Regolamento delle sanzioni amministrative sugli interventi abusivi in spiaggia:mettere in moto le istanze di sanatoria, nell' interesse degli operatori e della città.

20/04/2012

Non ho abbandonato il Consiglio Comunale, come hanno fatto gli altri colleghi del Pdl fin dall’inizio della discussione, perché ho ritenuto responsabile, partecipare al dibattito consigliare e contribuire con le indicazioni a risolvere concretamente  il  problema delle sanzioni amministrative pecuniarie per gli interventi abusivi sulla nostra spiaggia.

Ho detto che è nell’interesse degli operatori e della città che si mettano in moto le domande di istanza sanatoria per non dovere privare la nostra spiaggia, all’avvio della stagione balneare di tutte quelle attrezzature, compatibili con il Piano Spiaggia.

La domanda di sanatoria, avvia, nel rispetto delle leggi, un rapporto di regolarizzazione con il Comune e costituisce un segnale importante per la Procura della Repubblica.

Intanto può decollare senza traumi e stravolgimenti la stagione balneare con  rimozioni affrettate, da effettuarsi entro maggio, come prevede l’ordinanza balneare  che potrebbero dare una immagine di precarietà alla nostra spiaggia.

La domanda di sanatoria, deve trovare risposta entro 180 giorni  dal Comune, dopo avere ottenuto entro 90 giorni  il pare favorevole della Soprintendenza sull’autorizzazione paesaggistica.

A settembre, ottobre, agli operatori verranno quantificati gli importi della sanzione pecuniaria e  loro decideranno come regolarsi.

Non ho insistito sui valori della sanzione pecuniaria che sarà commisurata dagli Uffici Comunali in base a quelli indicati dalla perizia di stima  e sugli emendamenti votati in Consiglio Comunale, perché si è già detto tutto, da tutte le parti.

Ricordo solo che il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica è propedeutica al rilascio dei titoli edilizi e all’autorizzazione antisimica.

Ritengo che la regolarizzazione di tutto ciò che oggi è stato realizzato sulla nostra spiaggia , consenta ai nostri operatori di rinnovarla, di riqualificarla,  e di metterli in condizione di accettare la sfida della Direttiva Bolkenstein.


 

 
 

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