato ambulante, è prevista la realizzazione di altri 2 parcheggi, uno lato via Baroni, l’altro, lato via Cenci.
La Via Cenci, a senso unico, con la realizzazione del parcheggio è previsto venga allargata, mettendo a rischio la sicurezza nell’accessibilità alla Scuola d’Infanzia sulla stessa via.
Non è noto se, e dove verrà trasferito il mercato ambulante settimanale, adiacente al Parco.
Dinnanzi a questi problemi, sollevati con una petizione sottoscritta dai cittadini residenti, con l’interrogazione consigliare di eri sera, ho chiesto:
1) La salvaguardia del Parco Don Tonino Bello e il rispetto del verde pubblico, una dotazione prevista dal Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) per l’urbanizzazione dell’area densamente costruita e popolata;
2) La revisione del progetto approvato dalla Giunta Comunale, con una diversa localizzazione della Nuova Piscina Comunale, sempre in un’area nel comparto Nord del territorio comunale (per sopperire alla mancanza decennale di impianti sportivi);
3) Di considerare e valutare per l’ubicazione della nuova piscina comunale, a Rimini Nord:
a) L’area a fianco del riqualificato campo del Baseball di Rivabella e del nuovo campo di Rugby, per creare un nuovo polo sportivo;
b) La vicina area di via Padre Igino Lega-Via Matteini (a fianco dello Stabilimento Sacramora), destinata a strutture sportive mai realizzate;
4) L’elenco delle aree di proprietà del Comune, site a Rimini Nord, (Rivabella, Viserba, Viserbella, Torre Pedrera) per esaminare altre eventuali possibili localizzazioni;
5) Un Confronto con i cittadini residenti a Rimini Nord, che avrebbe dovuto precedere la Delibera approvata dalla Giunta Comunale, e in Consiglio Comunale (vista anche la spesa pubblica di 7, 5 milioni di euro), per consentire una scelta partecipata dell’ubicazione della Nuova Piscina Comunale, che non può essere una decisione solitaria ed autoritaria della Giunta Comunale.
Da sempre al fianco di San Patrignano nella lotta alla droga
05/01/2021
Oggi, così come nel marzo 1985 quando organizzai e accompagnai il Segretario del MSI-DN, Giorgio Almirante, nella visita alla Comunità di San Patrignano, mi sento di ribadire:
“San Patrignano era e resta una concreta isola di salvezza in mezzo ad un mare di demagogia, di speculazioni e di vuoti delle Istituzioni; un chiaro esempio di solidarietà, fondato sul lavoro e sul recupero di valori umani.”
A 35 anni di distanza, ancora una volta, i media cercano di svilire la figura di Vincenzo Muccioli, a cui va il merito di avere fondato la prima Comunità in Italia che ha recuperato alla vita, alle famiglie, alla società, migliaia di giovani dipendenti dalla droga.
Oggi come allora, resta il silenzio delle Istituzioni e della politica nell’intraprendere una chiara azione di contrasto alla droga. Per questo motivo propongo al Sindaco di Rimini, al di là dei commenti mediatici, di avviare un progetto condiviso con la Comunità di San Patrignano, per contrastare il consumo delle sostanze stupefacenti, dilagante nel nostro Comune.
La Giunta Comunale censura l’affissione dei manifesti PRO-VITA per ragioni ideologiche
18/12/2020
La Giunta Comunale ha vietato l’affissione di 100 manifesti della Associazione Pro Vita & Famiglia, che sensibilizzavano le donne contro l’uso della pillola abortiva RU486. Nonostante l’art. 21 della Costituzione tuteli la libertà di espressione con ogni mezzo.
E’ legittima l’espressione della visione culturale pro-vita, che considera il concepito come una persona a tutti gli effetti e l’aborto come la soppressione di una vita umana, non privo di conseguenze per la salute della donna.
In verità, è stata censurata ideologicamente una campagna di comunicazione sociale, promossa per la tutela del diritto fondamentale alla vita (art. 2 Cost.) e del diritto alla salute (art. 32 Cost.), dinnanzi all’aborto farmacologico con la pillola RU486.
