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Procedere con l’eliminazione dell’ex kebab dei Giardini della Stazione
31.10.2018
La Polizia di Stato ha effettuato, la scorsa settimana, un “ blitz” nell’ex kebab dei Giardini della Stazione in Viale Cesare Battisti, diventato la centrale dello spaccio di cocaina ed eroina da parte di immigrati irregolari nordafricani e un locale degradato in condizioni igienico sanitarie preoccupanti, cosparso da rifiuti di ogni genere.
Il suddetto Kebab, base logistica degli spacciatori di droga, di malavitosi, rappresenta un problema di ordine pubblico, di sicurezza, di igiene pubblica a 50 metri dall’ingresso della Stazione e all’ingresso della città, pericoloso, non solo nelle ore notturne, per il passaggio antistante dei cittadini e turisti e con una brutta immagine per la città.
Ricordo che il suddetto locale è stato costruito abusivamente negli anni ‘60 su un’area di proprietà delle Ferrovie dello Stato e in minima parte del Comune, in quanto l’unica concessione edilizia era stata rilasciata nel 1948 per l’installazione di un chiosco ”frutta” in posizione totalmente diversa antistante l’entrata della Stazione Ferroviaria.
Le Ferrovie dello Stato hanno revocato il 13.2.2017 la concessione al gestore con scadenza al 30.6.2018 per inadempienze contrattuali e il Comune di Rimini ha revocato il 17.7.2017 l’autorizzazione comunale alla somministrazione di alimenti e bevande per abusi edilizi.
Il ricorso della proprietaria del locale per l’annullamento dei provvedimenti emessi dal Comune di Rimini è stato respinto dal TAR dell’Emilia Romagna il 31.5.2018.
Alla luce di queste irregolarità edilizie ma soprattutto per eliminare questa preoccupante situazione di illegalità, ho sollecitato, ieri sera, con una interrogazione consigliare l’intervento del Sindaco.
Il Sindaco deve chiedere al Prefetto la convocazione del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza per attivare urgentemente la demolizione dell’ex Kebab sulla base delle ragioni di ordine pubblico, sicurezza, igiene pubblica, evidenziate dalla Questura di Rimini.
La suddetta demolizione è fondamentale per liberare i Giardini della Stazione dallo stato di illegalità, insicurezza, degrado, che si estende nelle vicine aree urbane. Per le stesse ragioni è da rimuovere anche la vasca d’acqua rettangolare punto di incontro degli “irregolari” e utilizzata per i loro servizi igienici (lavandino, pediluvio, bidè, lavapanni);
Contestualmente deve essere potenziata la video sorveglianza sull’intera area dei Giardini della Stazione per consentire un controllo continuo e più ampio.
Alla porta di ingresso di Rimini non è più tollerabile il kebab con lo spaccio della droga, l’insicurezza e il degrado.
Il Triangolone SI …Ma ai soldi delle Concessioni, Non al Parco del Mare !
28.10.2018
Il Comune di Rimini in data 18.5.2017 è entrato pienamente nel possesso giuridico dell’area “ Marina Centro”, il cosiddetto “Triangolone”, compresa tra Il Viale Cristoforo Colombo, Lungomare Tintori, Largo Boscovich, Piazzale Fellini.
Dopo un anno e mezzo dal trasferimento della proprietà dallo Stato al Comune, tanto sollecitata dal Sindaco Gnassi, però, l ’Amministrazione Comunale si è limitata alla determinazione dei canoni per 395.568 euro annui e al rinnovo delle Concessioni demaniali per tre anni sino al 31.12.2020.
La tanta propagandata riqualificazione è stata completamente dimenticata anche se riguarda lo storico e principale tratto del Lungomare dalla rotonda del Grand Hote al Piazzale Boscovich.
Non è stata indetto neanche il Bando per la presentazione delle “manifestazioni di Interesse” da parte degli operatori assecondando il cosiddetto Progetto Parco del Mare.
