La prostituzione di strada non si combatte con i "palliativi" del Sindaco e senza la volontà politica di cambiare la "Legge Merlin". Invito ai parlamentari locali ad uscire dal silenzio!

02/05/2014

ll dibattito nel Consiglio Comunale di martedi  scorso sugli interventi di  contrasto alla prostituzione e i preannunciati provvedimenti quali la riproposizione dell’ordinanza del Sindaco  con le sole sanzioni amministrative a prostitute e clienti, e la “novitàdei cartelli stradali sul Lungomare (  sono in regola con il Codice della Strada ?)  per segnalare il divieto di prostituzione ha confermato l’impotenza delle ordinanze sindacali nella lotta alla prostituzione  senza recepire, peraltro, minimamente la necessità  e l’urgenza di  chiedere al Governo e al Parlamento adeguati provvedimenti legislativi.

Guai ad ammettere da parte del Sindaco Gnassi e dell’Assessore alla Polizia Municipale Sadegholvaad  che la prostituzione di strada è  la conseguenza della Legge Merlin del 20 Febbraio 1958 che ha abolito e reso illegali le “ case chiuse” dove veniva esercitata la prostituzione.

Non è un caso che il 65% delle prostituite lavora in strada, il 29% in albergo, il resto in case private.    

Oppure  a  riconoscere che la suddetta legge rende legale la prostituzione, in quanto si limita a punire l’adescamento, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione.  

Secondo l’ultima indagine della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, le prostitute in Italia sarebbero dalle 50.000 alle 70.000, di queste il 50% immigrate, il 20% minorenni, il 20% vittime del racket, con un giro d’affari  stimato fra i 16 e i 26 miliardi di euro l’anno, fra l’altro sottratto all’imposizione fiscale.   

Ebbene dinnanzi alla prostituzione di strada che crea degrado e insicurezza nella città, il Sindaco e l’Assessore si limitano a reiterare le ordinanze con le sanzioni amministrative, nonostante  gli scarsi risultati già visti, a parte i problemi di legittimità e i ricorsi in Tribunale, come per i “fogli di via”, salvo   ammettere che sono  “solo palliativi” finchè non sarà colmato il vuoto legislativo.

Per questo con il mio Ordine del Giorno chiedevo al Consiglio Comunale di  impegnare il Sindaco ad attivare una seria  iniziativa legislativa  :

1)     Invitando i parlamentari locali, ad uscire dal silenzio sulla prostituzione  e a presentare una proposta di legge, da approvare urgentemente, in cui l’esercizio della prostituzione su aree pubbliche ( strade, marciapiedi, piazze, parchi, ecc.) costituisce reato e comporta la sanzione di carattere penale;

2)    A promuovere  l’abrogazione o la modifica della Legge Merlin, alla luce dell’esperienza fallimentare in 56 anni di fronte al problema della prostituzione e dello sfruttamento delle donne che la praticano;

3)    A sollecitare il Parlamento a regolamentare l’esercizio della prostituzione come già avviene in diversi paesi europei, a cominciare dalla Germania,  dove tale attività è svolta con consapevolezza, in luoghi chiusi preposti, con regole e controlli , per porre fine all’attuale situazione di ipocrisia, di demagogia, e di degrado sociale.  

Purtroppo, il voto contrario del Consiglio Comunale,  a parte poche personali eccezioni, dimostra che non c’è la volontà politica di interessare neanche i propri parlamentari ad affrontare e risolvere  dal punto di vista legislativo  il problema della prostituzione in Italia, e intanto di contrastare  subito efficacemente con una Legge, come ho proposto ,  la prostituzione  sui viali della nostra marina, nonostante le  dichiarate “armi spuntate” dei Sindaci , delle Forze dell’Ordine.

Alla fine solo tante chiacchiere, per “imbonire “ i cittadini in lotta con le “lucciole”.


 
 

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