Quello che non dice Gnassi sul Bilancio del Comune: aumenta la pressione fiscale e impoverisce i ceti medi.
05/07/2013
 
Nel Bilancio di Previsione 2013 del Comune di Rimini permane pesante l’IMU che ammonta a 81 milioni di euro,  sommando l’IMU ad aliquota standard di 61milioni con le addizionali comunali IMU di 20 milioni su tutti gli immobili.

I Riminesi pagano sugli immobili un salasso sempre più grave : dai 34 milioni di Ici del 2011, ai 77 milioni di IMU del 2012 agli 81 milioni di IMU del 2013.

Le agevolazioni sull’IMU enfatizzate dal Sindaco Gnassi e dall’Assessore al Bilancio Brasini, si riducono solo a 650.000 euro di minore introito per il Comune , che sono una inezia di fronte ad un esborso dei cittadini di 81 milioni di euro.

Restano infatti confermati gli aumenti dell’anno scorso sulle aliquote IMU, mantenuta l ’addizionale IRPEF, a cui andrà  aggiunta a Dicembre un’altra tassa sugli immobili, la Tares con 0,30 euro al mq., a favore dello Stato, come tributo comunale sui rifiuti e servizi.

Il risultato è che la pressione tributaria per ogni riminese aumenta nel 2013 di 258 euro da 593  a 851 euro.

La nuova entrata della imposta di soggiorno  di 5.000.000 di euro, destinata a finanziare eventi, iniziative, interventi di riqualificazione, in sostituzione di precedenti risorse spese per il turismo, poteva almeno consentire la riduzione del carico tributario, soprattutto in questo momento di recessione.

Con la pressione fiscale che sale aumenta l’impoverimento delle famiglie, dei lavoratori autonomi e dipendenti, dei pensionati, dei ceti medi in generale.

E’, poi, vergognoso che per il pareggio del Bilancio, invece della prevenzione dei reati si confidi nella loro reiterazione, con la prevista entrata di 7.400.000 euro per multe e sanzioni da violazioni del Codice della Strada.

Per quanto riguarda gli investimenti, c’è il ritardo innanzitutto sulla realizzazione del Piano di Salvaguardia della Balneazione, approvato nel 2011, quale Piano Stralcio del Piano Generale del Sistema Fognario del 2006, anche progettuale relativamente agli interventi previsti in cinque anni, a cominciare dalla risoluzione dello scarico in mare del Canale Ausa, che rappresenta l’80% della fonte più inquinante di Rimini Centro e Sud.

Nonostante l’emergenza riemersa in questi giorni degli allagamenti di acque nere nella città e di salvaguardare la balneazione sul litorale di Rimini, al di là degli annunci, dopo ormai due anni, il Piano è rimasto senza copertura finanziaria per circa 80 milioni di euro e non sappiamo ancora dal Sindaco come  intende provvedere per finanziare i progetti entro il 2016.

Nel Bilancio triennale 2013-2015, per il Piano di Salvaguardia della Balneazione sono previsti solo 15 milioni di euro compreso il contributo del Piano Città di 8 milioni di euro; non  i 23  milioni ( 15 milioni + 8 ) dichiarati da Gnassi.

Ricordo che il cantiere aperto da Hera nel Parco Marecchia  “Risanamento fognario Rimini Isola” risale al PRUSST degli anni 2000 (programma riqualificazione urbana sviluppo sostenibile del territorio) ed è a carico di ATO mentre il raddoppio del depuratore di S. Giustina, previsto nel Piano Fognario del 2006 è finanziato da Romagna Acque.  

Per quanto riguarda la ricostruzione del Teatro, finanziata con una spesa  di 30 milioni di euro, dopo i ritrovamenti archeologici sarebbe auspicabile rispettare la Storia di Rimini, i vincoli archeologici e architettonici, eliminando i due piani interrati con lo “ sbancamento “ di 10 metri sotto il palcoscenico, e risparmiare  così una decina di milioni di euro.  

Insomma, le risorse per gli investimenti necessari si possono e si devono reperire  senza stangare i riminesi con  continui aumenti di  tasse e tariffe.

 
 

Tags: