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La “cancel culture” dell’Amministrazione Comunale contro la ricollocazione della statua di Giulio Cesare dov’era e com’era.
31/10/2024
Con la chiusura il 17 Settembre 2019 della Caserma Giulio Cesare è avvenuta la riconsegna ufficiale della statua bronzea di Giulio Cesare, il 14 Maggio 2021, dalle Autorità Militari al Comune di Rimini.
La statua di Giulio Cesare, copia dell’originale conservata a Roma in Campidoglio, realizzata nel 1933 dalla Fonderia Laganà, con un peso di 10 quintali, è stata poi trasportata l’11 luglio 2023, dall’ex Caserma di via Flaminia, a Parma, da una ditta specializzata, alla quale è stato affidato il restauro.
Alla mia interrogazione consigliare, è stato risposto che il restauro richiederà tempi lunghi, non sappiamo quando tornerà a Rimini, quale sarà il suo destino, la sua collocazione, dopo tante peripezie, che sembrano non aver fine.
La statua ha la “colpa” di essere stata donata dal Capo del Governo, Benito Mussolini, alla città di Rimini e inaugurata il 10 Settembre 1933, sotto la Torre dell’Orologio, in Piazza Giulio Cesare, dove rimase fino al 20 Giugno 1945, quando fu rimossa e trasportata dai Vigili del Fuoco in un capannone di via Dario Campana e poi nascosta, sepolta nel greto del fiume Marecchia.
Nel 1953, fu ritrovata, “riesumata” e concessa, in modo “liberatorio”, dal Sindaco Ceccaroni al Reggimento Artiglieria di Rimini, quindi installata all’ingresso della Caserma.
La statua era stata originariamente installata al centro di Piazza Giulio Cesare, proprio per rievocare l’eccezionale fatto storico qui avvenuto, nel 49 a.C. : nell’allora Foro Romano, Giulio Cesare, tenne il discorso ai legionari, dopo aver varcato il fiume Rubicone e pronunciò la celebre frase, nota in tutto il mondo: “alea iacta est-il dado è tratto” (motto sul Gonfalone di Rimini), per poi marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero Romano.
Una pagina importante ed unica della Storia di Rimini che non è mai stata valorizzata dalle Amministrazioni Comunali nel dopoguerra.
Per questo chiediamo che la Statua di Giulio Cesare, dopo essere stata sepolta nel fango per 8 anni e rinchiusa nella Caserma per 70 anni, venga ricollocata nella piazza originaria, dov’era com’era, per potere essere vista dai cittadini e turisti.
E’ inconcepibile che la statua di Giulio Cesare, continui ad essere “perseguitata”, solo per motivazioni ideologiche, legittimando addirittura quella “cancel culture”, che persegue gli imbrattamenti e la rimozione delle statue storiche.
A seguito della richiesta di cittadini e associazioni, in controtendenza con le altre Amministrazioni, il Sindaco Chicchi, il 27/2/1996, deliberò di collocare in Piazza Tre Martiri, di fronte all’UniCredit, una copia della statua di Giulio Cesare concessa alla Caserma, realizzata grazie al Rotary Club di Rimini e alla Cassa Rurale di San Gaudenzo, che sostennero le spese della Fonderia.
L’Amministrazione Comunale, nonostante le nostre ripetute sollecitazioni, recepite nel 2018 dall’ex Assessore Massimo Pulini, non ha neppure provveduto al restauro del basamento di bronzo di questa statua che evidenzia da anni le lamiere “staccate“, rattoppate dai cittadini con lo “scotch” e al restauro del piedistallo marmoreo con le scritte incise illeggibili.
Nonostante le nostre proposte, l’Amministrazione non ha neppure ipotizzato una sistemazione della statua in una posizione diversa della piazza, compatibile con la sua opportuna valorizzazione, funzionale al richiamo turistico, rispetto all’attuale, con lo sfondo di un bancomat, assediata da biciclette parcheggiate.
