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Ogni mercoledì e sabato mattina, banchetto in Piazza Tre Martiri (a fianco della statua di Giulio Cesare)

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Basta con la paralisi della viabilità! Basta con le sperimentazioni sulla pelle dei cittadini!

La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!

Sottoposto alla attenzione della Corte dei Conti il Lungomare Tintori: fatto e rifatto in pochi mesi!!
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Il lungomare più incompiuto del mondo!
   

 29/5/2021

A seguito del comunicato stampa dell’Amministrazione Comunale, dopo il confronto di ieri mattina, in Commissione Consigliare, con gli Assessori Roberta Frisoni e Jamil Sadegholvaad, sullo stato di realizzazione del Parco del Mare, ritengo necessario rendere noto quanto sostenuto.

Innanzitutto, il Lungomare di Rimini Sud, articolato in 9 tratti, vede la realizzazione di soli due tratti, peraltro non ancora completati: il Tratto 1 Lungomare “Tintori” Fellini-Kennedy e il Tratto 8 Lungomare Spadazzi di Miramare.

Gli altri 7 Tratti di Lungomare non hanno ancora registrato l’avvio lavori: 2 Kennedy-Tripoli, 3 Tripoli-Pascoli, 4 Pacoli-Firenze, 5 Firenze-Gondar, 6  Murri, 7 Marebello-Rivazzurra, 9 Spadazzi-Bolognese.

Per di più, il tratto 1 “Lungomare Tintori” e il tratto 8 Lungomare Spadazzi, registrano gravi ritardi, dovevano essere completati entro il 28/05/21; il lungomare di Rimini Nord doveva essere ultimato addirittura entro novembre 2020.

Tali ritardi comportano gravi ripercussioni sulle attività economiche turistiche, riscontrato che i cantieri saranno aperti anche durante questa seconda stagione balneare.

La giustificazione non può essere la pandemia Covid, in considerazione della “deroga” di Legge che ha consentito il proseguimento senza sosta di cantieri per opere di pubblica utilità; semmai i ritardi sono riconducibili alla Amministrazione Comunale nella consegna dei cantieri, avvenuta solo il 20/01/2021 e non alla fine della precedente stagione balneare!

In merito al tratto 1, Lungomare Tintori, dopo soli 6 mesi dall’inaugurazione, avvenuta nell’Agosto 2020, abbiamo tutti visto incredibilmente distruggere quanto realizzato: il prato sradicato, i camminamenti pedonali divelti, il terreno sventrato da nuovi scavi, per la collocazione della condotta fognaria dell’acquedotto.

In una logica di corretta ed efficiente gestione delle risorse pubbliche, i suddetti lavori avrebbero dovuto essere eseguiti sin dall’origine, evitando l’incremento dei costi e dei tempi di realizzazione delle opere (motivo per cui ho presentato esposto alla Corte dei Conti, per verificare il corretto impiego delle risorse pubbliche).

Permane inoltre il problema parcheggi, che l’attuale progetto non prevede, con la diminuzione di -164 posti auto nel tratto Fellini-Kennedy e di altri -300 posti auto nei tratti 2 e 3 (Kennedy-Tripoli e Tripoli-Pascoli).

Non abbiamo ricevuto risposte dall’Amministrazione sul parcheggio interrato di Piazzale Fellini (300 posti auto), che doveva esser realizzato nel corrente 2021 e che sembra finito nel dimenticatoio.

Il medesimo problema parcheggi riguarda Viserba, con l’impossibilità di raggiungere le attività economiche nel centro della frazione, vista la disponibilità di soli 40 posti auto a ridosso della ferrovia.

Inoltre, l’accessibilità a Viserba risulta compromessa dalla chiusura del passaggio a livello Via Morri-Via Polazzi, per la realizzazione del sottopasso ciclopedonale e dell’adiacente sottopasso per autoveicoli, anch’essi in grave ritardo e che verranno ultimati successivamente all’attuale stagione balneare.

