Caro Lombardi: il problema รจ politico
18/01/2011 Prendo atto volentieri della giustificazione addotta da Marco Lombardi alla sua inattesa e sorprendente presenza all’incontro alla Fondazione Carim. Evidentemente abbiamo tutti frainteso Lombardi. Non abbiamo capito che, nonostante la febbre a 38 gradi ( che lo aveva costretto a rinviare il prefissato incontro PDL-Lega), era entrato in sala e si era accomodato in prima fila non già per seguire la conferenza, bensì per consegnare un documento di grande importanza all’On. Pizzolante, con il quale aveva già ampiamente conversato in corridoio, minuti prima. Gli auguro naturalmente di ristabilirsi al più presto.

Resta scottante, mi si perdoni il gioco di parole, il problema politico.
La strategia di Lombardi (candidatura di Formica o Coccia e alleanza con quel che resta della Margherita di Vichi) spacca il PDL e determina la rottura con la Lega.
Ancora più grave e inaccettabile, quella che Lombardi vuole imporre al PDL è una strategia che segna una imbarazzante e nefasta continuità con le ultime fallimentari amministrazioni di sinistra.
Io, invece, voglio un cambiamento a Rimini.
Possibilmente insieme alla più ampia coalizione possibile del Centro-Destra, coinvolgente uomini e movimenti, portatrice di una forte carica innovatrice e certamente senza politici del passato, come Vichi e i vichiani, che sono stati a guida e parte delle passate amministrazioni di sinistra, che Lombardi insegue da mesi.

 
 
Un’ultima precisazione. Con impareggiabile eleganza Lombardi insinua che io abbia la consuetudine di percepire gettoni non dovuti millantando febbri fasulle. Non so come possa venire in mente a Lombardi che si possa millantare una febbre fasulla. Comunque, è un punto d’onore per me precisare che in una sola occasione in cinque anni non sono stato presente a una seduta del Consiglio Regionale dal suo principio al termine dopo aver firmato la mia presenza; questo effettivamente è avvenuto il pomeriggio del 22 Ottobre 2008, perché il montare di una situazione febbricitante mi forzò ad abbandonare in corso di svolgimento la seduta. In quel caso, presi il treno, mi recai direttamente a casa e a letto. Non avevo infatti documenti importantissimi da consegnare in giro per l’Emilia Romagna.  



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