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L'Amministrazione Comunale ancora reticente e ambigua sulla spesa dei soldi pubblici per i trattamenti preferenziali (aree, case, appartamenti e altri benefici) ai nomadi.
13/03/2017
Dopo la partecipata sottoscrizione di sabato scorso, che ha raggiunto le 450 firme, alla Petizione “ No alla spesa del Comune di oltre 1 milione di euro per dare 10 case ai nomadi”, è doveroso rispondere con chiarezza ad alcuni consiglieri della maggioranza che tra ambiguità e contraddizioni cercano di giustificare la spesa dei soldi dei contribuenti riminesi per i nomadi.
E’ stata la Giunta Comunale con la delibera del 29.11.2016 che ha approvato di “dover individuare tra le 10-12 aree pubbliche, comprensive delle tre individuate” con la precedente Delibera del 28.7.2016 ( Via Maceri, Via Della Lontra, Via Islanda) per l’insediamento di una decina di nuclei famigliari di nomadi.
Le superfici delle aree non sono tutte di 200 mq., come affermato, ma variano da un minimo di 200 mq. per un nucleo di 2 persone, con 50 mq. in più a persona per i nuclei più grandi, fino a 450 mq. per nuclei di 6 persone.
Dalla Delibera di Giunta risultano 10 nuclei famigliari di nomadi interessati alle “microaree” : 5 da 6 componenti, 1 da 5 componenti, 3 da due componenti, 1 da 1 componente, con la conseguente prevista occupazione della superficie fondiaria totale di 3.500 mq. che viene ceduta in diritto di superficie ai nomadi (come è scritto nella Delibera), che quindi non resta di proprietà del Comune, come è stato detto.
Va considerato, innanzitutto, che le “microaree”, su terreni, secondo la classificazione urbanistica, agricoli, o a verde, in mezzo o adiacenti ai centri abitati, anche in diritto di superficie, hanno un valore maggiore di quello agricolo, stimabile almeno sui 30 euro al mq. che moltiplicato per il totale di 3.500 mq. ceduti gratuitamente dal Comune ai nomadi, comporta un mancato introito o danno al patrimonio del Comune di circa 105.000 euro.
Considerato, inoltre, che il Comune ha calcolato la spesa di 125.354,81 euro per l’urbanizzazione primaria di sole tre aree, ne deriva che per urbanizzare 10 microaree, dovrà sostenere una spesa media di 40.000 euro, per una spesa totale di circa 400.000 euro. Restano gli interrogativi sollevati dal sottoscritto su “chi paga” le casette di legno per i nomadi, progettate dal Comune di Rimini, che comportano una spesa media tra grandi e piccole di 60.000 euro per una spesa totale di 600.000 euro.
Dopo aver preso atto della mancata risposta dell’Ass. Lisi alla mia interrogazione consigliare del 23 febbraio scorso “se i costi delle casette sono a carico del Comune o dei nomadi”, sono arrivate le dichiarazioni pubbliche, ambigue e poco rassicuranti dei consiglieri di maggioranza : “ le strutture saranno date in concessione alle famiglie, che dovranno pagare di tasca propria”, “i soldi per pagare le strutture dovranno essere riconosciuti all’Amministrazione nel caso in cui le anticipi” . Speriamo di non vedere il Comune aggirare il problema, realizzando a proprie spese le casette, cedute ai nomadi in concessione o in attesa di rimborsi molto dubbi, visto anche l’ultimo mancato rimborso al Comune di 33.000 euro, anticipati per i lavori urgenti di messa in sicurezza del campo di via Islanda nell’agosto scorso e le ultime dichiarazioni dei nomadi “si alle microaree ma i prefabbricati li paghi il Comune”.
La Giunta Comunale ha pure deliberato la spesa di 143.000 euro di cui 64.800 euro per assegnazione alloggi emergenza abitativa per tre nuclei famigliari, 24.000 euro per contributi economici ad altri 3 nuclei famigliari, 55.000 euro per accompagnamento, sostegno alla scolarizzazione e alla formazione professionale, all’inserimento lavorativo.
A dispetto delle Delibere di Giunta approvate, Il Consigliere comunale di maggioranza Gianfreda, interviene pubblicamente per sostenere tra sostanziali contraddizioni : ” i costi dell’operazione nomadi diminuiranno perché alcuni nuclei famigliari andranno negli appartamenti, … anche se il disagio sociale creato da una famiglia nomade dentro un condominio è molto superiore a quello creato da un’area esterna, e che nei tempi lunghi, il costo degli appartamenti è superiore al costo di allestimento di una microarea.
Conclusione: dopo 8 mesi e due delibere adottate, l’Amministrazione Comunale e la sua maggioranza consigliare non sanno ancora come e quanti soldi pubblici spendere per i trattamenti preferenziali ai nomadi, rispetto ad altri riminesi.