Constatato che la spesa pubblica sostenuta è ingente e ammonta:
- a 9,9mln di euro, per il tratto 1 Lungomare Tintori;
- a 6,3mln di euro, per il Tratto 8 Lungomare Spadazzi;
- a 18mln di euro, per il lungomare di Rimini Nord;
a maggior ragione doveva essere salvaguardata l’accessibilità, la fruibilità alle attività economiche e alla spiaggia, i cantieri dovevano essere ultimati prima dell’inizio della stagione balneare e dovevano essere recepite le esigenze dei cittadini e degli operatori.

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La maggioranza Gnassi vota ancora NO alla valorizzazione dell’Anfiteatro romano.
   

 20/5/2021

E’ stata respinta nel Consiglio Comunale di ieri sera dal Sindaco Gnassi e dalla sua maggioranza consigliare la mia Mozione che chiedeva:

1)    La valorizzazione dell’Anfiteatro romano, un Bene Culturale “mortificato” da oltre 70 anni, che testimonia le origini e la storia della nostra città;

2)    L’individuazione di un’area adeguata per consentire il trasferimento del Ceis, insediato sull’area archeologica dell’Anfiteatro romano, salvaguardando il suo ruolo e la sua attività;

3)    L’attuazione delle previsioni urbanistiche del PSC-RUE, stabilite per l’area dell’Anfiteatro, con “il completamento degli scavi e la valorizzazione dei resti archeologici di epoca romana attraverso la demolizione degli edifici soprastanti”.  

Siamo ritornati indietro di 20 anni, rispetto al 27/7/2000, quando il Consiglio Comunale, Sindaco Ravaioli, approvò all’unanimità la precedente mia Mozione di trasferire l’Asilo Svizzero in un’altra area, per consentire la ripresa degli scavi e riportare alla luce la parte interrata dell’Anfiteatro.

Ricordo che l’Anfiteatro era stato riportato parzialmente alla luce con la campagna di scavi dal 1926 al 1939.

Non c’è ancora la volontà di riparare alla insipienza politica delle  Amministrazioni Comunali, che nel 1946, destinarono l’Anfiteatro a discarica di macerie urbane e successivamente vi costruirono sopra 13 capanne “provvisorie” dell’Asilo Svizzero (Ceis)

Su questa area demaniale e di interesse archeologico, tutelata dai vincoli del 1913 e del 1914 che “vietano qualsiasi costruzione”, le Amministrazioni Comunali hanno autorizzato, illegittimamente, anche fabbricati in muratura di 3 piani, con i pilastri di cemento armato gettati sopra i muri dell’Anfiteatro, a ridosso dei torrioni, delle mura romane e medievali.

Sono 30 anni che i nostri Amministratori pubblici hanno giustificato e detto di tutto per  la difesa politica del Ceis a scapito della valorizzazione e della  riscoperta dell’Anfiteatro:  “il Ceis non si tocca”, “sotto il Ceis non c’è nulla”, il Ceis non è trasferibile”.

Non è un caso che il Sindaco Gnassi, nei dieci anni di mandato, non abbia mai speso una parola sull’importanza storica dell’Anfiteatro, su questa testimonianza rilevante della storia romana di Rimini, come l’Arco di Augusto, il Ponte di Tiberio, la Domus del Chirurgo.  

Lo stesso Sindaco, è incoerente: propaganda il trasferimento del mercato da Piazza Malatesta, per rispetto verso Castel Sismondo e il Teatro e poi  vota, ripetutamente, contro il trasferimento del Ceis.

Riguardo all’Assessore Alla Cultura, Piscaglia, è contradittorio difendere il ruolo pedagogico del Ceis e opporsi al recupero di un Bene Culturale, come l’Anfiteatro romano.

Così l’Ass. all’Urbanistica-Edilizia, Frisoni, non può cercare, di   perpetuare le costruzioni “illegittime”, per il mancato rispetto dei vincoli di tutela dell’Anfiteatro; dovrebbe garantire e assecondare le previsioni dei Piani Urbanistici vigenti, approvati da lei, dal Sindaco e dalla sua maggioranza.

Ribadiamo che l’Anfiteatro e l’Asilo Svizzero sono due strutture inconciliabili, che il Ceis si può trasferire in un’area più adeguata dell’attuale, con la ricostruzione eco-compatibile del villaggio, per continuare la sua attività educativa, e per dare respiro a tutta l’area dell’Anfiteatro.  

La campagna di scavi per riportare alla luce la dimensione della struttura originaria del nostro Anfiteatro, con i suoi 2000 anni di storia, ampio quasi come il Colosseo, susciterebbe l’interesse mondiale e il richiamo turistico per la città.

Continua il mio impegno trentennale per la valorizzazione dell’Anfiteatro, iniziato nel 1994 con la richiesta di realizzare il percorso pedonale tra la Via Roma e Via Settimia, seguito nel 2000 dall’esposto contro la costruzione di un manufatto in cemento armato, uso palcoscenico, al centro dell’Anfiteatro, e nel 2001 dalla rimozione dell’autolavaggio e del Distributore Esso, sulla via Roma.

Le prossime elezioni comunali possono segnare una svolta per l’atteso recupero dell’Anfiteatro.

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L’interminabile Via Crucis della statua di Giulio Cesare.
   

 15.5.2021

L’Amministrazione Comunale ha annunciato il trasferimento della statua di Giulio Cesare, dall’omonima Caserma al Lapidario, nel cortile del Museo della città.

Continuano le peripezie della statua, iniziate il 20 Giugno 1945, quando venne smantellata dal sito sotto la Torre dell’Orologio, rimossa dalla Piazza   Giulio Cesare, trasportata dai Vigili del Fuoco in un capannone di Via Dario Campana e sepolta nel greto del Fiume Marecchia.

Dopo 8 anni, nel 1953, la statua casualmente riesumata, fu concessa dal Sindaco Ceccaroni, al Reggimento di Artiglieria di Rimini e installata all’ingresso della Caserma.

Sono 76 anni che la statua continua ad essere perseguitata dalla “damnatio memoriae”, per essere stata donata alla città di Rimini, dal Capo del Governo Benito Mussolini e da lui inaugurata il 10 Settembre 1933.

L’Amministrazione Comunale ha ignorato completamente la richiesta di cittadini, associazioni, da noi ripetuta con mozioni e interrogazioni consigliari, dal 1987 fino all’ultima di giovedì sera, di porre veramente fine alla via Crucis della statua con il suo ritorno nella piazza originaria, per rispetto verso la storia della nostra città.

Infatti, la statua era stata installata al centro di Piazza Giulio Cesare, proprio per rievocare l’eccezionale fatto storico qui avvenuto, nel 49 A.C.: nell’allora Foro di Rimini, Giulio Cesare tenne il discorso ai suoi legionari, dopo aver varcato il Rubicone e pronunciato la storica frase “il dado è tratto-alea iacta est”, per marciare alla conquista di Roma e fondare l’Impero romano.  

Una pagina importante ed unica della storia della nostra città che non è stata valorizzata del dopoguerra.

L’unico momento di attenzione è stato quello del Sindaco Giuseppe Chicchi che deliberò il 27/02/1996 di collocare la statua di Giulio Cesare, copia di quella nella Caserma, in Piazza Tre Martiri, davanti al Credito Italiano, grazie all’iniziativa del Rotary Club di Rimini e della Cassa Rurale San Gaudenzo, che sostennero le spese della Fonderia.

L’Amministrazione Gnassi, in dieci anni, nonostante le nostre continue richieste, a dimostrazione del poco interesse, non ha neppure restaurato il basamento di bronzo della copia della statua, con le lamiere distaccate e rattoppate dai cittadini con “scotch” e tanto meno ha attuato la sua collocazione in un luogo più adeguato della piazza.

Ora, la stessa Amministrazione, con l’alibi della Soprintendenza, annuncia il trasferimento della statua di Giulio Cesare dalla Caserma omonima al Lapidario romano, nella Corte interna del Museo Comunale, per non riportare la statua di Giulio Cesare, in Piazza Tre Martiri.   

