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Al termine di questi 5 anni di amministrazione comunale, ci è stata propinata l’ennesima decisione autarchica frutto del mandato Gnassi che, ancora una volta, impone soluzioni non confrontate e non condivise con i propri concittadini: questa volta si chiama Parco del Mare.
Noi di arch.io, come fucina di cervelli e gruppo di architetti associati, sostenuti dal movimento politico Fratelli d’Italia-AN e in particolare dal capolista Gioenzo Renzi, vogliamo schierarci non con la politica stessa ma piuttosto con il buon senso progettuale.
Infatti è stato proprio l’attuale Consigliere Comunale Renzi a mostrarci come il suo dissenso ed insoddisfazione collimasse perfettamente con la nostra soluzione progettuale, concettuale e soprattutto con un’idea più evoluta e realizzabile del nostro lungomare.
Di conseguenza, fondendo i nostri comuni obiettivi, abbiamo deciso di rendere consapevole la cittadinanza di quello che il progetto Gnassi non dice, e soprattutto della totale mancanza di alternative che fino ad oggi il Comune non ha mai preso in considerazione, nonostante i nostri ripetuti tentativi di avere un confronto costruttivo volto a migliorare l’attuale progetto.
Pertanto non esclusivamente la critica fine a se stessa, ma presentiamo la proposta, un’alternativa accantonata e mai considerata. Di fatto il progetto che andremo ad esporre in data odierna sabato 21 Maggio 2016 sarà la prima occasione per prendere visione di questa alternativa architettonica che si concretizza nei seguenti punti:
• Una prospettiva sul mare e sulla spiaggia, a differenza della tanto sostenuta tesi all’interno del Parco del Mare, nel quale la passeggiata è collocata a monte di un complesso sistema di dune artificiali, celando totalmente la visuale del mare da un lato e impedendo di osservarne l’orizzonte dall’altro, a causa della moltitudine di strutture balneari e ombrelloni sulla spiaggia.
• Una migliore difesa delle infrastrutture dell’arenile contro qualsiasi tipo di evento atmosferico, problematica totalmente trascurata nella proposta per il Parco del Mare, secondo la quale, la criticità di un abbassamento di quota non sembra aver impensierito l’Amministrazione Comunale nelle scelte. A differenza della nostra proposta, nella quale, grazie ad un parziale aumento di quota del piano del lungomare, si si potrà ottenere un miglioramento di quelle doti di tutela e protezione che il nostro attuale piano di calpestio ha sempre garantito. (vedasi mareggiate novembre 2012-novembre 2013-febbraio 2015)
• Un minore costo della manutenzione del verde pubblico, in contrapposizione alle decine di migliaia di metri quadri proposti dal Comune, nei quali si prevede un proliferare di vegetazione totalmente priva di manutenzione e di natura invasiva. Limitandone perciò la superficie si risolverebbe non solo la problematica dell’esosa manutenzione economica ma ancor di più il grave fenomeno di accattonaggio e occupazione abusiva che solitamente avviene nei parchi pubblici e di cui i primi soggetti a pagarne le conseguenze sarebbero gli albergatori della prima fascia.
• Una minima presenza di volumi edilizi fuori terra, come unica strategia possibile per evitare una eccessiva antropizzazione del litorale, poiché il parziale aumento di quota del piano di calpestio del nuovo lungomare (previsto fra i 100 e 180 cm) permetterebbe di sfruttarne a pieno la parte inferiore, potendo così inserire all’interno di questi nuovi spazi non solo nuove attività per il turismo ma ci sarebbe l’opportunità da un lato di riorganizzare gli stabilimenti balneari in maniera più ordinata e specifica e dall’altro di trasferire lentamente tutte le attività commerciali e ristorative che affliggono i Viali delle Regine.
• Una superiore possibilità di aumentare il numero di posti auto disponibili, proponendo una maggiore serie di parcheggi interrati in modo da soddisfare una maggior richiesta da parte del settore turistico e residenziale, a differenza del limitato e incongruo numero di stalli che il Parco del Mare prevede senza lo scontato investimento economico che il Comune presuppone di ricevere da parte dei privati
• Una riqualificazione urbana dei Viali delle Regine. Procedendo alla pedonalizzazione dell’attuale tratto di lungomare il traffico veicolare si andrà a scaricare su Viale Vespucci e i Viali delle Regine su entrambi i sensi di marcia. A fronte del prevedibile intasamento della circolazione veicolare con il nostro progetto si possono creare le condizioni per un processo di trasferimento di attività commerciali e ristorative dai viali sul nuovo lungomare, creando così nuovi spazi per la riqualificazione urbana e turistica per tutte le strutture alberghiere.
