28.02.2020
L’Ordinanza della Regione Emilia Romagna emessa per proteggere i cittadini dal rischio del contagio del “coronavirus, ribadisce tra le misure igieniche: lavarsi spesso le mani, evitare il contatto ravvicinato tra le persone, coprirsi bocca e naso in caso di starnuti e colpi di tosse.
A seguito dei suddetti provvedimenti, normali ma enfatizzati, ho richiesto, ieri sera in Consiglio Comunale con una interrogazione al Sindaco, l’adozione da parte del Comune di Rimini del Regolamento di Igiene -Edilizia, di cui è mancante,( l’ultimo risale al 1973), per la salvaguardia dei requisiti igienico-sanitari nelle abitazioni.
Lo avevo già chiesto, in occasione dell’approvazione del Rue nel 2016 e della sua “variante” adottata nell’ottobre scorso, visto che l’ultimo articolo 127, Norme integrative di carattere igienico-sanitario, rimanda ad un vigente Regolamento igienico sanitario che non c’è ancora.
Le uniche prescrizioni normative per le abitazioni sono quelle riconducibili al Decreto Ministeriale del 5.7.1975, che prevedono : l’altezza minima interna di m.2,70, la superficie abitabile per ogni abitante non inferiore a mq.14 per i primi 4 abitanti e mq.10 per ciascuno dei successivi, le stanze da letto con una superficie minima di mq.9 per una persona e di mq.14 per due persone.
Norme, che sappiamo, non rispettate e non sufficienti a contrastare il sovraffollamento delle abitazioni, a salvaguardare la salute e la sicurezza, come avviene nel Borgo Marina o in altre zone della città.
Basta chiedere agli Agenti della Polizia Municipale, ai Carabinieri, alla ASL, in quali condizioni trovano le abitazioni ispezionate, tutto tranne che igieniche.
Sempre per ragioni di igiene pubblica, ho chiesto che venga fatto rispettare concretamente, il divieto, previsto dal Regolamento di Polizia Urbana, art.12, di espletare i bisogni fisiologici e sputare sul suolo pubblico.
Aspettiamo che il Comune, senza aspettare decenni, faccia la sua parte per garantire l’igiene nelle abitazioni e nella città.