Non si può continuare a sottrarre alla vista dei cittadini la statua di Giulio Cesare, dopo che è stata 8 anni sepolta nel fango sottoterra, 68 anni segregata nella Caserma, per poi nasconderla nel cortile del Museo.

Non è in questo modo che può avvenire la riconsegna alla città della statua, non vengono valorizzate: l’importanza del monumento, le radici della storia millenaria e la nostra identità.

Non si può sfrattare a vita dalla Piazza la statua storica del 1933, che merita di sostituire per ragioni storiche e artistiche la sua copia recente del 1996.

Poiché l’Amministrazione Comunale ha coinvolto la Soprintendenza per lo spostamento della statua, ho chiesto con urgenza copia della corrispondenza intercorsa, per conoscere le richieste e le valutazioni formulate.

Continua la nostra battaglia per il ritorno della statua storica di Giulio Cesare in Piazza Tre Martiri!

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Ex nuova Questura, un altro Centro Commerciale ? La miopia della Amministrazione Comunale !
   

 13.5.2021

E’ stata venduta all’asta per 4 milioni di euro al gruppo Conad l’immobile abbandonato, costruito per ospitare la nuova Questura di Rimini.

Avevo proposto nell’ottobre scorso, con un emendamento al DUP (Documento Unico di Programmazione), che l’Amministrazione Comunale acquistasse l’immobile, con una superficie di 23.000 mq e un ampio parcheggio, per realiuzzare la Sede Unica degli Uffici Comunali.

Infatti, il Comune spende per gli affitti circa 2 milioni di euro annui: un  milione di euro solo per la locazione dell’immobile di Via Rosaspina, ed un  altro milione per altri immobili affittati sparsi nella città.  

Per l’acquisto dell’immobile, nella procedura fallimentare, il Comune poteva vantare il credito di 7 milioni di euro, mentre per le spese di ristrutturazione poteva contrarre un mutuo da rimborsare con i 2 milioni di affitti annui risparmiati.

Era un’operazione razionale che riuniva in una Sede Unica gli uffici comunali e  conveniente  per il bilancio comunale che capitalizzava i  milioni di euro  spesi in affitti passivi.

Ora, passate le prossime elezioni, il rischio è l’apertura di un altro Centro  Commerciale a discapito delle attività del Centro Storico e dei negozi di vicinato in generale, già in difficoltà.

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L’Amministrazione Comunale spende 12 milioni di euro per il Museo Fellini ma non trova 320.000 euro per il restauro del Sipario storico del Teatro.
   

 6.5.2021

Nella Commissione Bilancio di martedì scorso, fra le “collaborazioni autonome programmate per l’anno 2021”, ho chiesto informazioni sul restauro del Sipario  storico del Teatro Galli-Progetto Art Bonus, spesa prevista 320.000 euro.

Significa che, per il restauro del Sipario ottocentesco e originario del Teatro, l’Amministrazione Comunale aspetta di reperire i finanziamenti privati dai cittadini.

Mentre spende 12 milioni di euro di finanziamenti statali per il Museo Fellini, di cui 6.360.000 euro allestimenti e installazioni, 900.000 euro giardino del Castello, 665.000 euro accesso a Castel Sismondo, 1.075.000 euro connessioni urbane, 3.000.000 euro piazza Malatesta.

Ad oltre due anni dall’inaugurazione del Teatro, avvenuta il 28 ottobre 2018, a tutt’oggi non è ancora stato avviato il restauro dello storico Sipario del Teatro raffigurante “Cesare al passaggio del Rubicone”, (tempera su tela di metri 17,70x11,30), opera di Francesco Coghetti (Bergamo 1802-Roma 1875), il  pittore all’epoca più noto a Roma, chiamato dal Poletti a Rimini  per dipingere  il tema scelto del sipario.

