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Basta con la paralisi della viabilità! Basta con le sperimentazioni sulla pelle dei cittadini!

La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Aumentare le paghe degli autisti di Start con i milioni incassati nella lotta all’evasione dei biglietti.
   

 28/11/2024

Continuano i disservizi di Start Romagna, con corse degli autobus del trasporto pubblico saltate (fino ad un centinaio al giorno), e aumentano le proteste degli utenti, in particolare degli studenti e lavoratori, per l’arrivo in ritardo a scuola e nei posti di lavoro.  

Le cause, come noto, sono l’insufficienza degli autisti, con l’organico nel bacino di Rimini di 260 autisti, sottodimensionato di una ventina di unità per le difficoltà di nuove assunzioni, considerato lo stipendio mensile netto di 1.250 euro, poco attraente.   

Sono oltre 5.000 le corse di autobus cancellate in un anno, per la carente copertura degli autisti (ricordiamo che ogni turno giornaliero di un autista copre circa 7 corse).

Un’altra pesante criticità, sotto gli occhi di tutti, è la diffusa evasione dei biglietti di viaggio, con milioni di euro non incassati da Start Romagna, (nel 2023, in Romagna, le 45.000 multe effettuate hanno consentito un incasso di 2 milioni di euro).

Ritengo che una concreta e drastica lotta all’evasione del biglietto, oggi fuori controllo, consentirebbe alla società di incassare i milioni di euro necessari per aumentare le paghe e il numero degli autisti.
E’ necessario, però, che l’evasione dei titoli di viaggio, invece di essere” silenziata” da Start, sia contrasta con efficacia ed eliminata.

Nella suddetta azione di contrasto all’evasione, la Convenzione stipulata da Start ed Holacheck, purtroppo, è inadeguata, in quanto:

a)    Sono inesistenti i controlli sugli autobus prima delle ore 7 e dopo le 19,30, mentre il servizio degli autobus inizia alle ore 5 e termina ben oltre la mezzanotte, quindi attualmente gli autobus viaggiano senza controlli del biglietto per molte ore;

b)    Sono insufficienti 10 controllori anti-evasione in tutta la Romagna (due squadre di tre controllori ciascuna nella Provincia di Rimini, una squadra di due controllori nella Provincia di Forli-Cesena, una squadra di due controllori nella Provincia di Ravenna). Ricordando che l’azione di una squadra può controllare al massimo 30 corse al giorno. Nel bacino di Rimini dinnanzi a 1.800 corse giornaliere effettuate, vengono controllate al massimo 60 corse, in tutta la Romagna su 5.300 corse giornaliere, sono controllate al massimo 60 corse.  

E’ urgente una svolta nell’azione di Start Romagna contro l’evasione del biglietto nei propri autobus, che deve essere eliminata, come avviene sugli autobus dei vettori privati, che svolgono un servizio pubblico.  

Con l’interrogazione consigliare di questa sera chiederò, quante sono, in base alla Convenzione, le verifiche previste ogni anno e quelle effettivamente eseguite dalla Holacheck, e se non sia più funzionale il potenziamentoe la formazione di proprie squadre di Start Romagna contro l’evasione dei titoli di viaggio.

Tra le misure di contrasto, propongo l’installazione dei “tornelli” sugli autobus per regolamentare, con il possesso del biglietto, la salita sugli autobus, come è stato fatto nei paesi anglosassoni.

Invito l’Assessore competente ad un’osservazione in presenza sugli autobus di Start Romagna, per verificare personalmente la dimensione preoccupante dell’evasione dei titoli di viaggio e la necessità di dover intervenire per contrastare l’evasione.

I milioni di euro recuperati nel contrasto all’evasione tariffaria, possono essere utilizzati per aumentare gli stipendi degli autisti, consentire nuove assunzioni, ed eliminare le corse cancellate.   
                                                                                        

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Il nuovo Stadio polifunzionale pregiudica viabilità e vivibilità! La nostra proposta alternativa.
   