Si vogliono mettere a tacere i rischi collaterali per la salute delle donne, dovuti alla somministrazione della pillola RU486, noti nella letteratura scientifica.
L’affissione di questi manifesti, oltre al diritto alla manifestazione del pensiero, è finalizzata a suscitare la riflessione critica, senza ledere diritti e libertà personali previsti dalla Legge.
La legge 194/78 consente l’aborto nel nostro paese, ma non vieta la libertà di criticarlo, tant’è che prevede per gli stessi medici, la possibilità di fare obiezione di coscienza.
Per queste ragioni, con l’interrogazione consigliare al Sindaco di ieri sera, ho chiesto che la Giunta Comunale rispetti la libertà di espressione del pensiero con ogni mezzo, come sancito dalla Costituzione. Non è ammissibile censurare e vietare per ragioni ideologiche-politiche, l’affissione di manifesti dell’Associazione Pro-Vita e Famiglia contro l’uso della pillola abortiva RU486.
Considerato, fra l’altro, che gli aborti in Italia sono circa 90.000 ogni anno, e che si potrebbero ridurre, con politiche di aiuto economico e adozioni.
La Giunta Comunale, invece di praticare la censura, a fronte del calo delle nascite nel nostro Comune, 300 in meno nel 2019, nonostante l’aumento della popolazione di 10.000 abitanti negli ultimi 10 anni, sostenga le mamme, le famiglie, con bonus bebè, asili gratis, sgravi fiscali, incentivi per i figli e facilitazioni nei luoghi di lavoro.
Tali politiche sono necessarie per contrastare l’anemia demografica e garantire il futuro del nostro popolo e della nostra identità.
La riqualificazione dell’area, che riguarda lo storico e principale tratto del Lungomare, da Piazzale Boscovich alla rotonda del Grand Hotel, era stata rinviata al 2021, dopo la scadenza delle concessioni, rinnovate fino al 31/12/20.
A 20 giorni da tale scadenza, non è noto se verranno rinnovate le concessioni e sino a quando; neppure è stato indetto un Bando per le “manifestazioni di interesse”, come avvenuto per i restanti tratti di Lungomare.
Per tali ragioni, abbiamo proposto di indire urgentemente un regolare Bando o Concorso internazionale di idee, per la riqualificazione urbana e architettonica dell’area strategica di Marina Centro, compresa tra Piazzale Boscovich, Rotonda del Grand Hotel, Lungomare Tintori, Viale Cristoforo Colombo.
Inoltre, constatiamo che non sono ripartiti, i lavori di completamento del tratto di Lungomare Tintori, da Piazzale Fellini a Piazzale Kennedy (tratto 1) e del Lungomare Spadazzi a Miramare (tratto 8). Lavori che prevedono la realizzazione “a monte” della pista ciclabile e la pavimentazione. Il rischio concreto è l’incompatibilità delle realizzazioni con la prossima stagione balneare.
Riscontriamo, ancora, che non sono stati approvati i progetti esecutivi di realizzazione del tratto di Lungomare, da Piazzale Kennedy a Piazzale Tripoli (secondo tratto), e da Piazzale Tripoli a Piazzale Pascoli (terzo tratto), che prevedono l’eliminazione di 250 posti auto e di 200 posti motocicli, senza individuare soluzioni alternative.
Non abbiamo ricevuto alcuna risposta all’interrogazione consigliare di giovedì, sulle conclusioni delle negoziazioni con i soggetti privati, per la cessione dei diritti di superficie e le costruzioni previste nei suddetti tratti di lungomare (negozi, bar, ristoranti, e altri esercizi).
Allo stesso modo, l’Amministrazione è stata reticente sull’iter progettuale del parcheggio interrato di Piazzale Fellini (spesa prevista: 8 milioni di euro), la cui realizzazione era stata annunciata per il 2021.
