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Fusione Hera-Acegas: dopo le "giravolte" del Sindaco e il voto contrario del Consiglio Comunale è fondamentale ridiscutere i Patti di Sindacato con Hera per realizzare il piano fogne a Rimini.
15/10/2012
Non era mai accaduto che nel Consiglio Comunale di Rimini il Sindaco e la sua maggioranza votassero contro la Delibera di un Assessore, che in questo caso chiedeva di approvare l’incorporazione in Hera Spa di Acegas APS.
Una netta inversione di marcia, visto che appena la settimana precedente l’Ass. Brasini sosteneva la stessa proposta deliberativa assieme al rappresentante del Comune di Rimini, nel CDA di Hera Spa, che approvava, il 28 Agosto, il progetto di fusione.
Né risulta che Il Sindaco Gnassi abbia espresso contrarietà, nella riunione del 26 luglio del Patto di Sindacato, di cui fa parte, convocato espressamente.
E’ stato nel Consiglio Comunale, all’ultimo minuto, che il Sindaco, ha cambiato nettamente parere, ma il voto contrario del Consiglio Comunale, non si può ridurre ad una sceneggiata o protesta momentanea contro Hera che nell’ultimo anno e mezzo, “avrebbe dato delle risposte tiepide e intermittenti “ al problema delle fogne.
Né Il voto negativo del Sindaco nel Comitato di Sindacato, può essere liquidato come “ininfluente” secondo il Sindaco e l’Assessore, quasi per “tranquillizzare” il protezionismo politico di cui gode Hera in Regione a difesa delle sue logiche industriali e finanziarie.
Quel protezionismo politico che nomina i CDA di Hera, con le designazioni di partito, che ci costano tra Amministratori , Sindaci, Direttori Generali, 3.426.000 euro nel 2011, con stipendi mediamente di 88.000 euro l’anno e con punte che superano il mezzo milione a testa.
Riguardo la strategia di crescita dimensionale e territoriale di Hera a scapito della “ ricaduta domestica “, questa è stata perseguita fin dal 2002 , dalla sua nascita con la fusione delle “multiutilities” della Romagna e di Bologna, poi con l’acquisto delle aziende di Ferrara, Modena, Sassuolo, ora del Veneto e Friuli Venezia Giulia, per consolidare la leadership sui servizi pubblici, idrico, rifiuti, gas ,luce, per mantenere il regime di monopolio, essere più forte nella prospettiva delle partecipazioni a gara.
Neanche è una novità che Hera è sempre stata più sensibile agli utili aziendali, in continuo aumento, con un utile netto che nel 2011 ha raggiunto i 104 milioni di euro, che alle ragioni degli utenti e dei territori, visto che l’azienda gestisce servizi pubblici primari.
Per quanto riguarda il nostro territorio, i dati parlano chiaro.
Le bollette dell’acqua sono aumentate a Rimini negli ultimi 4 anni del 22% e quelle sulla raccolta e smaltimento rifiuti di 2- 3 volte superiori al tasso di inflazione.
Gli investimenti annuali o triennali realizzati sul nostro territorio non sono mai stati precisamente quantificati e rendicontati in base alle risorse provenienti dal carico tariffario.
Certi servizi non redditizi per Hera, quali la manutenzione del verde pubblico, la manutenzione delle strade, le onoranze funebri, prima ci sono stati prelevati e poi ci sono stati restituiti con Anthea.
Queste cose Gnassi doveva saperle, visto che dal 2002 ad oggi è stato Consigliere regionale, Assessore Provinciale, Segretario del PD, anche se è stato sempre silente..
Adesso, il Sindaco tiene un atteggiamento politico “opportunistico”, quello di “pararsi”, ieri , dietro il voto contrario “ininfluente”nel Comitato di Sindacato , e, oggi, con il voto favorevole “obbligatorio”, nell’Assemblea dei Soci , dopo che nel novembre scorso lo stesso Sindaco Gnassi e la sua maggioranza hanno votato a favore, del rinnovo di quel “Patto di Sindacato” di voto che impedisce a Rimini di sostenere fino in fondo le proprie ragioni.
Da rilevare che è la stessa area territoriale Romagna, nonostante il 25% del cap. sociale di Hera, a contare poco o niente nel Comitato di Sindacato con 9 voti su 26 e nel CDA di Hera con 5 voti su 14, per non volere fare sistema ( il problema della salvaguardia della balneazione non può riguardare solo Rimini, ma la Riviera romagnola) .
Contestualmente, il Sindaco e la sua maggioranza hanno votato a favore di quel Patto di Sindacato di ”blocco “ che obbliga i Comuni soci al mantenimento della maggioranza pubblica di Hera, e impedisce loro di vendere le azioni.
La conseguenza è la mancata separazione delle responsabilità tra il controllo affidato al pubblico, e la gestione dei servizi affidata al privato, per meglio tutelare i cittadini utenti e per fornire ai territori le opere e le infrastrutture di cui hanno bisogno.
Questi restano i problemi che il Sindaco Gnassi, a parte le contraddizioni, non può continuare ad ignorare o bypassare, se vuole ottenere quei servizi strategici di cui abbisogna il nostro territorio.