 23/11/2024

NO alla proposta di demolizione e ricostruzione dello Stadio Romeo Neri. L’intervento, oggetto di una proposta di partenariato pubblico-privato, prevede: uno stadio da 12.200 posti, con la demolizione delle attuali tribune per realizzarle vicino al campo da gioco, l’eliminazione della pista di atletica, un centro per la medicina sportiva, spazi per il tempo libero, direzionali, commerciali, bar e ristoranti.

La realizzazione del nuovo Stadio polifunzionale per il calcio, i concerti, e altre destinazioni d’uso a direzionale, commerciale, pubblici esercizi e servizi, tempo libero, per un totale di circa 13.760 mq, avrà un impatto consistente sulla vivibilità, congestionando ulteriormente il traffico veicolare, i parcheggi, e condizionando irreversibilmente l’accessibilità al quartiere delimitato tra le strade di attraversamento della città, via Ugo Bassi, Via Flaminia, viale Tripoli.ù

Da considerare, inoltre, che in tale contesto è già previsto che verranno realizzati: il nuovo supermercato di 1.500 mq nell’area dell’ex questura, l’insediamento residenziale di 8.000 mq con oltre 100 appartamenti, i 36 appartamenti dell’edilizia popolare e sociale, la “cittadella della sicurezza”.;

Non dimentichiamo:
-le esigenze dell’adiacente Palasport Flaminio, che rende già complicata l’accessibilità, e la gestione in sicurezza, in occasione di eventi concomitanti allo stadio;
-che l’impianto è limitrofo a Centro città e al Palacongressi (1 solo km di distanza).

In ottica futuribile, nell’interesse di una città che cresce per numero di abitanti e ha vocazione turistica, ritengo importante che il nuovo stadio possa essere facilmente accessibile, funzionale e non comprometta ulteriormente la viabilità e la vivibilità della città.

Sottolineo inoltre che l’impianto verrebbe dato in concessione per 90 anni alla società che compie l’investimento. Passando dalla gestione pubblica, a quella privata, verrebbe a meno la possibilità di salvaguardare l’interesse pubblico di studenti, sportivi e atleti che oggi utilizzano quotidianamente tale struttura, con conseguenti criticità, considerata la carenza di impiantistica sportiva nelle zone limitrofe al Centro città.

In considerazione di quanto sopra esposto, ritengo opportuno proporre di realizzare il nuovo stadio nel sito di Via Melucci, a Bellariva, più agevolmente accessibile per i collegamenti stradali, il trasporto pubblico, vicino agli alberghi della zona turistica di Rimini e con la possibilità di realizzare parcheggi adeguati.

Tale alternativa progettuale fattibile, sostenibile e compatibile con la salvaguardia dell’interesse pubblico, consentirebbe di valorizzare e qualificare un’altra zona della città.

Al contempo consentirebbe il mantenimento, il restauro conservativo e funzionale dello Stadio Romeo Neri, come lo Stadio dell’Atletica e degli sport minori, vicino al Centro Storico, al Polo scolastico della Colonnella, e non comprometterebbe la viabilità e la vivibilità del quartiere e della città.

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La “cancel culture” dell’Amministrazione Comunale contro la ricollocazione della statua di Giulio Cesare dov’era e com’era.
   

 31/10/2024

Con la chiusura il 17 Settembre 2019 della Caserma Giulio Cesare è avvenuta la riconsegna ufficiale della statua bronzea di Giulio Cesare, il 14 Maggio 2021, dalle Autorità Militari al Comune di Rimini.

La statua di Giulio Cesare, copia dell’originale conservata a Roma in Campidoglio, realizzata nel 1933 dalla Fonderia Laganà, con un peso di 10 quintali, è stata poi trasportata l’11 luglio 2023, dall’ex Caserma di via Flaminia, a Parma, da una ditta specializzata, alla quale è stato affidato il restauro. 

Alla mia interrogazione consigliare, è stato risposto che il restauro richiederà tempi lunghi, non sappiamo quando tornerà a Rimini, quale sarà il suo destino, la sua collocazione, dopo tante peripezie, che sembrano non aver fine.