In conclusione, il Parco del Mare, annunciato 5 anni fa, procede con forti ritardi, sono stati realizzati, parzialmente, solo 2 tratti su 9.
Quello che era stato annunciato essere il Lungomare più bello del Mondo, rimane la più importante opera incompiuta dell’Amministrazione Gnassi e non è possibile sapere come e quando potrà essere ultimata.
La pulizia delle strade nelle ore notturne rispetti il sonno dei cittadini.
5.12.2020
Molti cittadini di diverse zone della città (Centro Storico, Marina Centro, ecc.) protestano da anni, per le emissioni rumorose disturbanti durante le operazioni di pulizia delle strade, svolte da Hera nelle ore notturne con l’utilizzo di spazzatrici, che producono una rumorosità che supererebbe il limite dei 3 db previsto dalla Legge (DPCM 14.11.1997).
Questo rumore, oltre a superare i limiti della normale tollerabilità, avviene nelle ore riservate al sonno di migliaia di persone, residenti lungo le strade, nelle piazze, tale da ipotizzare il reato di disturbo alla quiete pubblica previsto dall’articolo 659 del Codice penale.
Peraltro, queste attività rumorose non sono contemplate dal “Regolamento per la tutela dall’inquinamento acustico”.
L’Amministrazione Comunale, dinnanzi alle emissioni sonore disturbanti, deve tutelare e assicurare la quiete pubblica e privata delle persone, quale presupposto per la qualità della vita nella nostra città.
Per queste ragioni, con l’interrogazione consigliare di giovedi, ho chiesto al Sindaco:
1) L’Amministrazione Comunale incarichi A.R.P.A. per accertare i decibel di rumorosità dei macchinari a benzina o diesel, utilizzate da Hera per la pulizia delle strade e piazze;
2) Hera, visti gli utili milionari d’esercizio, utilizzi macchinari più innovativi e silenziosi, come le spazzatrici elettriche aspiranti per l’abbattimento delle emissioni acustiche e inquinanti, come avviene da tempo a Milano;
3) Hera provveda ad organizzare un corretto servizio di pulizia delle strade, in orari diversi e più compatibili da quelli praticati nel cuore della notte, per rispettare il riposo dei cittadini.
4) Il Regolamento Comunale per la tutela dall’inquinamento acustico, preveda che la pulizia delle strade nelle ore notturne, dalla ore 24 alle ore 6, rispetti la quiete pubblica e il diritto al sono delle persone, come stabilito anche dalla Convenzione Europea.
Chiusura campo nomadi di Via Islanda: Il Sindaco e la Maggioranza votano contro regole uguali per tutti!
28/11/2020
Nel Consiglio di Giovedì sera, Il Sindaco e la sua maggioranza hanno votato contro la Mozione del sottoscritto che chiedeva:
• la revoca della Delibera di Giunta che individuava le cinque micro aree per l’insediamento di 6 nuclei famigliari di nomadi Sinti; • il rispetto del Regolamento vigente e della graduatoria in essere per l’accesso all’edilizia popolare (ERP) da parte dei nuclei nomadi; • la regolamentazione per l’assegnazione degli alloggi di “emergenza abitativa” ai nomadi.
L’Amministrazione Comunale è stata costretta a fare marcia indietro sulla realizzazione delle cinque micro aree per nomadi dinnanzi alle proteste dei cittadini, preoccupati per la sicurezza e il degrado vicino alle loro case.
Ma l’Ordine del Giorno della maggioranza di inserire i nuclei famigliari Sinti e rumeni, oggi occupanti il campo di Via Islanda, in alloggi convenzionali reperiti da ACER sul libero mercato, non può essere un percorso privilegiato.
Ho chiesto, invece, all’Amministrazione un percorso responsabile e regolamentato che potrà essere praticabile solo se i nomadi accetteranno e rispetteranno tali regole uguali per tutti e nel rispetto della convivenza.
Questo, chiedevo con l’emendamento proposto all’ODG della maggioranza, per rispetto del principio di uguaglianza verso tutte le famiglie riminesi che vivono in situazioni di disagio e povertà.
