Apertura della Biblioteca fino alle ore 24: una proposta costosa e demagogica. Per il momento ritirata...

11/04/2014

Ritirata la proposta del Consigliere  Samuele Zerbini  della maggioranza di aprire la biblioteca fino alle ore 24 di ogni giorno feriale.

Zerbini ha giustificato la modifica al Regolamento della Biblioteca con il richiamo al programma di mandato del Sindaco  di prorogare i servizi comunali, fra cui la biblioteca, e che “ l’apertura serale della biblioteca è un elemento importante di integrazione della popolazione, studentesca riminese ed immigrata”.    

Ho contestato, la sostenibilità della proposta, demagogica e improvvisata, che non si fa carico dell’aumento dei costi,   generali  ( luce, riscaldamento),   dei servizi di portineria  da affidare a cooperative esterne specializzate, non essendo possibile utilizzare il personale dipendente, impegnato in due turni dalle 8 alle 20,  dei servizi di sicurezza con le  guardie giurate.

Si tratta, infatti, di garantire la salvaguardia del patrimonio storico –culturale della biblioteca.

Teniamo presente, inoltre,   che già adesso, di giorno,   molti immigrati entrano in biblioteca solo per utilizzare i servizi igienici, senza contare i balordi . con rischi e problemi per il personale

Se  Zerbini  ha ribadito la  scelta politica, “costi quel che costi” , a pagare, però, non possono essere  i cittadini.  

In quanto all’orario prolungato nella biblioteca universitaria, fino alle 22, questo avviene per assecondare in particolare gli studenti-lavoratori.

I Dirigenti presenti , il Dr. Piscaglia   dei Servizi Culturali, e il Dr. Bellini del Personale , da me sollecitati a dare chiarimenti, hanno confermato le ragioni da me sostenute.

Il Dr. Piscaglia ha aggiunto, che l’orario di apertura della biblioteca (ora fino alle 20) è di 60 ore settimanali, sopra gli indici nazionali e che semmai sarebbero necessarie altre risorse per l’acquisto libri e per svolgere  le attività culturali , per le quali necessitano nuovi spazi.  

Il Dr. Bellini , ha dichiarato che l’ampliamento dell’orario, comporta una spesa di oltre 100.000 euro l’anno, che non è possibile con l’attuale personale dipendente, e che bisogna ricorrere a servizi esterni, autogestiti. 

Per il momento sembra sia prevalso il buon senso.

 

 
 

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