09/08/24
E’ stato approvato, ieri sera, dal Consiglio Comunale, il Documento Unico di Programmazione (D.U.P.) 2025-2027 che definisce la pianificazione strategica ed operativa dell’Amministrazione Comunale.
Sono stati respinti, senza motivazioni, dall’Amministrazione Comunale e dai consiglieri di maggioranza i 5 emendamenti del sottoscritto, riguardanti:
1) “Effettuare sondaggi per il recupero dell’Anfiteatro Romano”;
2) “Ricostruzione filologica del Palazzo Lettimi”;
3) “Creare il Museo del Turismo riminese nella Palazzina Roma”;
4) “Realizzare un tunnel pedonale sotto il fondale del Porto Canale, per collegare Piazzale Boscovich alla Darsena e a San Giuliano Mare”;
5) “Realizzare parcheggi per autoveicoli nei pressi dei caselli autostradali di Rimini Nord e Sud”.
Sottolineo il silenzio del Sindaco Jamil Sadegholvaad, che non ha motivato minimamente il suo voto contrario, in particolare sul primo emendamento.
Ricordo, infatti, che lo stesso Sindaco, nella seduta del Consiglio Comunale tematico del 23/02/2023, dedicato alla “Salvaguardia e tutela dell’Anfiteatro Romano”, aveva annunciato “sono disponibile assieme alla Soprintendenza a fare i sondaggi per verificare cosa c’è sotto il Ceis”.
Sono trascorsi 18 mesi, ma il Sindaco non ha mantenuto la promessa di effettuare i “sondaggi”, al fine di verificare l’esistenza dei resti archeologici dell’Anfiteatro Romano sottostanti il Ceis.
L’Anfiteatro Romano risalente al II Secolo d.C., capace di ospitare sui propri spalti 10.000-12.000 spettatori, è stato scoperto grazie ai sondaggi del 1843-1844 dello storico riminese Luigi Tonini.
E’ stato portato parzialmente alla luce con la campagna di scavi svolta dal 1926 al 1939 del Soprintendente alle Antichità Salvatore Aurigemma.
Tutti gli strumenti urbanistici PRG, PSC, RUE e il Piano Strategico hanno sempre previsto la valorizzazione e il recupero dell’Anfiteatro romano, con la delocalizzazione del Ceis e la demolizione delle costruzioni sovrastanti, incompatibili con il vincolo monumentale del 1914.
L’Amministrazione Comunale avrebbe dovuto già individuare un’area adeguata per consentire il trasferimento del Ceis, recependo i solleciti ripetuti per anni dalle Soprintendenze archeologiche di Bologna e Ravenna.
Dopo 80 anni, di preclusione ideologica da parte delle precedenti Amministrazioni Comunali, è necessario riprendere gli scavi, scoprire i resti archeologici dell’Anfiteatro Romano, al fine di consentire la valorizzazione di questo Bene culturale d’importanza storica mondiale della nostra città.