Lo scarico della fossa Ausa, nella marina centro di Rimini, continua ad essere il problema per la sicurezza della balneazione. Perchè non si realizzano urgentemente le vasche di prima pioggia nell' area Ferrovieri e di Via Bramante?

18/05/2012

La novità rilevante, emersa questa mattina durante la seduta della III Commissione Consigliare dedicata alla salvaguardia delle acque di balneazione, è stata la mancata risposta dell’ing. Minarelli, dirigente del gestore Hera, sul problema dello scarico dell’ex torrente Ausa.

Ho chiesto all’Ing. Minarelli spiegazioni sui lavori in corso nel canale terminale dell’Ausa,  se la collocazione di nuove tubature servirebbe al ricambio dell’acqua (? ), ma soprattutto perché, visto il regolare scarico a mare dell’Ausa, ad ogni pioggia, non erano ancora in via di realizzazione la vasca di prima pioggia di 10.000 m3, oltre a quella di laminazione di 6000 m3 in Via Bramante  e la vasca di prima pioggia di 5000 m3, oltre quella di laminazione di 4000 m3 ,nell’area Ferrovieri, previste fin dal 2006 e nel Piano Fognario.

Ricordo per la precisione che, nel piano approvato degli interventi da realizzare nei prossimi 5 anni,  il gestore Hera “doveva predisporre idoneo studio di fattibilità, anche dal punto di vista della compatibilità ambientale, onde fornire un quadro completo per la valutazione in ordine all’opportunità di realizzazione o meno la condotta sottomarina e impianto idrovoro Bacino Ausa e annesse vasche di laminazione prima pioggia”.   

L’ing. Minarelli ha risposto che la realizzazione della condotta sottomarina deve comportare un dibattito pubblico sulle scelte da adottare, dopo averla sostenuta per sei anni, nonostante la mia pubblica e motivata contrarietà, ed è stato reticente alla mia domanda di realizzare le vasche di prima pioggia e di laminazione previste lungo il canale interrato dell’ Ausa.
 Una risposta più da politico che da gestore, quale massimo dirigente di HERA.

Sono sempre stato contrario alla realizzazione della costosa condotta sottomarina (14.500,000 euro), che si limita a scaricare a 800 m dalla costa le acque inquinanti, ma vorrei, dopo 6 anni di discussioni e  di approvazioni del Piano Fognario nel 2006, delle modifiche al Piano nel 2010, del piano di interventi prioritari del Dicembre 2012, che l’Amministrazione Comunale non continuasse a procedere tra ritardi ed errori.

Non è pensabile che lo scarico della fossa Ausa, nella marina centro di Rimini, continui ad essere un problema per la sicurezza della balneazione, in quanto le acque scaricate, anche se pre-trattate, sono sempre contaminate da carica batterica e quindi non rispettano i limiti di legge stabiliti per la balneazione.

Le soluzioni progettuali del problema, con le vasche di prima pioggia e laminazione che raccolgono le acque più pericolose e inquinanti e la separazione delle reti bianche e nere quanto più possibile anche nel Centro Storico, vanno realizzate in tempi brevi per la tutela della balneazione.

Il Sindaco e l’Assessore si assumano le proprie responsabilità politiche ed amministrative.

 
 

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