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La storia di Castel Sismondo sepolta sotto una colata di cemento armato!
 
 

E' stata recentemente inaugurata la “fontana felliniana” tra la Rocca Malatestiana ed il Teatro Galli, con un’ampia escavazione, profonda circa 1 metro, riempita da una colata di cemento armato sopra il “fossato” difensivo di Castel Sismondo.

Lo “specchio d’acqua artificiale” si estende su una superficie di 900 mq, a ridosso delle mura difensive del Castello con una capacità complessiva pari a circa 45.000 litri d’acqua.

All’interno dell’invaso vi sono 124 speciali “pozzetti” contenenti le tecniche idrauliche per realizzare i vari effetti, collegati alle condotte di carico e scarico.

Per il funzionamento di tale sistema, è stato realizzato un “vano tecnico” di circa 100metri cubi, nel fossato di Castel Sismondo, interrato ad una profondità di circa 4 metri, con muri perimetrali e divisori in cemento armato, comprendente un serbatoio di 45 metri cubi, un locale tecnico di 25 mq, una scala di accesso per ispezioni di circa 6 mq.

Tutti questi manufatti sono stati realizzati nell’area archeologica del “fossato” di Castel Sismondo, tutelata da vincoli esistenti, ritenuti dagli esperti insuperabili:

il Vincolo Archeologico emesso con Decreto del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali del 29 ottobre 1991 ai sensi degli art. 1 e 3 ex Legge 1/6/1939 n.1089, finalizzato a garantire la tutela del sottosuolo delle aree incidenti sul tracciato delle mura tardo imperiali e sull’area occupata dall’antico fossato difensivo della Rocca;

il Vincolo di inedificabilità assoluta emesso con Decreto del Ministero della Pubblica Istruzione del 14 marzo 1915, finalizzato ad assicurare la prospettiva della Rocca Malatestiana.

Eppure, in questa area archeologica “super-tutelata”, nello storico “fossato”, sono state costruite le suddette opere.

La Giunta Comunale e i Tecnici, con questi lavori, soffocano definitivamente sotto una spessa coltre di cemento armato lo storico “fossato” di Castel Sismondo, invece di recuperarlo, di liberarlo dagli interramenti del 1800, come previsto dai Piani Regolatori e dal Piano Strategico, e senza neppure valorizzare quanto emerso durante i lavori: le mura difensive e i battiponte di accesso al Castello.

Dopo ripetute interrogazioni consigliari al Sindaco, una Mozione discussa nel Consiglio Comunale tematico, una interrogazione al Ministro dei Beni Culturali, rimaste senza ascolto, non ci è rimasto che   rivolgerci alla Procura del Repubblica all’inizio del marzo 2021, per verificare la compatibilità dei lavori nel fossato di Castel Sismondo con i vincoli di tutela vigenti.

Continua, fino all’ultimo, la nostra battaglia per la conservazione e la valorizzazione del fossato e di Castel Sismondo, patrimonio identitario della nostra città.