Dopo 80 anni, continua la “via Crucis” della Statua di Giulio Cesare, a cui l’Amministrazione Comunale nega la ricollocazione nella Piazza, dov’era e com’era. La Statua di Giulio Cesare, come la mancata “riscoperta” dell’Anfiteatro Romano, sono espressione della chiusura politica, discriminante e ideologica, adottata dalle Amministrazioni Comunali di Rimini, che non valorizzano le radici e la nostra storia millenaria…poi ci si domanda perché Rimini non è stata scelta quale capitale della cultura!?
Chiudere, per ragioni di ordine pubblico, il Centro Accoglienza Straordinaria immigrati presso l’ex Hotel Grazia di Viserba
03/10/2024
Come noto, il 23 Agosto 2024, è stata inviata al Prefetto di Rimini, al Questore e al Sindaco una petizione sottoscritta da 250 residenti e titolari di attività economiche, per denunciare il degrado e la convivenza impossibile con l’ex hotel Grazia di Via Pallotta a Viserba, nella fascia turistica, destinato da alcuni anni a Centro Accoglienza Straordinaria (CAS) di una cinquantina di rifugiati e migranti.
Il 7 settembre scorso è stato quindi presentato un esposto alla Procura della Repubblica, e in questi giorni, hanno fatto seguito ulteriori querele presentate da singoli cittadini, residenti esasperati, vittime di soprusi, minacce, atti osceni, insicurezza.
Le conseguenze di questa preoccupante situazione ricadono sulle attività turistiche per l’impossibilità di alberghi, bar, ristoranti, negozi, di poter svolgere tranquillamente la propria attività, con conseguente perdita di clienti, che si spostano altrove.
Per queste ragioni, in Consiglio Comunale, ho chiesto al Sindaco:
Se sono stati effettuati i controlli amministrativi nell’ex Hotel Grazia di Viserba, chiesti il 23 Agosto, riguardanti il rispetto delle norme igienico sanitarie, antincendio, la capacità edilizia e per accertare il regolare adempimento delle condizioni previste dal Bando della Prefettura per l’affidamento del CAS.
Prendo atto dei controlli eseguiti dalla Prefettura, che hanno prodotto sanzioni e la riduzione del 50% dei posti letto nel CAS Grazia.
Dinnanzi ai perpetuati disordini di ordine pubblico generati dai rifugiati ospitati nell’ex Hotel Grazia, rivelatesi violenti e minacciosi nei riguardi di residenti e turisti; ritengo necessario che il Sindaco,
chieda al Prefetto, per ragioni di ordine pubblico, la revoca dell’affidamento del CAS e al Questore la sua immediata chiusura.
Diversamente da quanto sostiene l’Assessore Magrini, non può essere in tal caso “legittimata” la “temporanea” trasformazione di alberghi o pensioni nella zona turistica, in Centri di Accoglienza Straordinaria. Ricordiamo infatti che l’art. 27 bis del RUE del Comune di Rimini, prevede per gli “usi temporanei” di recupero e valorizzazione di immobili, l’approvazione del Consiglio Comunale, sulla base del riconoscimento di un pubblico interesse o pubblica utilità, che in questi casi non esiste: in quanto tali insediamenti compromettono la riqualificazione degli alberghi vicini, l’ordine pubblico, il turismo e l’immagine della città!
Opportuno inoltre precisare che è il Sindaco di Rimini (e nessun altro Consigliere Comunale), l’interlocutore istituzionale, che può coinvolgere, tramite l’ANCI, altri comuni turistici e che deve chiedere al Ministero degli Interni, l’emissione di una Circolare diretta alle Prefetture con l’invito ad escludere nei Bandi Pubblici l’insediamento dei Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) nelle zone turistiche dei Comuni.
Purtroppo, invece il Sindaco e i suoi predecessori, per tanti anni, non si sono fatti sentire, neanche con i precedenti Governi, limitandosi a scaricare le loro responsabilità sulla Prefettura.
Il risultato sono i dieci Centri di Accoglienza Straordinaria esistenti da anni nella fascia turistica, da Miramare a Viserba, che non si sa se e quando saranno trasferiti in zone compatibili.
Ribadiamo quindi che il Sindaco si attivi, immediatamente, concretamente, per la chiusura di tali centri di accoglienza a partire dal CAS nell’ex hotel Grazia di Viserba.
Centro Storico: è necessario e urgente riqualificare il Vicolo Cima e il Vicolo del Voltone, abbandonati e degradati.