La statua ha la “colpa” di essere stata donata dal Capo del Governo, Benito Mussolini, alla città di Rimini e inaugurata il 10 Settembre 1933, sotto la Torre dell’Orologio, in Piazza Giulio Cesare, dove rimase fino al 20 Giugno 1945, quando fu rimossa e trasportata dai Vigili del Fuoco in un capannone di via Dario Campana e poi nascosta, sepolta nel greto del fiume Marecchia.

Nel 1953, fu ritrovata, “riesumata” e concessa, in modo “liberatorio”,   dal Sindaco Ceccaroni al Reggimento Artiglieria di Rimini, quindi  installata all’ingresso della Caserma.  

La statua era stata originariamente installata al centro di Piazza Giulio Cesare, proprio per rievocare l’eccezionale fatto storico qui avvenuto, nel 49 a.C. : nell’allora Foro Romano, Giulio Cesare, tenne il discorso ai legionari, dopo aver varcato il fiume Rubicone e pronunciò la celebre frase, nota in tutto il mondo: “alea iacta est-il dado è tratto” (motto sul Gonfalone di Rimini), per poi marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero Romano.  

Una pagina importante ed unica della Storia di Rimini che non è mai stata valorizzata dalle Amministrazioni Comunali nel dopoguerra.

Per questo chiediamo che la Statua di Giulio Cesare, dopo essere stata sepolta nel fango per 8 anni e rinchiusa nella Caserma per 70 anni, venga ricollocata nella piazza originaria, dov’era com’era, per potere essere vista dai cittadini e turisti.

E’ inconcepibile che la statua di Giulio Cesare, continui ad essere “perseguitata”, solo per motivazioni ideologiche, legittimando addirittura quella “cancel culture”, che persegue gli imbrattamenti e la rimozione delle statue storiche.

A seguito della richiesta di cittadini e associazioni, in controtendenza con le altre Amministrazioni, il Sindaco Chicchi, il 27/2/1996, deliberò di collocare in Piazza Tre Martiri, di fronte all’UniCredit, una copia della statua di Giulio Cesare concessa alla Caserma, realizzata grazie al Rotary Club di Rimini e alla Cassa Rurale di San Gaudenzo, che sostennero le spese della Fonderia.

L’Amministrazione Comunale, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, recepite nel 2018 dall’ex Assessore Massimo Pulini, non ha neppure provveduto al restauro del basamento di bronzo di questa statua che evidenzia da anni le lamiere “staccate“, rattoppate dai cittadini con lo “scotch” e al restauro del piedistallo marmoreo con le scritte incise illeggibili.

Nonostante le nostre proposte, l’Amministrazione non ha neppure ipotizzato una sistemazione della statua in una posizione diversa della piazza, compatibile con la sua opportuna valorizzazione, funzionale al richiamo turistico, rispetto all’attuale, con lo sfondo di un bancomat, assediata da biciclette parcheggiate.

Dopo 80 anni, continua la “via Crucis” della Statua di Giulio Cesare, a cui l’Amministrazione Comunale nega la ricollocazione nella  Piazza, dov’era e com’era. La Statua di Giulio Cesare, come la mancata “riscoperta” dell’Anfiteatro Romano, sono espressione della chiusura politica, discriminante e ideologica, adottata dalle Amministrazioni Comunali di Rimini, che non valorizzano le radici e la nostra storia millenaria…poi ci si domanda perché Rimini non è stata scelta quale capitale della cultura!?


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Chiudere, per ragioni di ordine pubblico, il Centro Accoglienza Straordinaria immigrati presso l’ex Hotel Grazia di Viserba
   

 03/10/2024

Come noto, il 23 Agosto 2024, è stata inviata al Prefetto di Rimini, al Questore e al Sindaco una petizione sottoscritta da 250 residenti e titolari di attività economiche, per denunciare il degrado e la convivenza impossibile con l’ex hotel Grazia di Via Pallotta a Viserba, nella fascia turistica, destinato da alcuni anni a Centro Accoglienza Straordinaria (CAS) di una cinquantina di rifugiati e migranti.

