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Le 155 manifestazioni di interesse: dal Parco del Mare al Parco del Cemento !
20/09/2017
A distanza di due anni dalla presentazione delle 155 manifestazioni di interesse per il Parco del Mare, dopo la loro classificazione il 21.3.2017 in “strategiche, adattabili, non pertinenti ”, i cittadini sono ancora all’oscuro di quello che sarà il futuro del Lungomare di Rimini.
Resta solamente il “rendering” di 20 metri da due anni in Piazza Cavour ad illudere le attese della città.
Dopo tanti mesi, sono riuscito finalmente ad “accedere agli atti” e prendere visione dei progetti e di tutte le manifestazioni di interesse.
Ritengo, perciò, opportuno informare pubblicamente e fare una buona volta trasparenza su quello che si nasconde dietro il nome Parco del Mare e al posto di quel “ rendering verde” tanto propagandato.
E’ da oltre un anno che denunciamo il progetto del Sindaco Gnassi di vendere letteralmente il suolo pubblico del lungomare ai privati.
Ora con la presa visione delle manifestazioni di interesse, posso confermare che avevamo ragione.
Lo dimostrano i numeri : 5.700 mq. di residenziale, 4.686 mq. di ristoranti e bar, 1.416 mq. di servizi agli alberghi, 1.000 mq. di negozi.
Questo solo nel 1° tratto dal Grand Hotel a Piazzale Kennedy, senza considerare l’eliminazione di 164 posti auto attualmente presenti sul lungomare.
E’ evidente il consumo di suolo pubblico e la vera e propria cementificazione del lungomare alla faccia del “ritornello” della rigenerazione urbana, della riqualificazione ambientale, del verde, del sea-welness, della resilienza, delle vocazione identitarie del Parco del Mare, che invece diventerà il Parco del Cemento.
Infatti, le manifestazioni di interesse accolte dalla Amministrazione Comunale come “strategiche” ed “adattabili” prevedono solamente nel tratto di lungomare Grand Hotel-Piazzale Kennedy, 12.800 mq. di nuova edificazione per un totale di 38.000 metri cubi di cemento senza dimenticare le dune artificiali di cemento armato alte 4 metri e ognuna con un fronte che va dai 65 m. ai 120 m..
Il risultato sarà un indice edificatorio pari allo 0,22 mq./mq superiore al limite dello 0,12 mq./mq imposto dal Comune, considerando le reali superfici interessate e non quelle calcolate per convenienza dall’Amministrazione.
Il Comune, in questo modo, incasserebbe dalla vendita dei diritti di superficie del lungomare ai privati quasi 16 milioni di euro da sommare ai circa 25 milioni di euro dei costi di costruzione sempre a carico dei privati.
Il Comune introiterebbe così una enorme somma di denaro per la realizzazione del Lungomare che graverà esclusivamente sui privati.
La conseguenza sarà un lungomare in cui la superficie pubblica sarà ricoperta da migliaia di metri cubi di cemento e totalmente nelle mani degli interessi privati con un grande aumento delle attività, senza un numero adeguato di parcheggi pubblici a scapito della accessibilità del lungomare e delle attività stesse. E’ doveroso, inoltre, fare chiarezza sulle ultime dichiarazioni pubbliche della Amministrazione Comunale riguardo alla definizione delle linee di indirizzo progettuali da parte dell’architetto paesaggistico scelto.
E’ inutile declinare la responsabilità progettuale all’ultimo consulente incaricato, quando l’impostazione progettuale era sbagliata in origine.
Oltre un anno fa, con la presentazione della mia Mozione Consigliare denunciavo i limiti del progetto e della sua realizzazione, ma la discussione è sempre stata volutamente rinviata dalla maggioranza consigliare, fino ad oggi.
In conclusione, il progetto di lungomare si fonda sull’interesse economico della Amministrazione Comunale con la vendita del lungomare ai privati e non sull’interesse pubblico della città.
Il progetto, infatti, non consente la vista del mare e della spiaggia, non prevede nessuna difesa dalle mareggiate, e non realizza un numero adeguato di parcheggi pubblici per i residenti e i turisti.
Questo che è l’unico e vero progetto del Sindaco Gnassi ( a differenza del Teatro Galli e del Cinema Fulgor) si ridurrà molto probabilmente alla realizzazione di un solo tratto di lungomare, pregiudicando la sua intera riqualificazione, il futuro turistico della città, scaricando il problema ancora una volta sulle Amministrazioni successive.