• Una rigenerazione architettonica fronte mare del settore alberghiero. Lavorando infatti su una progettazione basata sull’aumento parziale di quota di calpestio, tutte le strutture alberghiere dell’area in fregio potrebbero finalmente valorizzare al meglio la vista sul verde e sul mare delle proprie sale da pranzo e hall che nella stragrande maggioranza si trova attualmente al primo piano
• Un’apertura a nuovi investitori, poiché pensiamo che l’unica strada per migliorare le nostre offerte e le nostre infrastrutture sia di promuovere le opportunità di investimenti all’interno dei migliori e più favorevoli progetti
• Uno stimolo alla nascita di nuovi bacini culturali, realizzando il concetto di Museo Diffuso e Dinamico all’interno del progetto, introducendo nuove opportunità e interventi nelle piazze storiche del lungomare, producendo specificità e caratterizzazione dei luoghi con nuova offerta turistica
• Un progetto di sistema di pontili al termine dei quali utilizzare le piattaforme per ospitare possibili attività turistiche, in perfetta attinenza agli indirizzi progettuali del Masterplan 2012, in modo da realizzare una diretta sinergia tra i nuovi bacini culturali, le piazze, e l’intero assetto di sviluppo del lungomare
• Una destagionalizzazione turistica come uno tra i nostri principali obiettivi. Per rispondere a questa necessità la proposta per questo nuova passeggiata su due livelli produrrà l’effetto desiderato permettendo alla quota spiaggia di poter usufruire della pensilina prevista come zona d’ombra e ristoro per la fase estiva e come galleria coperta per il riparo dalle intemperie per la stagione invernale. In aggiunta è prevista la realizzazione di paratie stagne meccanizzate per una maggiore e garantita tutela e difesa di tutte le infrastrutture.
• Una maggiore opportunità di gestire eventi ad ampio spettro senza la preoccupazione di congestionare il traffico. Infatti la stretta interazione fra parco urbano, ampie passeggiate su livelli differenti, piste ciclabili, e stalli per motocicli e autoveicoli permetterà la convivenza e la concomitanza di ogni tipo di evento pubblico in qualsiasi stagione lo si immagini
• Una totale libertà di intervento a differenza della pretenziosa volontà del Parco del Mare di ottenere qualsiasi tipo di investimento privato per la realizzazione dello stesso
• Una reale fattibilità economica. Il progetto potrà veramente realizzarsi solo se si opterà per una scelta funzionale e universalmente utilizzata per la realizzazione di grandi opere: il project financing. Il quale, grazie alla successiva gestione delle opere per un lasso di tempo determinato da parte di investitori, congiuntamente alla procedura di Partenariato tra pubblico e privato potranno essere la linfa vitale della vera realizzabilità di questo intervento. Con questo progetto si aprirebbero le porte ad un mercato di investitori internazionali che vedrebbero il loro primario interesse nel portare nuovamente la città di Rimini al ruolo di Capitale del Turismo Balneare Europeo. Inoltre, grazie ai finanziamenti messi a disposizione dall’Europa, come il FESR, si potrebbe disporre di ingenti somme da investire sul nostro territorio in progetti di ‘innovazione e ricerca’ attraverso la Regione. Questo per quanto riguarda investimenti risalenti a soggetti terzi. Per quel che concerne invece direttamente le risorse del Comune si potrebbero vendere le azioni di Hera, di cui Comune è in possesso per decine di milioni, permettendo in questo modo non solo di accollarsi l’60% dell’investimento ma soprattutto di dimostrare efficacemente come la volontà di una Amministrazione possa realmente cambiare le cose.
Queste sono solo alcune delle caratteristiche previste, di un progetto che condivide la funzionalità architettonica della proposta di Emilio Ambasz del 1990 ma che al tempo stesso rinnova con una espressività concettuale contemporanea e riqualifica un’area dalla importanza imprescindibile per la città di Rimini, sopravvenendo all’attuale idea per il Parco del Mare, un’idea a dir poco di difficile realizzabilità e fortemente discutibile dal punto di vista concettuale.