Ho proposto che il Comune, prima di Deliberare l’assegnazione degli alloggi, preveda, che i responsabili dei nuclei nomadi sottoscrivano precise condizioni di locazione.
L’ assegnazione a ciascun nucleo nomade degli alloggi convenzionali, non può essere indefinito come scrive la maggioranza nell’Odg: “per un congruo periodo di tempo”; ma come per gli alloggi di emergenza abitativa, deve essere per un periodo definito e limitato, non superiore a due anni.
Se il ricorso agli alloggi dell’emergenza abitativa per le famiglie riminesi in difficoltà è momentaneo e straordinario, altrettanto deve essere per i nuclei nomadi; per evitare discriminazione verso le famiglie riminesi!
Ho proposto che gli alloggi concessi ai nuclei nomadi, comportino a loro carico il pagamento delle utenze (acqua, luce, gas) e di una percentuale minima (20%) del canone di locazione, coerentemente con i canoni sostenuti nell’edilizia popolare dai residenti riminesi.
Ho chiesto al Comune di vigilare sul regolare utilizzo degli alloggi da parte dei nomadi, nel rispetto della convivenza, dei Regolamenti condominiali, delle Leggi, pena la revoca degli appartamenti ai beneficiari.
L’Amministrazione Comunale deve garantire e salvaguardare la vivibilità dei riminesi negli immobili e nelle zone dove verranno alloggiati i nuclei nomadi; ribadiamo che le regole devono essere uguali e rispettate da tutti.
Le soluzioni abitative in alloggi convenzionali, finalizzate alla chiusura del Campo abusivo e degradato di Via Islanda, non deve essere un trattamento preferenziale per pochi e discriminatorio verso le 1.800 famiglie riminesi in graduatoria per un alloggio di edilizia popolare (Erp) e per le 410 famiglie in graduatoria per un alloggio a “canone calmierato”.
Il mancato rispetto di regole, il permissivismo, l’assistenzialismo, hanno consentito l’occupazione abusiva e il degrado del parcheggio di Via Islanda, l’Amministrazione impari dai propri errori e non scarichi problemi e costi sui cittadini riminesi!
Basta con gli annunci: i parcheggi “Scarpetti” e “Area Fox” quando saranno realizzati? Sono urgenti per la sopravvivenza dei negozi e del Centro Storico!
21.11.2020
Con i lavori di riqualificazione attorno a Castelsismondo e in Piazza Malatesta, sono diminuiti 450 posti auto (-280 Piazza Malatesta, -80 Rocca, -90 Campone).
La Convenzione stipulata il 26/05/2011 tra il Comune di Rimini e la Società Parking Gest Srl, prevedeva la realizzazione, con la procedura del Project Financing su aree di proprietà comunale, di un parcheggio nell’area di Via Italo Flori e di un parcheggio multipiano nell’area Scarpetti.
Il Parcheggio “Italo Flori” è stato inaugurato nel febbraio 2014 con 254 posti a rotazione (+72 rispetto ai precedenti 173).
Mentre, il parcheggio multipiano “Scarpetti” (comprendente piano terra e primo piano), con 433 posti auto (+146 rispetto ai 287 esistenti), dopo ormai 10 anni dall’approvazione, non è ancora stato realizzato.
Neppure con la nostra interrogazione consigliare al Sindaco di giovedì, abbiamo ricevuto risposta in merito a quali siano le ragioni che hanno impedito la sua realizzazione, quando inizieranno i lavori e quando il nuovo Parcheggio Scarpetti sarà finalmente disponibile, al di là dei ripetuti annunci dell’Amministrazione Comunale.
Così come, non è stata fatta luce sull’iter amministrativo del progetto di riqualificazione dell’area “Fox”, tra la Circonvallazione Meridionale e Via Bramante. Il progetto, approvato nel 2018, prevede la realizzazione di un parcheggio pluripiano (piano interrato e due piani superiori) di uso pubblico con circa 300 posti auto, a ridosso del Centro Storico, rispetto agli attuali 54 posti auto su area comunale.