Il 7 settembre scorso è stato quindi presentato un esposto alla Procura della Repubblica, e in questi giorni, hanno fatto seguito ulteriori querele presentate da singoli cittadini, residenti esasperati, vittime di soprusi, minacce, atti osceni, insicurezza.

Le conseguenze di questa preoccupante situazione ricadono sulle attività turistiche per l’impossibilità di alberghi, bar, ristoranti, negozi, di poter svolgere tranquillamente la propria attività, con conseguente perdita di clienti, che si spostano altrove.

Per queste ragioni, in Consiglio Comunale, ho chiesto al Sindaco:

Se sono stati effettuati i controlli amministrativi nell’ex Hotel Grazia di Viserba, chiesti il 23 Agosto, riguardanti il rispetto delle norme igienico sanitarie, antincendio, la capacità edilizia e per accertare il regolare adempimento delle condizioni previste dal Bando della Prefettura per l’affidamento del CAS.

Prendo atto dei controlli eseguiti dalla Prefettura, che hanno prodotto sanzioni e la riduzione del 50% dei posti letto nel CAS Grazia.

Dinnanzi ai perpetuati disordini di ordine pubblico generati dai rifugiati ospitati nell’ex Hotel Grazia, rivelatesi violenti e minacciosi nei riguardi di residenti e turisti; ritengo necessario che il Sindaco,

chieda al Prefetto, per ragioni di ordine pubblico, la revoca dell’affidamento del CAS e al Questore la sua immediata chiusura.

Diversamente da quanto sostiene l’Assessore Magrini, non può essere in tal caso “legittimata” la “temporanea” trasformazione di alberghi o pensioni nella zona turistica, in Centri di Accoglienza Straordinaria. Ricordiamo infatti che l’art. 27 bis del RUE del Comune di Rimini, prevede per gli “usi temporanei” di recupero e valorizzazione di immobili, l’approvazione del Consiglio Comunale, sulla base del riconoscimento di un pubblico interesse o pubblica utilità, che in questi casi non esiste: in quanto tali insediamenti compromettono la riqualificazione degli alberghi vicini, l’ordine pubblico, il turismo e l’immagine della città!

Opportuno inoltre precisare che è il Sindaco di Rimini (e nessun altro Consigliere Comunale), l’interlocutore istituzionale, che può coinvolgere, tramite l’ANCI, altri comuni turistici e che deve chiedere al Ministero degli Interni, l’emissione di una Circolare diretta alle Prefetture con l’invito ad escludere nei Bandi Pubblici l’insediamento dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) nelle zone turistiche dei Comuni.

Purtroppo, invece il Sindaco e i suoi predecessori, per tanti anni, non si sono fatti sentire, neanche con i precedenti Governi, limitandosi a scaricare le loro responsabilità sulla Prefettura.

Il risultato sono i dieci Centri di Accoglienza Straordinaria esistenti da anni nella fascia turistica, da Miramare a Viserba, che non si sa se e quando saranno trasferiti in zone compatibili.

Ribadiamo quindi che il Sindaco si attivi, immediatamente, concretamente, per la chiusura di tali centri di accoglienza a partire dal CAS nell’ex hotel Grazia di Viserba.

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Centro Storico: è necessario e urgente riqualificare il Vicolo Cima e il Vicolo del Voltone, abbandonati e degradati.
   

 28/09/2024

A pochi metri dall’Arco di Augusto, attorno allo storico Palazzo Cima, il Vicolo Cima (da Corso d’Augusto a Via Santa Chiara), e il Vicolo del Voltone (da via Santa Chiara a Vicolo Cima), si trovano in una situazione di abbandono e degrado.

Il fondo stradale da decenni è pericolosamente dissestato, con un vecchio asfalto ricoperto di buche e rattoppi.

L’illuminazione pubblica sotto il Voltone è inesistente da anni, per il mancato funzionamento di una vecchia lampada, con l’ingresso alle abitazioni e l’attraversamento del portico in totale oscurità, che favorisce l’incontro e il bivacco di “irregolari”, i comportamenti incivili, con i muri delle case imbrattati o utilizzati per i bisogni corporali personali.