E’un’opera di alto valore artistico e spettacolare:“è notte, Cesare a cavallo, si appresta a dare il comando alle sue truppe di attraversare il Rubicone, entrando così in territorio romano alla testa di un esercito di armati. In cielo appare luminosa la dea Roma, che ricorda al condottiero la gravità del gesto e investe della sua luce uomini e cavalli che rimangono sorpresi e spaventati. Ma Cesare, saldo in sella al suo destriero impennato, è fermo nel suo proposito”.

Tra i sipari storici, quello del Teatro di Rimini, è uno dei più pregiati e preziosi, era ammirato dal pubblico in sala fino all’ultimo istante prima dell’opera.

Già il 2 dicembre 1937 il Consiglio Comunale di Rimini deliberò Il primo restauro del sipario del Teatro Comunale Vittorio Emanuele II, “dato lo scrostamento, sempre più vasto e di sempre più difficile ripresa, delle vernici e dei colori”, affidato al Prof. Enrico Panzini, riminese, che aveva restaurato dipinti della Pinacoteca civica.

Va ricordato che il sipario fu salvato dalle distruzioni della guerra per merito del custode del Teatro, Aldo Martinini, che lo trasportò precauzionalmente a San Marino.

Nel dopoguerra, è rimasto abbandonato per decenni, arrotolato e cosparso di borotalco, nel salone del Palazzo dell’Arengo, infine nei depositi comunali di Via della Gazzella.

A seguito di una nostra interrogazione del 12.11.2019, sappiamo che il sipario storico si trova ancora nei depositi comunali, per cui chiedo che venga attuato al più presto il recupero dal degrado e il restauro per la sua ricollocazione e valorizzazione all’interno del Teatro.   

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Basta annunci! Sollecitiamo la realizzazione dei sottopassi “Grattacielo”, “Stazione”, “Parco Ausa”.
   

 3.5.2021

Il Protocollo Tecnico d’Intesa sottoscritto il 15.5.2019 tra il Comune di Rimini e Rete Ferroviaria Italiana, prevedeva l’esecuzione di una serie di “interventi di prima fase” per migliorare, da subito, l’accessibilità alla Stazione e il superamento della barriera ferroviaria.  

I suddetti interventi in ambito Stazione, riguardavano:
1) la ristrutturazione del sottopassaggio del “Grattacielo”;
2) il prolungamento del sottopassaggio centrale della Stazione, con apertura lato mare;
3) la  costruzione del nuovo sottopassaggio “Parco Ausa”.

Come risulta dai documenti, la progettazione degli interventi, a carico di RFI, doveva avvenire entro la fine del 2019 e l’avvio dei cantieri di realizzazione, sempre a carico di RFI, nel 2020.

Però, dopo gli annunci, non sappiamo più quando partiranno effettivamente i lavori, essendo rimaste senza risposta le  nostre domande con l’interrogazione consigliare di giovedì scorso.

Non è partito quello che sembrava il primo immediato intervento nel sottopassaggio del “Grattacielo”, che collega il Centro Storico e la Stazione alla Marina Centro, dove transitano ogni giorno migliaia di persone, cittadini e turisti.

E’ dal 2001 che chiedo ripetutamente all’Amministrazione Comunale la  urgente e necessaria ristrutturazione funzionale del sottopassaggio con l’abbattimento delle barriere architettoniche, per rispetto delle leggi e delle persone, in quanto:

•    gli scivoli esistenti, realizzati 50 anni orsono, causa la loro ristrettezza ed eccessiva pendenza, non possono essere usati dalle carrozzelle dei disabili e creano difficoltà per i passeggini dei bambini;

•    i disabili sono costretti ad un percorso alternativo e discriminatorio,  transitando sui marciapiedi di viale Graziani, sotto il Ponte della Ferrovia, e di viale Rodi con la pavimentazione a “grigliati” sconnessa dalle radici degli alberi;

•    La realizzazione dell’intervento costituirebbe, finalmente, un segnale concreto di accoglienza e promozione dell’immagine di Rimini, nel principale sottopassaggio della città.

