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Rispetto e valorizzazione dei "resti" di Palazzo Lettimi dopo 70 anni di incuria e degrado per colpa delle Amministrazioni Comunali.
09/04/2015
A 70 anni dalla fine della guerra, i resti di Palazzo Lettimi, uno dei palazzi più belli di epoca rinascimentale, risalente al 1508, di proprietà delle famiglie patrizie succedutesi nei secoli Maschi- Marcheselli e Lettimi, distrutto dai bombardamenti anglo-americani del 28-29-30 Dicembre 1943 che colpirono tutta la città con circa 200 vittime, si presentano in uno stato di incuria e degrado nel cuore della città. I muri superstiti della facciata del Palazzo e le finestre abbellite da cornici in pietra con preziose sculture sono ormai invisibili, causa la copertura del verde che fuoriesce dal cortile interno dove i piccoli pannelli informativi della storia di Palazzo Lettimi e dei resti del Teatro Romano nell’area circostante sono illeggibili da 4-5 anni in quanto imbrattati e mai ripuliti.
Giovanni Lettimi, l’ultimo discendente della famiglia, pianista insigne, nel 1902 dispose che l’antico Palazzo diventasse la Sede delle “Scuole Musicali” con la fastosa sala nobile per i concerti sotto il grandioso soffitto di otto metri per quindici affrescato nel 1570 da Marco Marchetti con scene delle imprese di Scipione l’Africano in Spagna.
Il Palazzo accolse personaggi famosi come la Regina Cristina di Svezia, Giacomo Stuart Re della Gran Bretagna e la moglie Maria Clementina coi figli. L’Amministrazione Comunale del Podestà Palloni, nel 1932, fece restaurare il grande salone che aveva subito danni durante il terremoto del 1916.
Dopo la distruzione per le bombe dell’artistico Palazzo, la Scuola Musicale Lettimi venne riaperta prima nell’ultimo piano del palazzo Gambalunga, poi nei locali adiacenti alla Sala Ressi del Teatro Comunale ed infine trasferita nella sede attuale del Palazzo degli Agostiniani. Le Amministrazioni Comunali demolirono i muri pericolanti del Palazzo fino agli anni 70, invece di consolidarli, recuperarli, salvarli, nonostante si parlasse della sua ricostruzione.
Fra i ruderi di questa costruzione rinascimentale, una delle poche non malatestiane, installò il proprio studio lo scultore riminese Elio Morri.
In base ad accordi con l’Università degli Studi di Bologna era prevista la ricostruzione del Palazzo come Sede di Rappresentanza e Presidenza della Università a Rimini.
Negli ultimi anni il Comune di Rimini all’interno del cortile del Palazzo ha creato un cosiddetto ”Giardino degli Aromi “, pretenzioso di nome, ma di fatto un “cagatoio” e “pisciatoio” per cani e umani.
Per questo, ieri sera con una interrogazione consigliare al Sindaco, ho chiesto il rispetto e la valorizzazione dei resti di Palazzo Lettimi , dopo 70 anni di degrado e incuria, con l’esecuzione dei seguenti interventi:
1) La ripulitura della superstite facciata esterna del Palazzo, dei muri interni del cortile dalle erbe selvatiche, dai rifiuti e la disinfestazione dai topi;
2) Il restauro della facciata con muro a scarpa, delle cornici marmoree di contorno alle finestre con pregevoli sculture di delfini, del portale del Palazzo con formelle in pietra d’Istria che portano la rosa quadripetala malatestiana;
3) La realizzazione di un luogo museale con pannelli illustrativi e fotografici di come era il Palazzo, con la storia delle famiglie patrizie che l’hanno avuto in proprietà, costruito, conservato, abitato, come veniva utilizzato, e dei personaggi illustri ospitati;
4) Uno scavo archeologico per evidenziare i resti in zona della preesistenza dell’antico Teatro Romano ;
5) L’accesso al cortile interno del Palazzo non liberalizzato come ora, ma regolamentato e controllato.