Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nell'informativa sui cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta l'informativa estesa sui cookie. Cliccando OK, scorrendo questa pagina o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookies.
Allagamenti a Vergiano e nel Borgo dei Ciliegi: l'Amministrazione Comunale non rimborsa i danni.
20/04/2015
Si sono discusse questa mattina nella Commissione Consigliare la mozione del sottoscritto e del collega Marcello sugli allagamenti a Vergiano e nel Borgo dei Ciliegi.
Con la mia Mozione ho sottolineato la causa principale degli allagamenti, la tracimazione del torrente Mavone in 5/6 punti dell’argine sinistro nel tratto di 300 metri a valle di Casale di S. Ermete con le acque che hanno allagato i terreni agricoli, la Strada Marecchiese fino a Vergiano e il Borgo dei Ciliegi.
Questa è stata la causa principale degli allagamenti, causa il profilo dell’argine “rasato” e ribassato rispetto all’altezza di sicurezza, addirittura “arato” fino al ciglio della sponda del torrente, con la mancata osservanza della fascia di rispetto dei 5 metri, previsti dal Regolamento di Polizia Idraulica Consorziale.
Però, anche questa mattina, nonostante la mia denuncia circostanziata, l’Assessore non ha ammesso o riconosciuto ufficialmente di chi sono le responsabilità, chi aveva competenza sulla sicurezza di quell’argine.
Nonostante il Mavone fosse tracimato, appena due mesi prima, il 3 dicembre 2014, sempre in quel tratto di argine, in base alle testimonianze, nessuno si è preoccupato di alzare l’argine di metterlo in sicurezza.
Intervenendo, potevano essere evitati gli allagamenti e almeno due milioni di danni agli abitanti di Vergiano e del Borgo dei Ciliegi.
Le nostre Autorità, il Dirigente Provinciale della Protezione Civile, l’Assessore all’Ambiente del Comune, il Consorzio di Bonifica hanno scaricato “pubblicamente” la colpa sui fossi e canali di scolo insufficienti ed inefficienti, tombinati con sezioni ridotte, interrati, ostruiti dalla vegetazione, per la mancata manutenzione da anni, quando loro stessi dovevano vigilare sul rispetto delle regole ed effettuare gli interventi di prevenzione e messa in sicurezza su un territorio, di cui era ben noto il rischio idraulico.
Invece, ci sono voluti due alluvioni per ottenere i lavori sull’alveo del Mavone, per rinforzare i suoi argini, per la manutenzione dei fossi e canali di scolo.
Alla faccia della prevenzione, solo dopo la tracimazione del 3 Dicembre 2014 e del 6 Febbraio 2015, il Sindaco Gnassiha emesso la prima ordinanza contingibile e urgente per la messa in sicurezza del canale consortile Mavone il 10 Marzo 2015 mentre la seconda Ordinanza Comunale per la pulizia e manutenzione dei fossi in aree agricole e per la tutela della sicurezza pubblica è avvenuta il 15 Aprile 2015.
Meglio tardi che mai, però, le negligenze, i ritardi, le inadempienze che in precedenza hanno causato i danni non possono scaricarsi sui cittadini che pagano le tasse al Comune e al Consorzio di Bonifica per la sicurezza idraulica.
L’Assessore ha risposto che l’A.C. non può rimborsare i danni se non vengono accertate le responsabilità.
Purtroppo, come è successo in passato, dubito che l’Amministrazione Comunale voglia riconoscere o individuare le responsabilità, visto che dopo due mesi e mezzo, questa volta non ha neanche distribuito un apposito modulo di richiesta risarcimento danni, tramite l’URP del Comune, per consentire ai cittadini di comunicare e documentare i danni subiti, in modo di provvedere al loro giusto e rapido rimborso.