La candidatura di Rimini a Capitale italiana della cultura 2026: dopo 80 anni, valorizziamo l’Anfiteatro Romano

 16/02/23

Martedì prossimo, 21 Febbraio 2023, si terrà il Consiglio tematico, dedicato alla “Salvaguardia e Tutela dell’Anfiteatro Romano”, richiesto dai consiglieri di minoranza.

In continuità con le tante iniziative intraprese per 30 anni, ho ritenuto particolarmente importante e attuale, presentare una nuova mozione consigliare “Rimini candidata Capitale italiana della cultura 2026: dopo 80 anni, valorizziamo l’Anfiteatro Romano”.    

La candidatura di Rimini, Capitale Italiana della Cultura 2026, per essere coerente, deve prevedere la Valorizzazione dell’Anfiteatro Romano, un Bene Culturale “calpestato” da 80 anni, monumento d’importanza storica, come l’Arco di Augusto, il Ponte di Tiberio, la Domus del Chirurgo, che testimonia le origini, la storia Romana e l’identità della nostra città.  

L’Anfiteatro Romano, risalente al secondo secolo d.C. capace di ospitare sui propri spalti 10.000-12.000 persone, scoperto nei sondaggi del 1843-44 del grande storico riminese Luigi Tonini, è stato riportato parzialmente alla luce, con la campagna di scavi svoltasi dal 1926 al 1939 sotto la Direzione del Soprintendente alle Antichità, Salvatore Aurigemma.

Dopo i bombardamenti dell’ultima guerra, nel 1946, sull’area archeologica dell’Anfiteatro Romano, è sorto l’Asilo Svizzero (Ceis) con 13 “capanne provvisorie”, il cui collocamento che doveva essere “temporaneo”; nei decenni successivi, sono stati addirittura costruiti edifici di tre piani in muratura, con i pilastri di cemento armato gettati sopra i muri dell’anfiteatro.

 Le Amministrazioni Comunali di Rimini non hanno rispettato gli impegni scritti, di liberare l’area archeologica dell’Anfiteatro, assunti il 3 Gennaio 1946 dal Sindaco Clari, né hanno adempiuto per decenni alle reiterate richieste delle Soprintendenze Archeologiche di Bologna e Ravenna, di trasferire il Ceis in un’area idonea.  

Considerato i vincoli del 1913 e del 1914 di tutela dell’area archeologica, con la Mozione chiediamo al Sindaco:

1) di attuare la riduzione in pristino dell’area circoscritta dell’Anfiteatro Romano, per violazione, in particolare, del vincolo monumentale stabilito dal Decreto Ministeriale del 26 Agosto 1914, che prescrive letteralmente ”è proibito fare qualsiasi costruzione”, anche se autorizzata dall’Amministrazione Comunale o dai “nulla osta” condizionati della Soprintendenza, per il rispetto delle norme d carattere superiore.  

Le costruzioni realizzate sopra l’Anfiteatro romano sono inammissibili e incompatibili con il suddetto vincolo di inedificabilità assoluta, tanto più se “eseguite in assenza di permessi di costruire”, come risulterebbe nella relazione tecnica sugli accertamenti, compiuti dall’Ufficio Controlli Edilizi del Comune di Rimini nel 2018.

2) di promuovere il recupero e la valorizzazione dell’Anfiteatro Romano, in sinergia con la Soprintendenza Archeologica, per consentirne la conoscenza e la fruizione pubblica ai cittadini e turisti;

3) di concretizzare quanto previsto dagli strumenti urbanistici PRG-PSC-RUE per l’Anfiteatro: ”il completamento degli scavi e la valorizzazione dei resti archeologici  di epoca romana, attraverso la demolizione degli edifici sovrastanti e la delocalizzazione delle relative funzioni di interesse pubblico”;

4) di individuare un’area adeguata per consentire il trasferimento del Centro Educativo Italo Svizzero, salvaguardando la sua attività, e di conseguenza poter procedere con la demolizione delle costruzioni, incompatibili con il Vincolo monumentale del 1914 sull’area dell’Anfiteatro;

5) di restaurare le antiche murature dell’Anfiteatro riscoperte con gli scavi, i torrioni, le mura romane e medievali adiacenti che si trovano in uno stato di abbandono e degrado, antistanti la Via Roma e l’area ex Padane, per creare il Parco Archeologico dell’Anfiteatro Romano;

6) di approvare un cronoprogramma per la realizzazione di questi qualificanti obiettivi, stabilendo: tempi di attuazione, modalità di intervento, reperimento delle risorse finanziarie.

Dopo 80 anni dai bombardamenti, in vista della candidatura di Rimini a Capitale italiana della cultura 2026, è quanto mai necessario promuovere la valorizzazione dell’Anfiteatro Romano e il suo recupero, per consentirne la conoscenza e la fruizione pubblica ai cittadini e ai turisti.

 
 

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