Anche per il Parcheggio dell’area “Fox”, siamo rimasti senza risposte, riguardo a quando potranno iniziare i lavori e quando sarà a disposizione per consentire un altro importante ingresso al centro Storico.
Proprio per la necessità di garantire adeguata accessibilità al Centro Storico e consentire la sopravvivenza delle attività economiche, abbiamo ri-chiesto all’Amministrazione Comunale l’aggiornamento del Piano della Sosta, essendo trascorsi 11 anni dall’ultima approvazione del 2009!
I provvedimenti sui parcheggi sono divenuti tanto più urgenti dinnanzi alle difficoltà contingenti, conseguenti la pandemia Covid19, la concorrenza e-commerce e dei centri commerciali.
Basta con gli annunci: chiediamo all’Amministrazione Comunale risposte concrete, il rischio è la desertificazione commerciale, l’impoverimento dei servizi, la perdita d’identità della nostra città, scongiuriamo il rischio di un Centro Storico fantasma!
Spostata l’installazione dell’antennone da Via Baroni. Una bella battaglia!
14.11.2020
La Giunta Comunale ha spostato l’installazione dell’antenna di telefonia mobile, precedentemente prevista in Via Baroni a Viserba, in una zona lontana dagli insediamenti abitati.
Ricordiamo che tale antenna, alta 30 metri, era stata precedentemente autorizzata nel mezzo di un centro residenziale con 100 palazzine e 500 abitanti, a una decina di metri dalle finestre e dai balconi di un condominio, vicino ad un Asilo e a un Centro Anziani.
Ci sono volute, la mobilitazione in strada degli abitanti di Via Baroni che hanno “impedito” il montaggio dell’antennone, la protesta in Piazza Cavour, sotto le finestre del Sindaco, le ragioni documentate dal Comitato di Viserba,le nostre ripetute interrogazioni in Consiglio Comunale, per “convincere” l’Amministrazione Comunale e il Gestore della Telefonia Mobile a “fare marcia indietro”.
E’ stata una bella battaglia popolare, a cui ho partecipato con determinazione e responsabilità, nelle proteste in piazza e con gli interventi in Consiglio Comunale, in difesa dell’interesse generale dei cittadini.
L’Amministrazione Comunale, dopo aver assecondato con superficialità le logiche burocratiche, ha dovuto recepire la salvaguardia della salute pubblica e dell’impatto visivo-ambientale.
La mia proposta di un BONUS SPESA con DETRAZIONE FISCALE di 500 euro per la sopravvivenza dei negozi.
14.11.2020
La pandemia Covid 129 aggrava le difficoltà del commercio al dettaglio, evidenziate dalla continua chiusura dei negozi.
Oltre al lockdown imposto a Marzo e Aprile e agli effetti della pandemia sui consumatori, i negozi devono sostenere gli affitti, le tasse, l’Iva, la Tari, le spese per il personale, la concorrenza del commercio elettronico, e dei Centri Commerciali.
Le conseguenze della chiusura dei negozi sono la desertificazione, l’impoverimento commerciale e la perdita di identità della nostra città.
Il Comune deve sostenere i nostri negozi, soprattutto in questo periodo di pandemia, che produce l’azzeramento degli incassi e il rischio di chiusura definitiva delle attività.
Occorrono provvedimenti legislativi urgenti, mirati ad aumentare le vendite, per difendere il reddito e i posti di lavoro.
E’ possibile incentivare gli acquisti nei negozi con la detrazione fiscale, per renderli più convenienti rispetto agli acquisti on line, ( es. su Amazon) o nei Centri Commerciali della RSM.
Per questo, ho chiesto, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, che il Sindaco, proponga urgentemente, tramite l’ANCI, al Governo, l’Istituzione di BONUS SPESA Natale 2020 e Gennaio 2021, con il beneficio della DETRAZIONE FISCALE di 500 euro per ciascuno esercizio, al fine di incentivare gli acquisti nei negozi di vicinato in Italia.