Le condizioni di pulizia e igiene pubblico sono preoccupanti, per la presenza di numerosi “ratti” e di colonie di piccioni, con voluminosi escrementi sui davanzali delle finestre e sulla strada, a ridosso dell’edificio abbandonato dell’ex cinema Metropol/Corso.

La suddetta zona, facente parte del Rione Montecavallo, deve, invece, consentire la vivibilità urbana dei residenti e il piacevole attraversamento dei turisti, provenienti dall’Arco di Augusto o dalla città, per visitare la bella Chiesa di Santa Chiara, eretta nel XIV secolo dalle monache Clarisse, che custodisce l’immagine miracolosa della Madonna della Misericordia.

Per queste ragioni, ho depositato mercoledì l’interrogazione consigliare al Sindaco, per chiedere:

1)Il rifacimento necessario ed urgente della pavimentazione del Vicolo Cima e Vicolo del Voltone;

2)L’installazione di una nuova illuminazione pubblica nel porticato di Vicolo del Voltone e di una telecamera per la sicurezza dei residenti, dei passanti e la legalità;

3)La bonifica igienico-sanitaria, con un piano di “deratizzazione”, l’eliminazione delle colonie di piccioni, e la pulizia quotidiana delle due strade;

4)Il riordino della segnaletica orizzontale e verticale per consentire il transito in sicurezza dei pedoni e degli autoveicoli in Vicolo del Voltone, evitando le inversioni e deviazioni provvisorie nei giorni di mercoledì e sabato, a causa dalla presenza del mercato ambulante su Corso d’Augusto;

5)Il trasferimento in Largo Giulio Cesare delle bancarelle del Mercato ambulante, attualmente insediate nel tratto di Corso d’Augusto, adiacente l’Arco, per agevolare la viabilità, il transito dei pedoni, ciclisti e degli autoveicoli in uscita dal Centro città, senza apportare inversioni e modifiche nei giorni di mercato;

6)La conclusione del cantiere dell’isola ecologica, in via Castracani (a fianco alle Poste), i cui lavori sono ultimati da mesi, per renderla finalmente fruibile, installando rastrelliere per biciclette, al posto dei cassonetti;

7)Liberare la facciata dello storico Palazzo Cima-Belmonte, poi Castracane-Anguissola, in Corso d’Augusto, dalle biciclette “incatenate” alla ringhiera antistante, per ammirare il Palazzo e il bel portale seicentesco.

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STOP al degrado ambientale: chiediamo urgentemente la chiusura del Distributore Automatico di Corso Giovanni XXIII nel Borgo Marina.
   

 23/09/2024

Sono costretto nuovamente a richiamare l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sui problemi di ordine pubblico e degrado attorno al Distributore Automatico di caffè e bevande in Corso Giovanni XXIII, n.126, nel Borgo Marina, aperto h24, luogo di riferimento per spacciatori di droga, immigrati che bivaccano, sbandati, senza rispetto delle regole della convivenza.

Sabato notte, contro la mia abitazione è stata lanciata anche una grossa bottiglia di birra, che, con fragore, si è frantumata sotto le finestre.

L’ennesimo gesto irresponsabile, che va oltre la routine quotidiana incivile dei rifiuti gettati sul marciapiede (bicchieri, cucchiaini lattine, bottiglie). Evidenziamo anche che nell’adiacente angolo tra Corso Giovanni XXIII e Via Ravegnani, le soglie dei negozi sfitti, sono ricoperte di rifiuti, con esalazioni nauseanti per effetto dei bisogni corporali espletati, e utilizzate quale dormitorio a cielo aperto per i disagiati di ogni genere.

Sporcizia, fetore (di cannabis e urina), spaccio della droga: l’incontrollato degrado ambientale è incompatibile con la vivibilità dei residenti, le attività e il transito dei passanti che dal mare percorrono la via per recarsi in centro e viceversa.

