28.03.2019
La maggioranza consigliare, martedi sera, ha approvato definitivamente con le variazioni del Bilancio di Previsione 2019-2021 l’aumento della Addizionale Comunale Irpef dallo 0,3% allo 0,8% ( +4.800.000 euro) e le tariffe della Tari (l'-0,30%).
L'aumento delle aliquote dell’addizionale Irpef, anche se l’A.C. ha cercato di giustificarlo politicamente a fronte del 1°stralcio lavori del Progetto di Rimini Nord, non è temporaneo ma strutturale a fronte della spesa corrente del Bilancio comunale .
Se fosse stato un provvedimento temporaneo, il Comune poteva ricorrere (come avevo proposto con i miei emendamenti), ad un fido temporaneo o ad un mutuo chirografario, in attesa del rimborso dei finanziamenti previsti a saldo lavori dal Bando delle Periferie, oppure “smobilizzando” le azioni “libere” o “ vendibili” di Hera di cui il Comune può oggi disporre pari ad un numero di 1.878.628 azioni ( su un totale di 20.385.208) per un controvalore di circa 4.600.00 euro.
In verità, il bilancio comunale è in affanno per la crescita della spesa corrente, nonostante l’aumento delle entrate tributarie e della imposta di soggiorno, l’introduzione del canone dei passi carrai, il recupero dell’evasione tributaria .
L’Amministrazione Comunale preferisce alle alternative proposte continuare con l’aumento della pressione fiscale, che colpisce i redditi medio-bassi di lavoratori dipendenti, pensionati, artigiani, commercianti, già alle prese con una perdurante crisi economica e sociale.
Riguardo la TARI per il 2019 , la spesa totale è di 41.102.638 a carico dei 75.000 contribuenti riminesi.
Un costo per il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti, gestito da Hera in regime di monopolio e di “prorogatio” da 8 anni, essendo la Convenzione scaduta il 14.3.2011, senza ancora effettuare la prevista gara europea per salvaguardare nell’affidamento le condizioni di trasparenza, efficienza, economicità, a vantaggio dei cittadini riminesi.
Dopo la maggiorazione del 2,90% nel 2018, quest’anno c’è una riduzione tariffaria minima dello 0,30%, con il recupero dell’evasione di 500.000 euro e nonostante il forte incremento della raccolta differenziata che ha raggiunto il 70% del rifiuto urbano (negli ultimi due anni dalle 65.000 tonn. del 2017 alle 78.000 tonn. previste nel 2019) .
Permane il problema del pesante insoluto TARI, previsto anche quest’anno di 7 milioni di euro ( oltre il 15%) , costituito da coloro che non pagano la tassa, principalmente gestori di attività stagionali che la scaricano sui contribuenti onesti.
Infatti, come risulta ufficialmente, nell’ambito delle insolvenze 2018 per un totale di 7.363.000 euro, figurano :
348 alberghi per 2.109.000 euro, 255 bar per 400.000 euro, 149 ristoranti per 600.000 euro , in totale 752 utenti per una evasione complessiva di 3.109.000 euro (oltre il 40%), a cui vanno aggiunte 11.400 utenze domestiche per 2 .400.000 euro
Per questo, avevo proposto un emendamento ( non accolto) per interrompere nel pieno della stagione estiva, le attività che evadono deliberatamente .
Anche, perché, non sappiamo se e quando il Governo e il Parlamento approveranno un provvedimento, l’auspicato DURT, che consentirebbe ai Comuni di impedire quelle attività economiche che non pagano la tassa, e praticano la concorrenza sleale.
Intanto, però, il Comune deve fare di tutto per ristabilire la legalità e il principio di equità verso i contribuenti.