E’ sopraggiunto il silenzio sull’importante progetto per l’apertura a mare della Stazione Ferroviaria con il prolungamento del sottopassaggio centrale  fino all’ex Piazzale Carso, oggi Giardino Vittime delle Foibe, per raggiungere direttamente la Marina e dalla Marina arrivare nel Centro Storico.  

L’intervento era già stato proposto 12 anni fa con la Mozione del sottoscritto approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale il 19.3.2009, con il seguente dispositivo :
“…il prolungamento del sottopassaggio, con l’apertura a mare della Stazione, consentirebbe agli utenti ferroviari di raggiungere direttamente la Marina Centro e ai cittadini della zona mare di arrivare nel Centro Storico; la soluzione del doppio accesso in Stazione è già stata realizzata a Bologna e Cesena.”

Inoltre, non è noto se e quando si concretizzerà l’ipotesi progettuale del nuovo sottopasso ciclo-pedonale “Parco Ausa”, a fianco di quello esistente, con una larghezza più ampia (5 metri)  più agevole e sicuro, il cui avvio lavori era previsto nel 2020.

Continueremo a vigilare e sollecitare l’Amministrazione Comunale affinchè questi progetti non restino solo sulla carta, ma diventino realtà.    
                                                       


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Il divieto di assembramenti deve essere uguale per tutti!
   
17/04/2021
 
E’ iniziato martedì 13 Aprile per i Mussulmani, il mese del Ramadan che durerà fino al 12 Maggio.

L’accesso alle Moschee, come per gli altri luoghi di culto, deve avvenire nel rispetto di protocolli, tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire, ai frequentatori, la possibilità di rispettare le distanze di almeno un metro.

Considerato quello che vediamo, non sembra che questo avvenga nella Moschea di Corso Giovanni XXIII, nel Borgo Marina, insediata nel 2004 in una casetta accatastata ad uso ufficio, ma utilizzata come luogo di culto, tutti i venerdì della settimana dalle ore 12 alle 14 e nel mese del Ramadan.

Il suddetto immobile è piccolo, inadeguato a contenere le centinaia di persone che vi accedono da ogni parte della città, con i conseguenti assembramenti sui marciapiedi.

L’Amministrazione Comunale, non interviene, come altrove, per evitare gli assembramenti e prevenire il sovraffollamento; sarebbe necessario, soprattutto in questo periodo, il trasferimento della Moschea in un immobile adeguato, come sostengo invano da un decennio, con ripetuti interventi in Consiglio Comunale.

Proprio poche settimane fa, con l’approvazione definitiva del Rue, avevo sottolineato come fosse paradossale, in questo contesto, che il Sindaco e l’Amministrazione, avessero abrogato, le norme di carattere igienico sanitario per i luoghi di culto, come le Moschee, che prevedevano:
-la superficie minima dei locali di 200 mq;
-l’altezza minima di 4,50 metri;
-l’aumento del rapporto aerante minimo di 1/6;
Norme necessarie a disciplinare e contrastare il sovraffollamento e la salvaguardia della salute pubblica.

Mi rivolgo, pertanto, pubblicamente al Prefetto, perché vengano fatte rispettare le Ordinanze del Ministero della Salute e i protocolli di contrasto alla diffusione del Covid 19, nei confronti di quei luoghi di culto che continuano le attività senza le dovute tutele.

Il divieto di assembramenti deve essere uguale per tutti!


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Ritardi nell’ampliamento del Parcheggio Scarpetti per le inadempienze dell’Amministrazione Comunale.
   

10.4.2021

L’Amministrazione Comunale non è in grado di rispondere quando  inizieranno i lavori del Nuovo Parcheggio Scarpetti.

E’ rimasta,ancora, senza risposta l’interrogazione consigliare al Sindaco di giovedì  sera, come la precedente del 19.11.2020.

La Convenzione stipulata il 26.5.2011 tra il Comune di Rimini e la Società Parking Gest Srl, prevedeva la realizzazione, con la procedura del Project Financing, su aree di proprietà comunale, del Parcheggio di Via Italo Flori e del Parcheggio Scarpetti.  

