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GIORNO DEL RICORDO Lunedi 10 Febbraio -0re 20,30- GIARDINO VITTIME DELLE FOIBE - Fiaccolata per ricordare il genocidio delle Foibe e l'esodo giuliano dalmata. I riminesi sono invitati a partecipare.
09/02/2014
A Rimini, esiste il Giardino dedicato alle “ Vittime delle Foibe” grazie all’Ordine del Giorno presentato dal sottoscritto in Consiglio Comunale il 26.2.2004 e approvato, dopo 9 mesi di ostruzionismo di Rifondazione Comunista, dal Consiglio Comunale con 24 voti favorevoli e 5 astenuti. Poi ci sono voluti 4 anni all’allora Sindaco Ravaioli per applicare la Delibera e per installare la Targa toponomastica.
La mia proposta di intitolazione ai Martiri delle Foibe avvenne durante il dibattito in Parlamento della Legge 30 Marzo 2004 che istituiva il 10 Febbraio “ Giorno del Ricordo in memoria delle Vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata” data del vergognoso trattato di pace (10.2.1947) che impose all’Italia di cedere alla Yugoslavia le terre d’Istria, Fiume, e parte della Dalmazia, dalle quali esodarono oltre 350.000 italiani.
E’ stato naturalepensarea quell’area verde, retrostante la Stazione lato mare e il Grattacielo, denominata Piazzale Carso, contigua idealmente e fisicamente con Viale Trieste, Via Monfalcone, Via Pola, Via Fiume, Viale Nazario Sauro, l’Eroe Medaglia D’Oro, Martire di Capodistria.
Ma, soprattutto, ho sentito il dovere della nostra Città di Riminidi onorare quei Martiri, declassati in Consiglio Comunale con ipocrisia a Vittime, quelle migliaia di italiani, colpevoli solo di essere tali, gettati nelle foibe, deportati, fatti sparire, eliminati, vittime dell’odio politico ed etnico dei partigiani comunisti di Tito, che la storiografia ufficiale per 60 anni ha voluto ignorare, nascondere agli studenti nei libri scolastici, mistificare, o addirittura giustificare.
Da allora, nel Giardino delle Vittime delle Foibe, dimenticato dalle cerimonie ufficiali, ogni anno, il 10 Febbraio, invitiamo e incontriamo i giovani e gli anziani, i famigliari degli esuli, i riminesi, per Ricordare e Onorare questi nostri Fratelli.