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Basta con il silenzio delle Autorità: la causa principale degli allagamenti a Vergiano è la tracimazione del Mavone. Accertare le responsabilità e rimborsare i danni.
13/02/2015
E’ passata una settimana dall’alluvione di venerdì scorso che ha allagato le case della frazione di Vergiano, i 150 garage del Borgo dei Ciliegi, le fabbriche artigiane della zona costrette a interrompere l’attività produttiva.
Tutta la popolazione della zona si è messa subito a spalare acqua e fango, lavare, ripulire per ritornare alla normalità, gettare l’irreccuperabile, anche se restano gli ingenti danni subiti.
Chi non si è mosso concretamente, con i lavori di pronto intervento, al di la delle chiacchere istituzionali, sono invece i soggetti pubblici responsabili della sicurezza idraulica , Comune, Provincia, Consorzio di Bonifica per evitare il ripetersi degli allagamenti, accaduti due volte in due mesi (venerdi 6 febbraio e il 3 Dicembre scorso).
E’ questa la nuova preoccupazione, la “spada di Damocle” sui cittadini della zona e dell’abitato di Vergiano che, sappiamo tutti, sono a rischio idraulico per l’attraversamento del Torrente Mavone.
Continua, invece, il silenzio e la reticenza delle Autorità sulla causa principale degli allagamenti, la tracimazione del Torrente Mavone all’altezza della Via Marecchia-Via Vicinale nei pressi dell’Azienda Microsistemi, con le acque che poi hanno invaso i terreni agricoli a mare di sant’Ermete e dilagato lungo la Strada Marecchiese fino a Vergiano e al Borgo dei Ciliegi, certamente senza incontrare alcun contenimento o canalizzazione in quei pochi fossi di scolo inefficienti, interrati, ostruiti dalla vegetazione, per colpa della mancata manutenzione da anni.
Per questo, dopo averlo anticipato nell’assemblea pubblica di Spadarolo, ieri sera in Consiglio Comunale ho presentato una interrogazione al Sindaco per conoscere ufficialmente le cause della tracimazione del Mavone e precisamente :
1) Se la tracimazione è dovuta al profilo dell’argine ribassato rispetto all’altezza di sicurezza, per quali ragioni, e di chi è la responsabilità;
2) perché quell’argine, dove il Mavone era già tracimato il 3 Dicembre 2014, non è stato rialzato.
3) se non sia urgentissimo il rialzo dell’argine in quel tratto e il controllo di tutto l’argine per sua messa in sicurezza; 4) se non sia altrettanto necessario e urgente il ripristino dei fossi di scolo esistenti, e lo scavo di nuovi fossi o adeguati canali di scolo, in particolare lungo la Marecchiese.
5) Di chi sono le responsabilità riguardo la mancata manutenzione dei fossi di scolo.
La risposta dell’Assessore all’Ambiente è stata evasiva, non ha risposto precisamente sulle cause della tracimazione, sulle responsabilità, soprattutto sull’urgenza degli interventi sull’argine del Mavone e sui fossi di scolo per tutelare la sicurezza idraulica.
Così non ha risposto sul rimborso dei danni ingenti subiti nelle case e nelle fabbriche, come avevo proposto in modo semplice e rapido tramite un apposito modulo da consegnare presso l’URP di Piazza Cavour o da stampare in via elettronica dal l sito del Comune per comunicare e documentare i danni. Danni ingenti che vanno rimborsati ai cittadini, perché, come ho potuto constatare nei tre sopraluoghi personali a Vergiano, subito dopo gli allagamenti, sono innanzitutto la conseguenza della negligenza di soggetti pubblici che non hanno fatto il loro dovere di controllare la sicurezza idraulica di un argine del Mavone e l’efficienza dei canali di scolo, con responsabilità che auspico la Magistratura possa accertare.
Ricordo che i cittadini hanno diritto alla sicurezza idraulica perché pagano le tasse e appositamente quella al Consorzio di Bonifica.