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Giorno del Ricordo: una corona della Città per il Giardino Vittime delle Foibe, dimenticato dalle Amministrazioni Comunali
10/02/2016
Si è tenuta questa mattina la commemorazione del “Giorno del Ricordo“ in memoria delle Vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, con la deposizione di due corone di alloro al monumento “una biblioteca di pietra“ sul molo di Rimini da parte della Amministrazione Comunale e dai rappresentanti degli esuli, alla presenza di autorità civili e militari e di una rappresentanza di studenti delle scuole di Rimini.
Tutto bene, anche se c’è voluta una legge votata dal Parlamento il 30 marzo 2004 che ha istituito il 10 Febbraio Giorno del Ricordo, data del vergognoso trattato di pace (10.2.47) che impose all’Italia di cedere alla Yugoslavia le terre d’Istria, Fiume, e parte della Dalmazia, dalle quali esodarono 350.000 italiani, per chiedere alle istituzioni di ricordare dopo 60 anni di silenzio, di negazionismo, una pagina tragica della nostra storia strappata dai libri.
Una verità da riconoscere senza reticenze, quella degli eccidi di circa 12.000 italiani tra l’autunno del 1943 e la primavera del 1947 attuati dell’’esercito iugoslavo comandato dal maresciallo Tito per eliminare coloro che si potevano opporre al disegno di annessione della Venezia Giulia alla Yugoslavia.
Migliaia furono gettati nelle Foibe che da naturali inghiottitoi carsici si trasformarono in enormi e profonde fosse comuni.
Ci dispiace solo rilevare che a Rimini, ben prima della “Biblioteca di pietra”, esiste il Giardino Vittime delle Foibe, quell’area verde retrostante la stazione lato mare e il grattacielo, ex piazzale Carso, intitolato con l’ODG presentato dal sottoscritto e approvato dal Consiglio Comunale il 25.11.2004, che da 12 anni resta sempre dimenticato nelle cerimonie ufficiali dalle nostre Amministrazioni Comunali.
Sarebbe doverosa una semplice corona di alloro su quella targa a nome della Città di Rimini per rispetto verso quei Martiri a cui è dedicato il Giardino e a quella intitolazione approvata dal Consiglio Comunale che non può continuare ad essere ignorata o considerata un semplice segnale stradale nella toponomastica.