Il Parcheggio Italo Flori è stato inaugurato nel Febbraio 2014 con 245 posti auto a rotazione (+72 rispetto ai precedenti 173).

Invece, il Parcheggio Scarpetti, in origine di 4 piani (2 piani interrati, piano terra e primo piano), ridimensionato nel 2013 da Arpa, per l’impatto ambientale, a 2 piani (piano terra e primo piano), dopo 8 anni non è ancora stato realizzato.    

Il grave ritardo è conseguente la mancata redazione da parte della Amministrazione Comunale del Piano-Sosta nelle aree adiacenti i due Parcheggi “Flori” e “Scarpetti”, che doveva avvenire entro due anni dalla firma della Convenzione del 26.5.2011.  

Come scritto nella Convenzione, il Piano-Sosta comportava il “divieto della sosta nelle  vie delimitanti la suddetta area”, “consentita solo ai residenti e ai titolari di attività della zona” per “consentire l’adeguata remunerazione” degli investimenti nella realizzazione dei due parcheggi ( circa 8 milioni di euro ciascuno).

Dopo 7 anni dalla inaugurazione del Parcheggio “Flori”, l’Amministrazione Comunale non ha ancora redatto il suddetto Piano-Sosta, condizione che impedisce di procedere con l’ampliamento del Nuovo Parcheggio Scarpetti  fino a 520 posti auto.

Considerato che con i lavori di riqualificazione attorno a Castel Sismondo e in Piazza Malatesta, sono stati eliminati 450 posti auto, ho sollecitato, nuovamente, l’Amministrazione Comunale ad adottare i provvedimenti urgenti che consentano di “sbloccare” la realizzazione del Parcheggio “Scarpetti”.

Si tratta del Parcheggio più grande, necessario, per agevolare l’accessibilità al Centro Storico e consentire la sopravvivenza delle attività economiche, dinnanzi alla concorrenza dei centri commerciali e del commercio elettronico, e alle gravi conseguenze della pandemia.    

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SICUREZZA: spaccio di droga nel Borgo Marina, ho richiesto provvedimenti!
   

02/04/2021

Un anno fa, l’apertura  nel Borgo Marina, in Corso Giovanni XXIII°, di un Distributore Automatico di caffè, acqua, birre fresche in lattina e altre bevande, in un piccolo locale privo della presenza di responsabili.

Avevo espresso, in Consiglio Comunale, la preoccupazione per l’insediamento di tale attività, aperta giorno e notte, in un luogo con la perdurante presenza degli spacciatori di droga, di aggravare i problemi di ordine pubblico, di insicurezza sociale, di degrado.

Infatti, il Distributore Automatico sta diventando punto di riferimento degli spacciatori di droga e ritrovo degli “irregolari” della vicina area Stazione.

Per questo, con l’interrogazione consigliare di ieri sera, ho chiesto all’Amministrazione Comunale di adottare i provvedimenti per contrastare lo spaccio della droga nel Borgo Marina.

Il Sindaco, per ragioni di ordine pubblico e di vivibilità urbana, disponga  la chiusura del suddetto Distributore Automatico nel Borgo Marina, come già effettuato dal Sindaco di Ravenna con  l’Ordinanza del 4.2.2019 ( legittimata dal Tar dell’Emilia Romagna) sul divieto di installazione di un analogo Distributore Automatico nella zona della Stazione di Ravenna, per prevenire il degrado.

Il Sindaco richiami l’attenzione del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza sull’aggravarsi dello spaccio della droga nel Borgo Marina (in  Corso Giovanni XXIII°, Via Mameli, Via Vittime Civili) e attivi tutte le azioni di contrasto con l’impiego della Polizia Locale in coordinamento con le Forze dell’Ordine.

Nel Borgo Marina sia utilizzata ed adeguata la video sorveglianza, con telecamere ad “occhio fisso”, per riprendere e registrare lo spaccio della droga e degli spacciatori.