La riqualificazione dell’area è rinviata, dopo la scadenza delle Concessioni, al 2021.
Con questi ritardi, come ho fatto presente con l’interrogazione consigliare di ieri sera, dopo tre anni dal trasferimento dell’area dallo Stato, senza utilizzo del Comune, vi è il rischio che la stessa area rientri nella proprietà dello Stato.
Non si può perdere più altro tempo e visto il paralizzante progetto del Parco del Mare, è meglio indire subito un Concorso internazionale di idee per un progetto di riqualificazione urbana e architettonica dell’area di Marina Centro” che valorizzi la vista del mare e della spiaggia.
Il Nuovo Parco del Mare: una “sardina” da 193.000 euro !
18.10.2018
Visto che l’inizio lavori è stato rinviato alla primavera 2019, con l’interrogazione consigliare di ieri sera ho chiesto notizie sullo stato di attuazione del Parco del Mare.
Sono trascorsi un anno dall’assegnazione dell’incarico e 10 mesi dai tempi di consegna ma non è stato ancora reso pubblico il progetto Parco del Mare dello Studio Miralles Tagliabue.
Ho chiesto, l’altro ieri, al Dirigente Responsabile dell’Ufficio di Pianificazione Urbanistica del Comune di Rimini di conoscere il progetto consegnato ma non mi è stato consentito la visione e l’Accesso agli Atti nonostante la spesa pubblica di 193.000 euro dalla Amministrazione Comunale per la sua redazione.
Nessuna risposta sul perché il progetto viene tenuto nascosto e alla domanda di renderlo pubblico con un nuovo “ rendering” in Piazza Cavour come avvenuto per due anni nel 2016-2017 con il precedente progetto del Sindaco Gnassi.
Riguardo i lavori dei tre lotti da avviare con la prossima primavera “ Parco Fellini”, “Lungomare Fellini-Kennedy”,”Lungomare Spadazzi”, considerate le tempistiche tecniche “ per la redazione del progetto esecutivo 6 mesi, per la gara d’appalto e contratto 6-8 mesi, per l’esecuzione dei lavori 10-12 mesi, non saranno realisticamente ultimati entro il 31.12.2019 con il pericolo di perdere il finanziamento regionale di 2.850.000 euro. ”
Sono ancora da ultimare le ”negoziazioni” per la vendita del suolo pubblico del lungomare ai privati e manca la trasparenza sui progetti che verranno da loro realizzati ( negozi, bar, ristoranti, appartamenti, ecc.).
Non valeva la pena spendere 193.000 per il progetto Miralles Tagliabue che riproporrebbe quasi totalmente l’iniziale progetto del Parco del Mare con le solite dune artificiali di cemento armato, caratterizzate ora dalla forma a “ sardina “ che continuano ad impedire la vista del mare.
Le modalità di realizzazione, porteranno ad un “mezzo lungomare”, spettando al Comune l’opera pubblica con il verde e lasciando ai privati i campi di intervento per i loro progetti e opere.
La riqualifichiamo del Lungomare di Rimini Sud ( i 9 tratti) non la vedremo neanche in questo mandato del Sindaco.
La Soprintendenza revochi l’autorizzazione all’obelisco sull’Arco di Augusto!
12.10.2018
Sono ritornato con l’interrogazione al Sindaco nel Consiglio Comunale di ieri sera sullo spostamento dell’obelisco sovrastante l’Arco di Augusto.
L’A.C. chieda alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici la revoca dell’autorizzazione provvisoria di 1 anno rilasciata a Wind il 21 Marzo 2018, concessa in via sperimentale, per valutare gli effetti visivi dell’enorme “cilindro” che ha mascherato il preesistente antennone e peggiorato l’impatto sull’Arco di Augusto, sostenendo lo spostamento dell’antenna come unica soluzione.
