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Borgo Sant'Andrea: una pista ciclabile larga a dismisura che mette in crisi le attività economiche.
22/01/2016
La realizzazione della pista ciclabile in Via Saffi, imposta dal Sindaco, ha sollevato comprensibili proteste da parte di chi lavora nel Borgo Sant’Andrea.
La larghezza di m.2,50 è a dismisura, senza peraltro che sia possibile tale continuità verso via Covignano, visto che per il tratto tra Via delle Fosse e Via dell’Usignolo si ipotizza un percorso ristretto e ciclo pedonale.
La carreggiata di via Saffi, è stata ridotta ad una unica e ristretta corsia su cui sono costretti tutti gli autoveicoli privati e pubblici, anche quelli diretti su Via Montefeltro che non possono defluire su corsia autonoma.
Gli autoveicoli provenienti da via Covignano che sostavano brevemente in Via Saffi, diretti poi nelle diverse direzioni, preferiscono anticipare la svolta su Via Titano e Melozzo da Forli per evitare l’intasamento e le difficoltà della sosta nel Borgo.
A parte le ricadute sulla mobilità, la superficie della ciclabile è stata realizzata con “pendenza verso gli ingressi dei negozi, mettendoli a rischio di allagamenti in caso di pioggia e non verso la carreggiata;
Conclusione : la ciclabile di fronte all’ingresso dei negozi, degli esercizi pubblici, degli uffici, condizionerà pesantemente l’accessibilità a queste attività, con conseguenze sul giro di affari, creando problemi di sopravvivenza o di chiusura che si stanno già manifestando.
Inoltre, nei lavori svolti di sistemazione della Piazza del Borgo Sant’Andrea, di fronte alla Chiesa, oltre alle siepi al centro, non sono stati eliminati, come avevo chiesto con una interrogazione-mozione del maggio 2012, i troppi cordoli realizzati a discapito della mobilità di pedoni e ciclisti, risultato di quell’intervento insulso nel 2003 in cui si buttarono 230.000 euro.
Così non si è fatto ancora nulla per agevolare l’attraversamento della Circonvallazione Meridionale da Via Garibaldi al Borgo Sant’Andrea e viceversa , ai pedoni e ciclisti che avviene in condizioni caotiche per la esiguità degli spazi destinati a marciapiedi e corsie per cicli, oltre ai tempi “lunghi” del semaforo.