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Silenzio sull'argine "arato" e "ribassato" del Mavone che ha causato l'alluvione a Vergiano. Renzi inoltra l'esposto al Procuratore della Repubblica per l'accertamento delle responsabilità e dei danni da rimborsare ai cittadini.
17/02/2015
Continuano le reticenze delle Autorità, Comune, Provincia, Consorzio di Bonifica, sulla causa principale degli allagamenti, la tracimazione del torrente Mavone in 5/6 punti dell’argine sinistro nel tratto di 300 metri a valle di Casale di S. Ermete con le acque che hanno allagato i terreni agricoli, la Strada Marecchiese, fino a Vergiano e il Borgo dei Ciliegi.
Il Dirigente Provinciale della Protezione Civile, l’ Assessore del Comune di Rimini, il Consorzio di Bonifica scaricano la colpa sui fossi e canali di scolo insufficienti ed inefficienti, tombinati con sezioni ridotte, interrati, ostruiti dalla vegetazione per la mancata manutenzione da anni, quando erano loro stessi che dovevano vigilare sul rispetto delle regole ed effettuare interventi di prevenzione e messa in sicurezza su un territorio,di cui era ben noto il rischio idraulico.
Non vogliono riconoscere che la causa principale degli allagamenti, come ho già detto la settimana scorsa nell’assemblea pubblica di Spadarolo e in Consiglio Comunale, è stata la tracimazione del Mavone, dove il profilo dell’argine è stato addirittura “arato” fino al ciglio della sponda del torrente, con la mancata osservanza della fascia di rispetto dei 5 metri, “rasato” e “ribassato” rispetto all’altezza di sicurezza.
Le nostre Autorità non vedono, non sentono, non parlano: su questo perdura il loro silenzio.
Non si riesce a sapere di chi sono le responsabilità, chi aveva competenza sulla sicurezza di quell’argine.
Anche perché Il Mavone era tracimato appena due mesi prima, il 3 dicembre 2014, sempre in quel tratto di argine, come mi hanno detto testimoni oculari, ma nessuno si è preoccupato di alzarlo, di metterlo in sicurezza. Potevano essere evitati gli allagamenti e i due milioni di danni agli abitanti di Vergiano e del Borgo dei Ciliegi. Ma c’è voluta una alluvione alle nostre Autorità per “scoprire” che in campagna ci dovrebbero essere i “fossi” e i canali di scolo per le acque e per i sopraluoghi sugli argini di un torrente che si comporta secondo natura, quando non viene rispettato. Sulla richiesta dei “rimborsi danni” dovuti a fronte delle negligenze, non si può pensare di “farla franca” come con la mancata risposta dell’Assessore Visentin in Consiglio Comunale o dietro le battutine del neo Presidente della Regione Bonaccini che “ha invitato i privati a non farsi troppe illusioni “, “ ma chiedere non costa nulla”.
Poiché a due settimane dalla alluvione, non vengono fuori le responsabilità, non mi resta che rivolgermi alla Procura della Repubblica, per l’accertamento dei responsabili, e perché è ora che “chi sbaglia , paghi”.