Le spese per acquisti nei negozi, sostenute nei mesi di Dicembre 2020 e Gennaio 2021, documentate con scontrini/fatture, potranno essere detratte dal contribuente, con reddito ISEE fino a 40.000 euro, nella Dichiarazione dei redditi, al fine di diminuire l’imposta IRPEF dovuta.
E’ una operazione virtuosa da tutti i punti di vista: incentiva il potere di acquisto dei consumatori, agevola l’incremento delle vendite nei negozi al dettaglio, con un rapporto fiscale trasparente.
Le responsabilità nell’emergenza sanitaria e l’incapacità di decongestionare i nostri Ospedali.
9.11.2020
Dinnanzi alla seconda ondata dei contagi Covid 19, gli Ospedali della Provincia di Rimini, sono di nuovo congestionati e a rischio di saturazione con l’aumento continuo dei pazienti ricoverati e in terapia intensiva .
L’Ausl ha sprecato mesi preziosi, dall’esperienza vissuta a Marzo e Aprile, senza prepararsi al ritorno della pandemia.
Ha aspettato la seconda ondata COVID, per approvare e compiere i lavori di riorganizzazione dei “percorsi protetti” nei Pronto Soccorso di Rimini, Riccione, Novafeltria, e creare nuovi posti e impianti di terapia sub-intensiva.
Nel corso della nuova emergenza l’AUSL ha riconvertito i “reparti” dell’Ospedale di Infermi di Rimini (Medicina 1 e la Chirurgia del Padiglione Flaminio) e dell’Ospedale Ceccarini di Riccione in aree Covid, spostando il personale senza una specifica formazione, a scapito delle cure e visite specialistiche di altri ammalati che sono la maggioranza
Continuano le lunghe “file” di auto al “drive” dell’Ospedale, per l’esecuzione dei “tamponi” e ritardano i “risultati” per la concentrazione delle analisi nel Laboratorio Unico di Pievesistina a Cesena.
Per evitare il collasso degli Ospedali, non è stata potenziata l’assistenza domiciliare, che è rimasta quella dei mesi scorsi, nonostante la propaganda del Presidente della Regione, Bonaccini, che aveva sbandierato l’obiettivo del 10% !
Eppure, molti ricoveri in Ospedale potrebbero essere evitati con l’utilizzo delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), varate con il Decreto Cura Italia, già il 17 marzo scorso.
Le USCA, attivate dai medici di medicina generale, intervengono rapidamente sui sospetti o contagiati dal Covid 19, per eseguire il tampone, l’ecografia polmonare, misurare l’ossigenazione, consegnare i farmaci, controllare l’andamento della cura.
La tempestività dell’intervento consente di accertare il contagio del virus, e di somministrare precocemente la cura al paziente, consentendogli di frenare l’infiammazione polmonare e di beneficiare a casa di una maggiore tranquillità psicologica.
Con riferimento alla nostra interrogazione di giovedi scorso, le USCA operanti nel territorio della Provincia di Rimini sono solo 9, costituite da 1 medico, supportato nella preparazione da un infermiere e da un operatore socio sanitario.
Il numero per essere considerato “sufficiente”, dovrebbe essere “modulato” in base alle richieste di intervento dei medici di medicina generale.
Purtroppo, risulterebbero solo una ventina le visite giornaliere effettuate attualmente dalle Usca. .
L’impiego delle Usca e la cura del virus a casa, secondo le esperienze in altre città, è compatibile nel 95% dei casi, in particolare per gli anziani.
Le Usca sono centrali nella cura Covid e non richiedono una tecnologia costosa, come il ricorso alle terapie intensive.
I malati di Covid si possono curare a casa, l’ospedale rimane l’estrema “ratio”.
Con adeguata programmazione e organizzazione, a seguito dell’esperienza vissuta a primavera, poteva essere evitato l’attuale congestionamento degli Ospedali, che pone in serie difficoltà la diagnostica e la cura di altre patologie.