Gestione campi di calcio: un grande " business" sulla pelle del volontariato, grazie al Bando di Gnassi e Brasini.

03/10/2014

L’Assessore allo Sport  Brasini, nella seduta di ieri sera del Consiglio Comunale tematico non ha mostrato alcuna  consapevolezza sul fallimento del Bando di concessione dei campi di calcio che, in due anni, dal 1.9.2012, ha causato la diminuzione di 1000 bambini sui campi di calcio e la crisi della Associazioni Sportive dilettantistiche di calcio.

Non ha voluto riconoscere l’errore politico e concettuale del Bando che favorisce il  guadagno dell’unico gestore che dal 1.9.2012 al 3.8.2013 ha incassato 150.000 euro di corrispettivi dal Comune + 77.000 euro di affitti dei campi per un totale di 227.000  con un ricavo al netto dei costi di 120.000 euro.

Teniamo presente che la suddetta entrata per il gestore ha una durata, a seconda delle convenzioni riguardo i diversi campi, che arriva al 2031 e  addirittura  al  2037, mediamente  di quasi 20 anni, con l’aggiornamento annuo del 2,5% del corrispettivo pagato dal Comune, indipendentemente dal tasso di inflazione( attualmente ormai a zero) e con  l’aumento  delle tariffe annue di affitto dei campi.

Insomma per il gestore una entrata complessiva per i prossimi venti anni di oltre 3 milioni di euro  con cui benevolmente può fare fronte alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei campi .

Modeste, peraltro, sono le sanzioni per le inadempienze,  economiche( da 3.000 euro a 50.000 euro ) e di riduzione della durata della convenzione ( da uno a due anni)  per la mancata realizzazione degli investimenti sui campi.

Grazie a questo Bando la Amministrazione Gnassi consente concretamente  un gigantesco “business” all’unico gestore  sulla pelle  del volontariato.

Le storiche società e scuole di calcio, invece, sono costrette a “lottare ” per trovare i soldi e per pagare le tariffe di utilizzo dei campi dalle loro squadre, dai 18.000/20.000 euro fino ai 35.000 euro  e coprire queste spese con le quote degli associati.

 

 
 
Le società sportive, di fatto, sono “espropriate” dei loro “ campi “ creati e curati con il lavoro del loro volontariato  e ridotte a “ clienti”, come ha perfino riconosciuto  l’Assessore,  che pagano quali utilizzatori dei campi.  

Le conseguenze sono a breve la chiusura delle società sportive o l’abbandono dei campi di calcio comunali verso i campi privati o dei comuni vicini
(es.:  il Rivazzurra a Spontricciolo di Riccione) , il Bellariva sul campo della Parrocchia, il Colonnella nel campo ex Fiera di Valentini ) per cercare la sopravvivenza delle squadre e la continuità sportiva dei giovani calciatori , oppure la chiusura delle società.

L’ Assessore Brasini , dinnanzi a questo quadro desolante mentre ha confermato la concessione della gestione di sei campi ai Delfini, non ha risposto alle nostre richieste sulle modalità della annunciata  gestione  “diretta”  da parte del Comune dei tre campi “revocati.

Perché se le tre  società calcistiche e scuole di calcio interessate dovessero continuare a pagare le medesime tariffe al Comune , invece che ai Delfini, cambierebbe per poco o nulla sulla loro prossima fine.

L’Assessore, invece di dimettersi,  ha  cercato di scaricare le responsabilità personali sulla litigiosità tra le squadre e il gestore, continuando a sostenere  un Bando che nei suoi effetti si è dimostrato incompatibile con l’interesse pubblico visti i danni alla pratica dell’attività sportiva  e all’associazionismo.

Mentre il Sindaco Gnassi, nonostante quattro ore di discussione, ha preferito nascondere  le proprie responsabilità politiche dietro il silenzio



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