L’Amministrazione Comunale con la Variante al Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) facilita la proliferazione dei luoghi di culto islamici.

 24.7.2019

Non prendiamoci in giro: non è vero, quanto dichiarato dall’Amministrazione Comunale, che se manca il parcheggio non si prega!

Infatti, è sufficiente che i Centri Culturali Islamici occupino una  unità immobiliare con una superficie lorda non superiore a mq. 100,  senza avere l’obbligo di  reperire i parcheggi pubblici e i parcheggi privati.

Questo prevede la Variante al Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE)   all’art.27 per le Funzioni Culturali e Associative , tipi d’uso C2

Al riguardo, basta ricordare e ripetere come è stato aperto nel 2004 da un Centro Culturale Islamico il luogo di culto in Corso Giovanni XXIII n. 100,  nel Borgo Marina, in una casetta uso ufficio di neanche 100 mq. e senza parcheggi.  

Per l’insediamento dei Centri Culturali Islamici non si considera il loro impatto ambientale, come avviene da 15 anni nel Borgo Marina con le centinaia di Mussulmani che accedono per la preghiera, per il mese del Ramadam, in quello che, anche per l’Ass. Frisoni, è un Centro Culturale e non una Moschea.  

Con l’ultima interrogazione del 4.4.2019, avevo sollecitato la Variante al RUE proprio per evitare che l’insediamento delle Moschee o luoghi di culto avvenisse, come si verifica di solito e ovunque, a   nome dei Centri Culturali Islamici più facilmente compatibili con le destinazioni d’uso degli immobili alle norme urbanistiche.

Ma l’Amministrazione Comunale, non ascolta, non recepisce, non impara dalla realtà, bastava una superficie ridotta a 50 o 40  mq,  per unità  immobiliare,  invece di una superficie superiore a mq.100  che  richiede  necessario il reperimento degli standard urbanistici (es. i parcheggi).

Con questa norma, la stessa Amministrazione Comunale, inoltre,  “vanifica” le condizioni urbanistiche previste per l’apertura delle Moschee (es. i parcheggi devono essere sempre reperiti e non monetizzati), in quanto facilita l’insediamento dei Centri Culturali Islamici, che diventano di fatto luoghi di culto, difficili da controllare, con il riproporsi dei relativi problemi, in particolare in un contesto abitato.          

 
 

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