Viste le risposte alle mie interrogazioni del 2001 e 2004, l’Amministrazione Comunale solleciti il gestore a dare seguito alla lettera nel Febbraio 2001 dell’allora Assessore all’Ambiente Ing. Ariano Mantuano di “spostare l’antenna entro tre anni dal sito Arco d’Augusto per opportunità paesaggistiche”.
Ricordi a Wind la disponibilità espressa all’Ass. Mantuano nell’Aprile 2004 di “essere alla ricerca di nuovi siti per eliminare l’antenna sopra le Poste e in vicinanza dell’Arco”.
Ribadisca la richiesta dello spostamento dell’antenna nel contesto delle autorizzazioni richieste da Wind per nuove installazioni.
Infine, il Regolamento Comunale per il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti per la telefonia mobile” approvato dal Consiglio Comunale il 18.3.2010 sia adeguato e aggiornato con la sopravvenuta legislazione nazionale e regionale per salvaguardare i siti della città di interesse storico, ambientale, paesaggistico.
E’ stato installato sul tetto dell’edificio delle Poste Centrali di Rimini un vistoso “obelisco” per la telefonia cellulare, che ha “mascherato” il precedente “antennone”, peggiorando ancora di più l’impatto visivo sull’Arco d’Augusto.
L’immagine dell’Arco d’Augusto, simbolo monumentale di Rimini, è condizionata dalla presenza di questa invadente mega antenna.
Avevo già sollevato con una interrogazione consigliare il 25 Gennaio 2001, poi ripresa nel 2004, il problema di questo ripetitore, senza rispetto per uno dei principali Beni Culturali che caratterizza la Storia della nostra Città.
Non essendoci la “minimizzazione dell’impatto visivo”, è incomprensibile come la Soprintendenza ai Beni Culturali e Paesaggistici abbia potuto dare il parere favorevole a questa forma e dimensione dell’impianto in questo contesto monumentale.
Il “Regolamento Comunale per il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti per la telefonia Mobile” approvato nel 2010, sarebbe superato da una Legge successiva e permissiva.
Per lo spostamento opportuno della antenna da sopra l’edificio delle Poste, purtroppo, non bastano le ragioni di interesse storico, ambientale, paesaggistico.
Comunque, il Comune deve sollecitare al Gestore questa soluzione nel contesto delle autorizzazioni richieste per nuove installazioni.
Condotta fognaria con il “Microtunneling” per salvare 100 alberi e l’identità dei Parchi Cervi, Bondi, Fabbri.
27.09.2018
Il sottoscritto Consigliere Comunale Gioenzo Renzi,
preso atto
che la realizzazione del collettore fognario PSBO Dorsale Sud 3°Stralcio prevede la posa di una condotta di 80 cm. con lo “scavo a cielo aperto” all’interno e lungo i parchi Cervi, Bondi e Fabbri;
che la Relazione Agronomica evidenzia il pesante impatto di questo intervento, secondo il tracciato approvato, sulle essenze arboree dei tre Parchi con l’abbattimento sicuro di 74 piante e il rischio per altre 57 piante che dovrà essere valutato, caso per caso, con il metodo VTA da un tecnico agronomo, durante l’esecuzione dei lavori in prossimità degli apparati radicali. Rilevato
che la Conferenza dei Servizi a cui hanno partecipato i soggetti pubblici interessati ( Atersir, Provincia, Comune di Rimini ecc.) ha approvato l’11.4.2017 il suddetto progetto definitivo elaborato da Hera;
che la Provincia nel parere scritto emesso il 7.4.2017 su questo progetto aveva espresso “ la necessità di modificare il tracciato, utilizzando il sedime delle strade adiacenti ai Parchi o del percorso ciclo pedonale del loro attraversamento per eliminare o ridurre gli abbattimenti degli alberi esistenti, molti dei quali di diametro superiore ai 40 cm. anche di pregio e meritevoli di salvaguardia “
che la Conferenza dei Servizi non ha accolto le suddette proposte della Provincia per le ripercussioni sul traffico, sulla fruibilità del percorso ciclo-pedonale, la presenza dei sottoservizi con significativi aumenti di costo;
che l’Ufficio Verde del Comune ha rilasciato il 26.3.2018 l’autorizzazione ad Hera di abbattere 74 alberature, mentre altre 57 alberature saranno soggette a verifiche di stabilità, con la previsione di 90 ripiantumazioni;
ricordato
che le opere sono previste nel Piano degli Investimenti di Atersir e sono finanziate sulla Tariffa del Servizio Idrico Integrato pagata dai cittadini utenti; ribadita
la contrarietà del sottoscritto con l’interrogazione consigliare del 19 Luglio scorso alle suddette modalità di realizzazione della condotta che comporta l’abbattimento di un centinaio di alberi, da un minimo di 74 ad un massimo di 131 e visto anche l’appello di questi giorni al Sindaco dalle Associazioni Ambientaliste contro la “strage di alberi” ;
chiede
se la condotta fognaria lungo i Parchi Cervi, Bondi, Fabbri, invece del devastante scavo a cielo aperto, non debba essere realizzata con la tecnica specialistica di perforazione del “ microtunnelling” ad una profondità di sicurezza per non interferire minimamente con l’apparato radicale delle alberature esistenti;
per le seguenti ragioni:
1. la soluzione del “microtunnelling” salvaguarda le alberature sovrastanti e nelle aree adiacenti e rispetta l’integrità dei Parchi;
2. la modalità tecnica del “microtunneling” evita di snaturare l’immagine esistente dei Parchi con gli abbattimenti e le ripiantumazioni delle nuove alberature peraltro “condizionate” nelle ridotte aree di pertinenza;
3. la tecnica del “microtunnelling”, fra l’altro, è stata approvata per consentire alla condotta di superare il Deviatore Ausa e la Strada Statale 16 ed è già stata utilizzata per collocare “ il tubone” per un tratto di circa 1.200 metri sotto la Via Roma, dall’Ospedale al nuovo Sovrapasso pedonale del Parco Cervi( mentre la lunghezza di attraversamento dei tre Parchi è di 1/3, circa 400 metri).
Vietare il consumo di bevande alcoliche sul suolo pubblico. Un passo in avanti !
12.09.2018
Questa mattina, la Prima Commissione Consiliare ha esaminato la mia Mozione “Modifiche al Regolamento di Polizia Urbana: divieto di consumo sul suolo pubblico di bevande di qualsiasi gradazione alcolica”.
Il divieto di consumo delle bevande alcoliche di qualsiasi gradazione sul suolo pubblico, è ormai la regola nei Paesi del Nord Europa ed è sempre più adottato nelle città italiane.
Il Regolamento di Polizia Urbana del Comune di Rimini ora vieta di “assumere bevande con contenuto alcolico superiore ai 21 gradi alcolici effettuata in luogo pubblico”, pertanto, si limita a vietare solo il consumo dei superalcolici (oltre i 21 gradi) sul suolo pubblico.
La mia proposta è di modificare il Regolamento di Polizia Urbana con i seguenti emendamenti:
1) E’ vietato consumare bevande di qualsiasi gradazione alcolica sul suolo pubblico, se non nelle pertinenze di bar, locali, luoghi di somministrazione, o aree pubbliche autorizzate da parte della Amministrazione Comunale( Sanzione da euro 100 a euro 600);
2) Il consumo di bevande alcoliche sul suolo pubblico potrà essere autorizzato, in deroga, solo in occasione di iniziative e manifestazioni particolari di interesse collettivo, individuate dalla Giunta Comunale, sempre nel rispetto della vivibilità degli spazi pubblici e del consumo responsabile.
Si tratta di adeguare e aggiornare il Regolamento per contrastare i comportamenti, sempre più diffusi, di consumare le bevande alcoliche di qualsiasi gradazione sul suolo pubblico di vie, piazze, marciapiedi, nei pressi di minimarket, o esercizi pubblici che vendono e somministrano tali bevande.
Le occupazioni del suolo pubblico da parte di persone “col bicchiere o la bottiglia in mano” o che “bivaccano” alimentano una immagine diseducativa, nuocciono al decoro e alla vivibilità urbana, creano disagio ai cittadini che attraversano gli spazi pubblici, causano problemi di ordine pubblico e sicurezza, disturbo della quiete pubblica, danneggiamenti e imbrattamenti, l’abbandono a terra dei contenitori di vetro, latta o plastica.
Bisogna poter intervenire sulle situazioni “fuori controllo” nei luoghi pubblici, sempre più “stabilizzate” sotto gli occhi di tutti, come di fianco al Mercato Centrale Coperto, al parcheggio della Stazione ( Bike park), nei Giardini della Stazione, all’angolo di Via dei Mille-Corso Giovanni 23°, sulle “gradinate” della Piazza Cavour, in Via Sigismondo ecc.
L’Ass. Sadegholvaad si è dichiarato disponibile e “studierà” un provvedimento adeguato.
Basta vedere quello che hanno già fatto molti Comuni italiani.
Giardini della Stazione : La Porta di ingresso di Rimini in uno stato di degrado, illegalità, insicurezza.
31.08.2018
L’area dei Giardini della Stazione, “porta di ingresso” della città, si presenta a chi transita lungo viale C.Battisti in uno stato di degrado, di illegalità, di insicurezza.
L’ex “kebab” a metà del Viale è il “rifugio multiculturale”, soprattutto la notte, di extra comunitari, per la maggior parte africani, spacciatori di droga, ladri, ecc., ed è cosparso da rifiuti di ogni genere.
La “vasca d’acqua rettangolare” realizzata assurdamente 15 anni orsono, funziona da servizio igienico ( lavandino, pediluvio, bidè, lavapanni ) e punto d’incontro per la “irregolare” clientela stanziale e di passaggio.
Il “sottopassaggio del grattacielo” l’unico attraversamento, Stazione -Centro Storico- Marina Centro e viceversa, è insicuro nelle ore notturne ma anche di giorno per le persone sole.
L’illegalità e insicurezza sono in sintonia con il degrado dell’arredo urbano.
Il “Marciapiede lato mare”, partendo dalla stazione, è in condizioni penose con un asfalto “rattoppato” e datato.
Le “aiuole” a fianco del marciapiede, di fatto, sono sassi e terra battuta, il prato del giardino è trascurato.
La risposta scritta della Amministrazione Comunale alla mia Interrogazione Consigliare del 9 Agosto scorso che denunciava tutto ciò, è superficiale, non recepisce le necessità degli interventi proposti per migliorare la situazione.
Invece di rimuovere i rifiuti attorno all’ex Kebab, sotto gli occhi dei “passanti”, la giustificazione è che ”Hera effettua regolarmente la pulizia della zona adiacente a tale area ma non entra nella proprietà data in concessione a terzi” .
Una risposta incredibile, alla faccia del Regolamento Comunale di Polizia Urbana per la custodia responsabile degli immobili commerciali non utilizzati, senza la minima attenzione ai problemi di ordine pubblico, igiene, sicurezza, degrado, causati dall’ ex kebab” a 50 metri dall’ingresso della Stazione.
Mentre l’Amministrazione Comunale, dovrebbe essere la prima interessata a “fare pulizia” in tutti i sensi, accelerando la demolizione dell’ex kebab, dopo le revoche della concessione da parte della proprietà della Ferrovie al gestore, e della autorizzazione comunale all’esercizio della somministrazione alimenti e bevande per abusi edilizi.
Sulla eliminazione della vasca d’acqua rettangolare, utilizzata come servizio igienico e punto di incontro per “gli irregolari”, la risposta è burocratica “non è prevista l’eventuale rimozione nei programmi attuali della Amministrazione Comunale”.
C’è voluta l’interrogazione consigliare per riattivare in Agosto, la Fontana storica dei Giardini della Stazione, risalente al 1927, rimasta senz’acqua in tutti gli altri mesi dell’anno, ridotta a contenitore di rifiuti e fogliame.
Ho chiesto, non da oggi, l’installazione delle “telecamere con occhio fisso” nel sottopassaggio del Grattacielo per la maggiore sicurezza del suo attraversamento, soprattutto notturno, considerato il mancato funzionamento della video sorveglianza ad opera della Polfer da oltre 10 anni.
Così va potenziata la video sorveglianza sull’intera area dei Giardini della Stazione, che si avvale di una sola telecamera “brandeggiante “ per consentire un controllo continuo e più ampio .
Chiaramente la vivibilità del luogo non può prescindere dalla ordinaria manutenzione.
Il marciapiede lato mare, partendo dalla stazione, è sgretolato e pieno di rattoppi, ma per l’Amministrazione Comunale “si presenta in uno stato conservativo accettabile”.
La cura del verde dei cosiddetti “ Giardini” le aiuole, il prato, gli alberi, sarebbe “naturale” ma rimane senza risposta.
Davanti al “muro” della sosta prolungata e invasiva degli autobus di Start Romagna e di linea, lungo viale C. Battisti, lato Giardini, “la programmazione della sosta è compito del gestore del TPL, ed è difficile trovare alternative”.
La conclusione è che l’Amministrazione Comunale non ha la volontà di trasformare l’attuale situazione di illegalità, di insicurezza, di degrado, in un biglietto da visita e di benvenuto nella nostra città..
La “passerella galleggiante” un ostacolo alla circolazione delle acque e senza rispetto per il paesaggio e il Ponte di Tiberio.
8.8.2018
La passerella galleggiante del Progetto Tiberio 4 dopo essere stata posizionata tra le banchine di destra e sinistra del Porto Canale, dinnanzi al Ponte di Tiberio, è “ancorata” da oltre 2 settimane parallelamente alla banchina di sinistra.
Era stata annunciata la sua inaugurazione sabato 21 luglio ma non ha ancora superato i necessari collaudi, come ha risposto l’Assessore Sadegholvaad alla mia interrogazione consigliare di giovedi scorso.
L’”attraversamento galleggiante” del Porto Canale costituisce infatti un pericoloso “sbarramento” al deflusso delle piene del fiume Marecchia che secondo gli studi idraulici registrano i massimi incrementi di livello proprio nel bacino del Ponte di Tiberio dove si è registrato un sovralzo di m.2,7 sul livello medio mare e perciò obbliga ad una attenta vigilanza e ad una serie di “ manovre” in condizioni meteo avverse.
Infatti, per consentire l’apertura del canale in stato di necessità è previsto lo “sgancio” della passerella galleggiante dal 1°palo adiacente alla banchina di destra, la “rotazione” sul 2° palo della banchina di sinistra e l’”ancoraggio” ad un 3° palo parallelamente alla banchina di sinistra.
Oltre alle verifiche sul regolare “ funzionamento” o “spostamento” della passerella galleggiante, devono anche essere predisposti e approvati :
A) Il Disciplinare Operativo che prevede lo sgancio dell’”attraversamento galleggiante” con la dichiarazione di criticità di preallarme ( codice arancione) da parte di Arpa Emilia Romagna per evitare l’aggravio del rischio idraulico;
B) La “Sezione specifica del Piano di Protezione civile del Comune di Rimini “che indichi le modalità di attivazione, le misure informative e di sicurezza, i dispositivi di segnalazione, i ruoli e le responsabilità in caso di evento di piena.
Ricordo che Il problema della sicurezza idraulica, sottolineato dalla Prefettura, aveva costretto l’Amministrazione Comunale a smantellare nel 2009 la preesistente “diga mobile” dell’arch. Viganò, un’opera fallimentare costata una decina di miliardi di lire, non funzionante , che non aveva superato i collaudi, e che perfino aveva visto la Sentenza di condanna della Procura Regionale della Corte dei Conti.