Nel luglio scorso, i residenti hanno segnalato anche per iscritto all’URP (Ufficio relazioni pubbliche) del Comune, il degrado difronte al Distributore Automatico; mentre il sottoscritto dal 2020 ad oggi, ha continuato a chiedere, con 4 interrogazioni consigliari al Sindaco, la chiusura del problematico distributore automatico nel Borgo Marina.

Un provvedimento di chiusura, già adottato dal Sindaco di Ravenna con Ordinanza del 04/02/2019, confermata dal TAR, che ha consentito la chiusura di un analogo distributore automatico nella zona della Stazione di Ravenna, per contrastare il degrado e favorire la riqualificazione dell’area.

I residenti del Borgo Marina, chiedono all’Amministrazione Comunale e al Prefetto urgenti interventi risolutivi, non si rassegnano a vivere nel Degrado ambientale e nell’insicurezza sociale.

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Una “barriera” di cabine elettriche per la ricarica degli autobus, in area inedificabile, all’ingresso dell’Anfiteatro Romano.
   
 20/08/2024
In Via Roma, dinnanzi all’ingresso dell’Anfiteatro Romano, è stata in queste settimane realizzata una “barriera” di cabine elettriche, alta circa 3 metri, lunga 20 metri, larga 4 metri, quale stazione di ricarica degli autobus elettrici del trasporto pubblico.
 
Tale manufatto ostruisce la visibilità dell’Anfiteatro Romano, del tutto incurante delle tutele che insistono sull’area archeologica. Prendiamo atto che l’Amministrazione non ha considerato quanto avevamo già precedentemente evidenziato in merito all’incompatibilità di tale impianto.

 Fra l’altro, non è stato neanche tenuto presente che un’altra Stazione di ricarica elettrica degli autobus, approvata,  verrà insediata nel vicino Piazzale Cesare Battisti della Stazione. 
 
Dopo 50 giorni dall’interrogazione consigliare del sottoscritto (senza rispetto dei 10 giorni previsti dal Regolamento del Consiglio Comunale), l’Amministrazione Comunale, non ha neppure ancora risposto alla nostra richiesta di conoscere i verbali della Conferenza dei Servizi, con i pareri degli Enti coinvolti, che avrebbero autorizzato i lavori di Start Romagna: in particolare il parere della Soprintendenza.

Evidenziamo che si tratta di un’opera edilizia, con la costruzione di una platea di cemento armato, interrata di almeno 50 cm, nell’area archeologica inedificabile dell’Anfiteatro Romano (inedificabilità prevista da Piano Regolatore).

Colgo occasione di ricordare che nel 2001, nell’area dove oggi sono state realizzate le cabine elettriche, grazie alle interrogazioni e mozioni del sottoscritto, recepite dall’Amministrazione del Sindaco Ravaioli, era avvenuta la demolizione dell’Autolavaggio e della Stazione carburanti Esso, e l’acquisto dal Comune dei due terreni interessati, con la spesa di 280 milioni di lire: proprio funzionale a liberare l’ingresso e la vista dell’Anfiteatro Romano.

Contravvenendo a quanto era stato sbandierato in occasione della candidatura di Rimini a Capitale della cultura, questa Amministrazione Comunale non solo non persegue la valorizzazione del nostro Anfiteatro Romano, ma addirittura ne peggiora la visibilità e le condizioni.

Ricordiamo anche che non sono stati ancora effettuati i “sondaggi”, promessi dal Sindaco Sadegholvaad nel Consiglio Comunale del  23 febbraio 2023, al fine di verificare l’esistenza dei resti archeologici, utili per procedere alla riscoperta dell’intero Anfiteatro Romano.   

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BORGO MARINA: sollecitare la riapertura della Chiesa di San Nicolò, chiusa da 5 anni.
   

 03/08/2024

La Chiesa di San Nicolò è chiusa da 5 anni: dopo la caduta di un pezzo di travertino del cornicione, avvenuta nel 2019, non si conoscono le decisioni dei responsabili della Diocesi, per la riapertura o il recupero dell’importante Chiesa storica situata nel Borgo Marina.

La Chiesa originaria di San Nicolò, risalente intorno all’anno mille, cambiò nome nel 1177 per il fortunoso arrivo della Sacra reliquia di San Nicola; dal 1338 al 1797 si insediarono i Padri Celestini e a seguito venne istituita la Parrocchia di San Nicolò.

