AGRITURISMI: LA NUOVA LEGGE SNATURA E TRASFORMA L'ATTIVITA' AGRITURISTICA IN ALBERGHI CON PIU' DI 20 CAMERE O IN GRANDI RISTORANTI

25/03/2009 “Ieri pomeriggio in Assemblea Legislativa abbiamo votato contro la nuova Legge Regionale sugli agriturismi, non perché siamo contrari al loro sviluppo come sostegno all’attività agricola, a una diversificazione dei redditi agricoli e quale incentivo per favorire il mantenimento delle attività umane nelle zone montane, ma perché la maggioranza di centro sinistra e la Giunta Errani non hanno voluto cercare una buona sintesi tra tutte le legittime richieste provenienti in rappresentanza del mondo agricolo, ricettivo alberghiero e dei pubblici esercizi, visto anche l’agevolata tassazione degli agriturismi come reddito agricolo, rispetto alle altre attività.

Con questo provvedimento, in pratica - precisa il Consigliere Regionale Gioenzo Renzi di AN-PDL - si rischia di snaturare il concetto di attività agrituristica, quale luogo di ospitalità in un ambiente rurale, teso a valorizzare e riscoprire le tradizioni del mondo agricolo ed i suoi prodotti tipici locali, e trasformarla in veri e propri alberghi di 17 o 23 camere, se situati all’interno dei parchi nazionali e delle Comunità montane, (considerando anche gli incentivi  per le aziende che aderiranno ai Club di eccellenza) e con la possibilità di ospitare fino a tre persone a camera, o in veri e propri ristoranti per le cerimonie con più di 100 invitati, quali matrimoni, cresime, ecc..

Noi, invece, a differenza del centro sinistra, che ha respinto tutti i nostri otto emendamenti presentati, proprio per evitare questi rischi di creare una concorrenza sleale a discapito delle strutture ricettive e dei ristoranti, avevamo proposto il limite massimo di 10 e 15 camere, e il limite, per quanto riguarda la somministrazione dei pasti e bevande, di 60 pasti giornalieri o 90 per le strutture nelle aree protette, e non 50 pasti giornalieri su base mensile così come è stato adottato.

Infine – conclude Renzi - la maggioranza di centro sinistra, oltre ad essere assolutamente impermeabile dinnanzi alle nostre proposte e perplessità, senza però motivare il suo diniego, è stata inamovibile anche sul fronte dei controlli.

Tant’è che la Legge approvata prevede che le Province e i Comuni debbano effettuare i controlli riguardanti la connessione con l’attività agricola, la quantità dei prodotti locali e regionali somministrata, ecc.. a cadenza triennale, invece che a cadenza annuale così come abbiamo sostenuto noi.”

 
 



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