Un milione alla cooperativa del fratello. Esposto di Renzi: la Procura indaga sul Presidente della Regione.
19/03/2012
Il 24 Novembre 2009, in Consiglio Regionale,  avevo chiesto, con la presentazione di una mozione, la Commissione di inchiesta per fare trasparenza sulla regolarità del contributo di 1 milione di euro erogato alla Cooperativa Terremerse  di Bagnacavallo, guidata dal fratello del Presidente della Regione Emilia Romagna Errani.

Vasco Errani e la maggioranza consigliare bocciarono la proposta, cosicchè sulla base dei documenti in mano da cui risultavano numerose contraddizioni e discordanze sul rispetto dei tempi di esecuzione dei lavori  per una cantina vitivinicola di Imola, non mi rimase che inoltrare un esposto alla  Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

Nello specifico, avevo rilevato le seguenti contraddizioni:
1)    La dichiarazione di Giovanni Errani, rappresentante legale di Terremerse, di fine lavori al 31 maggio 2006, (termine previsto da rispettare per ottenere il contributo ) contrasta col Bilancio di Terremerse del 2008 in cui si attesta che nel 2007 i lavori della cantina erano ancora in corso di realizzazione ;
2)    La Cooperativa Terremerse per accedere al contributo in oggetto, avrebbe dovuto presentare alla Regione il Certificato di Conformità Edilizia ed Agibilità entro il 15 Giugno 2006, ma la Regione, nel settembre 2006, delibera di liquidare ugualmente il contributo a Terremerse  senza la presentazione del suddetto certificato;
3)    La Cooperativa Terremerse chiede al Comune di Imola il Certificato di Conformità Edilizia ed Agibilità solo il 7 Agosto 2007 e lo presenta in Regione l’11 Gennaio 2008, con ben 18 mesi di ritardo rispetto al termine previsto;
4)    Il 18 Gennaio 2008 l’AGREA (Agenzia Regionale Erogazioni Agricoltura) attesta che lo stabilimento enologico non è ancora operativo, mentre, al contrario, L’Assessore all’Agricoltura Rabboni, dieci giorni prima dichiara in una lettera ufficiale che la struttura è completamente operativa dal 2007.
 
Se la Giunta Regionale e il Presidente Errani, dinnanzi a questa serie di elementi discordanti, avessero approvato la Commissione di inchiesta, il finanziamento poteva essere revocato, e non mi sarei rivolto alla Magistratura.
 
  Ma ha prevalso il senso di impunità e onnipotenza. Dopo tre ore di acceso dibattito nel Consiglio Regionale, Errani disse che era già stato in Procura a consegnare una relazione per fare chiarezza.

Allora, il 7 Gennaio 2010 inviai l’esposto con allegati i documenti alla Procura della Repubblica di Bologna e alla Procura Regionale della Corte dei Conti .

Da quel giorno è iniziata l’indagine conclusa in questi giorni che vede indagati per falso ideologico il Presidente della Regione Vasco Errani in concorso con il Direttore Generale dell’Agricoltura della Regione Valtiero Mazzotti e il Direttore Generale degli Affari Istituzionali Filomena Terzini, questi ultimi indagati  anche per favoreggiamento personale nei confronti di Giovanni Errani, in quanto secondo l’accusa avrebbero ostacolato le investigazioni della Procura della Repubblica mandando la relazione ritenuta non veritiera.

Sono, inoltre, indagati per truffa Giovanni Errani, il progettista dello stabilimento di Imola Giampaolo Lucchi, il Direttore dei Lavori Alessandro Zanotti, un altro funzionario regionale Aurelio Selva Casadei, collaboratore del Servizio Aiuti alle Imprese della Regione: questi ultimi sono indagati oltre che per truffa anche per aver messo in atto raggiri artifici e falsità sulla corretta ultimazione della cantina.

Nel complesso gli indagati sono nove.

La Guardia di Finanza ha confiscato beni per un milione di euro, fra auto, e immobili degli indagati.

Resta incredibile il comportamento del Presidente della Regione!
Ha detto che era tutto a posto in Consiglio Regionale nel 2009, ha detto che era tutto a posto dopo gli avvisi di garanzia nell’agosto 2010, dice che è tutto a posto oggi, dopo l’avviso di fine indagine che di solito precede la richiesta di rinvio a giudizio.

Io chiedo alla Magistratura di andare fino in fondo, di accertare tutte le eventuali irregolarità e tutte le responsabilità.

Il fine è quello di tutelare l’interesse pubblico a cui è tenuta la Pubblica Amministrazione.    


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