La  Chiesa di San Nicolò venne distrutta dai bombardamenti aerei dell’ultima guerra mondiale, da cui si salvarono solo il Campanile e la Cappella Maggiore (dell’antica Chiesa dei Celestini) ed è stata ricostruita nel 1955.

La testimonianza dell’antico culto cristiano, sono i meravigliosi affreschi trecenteschi con i quali i Celestini abbellirono l’abside della Chiesa, raffiguranti: “La Creazione di Adamo ed Eva, “Il Peccato Originale e la Cacciata dall’Eden”, “La Separazione della Luce dalle Tenebre”.

La Chiesa conserva, in una teca argentea, donata dalla Municipalità di Rimini, nel 1632, la Sacra Reliquia dell’Omero di San Nicola, proclamato Compatrono della città, venerato dalla gente di mare e da tanti ortodossi in pellegrinaggio.

Dopo 5 anni di chiusura della Chiesa di San Nicolò, con l’interrogazione consigliare al Sindaco, ho chiesto:

  • quali sono gli interventi decisi per la riapertura, il recupero o la ricostruzione della Chiesa settecentesca di San Nicolò, che sta a cuore ai Riminesi e in particolare, ai residenti e fedeli del Borgo Marina
  • di restaurare gli affreschi trecenteschi (attribuiti alla scuola di Pietro da Rimini),che decorano la Cappella Maggiore dell'antica Chiesa dei Celestini,oggi parte della canonica,a rischio per le infiltraZzioni dell'acqua piovana;
  • nel rispetto di storia e cultura, sia rimosso e collocato altrove, l’enorme cartello pubblicitario della Casa Italia-Cina, appeso al muro dell’abside, ricordato che proprio nell’abside sono presenti gli affreschi trecenteschi;
  • il complesso ecclesiale di San Nicolò, non sia ridotto a mero “spartitraffico” nel Borgo Marina;
  • sia sollecitata alla Diocesi, la riapertura della Chiesa di San Nicolò, testimonianza della presenza millenaria della fede e dell’identità cristiana nel Borgo Marina.

 

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Il Sindaco effettui i “sondaggi” nell’Anfiteatro Romano, come ha promesso!
   

 09/08/24

E’ stato approvato, ieri sera, dal Consiglio Comunale, il Documento Unico di Programmazione (D.U.P.) 2025-2027 che definisce la pianificazione strategica ed operativa dell’Amministrazione Comunale.

Sono stati respinti, senza motivazioni, dall’Amministrazione Comunale e dai consiglieri di maggioranza i 5 emendamenti del sottoscritto, riguardanti:

1) “Effettuare sondaggi per il recupero dell’Anfiteatro Romano”;

2) “Ricostruzione filologica del Palazzo Lettimi”;

3) “Creare il Museo del Turismo riminese nella Palazzina Roma”;

4) “Realizzare un tunnel pedonale sotto il fondale del Porto Canale, per collegare Piazzale Boscovich alla Darsena e a San Giuliano Mare”;

5) “Realizzare parcheggi per autoveicoli nei pressi dei caselli autostradali di Rimini Nord e Sud”.

Sottolineo il silenzio del Sindaco Jamil Sadegholvaad, che non ha motivato minimamente il suo voto contrario, in particolare sul primo emendamento.

Ricordo, infatti, che lo stesso Sindaco, nella seduta del Consiglio Comunale tematico del 23/02/2023, dedicato alla “Salvaguardia e tutela dell’Anfiteatro Romano”, aveva annunciato “sono disponibile assieme alla Soprintendenza a fare i sondaggi per verificare cosa c’è sotto il Ceis”.

Sono trascorsi 18 mesi, ma il Sindaco non ha mantenuto la promessa di effettuare i “sondaggi”, al fine di verificare l’esistenza dei resti archeologici dell’Anfiteatro Romano sottostanti il Ceis.

L’Anfiteatro Romano risalente al II Secolo d.C., capace di ospitare sui propri spalti 10.000-12.000 spettatori, è stato scoperto grazie ai sondaggi del 1843-1844 dello storico riminese Luigi Tonini.

E’ stato portato parzialmente alla luce con la campagna di scavi svolta dal 1926 al 1939 del Soprintendente alle Antichità Salvatore Aurigemma.

Tutti gli strumenti urbanistici PRG, PSC, RUE e il Piano Strategico hanno sempre previsto la valorizzazione e il recupero dell’Anfiteatro romano, con la delocalizzazione del Ceis e la demolizione delle costruzioni sovrastanti, incompatibili con il vincolo monumentale del 1914.

L’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto già individuare un’area adeguata per consentire il trasferimento del Ceis, recependo i solleciti ripetuti per anni dalle Soprintendenze archeologiche di Bologna e Ravenna.

Dopo 80 anni, di preclusione ideologica da parte delle precedenti Amministrazioni Comunali, è necessario riprendere gli scavi, scoprire i resti archeologici dell’Anfiteatro Romano, al fine di consentire la valorizzazione di questo Bene culturale d’importanza storica mondiale della nostra città.    

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Allagamenti di sabato 03/08/24: chiediamo interventi, tutele e rimborsi per i cittadini.
   

 07/08/2024

Sabato 03/08/24 si è abbattuto, sul Comune di Rimini, per poco più di un’ora, un temporale, con 74mm di pioggia, che ha prodotto numerosi allagamenti, concentrati soprattutto nel Centro Storico e a Marina Centro.

A fronte di danni evidenti e documentati, ho personalmente interrogato il Sindaco, chiedendo:

•    informazioni e responsabilità sulla tardiva apertura delle “paratie” dei 9 scarichi a mare;
•    dettagli sul funzionamento del PSBO (costato 200mln di euro), tra cui l’impianto di Piazzale Kennedy (costato 50mln di euro) e l’impianto Santa Chiara (costato 620.000 euro): investimenti che avrebbero dovuto impedire gli allagamenti;
•    rimborsi per i cittadini e gli operatori economici, a fronte dei danni subiti e documentati.

Nonostante l’importanza dell’argomento il Sindaco non è intervenuto e l’Amministrazione Comunale, si è rivelata sorprendentemente reticente nelle risposte (nonostante i quesiti fossero stati depositati con anticipo di 24h rispetto al Consiglio Comunale).

A conferma di quanto avevo anticipato, è stato reso noto che l’apertura della paratia di Rimini Ausa e degli scarichi a mare, è avvenuta alle 13.47, con 45 minuti di ritardo rispetto all’inizio del temporale (ore 13.02).

Preso atto dei ritardi e dei rilevanti allagamenti registrati e videodocumentati, lascia interdetti la contraddittoria dichiarazione dell’Amministrazione Comunale: “il funzionamento dell’Impianto Ausa, ossia dell’impianto in Piazzale Kennedy è stato a regola d’arte”.

Anche riguardo al funzionamento dell’impianto realizzato nel 2020 in Via Santa Chiara, l’Amministrazione Comunale non ha fornito dettagli, limitandosi a dire che ha “sicuramente evitato un allagamento maggiore”: non dimostrato.

Dobbiamo inoltre smentire categoricamente l’affermazione dell’Amministrazione che ha dichiarato l’assenza di melma o residui relativi agli allagamenti; come visibile dai filmati, Corso d’Augusto era invaso da un fiume d’acqua nera e ancor oggi è possibile riscontrare i residui maleodoranti degli allagamenti, in negozi, bar, garage, ecc.

Completamente ignorata la mia richiesta di indennizzo per gli esercenti e i residenti che hanno subito, per responsabilità altrui, danni documentati.

Occorre prender atto che l’Amministrazione Comunale si è giustificata, cercando di enfatizzare l’eccezionalità dei millimetri di pioggia caduti.

Siamo a dover evidenziare che invece tali eventi, sono sempre più frequenti, l’Amministrazione ha il dovere di prevenire, investire, tutelare e rimborsare i Riminesi da tali danni!

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