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Il bacino del Ponte di Tiberio ripresenta alla vista dei passanti, residenti, turisti, l’immagine degradata delle sue acque ricoperte da un esteso e spesso strato di alghe.
Non è una novità, causa la permanente stagnazione delle acque che peggiora con l’arrivo del caldo.
Considerato i lavori in corso di risagomatura delle due scarpate ai lati dell’invaso del Ponte per realizzare dei terrazzamenti e la pavimentazione in calcestruzzo architettonico lungo tutto il bordo del bacino per creare la cosiddetta “Piazza sull’Acqua”, che sarebbe più realistico chiamare la “ Piazza sulle Alghe”. Il Sindaco Gnassi procede, col pensiero più al “palco per gli spettacoli” che ai vincoli idrogeologici e ambientali, e alla prioritaria e necessaria circolazione delle acque nel bacino del Ponte.
Tantomeno ascolta le ragioni del buon senso, che sosteniamo da 20 anni, così il 23 febbraio scorso ha bocciato la Mozione consigliare del sottoscritto che prevedeva la realizzazione dal Deviatore Marecchia fino al Ponte di Tiberio di un canale a deflusso naturale lungo l’alveo storico, oggi Parco Marecchia, con la portata d’acqua necessaria per consentire il ricambio idrico e l’ossigenazione delle acque del Ponte di Tiberio e del Porto Canale.
Dopo le opere fallimentari delle Giunte passate (diga mobile), continua a spendere milioni in interventi, come la cementificazione della Piazza sull’Acqua che snaturano l’ambiente, che non rispettano la funzione idraulica del luogo di confluenza o immissione delle acque di piena o no del fiume Marecchia.
Non meravigliamoci, allora, se i piloni del Ponte di Tiberio sono sempre immersi in un bacino di acque stagnanti o ricoperte di alghe e le acque del Porto Canale sempre melmose e maleodoranti, a cui poco possono gli andamenti delle maree.