28/09/2024
A pochi metri dall’Arco di Augusto, attorno allo storico Palazzo Cima, il Vicolo Cima (da Corso d’Augusto a Via Santa Chiara), e il Vicolo del Voltone (da via Santa Chiara a Vicolo Cima), si trovano in una situazione di abbandono e degrado.
Il fondo stradale da decenni è pericolosamente dissestato, con un vecchio asfalto ricoperto di buche e rattoppi.
L’illuminazione pubblica sotto il Voltone è inesistente da anni, per il mancato funzionamento di una vecchia lampada, con l’ingresso alle abitazioni e l’attraversamento del portico in totale oscurità, che favorisce l’incontro e il bivacco di “irregolari”, i comportamenti incivili, con i muri delle case imbrattati o utilizzati per i bisogni corporali personali.
Le condizioni di pulizia e igiene pubblico sono preoccupanti, per la presenza di numerosi “ratti” e di colonie di piccioni, con voluminosi escrementi sui davanzali delle finestre e sulla strada, a ridosso dell’edificio abbandonato dell’ex cinema Metropol/Corso.
La suddetta zona, facente parte del Rione Montecavallo, deve, invece, consentire la vivibilità urbana dei residenti e il piacevole attraversamento dei turisti, provenienti dall’Arco di Augusto o dalla città, per visitare la bella Chiesa di Santa Chiara, eretta nel XIV secolo dalle monache Clarisse, che custodisce l’immagine miracolosa della Madonna della Misericordia.
Per queste ragioni, ho depositato mercoledì l’interrogazione consigliare al Sindaco, per chiedere:
1)Il rifacimento necessario ed urgente della pavimentazione del Vicolo Cima e Vicolo del Voltone;
2)L’installazione di una nuova illuminazione pubblica nel porticato di Vicolo del Voltone e di una telecamera per la sicurezza dei residenti, dei passanti e la legalità;
3)La bonifica igienico-sanitaria, con un piano di “deratizzazione”, l’eliminazione delle colonie di piccioni, e la pulizia quotidiana delle due strade;
4)Il riordino della segnaletica orizzontale e verticale per consentire il transito in sicurezza dei pedoni e degli autoveicoli in Vicolo del Voltone, evitando le inversioni e deviazioni provvisorie nei giorni di mercoledì e sabato, a causa dalla presenza del mercato ambulante su Corso d’Augusto;
5)Il trasferimento in Largo Giulio Cesare delle bancarelle del Mercato ambulante, attualmente insediate nel tratto di Corso d’Augusto, adiacente l’Arco, per agevolare la viabilità, il transito dei pedoni, ciclisti e degli autoveicoli in uscita dal Centro città, senza apportare inversioni e modifiche nei giorni di mercato;
6)La conclusione del cantiere dell’isola ecologica, in via Castracani (a fianco alle Poste), i cui lavori sono ultimati da mesi, per renderla finalmente fruibile, installando rastrelliere per biciclette, al posto dei cassonetti;
7)Liberare la facciata dello storico Palazzo Cima-Belmonte, poi Castracane-Anguissola, in Corso d’Augusto, dalle biciclette “incatenate” alla ringhiera antistante, per ammirare il Palazzo e il bel portale seicentesco.
STOP al degrado ambientale: chiediamo urgentemente la chiusura del Distributore Automatico di Corso Giovanni XXIII nel Borgo Marina.
23/09/2024
Sono costretto nuovamente a richiamare l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sui problemi di ordine pubblico e degrado attorno al Distributore Automatico di caffè e bevande in Corso Giovanni XXIII, n.126, nel Borgo Marina, aperto h24, luogo di riferimento per spacciatori di droga, immigrati che bivaccano, sbandati, senza rispetto delle regole della convivenza.
Sabato notte, contro la mia abitazione è stata lanciata anche una grossa bottiglia di birra, che, con fragore, si è frantumata sotto le finestre.
L’ennesimo gesto irresponsabile, che va oltre la routine quotidiana incivile dei rifiuti gettati sul marciapiede (bicchieri, cucchiaini lattine, bottiglie). Evidenziamo anche che nell’adiacente angolo tra Corso Giovanni XXIII e Via Ravegnani, le soglie dei negozi sfitti, sono ricoperte di rifiuti, con esalazioni nauseanti per effetto dei bisogni corporali espletati, e utilizzate quale dormitorio a cielo aperto per i disagiati di ogni genere.
Sporcizia, fetore (di cannabis e urina), spaccio della droga: l’incontrollato degrado ambientale è incompatibile con la vivibilità dei residenti, le attività e il transito dei passanti che dal mare percorrono la via per recarsi in centro e viceversa.
Nel luglio scorso, i residenti hanno segnalato anche per iscritto all’URP (Ufficio relazioni pubbliche) del Comune, il degrado difronte al Distributore Automatico; mentre il sottoscritto dal 2020 ad oggi, ha continuato a chiedere, con 4 interrogazioni consigliari al Sindaco, la chiusura del problematico distributore automatico nel Borgo Marina.
Un provvedimento di chiusura, già adottato dal Sindaco di Ravenna con Ordinanza del 04/02/2019, confermata dal TAR, che ha consentito la chiusura di un analogo distributore automatico nella zona della Stazione di Ravenna, per contrastare il degrado e favorire la riqualificazione dell’area.
I residenti del Borgo Marina, chiedono all’Amministrazione Comunale e al Prefetto urgenti interventi risolutivi, non si rassegnano a vivere nel Degrado ambientale e nell’insicurezza sociale.
Una “barriera” di cabine elettriche per la ricarica degli autobus, in area inedificabile, all’ingresso dell’Anfiteatro Romano.
20/08/2024
In Via Roma, dinnanzi all’ingresso dell’Anfiteatro Romano, è stata in queste settimane realizzata una “barriera” di cabine elettriche, alta circa 3 metri, lunga 20 metri, larga 4 metri, quale stazione di ricarica degli autobus elettrici del trasporto pubblico.
Tale manufatto ostruisce la visibilità dell’Anfiteatro Romano, del tutto incurante delle tutele che insistono sull’area archeologica. Prendiamo atto che l’Amministrazione non ha considerato quanto avevamo già precedentemente evidenziato in merito all’incompatibilità di tale impianto.
Fra l’altro, non è stato neanche tenuto presente che un’altra Stazione di ricarica elettrica degli autobus, approvata, verrà insediata nel vicino Piazzale Cesare Battisti della Stazione.
Dopo 50 giorni dall’interrogazione consigliare del sottoscritto (senza rispetto dei 10 giorni previsti dal Regolamento del Consiglio Comunale), l’Amministrazione Comunale, non ha neppure ancora risposto alla nostra richiesta di conoscere i verbali della Conferenza dei Servizi, con i pareri degli Enti coinvolti, che avrebbero autorizzato i lavori di Start Romagna: in particolare il parere della Soprintendenza.
Evidenziamo che si tratta di un’opera edilizia, con la costruzione di una platea di cemento armato, interrata di almeno 50 cm, nell’area archeologica inedificabile dell’Anfiteatro Romano (inedificabilità prevista da Piano Regolatore).
Colgo occasione di ricordare che nel 2001, nell’area dove oggi sono state realizzate le cabine elettriche, grazie alle interrogazioni e mozioni del sottoscritto, recepite dall’Amministrazione del Sindaco Ravaioli, era avvenuta la demolizione dell’Autolavaggio e della Stazione carburanti Esso, e l’acquisto dal Comune dei due terreni interessati, con la spesa di 280 milioni di lire: proprio funzionale a liberare l’ingresso e la vista dell’Anfiteatro Romano.
Contravvenendo a quanto era stato sbandierato in occasione della candidatura di Rimini a Capitale della cultura, questa Amministrazione Comunale non solo non persegue la valorizzazione del nostro Anfiteatro Romano, ma addirittura ne peggiora la visibilità e le condizioni.
Ricordiamo anche che non sono stati ancora effettuati i “sondaggi”, promessi dal Sindaco Sadegholvaad nel Consiglio Comunale del 23 febbraio 2023, al fine di verificare l’esistenza dei resti archeologici, utili per procedere alla riscoperta dell’intero Anfiteatro Romano.