PALACONGRESSI: E' L'ORA DELLA TRASPARENZA E DELLE DIMISSIONI DEL PRESIDENTE CAGNONI E DELL'INTERO CDA
29/06/2010 “Dopo i conti poco trasparenti del piano finanziario ora salta fuori che la Guardia di Finanza dai primi mesi del 2009 ha avviato delle indagini per l’utilizzo di materiale per l’edilizia non omologato alle normative europee, nella costruzione del Palacongressi.

Ma la cosa ancora più grave è che tre giorni prima del voto in Consiglio Comunale per l’approvazione del terzo supplemento al Piano Finanziario, il Comune di Rimini ha messo sotto sequestro “due vani” interni del Palas (di cui attualmente non si conoscono ancora le superfici), facendo seguito proprio alla suddetta indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza e dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, senza informare di una sola parola i Consiglieri Comunali.
 
 
Ebbene, questa totale mancanza di trasparenza nella presentazione dei conti economici e finanziari ed ora su queste indagini in corso è veramente molto preoccupante, oltre a mancare di rispetto istituzionale sia al Consiglio Comunale che Provinciale.

Da una parte – evidenzia il vice Coord. del PDL di Rimini Gioenzo Renzi - si è costruito un Palacongressi (a parte i 500 posti auto mancanti) che di fatto è ancora aleatorio come pagarlo, e dall’altra, in base a quello che sta emergendo in questi giorni, non vi è la certezza che la struttura costruita rispetti le normative europee in materia di edilizia.

A mio avviso, un tale modo di procedere non è più tollerabile, per questa ragione credo che tutti i componenti riconfermati del CdA della Società Palacongressi debbano essere rimossi compreso il Presidente Cagnoni.

Nello stesso tempo mi auguro che la Procura della Repubblica accerti tutte le responsabilità, facendo piena luce su chi ha ordinato all’estero e introdotto il suddetto materiale per l’edilizia non omologato alle normative europee, per quale ragione si è utilizzato questo tipo di semilavorato, e chi ne era a conoscenza, ma ha taciuto, perché i cittadini di Rimini non meritano tutto questo.

Chiedo una rimozione dei componenti del CdA riconfermati, - precisa il Consigliere - perché a questo punto bisogna evitare che il Palas diventi la “Parmalat o i bond Argentini o la Lehman Brothers” di Rimini.
Continuare in questa direzione, proseguendo a dare fiducia a una simile dirigenza mi sembra veramente inopportuno e azzardato, visto che stiamo parlando di un investimento passato da una previsione di 74 milioni di euro nel 2005 ai 101 milioni di euro di oggi, ma con la prospettiva di un saldo finale ancora più alto, e per la maggior parte sostenuto con risorse pubbliche.

Desidero infine sottolineare che quanto sta accadendo conferma la fondatezza della motivazione tenuta dal sottoscritto e da altri consiglieri del PDL sia in Comune che in Provincia nel votare contro al terzo supplemento del Piano Finanziario.” 
        


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