Nonostante quell’esperienza disastrosa,sotto tutti gli aspetti, progettuali, ambientali, finanziari, oggi, l’Amministrazione Comunale “ritorna” sul sedime dell’ex “diga mobile” a costruire un “attraversamento galleggiante”, da “spostare” dinnanzi alle possibili “piene” del Marecchia e che comunque “ostacola” la già debole circolazione delle acque, stagnanti e melmose, nel bacino del Ponte e del Porto-Canale, a cui poco possono gli andamenti delle maree .
Mentre, come sostengo da 20 anni, l’intervento più necessario e naturale era il ripristino di un flusso d’acqua dal Deviatore del Marecchia che avrebbe consentito il ricambio idrico e di ridare vita al Parco, al Ponte, al Porto-Canale.
Come la ex “diga mobile” la passerella galleggiante è inutile, poco rispettosa della vicinanza del Ponte di Tiberio, snatura l’ambiente, la visuale del paesaggio e del contesto storico.
Era più proficuo utilizzare i soldi pubblici spesi per rialzare e riqualificare le banchine allagate da decenni e degradate e restaurare le mura storiche del Porto Canale.
Borgo Marina: regolamentare urgentemente l’apertura delle Moschee con la variante al RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio).
1.08.2018
Dopo l’Ordinanza comunale del 29.9.2017 dal Comune di immediata sospensione dei lavori in corso al piano terra dell’immobile sito in Via San Nicolo 11 8 con cambio di destinazione d’uso da officina ( categoria D) a Moschea ( luogo di culto- categoria C), non essendo idoneo come titolo abilitativo la semplice Comunicazione di Inizio Lavori (CIL), è arrivata l’Ordinanza comunale di demolizione delle opere abusive realizzate e di ripristino dello stato dei luoghi.
Come sostenevo allora, Il cambiamento della destinazione d’uso con l’aumento del carico urbanistico è subordinato al reperimento degli standard urbanistici (es.parcheggi) come previsto dal Regolamento Urbanistico Edilizio.
Non essendo possibile nella zona del Borgo Marina il reperimento degli standard urbanistici ( parcheggi) la possibilità della loro monetizzazione è una facoltà della Amministrazione Comunale che può non essere concessa in relazione alla ampia superficie della ex officina di 226 mq., rendendo inattuabile il cambio di destinazione d’uso.
Comunque, va considerato l’impatto della Moschea, sottostante un condominio, all’incrocio di due strade strette con marciapiedi minimi, per accogliere 300-400 persone, senza possibilità di parcheggi per auto, moto, cicli, sulla vita dei residenti e del quartiere.
Per queste ragioni non è perseguibile il cambio di destinazione d’uso da officina a luogo di culto e Moschea in via San Nicolo’ con lo spostamento di poche decine di metri da quella esistente in Corso Giovanni XXIII°-
Permane il problema del trasferimento della Moschea sita dal 2004 in una casetta di poco più di 100 Mq. ad uso ufficio di Corso Giovanni 23° in un’altra zona più idonea della città, come a Ravenna, e in un immobile compatibile per eliminare l’impatto delle centinaia di Mussulmani che vi accedono sul Borgo Marina.
Per questo chiedo di approvare urgentemente, alla luce dell’esperienza nel Borgo Marina, la Variante al RUE per regolamentare l’apertura dei luoghi di culto o Moschee, stabilendo gli standard urbanistici, indici di affollamento, classificazione acustica, requisito della visitabilità, norme igienico sanitarie e della sicurezza, parcheggi e indicare possibili localizzazioni per evitare l’impatto sui residenti.
Come già chiedevo con la Mozione consigliare, per la salvaguardia della vivibilità e identità dei luoghi nella nostra città, ma respinta dalla maggioranza appena due settimane fa.