Palazzo Lettimi: restauro e valorizzazione culturale dei resti, non utilizzo commerciale.

27/10/2015

E’ da un mese e mezzo che sono caduti i pezzi murari della facciata dello storico Palazzo Lettimi sulla Via Tempio Malatestiano che è stata transennata nel tratto antistante.

Non conosciamo ancora cosa voglia fare l’Amministrazione Comunale
dinnanzi all’ incuria e degrado dei resti dell’antico Palazzo risalente al 1508, distrutto dai bombardamenti anglo-americani del Dicembre 1943, nonostante le nostre  proposte inoltrate con la mozione del 9.4.2015, che da sei mesi aspetta di essere discussa, e l’ultima interrogazione del 15 ottobre scorso, rimasta senza risposta.

Quello che sappiamo pubblicamente è che l’Assessore alla Cultura ha “ mostrato a diversi  imprenditori privati che gestiscono locali e pub le potenzialità di Palazzo Lettimi e che, a suo dire,  riuscirebbero ad ottenere molte soddisfazioni “.

Al riguardo, in Consiglio Comunale, ho sostenuto la valorizzazione culturale dei resti di Palazzo Lettimi  e fatto presente l’incompatibilità delle attività commerciali, tenuto conto che l’ultimo discendente e proprietario, Giovanni Lettimi, pianista insigne, nel 1902, donò il Palazzo  al Comune con il vincolo di destinazione a Sede delle Scuole Musicali.

Considerato che le  Amministrazioni Comunali del dopoguerra, fino agli anni 70 hanno continuato a demolire i muri del Palazzo Lettimi invece di consolidarli e recuperarli, poi negli ultimi anni hanno creato nell’area un cosiddetto “ Giardino degli Aromi”,  pretenzioso di nome, ma di fatto un “servizio igienico” per cani e umani,  continuo a sollecitare un intervento possibile e rispettoso verso i resti di questo storico Palazzo che preveda :

1)    La ripulitura  della facciata esterna del Palazzo
e dei muri interni dalle erbe selvatiche, dai rifiuti, e la disinfestazione dai topi;

2)    Il restauro della facciata con muro a scarpa, delle cornici marmoree delle finestre ( che stanno cadendo a pezzi) con le pregevoli sculture di delfini a code intrecciate, del Portale del Palazzo con formelle in pietra d’Istria che portano la rosa quadripetala malatestiana;

3)    Lo scavo archeologico per evidenziare i resti in zona della preesistenza dell’antico Teatro romano;    

4)    La realizzazione di un luogo museale ( utilizzando anche lo studio-officina dello scultore Elio Morri ricavato all’interno del Palazzo) con pannelli illustrativi e fotografici di come era il Palazzo, con la storia delle famiglie patrizie che l’avevano in proprietà, costruito, conservato, abitato, come veniva utilizzato, e dei personaggi illustri che aveva ospitato.

Dopo settant’anni, sarebbe ora.


 
 

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