Vengano impiegate le unità cinofile, costituite nel 2018 (attuando dopo 4 anni la proposta del sottoscritto nel 2013), addestrate per individuare gli “spacciatori” e trovare le sostanze stupefacenti.

Inoltre, l’Amministrazione Comunale costituisca un apposito NUCLEO ANTIDROGA della Polizia Locale, specializzato, per condurre una efficace lotta alla droga nel Borgo Marina e in tutto il Comune di Rimini.

Dinnanzi alla diffusione preoccupante della droga (cocaina, cannabis, eroina) che è diventata una vera e propria calamità nella nostra città, l’Amministrazione Comunale dovrebbe promuovere campagne di informazione, sui danni irreversibili provocati dal consumo della droga alla salute delle persone, dai giovanissimi agli adulti, con i relativi costi sociali.
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RUE: sbagliato eliminare le norme igienico-sanitarie contro gli assembramenti nelle moschee
   
25/03/2021
 
In occasione dell’approvazione definitiva della Variante al RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio), l’Amministrazione Comunale ha incredibilmente abrogato d’ufficio le “Norme integrative di carattere igienico sanitario”.

La conseguenza è un inspiegabile vuoto normativo con immediate ripercussioni sull’attività edilizia del territorio e in particolare sui luoghi di culto come le Moschee.

Infatti, inspiegabilmente, le Moschee che aggregano parecchie persone e nelle quali si genera sovraffollamento, continuano le attività senza le dovute tutele (no agli assembramenti), visto anche il periodo contingente che stiamo vivendo, in spregio alle modalità di conduzione di tutte le altre confessioni religiose.

Al riguardo, sottolineo la sconcertante e incoerente risposta dell’Ass. Frisoni alla mia interrogazione consigliare di giovedì scorso, sull’abrogazione dell’art. 127 del RUE con le prescrizioni per contrastare il sovraffollamento e gli assembramenti.

Infatti, l’Assessore sostiene, che le norme relative ai luoghi di culto, come le Moschee, prima adottate con la Variante del 2018 al RUE, ed ora abrogate, che prevedevano la superficie minima dei locali di mq. 200, l’altezza minima di metri 4,50, il rapporto aerante minimo di 1/6, non sarebbero di competenza della “disciplina igienico-sanitaria di natura edilizio urbanistica”.    

Una normativa che avevo chiesto ripetutamente, visto l’insediamento dal 2004 della Moschea di Corso Giovanni XXIII° in una “casetta”, destinata catastalmente ad uso ufficio
, ma utilizzata come luogo di culto, tutti i venerdi della settimana dalle ore 12 alle 14 e nel mese del “ramadam”.

Il suddetto piccolo immobile è inadeguato a contenere le centinaia di persone all’interno che vi accedono da ogni parte della città, con i conseguenti assembramenti sui marciapiedi, strade, e senza l’ausilio di parcheggi per auto, moto, cicli.

L’Amministrazione Comunale, dovrebbe, come altrove, prevenire gli assembramenti nella Moschea di Borgo Marina, e chiedere il suo trasferimento in un immobile adeguato.

Infatti i DPCM emessi e le Ordinanze regionali, di contrasto alla diffusione del Covid 19, in zona rossa, prevedono di potersi recare ai luoghi di culto, sempre evitando gli assembramenti e rispettando le distanze dalle altre persone di almeno un metro. 
 

Inoltre, faccio notare, che immediatamente dopo l’approvazione definitiva della Variante al RUE, in ogni condominio di Rimini, tutte le unità immobiliari fino a 99 mq potranno essere utilizzate come luoghi di culto, attraverso un uso improprio dei Centri Culturali, consentiti dal RUE, a causa dell’abrogazione delle specifiche Norme Igieniche.

Per questo non doveva essere abrogato l’art.127 del RUE, per di più senza la contestuale sostituzione con un Regolamento d’Igiene di cui il Comune di Rimini è mancante dal 1973!
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