Le responsabilità delle Amministrazioni Comunali per la mancata riscoperta e valorizzazione dell’Anfiteatro Romano.

 07/11/2025

I sondaggi archeologici nell’area dell’Anfiteatro romano, occupata dal Ceis, secondo il documento degli esperti incaricati dalla Soprintendenza, sono estremamente difficili, condizionati dalla presenza in superficie delle costruzioni, dai sottoservizi e dallo svolgimento dell’attività didattica.

Per il momento, quello che vediamo e sappiamo sull’Anfiteatro Romano, lo dobbiamo alla scoperta, con i sondaggi compiuti nel 1843-44, ad opera dello storico riminese Luigi Tonini e alla campagna di scavi svolta dal 1926 al 1939, sotto la direzione del Soprintendente alle Antichità Salvatore Aurigemma.

Le Amministrazioni Comunali, in questi 80 anni del dopoguerra hanno le loro responsabilità.

Nel 1946 hanno consentito, sull’area archeologica tutelata dell’Anfiteatro romano, la costruzione delle 13 capanne “temporanee” del Ceis e nei decenni anni successivi gli edifici in muratura di tre piani. 

Successivamente, non sono stati rispettati gli impegni scritti dei Sindaci (Clari e Ceccaroni), né adempiute le continue richieste delle Soprintendenze di trasferire il Ceis in un’area idonea. 

Sono rimaste sulla “carta” le previsioni degli strumenti urbanistici,  PRG, PSC-Rue, Piano Strategico, approvati dalle stesse Amministrazioni, che stabiliscono per l’Anfiteatro Romano “il completamento degli scavi e la valorizzazione dei resti archeologici di epoca romana, attraverso la demolizione degli edifici sovrastanti e la delocalizzazione delle relative funzioni di interesse pubblico”.

E’ dal 2000, che presento Mozioni consigliari per l’individuazione di  un’area adeguata per consentire il trasferimento del Ceis, salvaguardando la sua attività e poter procedere con la demolizione delle costruzioni, incompatibili con il vincolo monumentale del 1914 sull’area dell’Anfiteatro Romano. 

Le struttutre del Ceis, sovrastano per due terzi l’Anfiteatro Romano, impediscono la valorizzazione e la fruizione pubblica, a Riminesi e turisti, di questo Bene Culturale patrimonio della storia della nostra città.

L’Anfiteatro Romano sepolto e l’Asilo svizzero, sono inconciliabili: il Ceis può trasferirsi in un’area più adeguata dell’attuale, con la ricostruzione   eco-compatibile del villaggio, per continuare l’attività educativa; solo così potrà essere avviata la campagna di scavi per riportare alla luce la dimensione e la struttura originaria del nostro Anfiteatro Romano, con i suoi 2000 anni di storia.

Dopo 80 di preclusioni ideologiche e di negazionismo, è ora di riportare alla luce e valorizzare l’Anfiteatro Romano. 


 
 

Tags: